Sicurezza stradale: se il guardrail il può diventare un’arma letale

Porre maggiore attenzione al tema della sicurezza stradale comporta esiti positivi in termini di vite umane salvate e incide favorevolmente in un’ottica di risparmio per le casse statali e la sanità pubblica, già messe a dura prova dall’emergenza sanitaria. Dall’ISTAT alla Consulta Nazionale della Sicurezza Stradale, tutti gli istituti più autorevoli sottolineano il costo economico e sociale elevato dell’incidentalità sulle strade. Dalle ultime stime, i danni complessivi hanno raggiunto quota 24 miliardi di euro: oltre un milione e mezzo per ogni decesso.Una cifra dal peso specifico enorme, che impone all’Italia, attualmente tra le meno virtuose d’Europa in quanto a incidentalità, un importante cambio di rotta.

 

In futuro sempre più attenzione dovrà essere riservata all’innovazione per la sicurezza stradale passiva, ovvero l’insieme dei dispositivi in grado di ridurre le conseguenze negative dell’impatto di un veicolo contro un ostacolo fisso. Fanno parte di questa famiglia le barriere laterali (le più diffuse sono new jersey e guardrail), gli attenuatori d’urto frontale e i terminali di barriera.

 

È dello stesso avviso Roberto Impero, ad di Industry AMS  e membro dell’International Road Federation (IRF) e dell’Associazione Mondiale della Strada (PIARC): “Ancora molti ostacoli fissi, come le cuspidi stradali, i piloni in galleria, i pali segnaletici sono sprovvisti di apposito attenuatore d’urto, così come i filari di alberi che costeggiano le strade spesso non sono protetti da adeguate barriere laterali. Lo stesso guardrail può trasformarsi in un’arma letale in caso di incidente: la parte terminale di tale barriera, se non protetta da apposito terminale, durante l’impatto, si trasforma in una lancia che penetra nell’abitacolo. Da cittadino e automobilista è inaccettabile che alcuni ostacoli, nonostante sia chiara la loro reale pericolosità, siano ancora oggi sprovvisti di adeguate protezioni. Lo stesso ISTAT rileva che il 10% degli incidenti più tragici avviene sulle nostre strade proprio per sbandamento del veicolo contro ostacoli stradali, non adeguatamente protetti. Siamo quindi di fronte a una sottovalutazione del pericolo da Nord a Sud”.

 

La sicurezza stradale non efficiente genera dei costi elevatissimi per l’intero paese – in media un milione e mezzo di Euro ogni decesso. Confrontando questo dato con l’investimento medio necessario per la progettazione e l’installazione di sistemi di sicurezza stradale passiva, le amministrazioni potrebbero certamente tagliare una consistente fetta delle spese, semplicemente installando i dispositivi preposti, nelle tratte di competenza. Lo stesso Codice della Strada, all’articolo 208, prevede che il 50% dei proventi delle multe venga destinato alla manutenzione e ammodernamento delle strade. Dei circa 3 miliardi di euro di multe stradali pagate ogni anno dagli automobilisti italiani, circa il 60% finisce nelle casse dei Comuni, che a loro volta dovrebbero investire la metà dei proventi per questo scopo. La realtà dei fatti dimostra invece che 1 comune su 3 nel nostro paese non dichiara gli incassi delle multe, destinando una cifra aleatoria alla manutenzione stradale. Così come risulta da recenti inchieste che gli stessi Comuni, che hanno rendicontato correttamente i fondi derivanti dalle multe, in molti casi abbiano destinato i proventi per spese che non riguardano la sicurezza stradale:

 

In quest’ottica, l’obiettivo dell’UE di ridurre del 50% i decessi stradali e, per la prima volta, anche i feriti gravi, entro il 2030, risulta di difficile attuazione. Contenuto nel Piano d’azione strategico della Commissione sulla sicurezza stradale, questo obiettivo fa parte di un progetto comunitario di più ampio respiro, volto a raggiungere l’azzeramento delle vittime della strada entro il 2050 (“Vision Zero”).

 

“La sicurezza stradale è un tema che coinvolge tutti: automobilisti, gestori stradali, installatori e produttori dei dispositivi di sicurezza, così come gli enti pubblici. Tutti possono rischiare la vita sulla strada; ognuno può – a suo modo – agire per migliorare la situazione attuale, denunciando la presenza di pericoli sulle strade che percorre tutti i giorni e pretendere che vengano messi in sicurezza, conclude Roberto Impero.

 

 

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