Sicurezza stradale: se il guardrail il può diventare un’arma letale

Porre maggiore attenzione al tema della sicurezza stradale comporta esiti positivi in termini di vite umane salvate e incide favorevolmente in un’ottica di risparmio per le casse statali e la sanità pubblica, già messe a dura prova dall’emergenza sanitaria. Dall’ISTAT alla Consulta Nazionale della Sicurezza Stradale, tutti gli istituti più autorevoli sottolineano il costo economico e sociale elevato dell’incidentalità sulle strade. Dalle ultime stime, i danni complessivi hanno raggiunto quota 24 miliardi di euro: oltre un milione e mezzo per ogni decesso.Una cifra dal peso specifico enorme, che impone all’Italia, attualmente tra le meno virtuose d’Europa in quanto a incidentalità, un importante cambio di rotta.

 

In futuro sempre più attenzione dovrà essere riservata all’innovazione per la sicurezza stradale passiva, ovvero l’insieme dei dispositivi in grado di ridurre le conseguenze negative dell’impatto di un veicolo contro un ostacolo fisso. Fanno parte di questa famiglia le barriere laterali (le più diffuse sono new jersey e guardrail), gli attenuatori d’urto frontale e i terminali di barriera.

 

È dello stesso avviso Roberto Impero, ad di Industry AMS  e membro dell’International Road Federation (IRF) e dell’Associazione Mondiale della Strada (PIARC): “Ancora molti ostacoli fissi, come le cuspidi stradali, i piloni in galleria, i pali segnaletici sono sprovvisti di apposito attenuatore d’urto, così come i filari di alberi che costeggiano le strade spesso non sono protetti da adeguate barriere laterali. Lo stesso guardrail può trasformarsi in un’arma letale in caso di incidente: la parte terminale di tale barriera, se non protetta da apposito terminale, durante l’impatto, si trasforma in una lancia che penetra nell’abitacolo. Da cittadino e automobilista è inaccettabile che alcuni ostacoli, nonostante sia chiara la loro reale pericolosità, siano ancora oggi sprovvisti di adeguate protezioni. Lo stesso ISTAT rileva che il 10% degli incidenti più tragici avviene sulle nostre strade proprio per sbandamento del veicolo contro ostacoli stradali, non adeguatamente protetti. Siamo quindi di fronte a una sottovalutazione del pericolo da Nord a Sud”.

 

La sicurezza stradale non efficiente genera dei costi elevatissimi per l’intero paese – in media un milione e mezzo di Euro ogni decesso. Confrontando questo dato con l’investimento medio necessario per la progettazione e l’installazione di sistemi di sicurezza stradale passiva, le amministrazioni potrebbero certamente tagliare una consistente fetta delle spese, semplicemente installando i dispositivi preposti, nelle tratte di competenza. Lo stesso Codice della Strada, all’articolo 208, prevede che il 50% dei proventi delle multe venga destinato alla manutenzione e ammodernamento delle strade. Dei circa 3 miliardi di euro di multe stradali pagate ogni anno dagli automobilisti italiani, circa il 60% finisce nelle casse dei Comuni, che a loro volta dovrebbero investire la metà dei proventi per questo scopo. La realtà dei fatti dimostra invece che 1 comune su 3 nel nostro paese non dichiara gli incassi delle multe, destinando una cifra aleatoria alla manutenzione stradale. Così come risulta da recenti inchieste che gli stessi Comuni, che hanno rendicontato correttamente i fondi derivanti dalle multe, in molti casi abbiano destinato i proventi per spese che non riguardano la sicurezza stradale:

 

In quest’ottica, l’obiettivo dell’UE di ridurre del 50% i decessi stradali e, per la prima volta, anche i feriti gravi, entro il 2030, risulta di difficile attuazione. Contenuto nel Piano d’azione strategico della Commissione sulla sicurezza stradale, questo obiettivo fa parte di un progetto comunitario di più ampio respiro, volto a raggiungere l’azzeramento delle vittime della strada entro il 2050 (“Vision Zero”).

 

“La sicurezza stradale è un tema che coinvolge tutti: automobilisti, gestori stradali, installatori e produttori dei dispositivi di sicurezza, così come gli enti pubblici. Tutti possono rischiare la vita sulla strada; ognuno può – a suo modo – agire per migliorare la situazione attuale, denunciando la presenza di pericoli sulle strade che percorre tutti i giorni e pretendere che vengano messi in sicurezza, conclude Roberto Impero.

 

 

Startup Talet-e: lo scooter termico diventa elettrico

Scooter elettrico

Un brevetto italiano per la mobilità sostenibile, applicabile sin da subito per la conversione del parco circolante degli scooter a combustione fossile, in elettrico. Nasce con queste premesse Talet-e, una start-up 100% italiana di ideazione, progettazione, ingegnerizzazione e produzione che ha completato il suo “seed round” di finanziamenti nel mese di aprile 2022.

Partendo da un approccio di economia circolare, l’azienda punta a velocizzare la transizione all’elettrico promuovendo così una mobilità urbana molto smart, più efficiente, ecologica e sostenibile. La tecnologia di Talet-e, infatti, non genera rifiuti ma crea nuova utilità: sarà possibile continuare a viaggiare con il proprio scooter ma in modo più green ed economico.

Una vera e propria chiave di volta per muoversi liberamente in città, senza preoccuparsi di ZTL o blocco veicoli.

 

Come funziona

Nel cuore dell’innovazione Talet-e c’è la Piattaforma Elettrica Universale. Una soluzione totalmente nuova, pensata, progettata e ingegnerizzata per essere facilmente installata

in retrofit sui principali modelli di scooter termici oggi in circolazione. Un progetto che rende la conversione alla portata di tutti: concreta e realizzabile sin da subito in modo economico e pratico. L’azienda offre 4 proposte di servizio, 2 per clienti privati e 2 per aziende, enti e istituzioni, per dare una risposta precisa e competitiva alla conversione elettrica.

 

Taler-e Conversion

La soluzione retrofit pratica, economica e sostenibile per trasformare uno scooter termico in elettrico grazie all’acquisto online e a una rete di installatori ufficiali su tutto il territorio.

 

Talet-e Collection

La collezione di scooter elettrici trasformati e ricondizionati direttamente da Talet-e.

 

Talet-e Way
La piattaforma elettrica Talet-e messa totalmente a disposizione di aziende produttrici di scooter che desiderano ampliare la propria produzione con la realizzazione di una nuova linea green.

 

Talet-e Services

La soluzione rapida ed economica per convertire grandi flotte aziendali all’elettrico. Una scelta strategica e responsabile che assicura risparmi di gestione e massima attenzione all’ambiente

 

 

Multe e Autovelox: finalmente trasparenza, ora regole chiare

di Simone Baldelli,  membro della Commissione Trasporti della Camera e presidente della Commissione di Inchiesta sulla Tutela dei Consumatori

 

Dopo anni di iniziative parlamentari abbiamo finalmente vinto la battaglia sulla trasparenza nell’utilizzo dei proventi delle multe stradali: grazie a un mio emendamento, ciascun cittadino può, semplicemente consultando il sito del ministero dell’interno, avere informazioni sugli incassi delle multe stradali dichiarati da ogni Comune nell’anno precedente.

 

Ora servono anche regole finalmente chiare sugli Autovelox, che spesso sembrano venire usati più per fare cassa che per fare sicurezza stradale: pensiamo ai tanti Autovelox piazzati dalle polizie locali in punti nascosti lungo le strade provinciali o statali. Da 12 anni manca il decreto ministeriale per disciplinare il loro corretto utilizzo sulle strade italiane. Il governo, se non lo ha ancora fatto, mantenga l’impegno preso accogliendo il mio ordine del giorno al decreto trasporti e trasmetta entro la fine di agosto alla Conferenza Stato-citta’-autonomie locali la famosa bozza di decreto ministeriale su cui da mesi ci dice che sta lavorando.

 

Chissà che, malgrado le resistenze degli enti locali, non avvenga il miracolo di avere uno stop agli Autovelox selvaggi prima della fine dell’estate.

Rumore ambientale: quadro normativo UE aggiornato

Nel 2021 la Commissione ha adottato il piano d’azione dell’UE “Verso l’inquinamento zero per aria, acqua e suolo”. Questo mira a ridurre l’inquinamento a livelli che non sono più considerati dannosi per la salute e gli ecosistemi naturali. Comprende una serie di obiettivi chiave per il 2030 progettati per ridurre l’inquinamento alla fonte. Uno di questi è ridurre del 30% la quota di persone che sono cronicamente esposte al rumore dei trasporti.

L’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (ACEA) si impegna a raggiungere gli obiettivi di questo piano d’azione. Al fine di esaminare come ridurre l’inquinamento acustico dei trasporti, ACEA ha incaricato ATEEL di condurre uno studio sui “Futuri valori limite sonori per l’omologazione dei veicoli di categoria M & N”.

Questo studio, pubblicato a gennaio 2022, fornisce un’analisi approfondita di come possono essere raggiunti gli obiettivi relativi agli oneri acustici ambientali legati ai trasporti. Esamina i valori di omologazione del veicolo e definisce scenari che esplorano l’impatto e l’efficienza dei valori limite di rumorosità ridotti in un’ampia gamma di condizioni ambientali. Per estensione, considera anche l’introduzione di misure alternative e complementari per ridurre il rumore ambientale in condizioni di traffico reali.

 

Le principali conclusioni dello studio

La riduzione del carico acustico ambientale per i cittadini europei è un processo a lungo termine e una chiara tabella di marcia è stata definita attraverso il piano d’azione inquinamento zero. Tenendo conto del tempo per la penetrazione nel mercato dei nuovi veicoli, il rumore ambientale continuerà a diminuire, anche senza ulteriori normative. L’impatto positivo dei nuovi veicoli può essere ulteriormente accresciuto da misure aggiuntive come superfici stradali a bassa rumorosità, in particolare per le aree hotspot, e l’incorporazione di altri elementi come i finestrini che offrono isolamento acustico e termico.

La mobilità elettrica avrà un effetto positivo, ma principalmente per i rumori di un singolo evento. È necessaria una riduzione dei picchi di rumore per singolo evento, compreso il controllo coerente delle modifiche illegali dei veicoli e/o dei loro componenti, e della guida antisociale. Le misure che riducono il rumore ambientale dovrebbero trovare riscontro negli strumenti di valutazione del rumore ambientale (mappatura del rumore). I progressi tecnologici verso veicoli più silenziosi non sono presi in considerazione negli strumenti di mappatura acustica dell’UE. Di conseguenza, le mappe del rumore tendono a stimare le sorgenti sonore più forti di quanto non siano in realtà.

Il punto di ACEA: “I produttori di automobili ei loro fornitori si assumono seriamente la responsabilità di ridurre il rumore dei trasporti. È necessario anche il sostegno di altre parti interessate, in particolare i responsabili politici, per massimizzare l’impatto dei veicoli silenziosi nel traffico stradale quotidiano e per compiere progressi nell’abbattimento del rumore percepibili dai cittadini europei.

 

 

Albania, auto mia: qualche taxi elettrico e tante tedesche, ma solo termiche

di Roberta Pasero

Una delle 4 colonnine elettriche avvistate in Albania. Due, una di fronte all’altra, nel centro di Tirana, una a Scutari, al Nord, e una a Saranda, al Sud. Sono a utilizzo praticamente esclusivo dei taxi, quasi tutti Hyundai e Kia. Qui uno a Tirana, in realtà sono pochissimi i taxi green. Ancor meno le auto elettriche private con targa albanese.

Io ne ho viste due, una Tesla al porto dI Ancona pronta a imbarcarsi, e una Hyundai Ioniq nella capitale. L’ Albania viaggia soprattutto in Mercedes, Audì, Bmw e Porsche, tutte termiche. Sono più numerose qui che a Milano. Ultimissimi modelli a volte con portatarga di altri Paesi. Peccato non sappiano guidarle. Ma questo sarà l’argomento di un altro post.

“Concorso Italiano”: c’è sempre il mito dell’auto tricolore nei sogni USA

Foto:  Il premio “Best in Show” è andato alla Bizzarrini 5300 Strada del 1967 di Billy Hibbs

 

È andato oltre le migliori aspettative il successo ottenuto dalla 37ª edizione di Concorso Italiano, la grande festa dei motori Made in Italy, tra gli appuntamenti da sempre di maggior richiamo che si è svolta in occasione della prestigiosa Monterey Car Week, sul fairway del Bayonet & Black Horse Golf Course a Seaside in California.

 

Un appuntamento tornato in tutto il suo splendore (la pandemia aveva costretto gli organizzatori a realizzare una versione virtuale nel 2020 e un’edizione contingentata nel 2021, con solo pubblico americano) che si è chiuso con un bilancio positivo e ha visto la presenza di circa 4.000 partecipanti tra collezionisti e appassionati dell’auto italiana con i suoi marchi entrati nella storia e i modelli più esclusivi. Oltre 1.000 i modelli esposti da e per il pubblico internazionale amante del tricolore, che ha potuto vedere le opere d’arte su quattro e due ruote dei club e degli espositori presenti.

 

I premi “Best in Show” e “Valentino Balboni Award” sono stati assegnati alla Bizzarrini 5300 Strada del 1967, di Billy Hibbs, e alla Lamborghini Diablo Roadster, di Robert Fulton, Consegnati i riconoscimenti alla carriera “La Bella Macchina Award” a Maurizio Corbi, senior designer Pininfarina, e a Mariella Mengozzi, direttore del Mauto di Torino.

 

Tom McDowell – presidente di Concorso Italiano: “Quest’anno abbiamo celebrato Maurizio Corbi, senior designer di Pininfarina, Mariella Mengozzi e Benedetto Camerana del Mauto di Torino. Il pubblico americano apprezza sempre la presenza dei protagonisti italiani, specialmente quando hanno esperienze coinvolgenti da raccontare”.

 

Raffaello Porro, co-organizzatore di Concorso Italiano: “Una edizione con il sorriso, con voglia di fare festa. Una festa delle auto italiane sotto al sole californiano. Un evento che cresce restando fedele al suo DNA e già pensiamo alla prossima edizione, sabato 19 agosto 2023”.

Usa, credito d’imposta sulle auto elettriche: Bruxelle protesta

L’Unione Europea è “estremamente preoccupata” per la prevista introduzione negli Stati Uniti di un credito d’imposta fino a 7.500 dollari per l’acquisto di un’auto elettrica che esca da una fabbrica americana e sia dotata di una batteria prodotta negli Stati Uniti. “La Ue è estremamente preoccupata per questo disegno di legge che colpisce il commercio transatlantico – ha affermato la portavoce della Commissione UE, Miriam Garcia Ferrer -. Riteniamo che discrimini i produttori stranieri rispetto ai produttori americani”.

 

Dopo 18 mesi di trattative, il Senato degli Stati Uniti ha adottato il grande piano del presidente Joe Biden su clima e salute, in particolare approvando questo credito d’imposta per l’acquisizione di un veicolo elettrico made in Usa. Una tale disposizione, nota la Ue, è “incompatibile” con le regole del Wto dove peraltro negli ultimi anni Bruxelles e Washington si sono scontrate per i sussidi alla Boeing o per i dazi doganali americani sull’acciaio europeo.

 

“I crediti d’imposta sono un incentivo importante per incoraggiare la domanda di auto elettriche – ha aggiunto Ferrer – ma dobbiamo assicurarci che le misure introdotte siano eque. Per questo continuiamo a sollecitare gli Stati Uniti a rimuovere questi elementi discriminatori dal disegno di legge e garantire che sia pienamente conforme al Wto. Da parte sua, l’Alliance for Automotive Innovation, un gruppo di produttori americani e stranieri che rappresentano quasi tutte le auto vendute negli Stati Uniti, trova il piano troppo restrittivo poiché circa il 70% dei modelli di veicoli elettrici attualmente venduti negli Stati Uniti non potrebbe beneficiare del credito d’imposta. L’alleanza ha rivolto dunque un appello al Congresso perché ampli i criteri per l’origine dei componenti delle batterie a »includere i paesi produttori che hanno accordi di difesa collettiva con gli Stati Uniti, come i membri della Nato, il Giappone e altri”.

Transizione e rilancio industriale: subito politiche nuove

Roberto Benaglia, segretario generale FIM CISL

di Roberto Benaglia, segretario generale FIM CISL

 

L’industria manifatturiera italiana sta rallentando e l’inflazione minaccia i salari: in autunno imprese, sindacati e governo dovranno impegnarsi a dare risposte concrete ai lavoratori. Bisogna mettere al centro il sostegno all’industria, la qualità dell’occupazione, la difesa del potere d’acquisto delle retribuzioni. A settembre ci troveremo in una situazione nuova, il primo autunno con una campagna elettorale. Non avremo un governo nel pieno dei poteri, ma è molto importante che ci sia continuità e si affrontino i problemi.

 

Abbiamo crisi industriali ormai divenute storiche e vertenze nuove. Ma tutto il settore sta rallentando e deve affrontare la transizione ecologica, digitale e demografica. Le industrie sono piene di 50-60enni e mancano le competenze. Non possiamo rischiare che l’industria metalmeccanica sia abbandonata a se stessa proprio nel momento in cui le cose non vanno più molto bene.

 

Occorre una vera politica industriale per il settore automotive. I volumi di Stellantis sono in caduta verticale e la componentistica soffre. Transizione e rilancio hanno bisogno non solo di cassa integrazione e incentivi alle assunzioni: servono politiche nuove.

Monza, il GP del Centenario: vademecum per i tifosi

(da “L’Automobile”)

 

Manca sempre meno al Pirelli Gran Premio d’Italia 2022 e l’attesa aumenta. La marea dei tifosi (soprattutto della “Rossa”) è pronta ad accogliere nuovamente sugli spalti dell’Autodromo Nazionale Monza i propri beniamini dal 9 all’11 settembre.

 

Un’atmosfera resa ancor più speciale dal fatto che il Tempio della Velocità quest’anno festeggia il proprio centenario. Nelle ultime due stagioni sono saliti sul gradino più alto del podio due piloti inattesi: Pierre Gasly su Alpha Tauri nel 2020 e Daniel Ricciardo su McLaren nel 2021.

 

Le Ferrari di Charles Leclerc e Carlos Sainz che – “giocando in casa” – tenteranno di riportare nuovamente il Cavallino a vincere a Monza.

 

Il programma del weekend brianzolo di F1: venerdì 9 settembre dalle 14 alle 15 Prove Libere 1 e dalle 17 alle 18 Prove libere 2. Sabato 10 settembre dalle 13 alle 14 Prove libere 3 e nel pomeriggio dalle 16 alle 17 è tempo di Qualifiche. Domenica 11 settembre alle 15 luce verde e via alla gara.

 

“Prevediamo per la sola domenica di gara, l’11 settembre, tra i 110 e i 120mila spettatori. Vogliamo soddisfare la domanda che c’è ancora e cerchiamo di non lasciare fuori nessuno”. Parola del presidente ACI Angelo Sticchi Damiani che un mese fa circa aveva anticipato l’installazione di nuove tribune per festeggiare come si deve i 100 anni dalla fondazione dell’Autodromo e permettere ai più tifosi possibili di accorrere all’evento.

 

Per l’acquisto dei biglietti ci si può collegare su monzanet.it o recarsi presso i 1.500 punti vendita italiani autorizzati e in 11 punti vendita esteri. Per i soci ACI trattamento speciale sul sito www.aci.it: abbonamento tribuna 23B Parabolica Interna, 220 euro anziché, tribuna 21D Laterale Parabolica 200 euro anziché 410.

 

Il prezzo dei biglietti in abbonamento tre giorni è strutturato su fasce di prezzo crescente, in base al periodo di acquisto. I biglietti per le singole giornate di venerdì, sabato e domenica, hanno un’unica tariffa, valida per tutto il periodo di vendita, salvo esaurimento posti. Ingresso circolare prato gratuito fino a 11 anni compiuti. In tribuna, biglietto ridotto come indicato a listino. Le persone diversamente abili alle quali è stata riconosciuta un’invalidità di almeno il 75% possono usufruire, previo accreditamento, dell’ingresso in autodromo gratuito.

 

Non è possibile accedere all’autodromo con auto e moto private. Gli spettatori possono lasciare i veicoli nei parcheggi esterni e da lì proseguire a piedi o con i bus navetta: Linea Nera partenza dalla stazione di Monza FS, lato piazza Castello e arrivo al parco su viale Cavriga intersezione viale Mirabello – attiva venerdì, sabato e domenica; Linea Blu: partenza dai parcheggi Blu, zona Stadio di Monza in viale Stucchi/Tognini e arrivo al parco in viale Mirabello intersezione viale Cavriga – attiva venerdì, sabato e domenica; Linea Viola: partenza da via Grigna (vicino al parcheggio Viola del Bennet Rondò dei Pini) e arrivo a Vedano al Lambro in via Monte Grappa – attiva sabato e domenica.

La fine di Ginevra: Salone dell’auto, ma anche Scuola di giornalismo

Addio Salone dell’auto di Ginevra. Non voglio eccedere nel pessimismo, ma quella che era considerata la rassegna espositiva più importante a livello mondiale, è arrivata al capolinea. Del resto si è di fronte alla quarta cancellazione consecutiva, quella del 2023, dopo 91 edizioni, seppur per cause di forza maggiore. Ginevra lascia e passa il testimone alla gemellata rassegna di Doha, in Qatar, che a novembre 2023 inaugurerà la sua avveniristica esposizione. Ma Doha non sarà mai Ginevra.

 

Peccato per varie ragioni. La prima è che a Ginevra, all’interno del Palexpo, a due passi dall’aeroporto internazionale, ci sono sempre stati tutti i costruttori. Solo nelle ultime edizioni, cominciavano a notarsi delle defezioni. Molti gruppi rinunciavano ad altre rassegne, pur di essere presenti a Ginevra, tra l’altro campo neutro assoluto rispetto a Francia, Italia, Germania, ecc.

 

Ma il Salone di Ginevra ha rappresentato – almeno per chi scrive e proiettato all’inizio degli anni ’90 dalla cronaca nazionale a occuparsi di automotive, di cui ero completamente a digiuno, per “il Giornale” – una grande scuola di giornalismo. Ho partecipato alle giornate stampa, che anticipavano la data di inaugurazione, di ben 27 edizioni consecutive. E anno dopo anno ho potuto arricchire l’agenda prima, la memoria del cellulare in seguito, di nomi, cognomi e numeri telefonici di manager, designer, piloti, personaggi vari, analisti, ecc.

 

Grazie (su tutti) al Salone di Ginevra potevi entrare a diretto contatto – per fare qualche esempio e restando in casa Fiat – con Umberto Agnelli e il suo seguito, Paolo Cantarella, Roberto Testore, Sergio Marchionne, Alfredo Altavilla, Luca De Meo, ora Ceo di Renault, i capi brand italiani ed europei. Quindi John Elkann, il fratello Lapo, Mike Manley; per la Ferrari l’allora numero uno Luca di Montezemolo, il vicepresidente Piero Ferrari, Jean Todt, Amedeo Felisa e il management di Maranello. Ma anche Alberto Bombassei (Brembo) e Marco Tronchetti Provera (Pirelli).

 

E poi i colossi esteri: le interviste, quando ancora non erano tanto noti, a Carlos Ghosn nel periodo Renault, allo stesso Carlos Tavares, sempre in Renault, e ora al vertice di Stellantis. Quindi, ancora, a Louis Schweitzer, presidente di Renault, Jacques Calvet, al volante di Psa, Mike Manley, quando era in Chrysler, e al numero uno Bob Eaton.

 

Altri incontri ravvicinati, inoltre, con Bob Lutz (GM) e Richard Wagoner (GM), quest’ultimo marcato sempre a vista ai tempi della rottura degli accordi con Fiat; il grande capo di Ford, Jac Nasser. Andando a memoria, i big del design: Sergio Pininfarina, Giorgetto Giugiaro, Nuccio Bertone, Walter De Silva.

 

Insomma, la storia dell’auto vissuta di persona, almeno per quell’entusiasmante periodo a partire dal mese di marzo del 1992. Contatti che nella maggior parte dei casi sono durati a lungo e, soprattutto, hanno permesso un impareggiabile arricchimento professionale: quello di entrare nei problemi, scoprire nuove strategie e andare oltre il semplice prodotto. I lunghi e pazienti inseguimenti, cercando di non farsi notare dai colleghi, del top manager di turno (su tutti Sergio Marchionne) con la volontà di intercettarlo, dopo l’appostamento di rito, all’uscita delle stanze private negli stand e, registratore acceso, fargli quella domanda la cui risposta avrebbe dato il titolo a un ipotetico pezzo, com’è spesso accaduto.

 

Insomma, una scuola pratica di ricerca continua della notizia sui temi economici e industriali del momento, oltre che sulle strategie previste da questo o quel costruttore. Peccato. Termina veramente un’epoca, un inizio della fine peraltro già nell’aria da anni. Un periodo, quello dei tempi d’oro di Ginevra, in cui le fake news da web e social non c’erano ancora. Altro valore aggiunto.