Autostrade per l’Italia: “Smarts Logistics” per una mobilità sempre più efficiente
Ha preso il via l’iniziativa “Smart Logistics”, il progetto promosso da Autostrade per l’Italia con l’obiettivo di identificare i principali fabbisogni dei maggiori player del mercato del trasporto merci e della logistica nazionale e condividere con loro le migliori soluzioni volte a implementare nuovi servizi di mobilità, anche digitali, nonché ottimizzare quelli già esistenti per efficientare e rendere più competitiva la logistica e i processi che la regolano.
Il mercato logistico ha un peso importante nell’economia nazionale e rappresenta anche uno dei principali fruitori della rete gestita da Autostrade per l’Italia. In Italia il mercato logistico ha un’incidenza sul PIL del 9% (in crescita di 2 punti percentuali rispetto al 2019) ed è costituito da circa 80 mila aziende conto terzi, con un fatturato complessivo superiore ai 110 miliardi di euro; a queste si aggiungono oltre 73mila autotrasportatori e circa 3 mila gestori di magazzino.
Il primo momento di confronto, che si è tenuto al Gazometro di Roma, è stato l’occasione per approfondire i risultati di una survey a cui hanno aderito circa cinquanta realtà, tra società e associazioni del settore. Tra i principali spunti di confronto, soprattutto la necessità di sviluppare strumenti in grado di agevolare la pianificazione sia dell’itinerario di viaggio, con aggiornamenti real time delle condizioni di traffico, che delle soste lungo il percorso, come la disponibilità e la prenotazione delle aree parking.
In linea con quanto previsto dall’imponente piano di sviluppo del Gruppo, la rete di Autostrade per l’Italia è sempre più interconnessa e digitalizzata. Il progetto Smart Logistics rientra infatti nelle attività previste da Mercury, il programma di ammodernamento tecnologico del Gruppo Autostrade. Un programma articolato in cinque stream (connected infrastructure, intelligent roads, flexible pricing, green solutions e urban mobility) all’interno dei quali le iniziative mirano a sviluppare i temi della sicurezza della circolazione e dei lavoratori, dell’innovazione e della mobilità sostenibile.
“Il dialogo con i principali player del trasporto merci e della logistica – afferma Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia – è fondamentale per indirizzare le scelte industriali del nostro Gruppo, a partire dall’analisi della domanda e dell’offerta di nuovi servizi e tecnologie sempre più performanti. L’infrastruttura autostradale è da sempre un asset cruciale per lo sviluppo economico del Paese, come determinante è il ruolo dei settori del trasporto e della logistica: l’ulteriore rafforzamento della sinergia tra questi due mondi potrà produrre effetti tangibili sulla crescita nazionale e il benessere diffuso. Questo è il senso più alto della nostra iniziativa”.
Foto da ufficio stampa Autostrade per l’Italia
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FAI al Comune di Milano: la sicurezza stradale non si persegue con la politica dei divieti
FOTO: Paolo Uggè, presidente FAI
FAI, la Federazione gli autotrasportatori, ha inviato una nota al Comune di Milano a proposito delle intenzioni di introdurre nuove limitazioni alla circolazione dei mezzi per autotrasporto merci. “Come rappresentanti degli autotrasportatori si legge -, pur apprezzando l’intento dell’Amministrazione volto a migliorare la sicurezza delle strade cittadine, non possiamo non esprimere forti perplessità su un provvedimento che, purtroppo, riteniamo vada nella direzione opposta rispetto all’obiettivo prefissato”.
“L’introduzione tout court di limiti orari per il transito delle merci si tradurrà, come facilmente prevedibile, in una concentrazione di veicoli commerciali e pesanti nelle fasce di circolazione consentite e ciò aumenterà, inevitabilmente, ingolfamento del traffico , con conseguenti problemi di sicurezza e maggior inquinamento ambientale”.
“La FAI di Milano ritiene che questa politica dei divieti perseguita dalla Giunta Sala, non sia adatta a gestire le esigenze di mobilità di una città che, con l’ingresso quotidiano di lavoratori, studenti, operatori dei servizi ogni giorno raddoppia la propria popolazione, e necessita di adeguato rifornimento di merci per gli esercizi commerciali, i cantieri, le scuole, i pubblici esercizi e via dicendo”.
“Occorre altresì considerare che il cambiamento delle abitudini post Covid ha visto esplodere l’ e-commerce, con ulteriore marcato incremento della circolazione dei veicoli commerciali e di un traffico particolarmente “disorganizzato”. Queste criticità richiedono una politica della mobilità “integrata“, che sia davvero in grado di garantire la sicurezza di tutti gli utenti della strada, senza penalizzare gli operatori del trasporto che entrano in Milano per svolgere la loro quotidiana attività di servizio alla città”.
Conclude la nota: “La FAI di Milano si impegna fin d’ora, come da sempre avvenuto nei rapporti con il Comune di Milano, a portare il proprio contributo in termini di competenze e proposte, per un confronto costruttivo volto ad affrontare in maniera pragmatica i problemi della mobilità cittadina”.
Foto da ufficio stampa FAI
CES 2025: c’è TUC.technology tra le eccellenze “Made in Italy”
Foto: TUC_citycar_più_CEO_LudovicoCampana
TUC S.r.l., la Deep Tech italiana nota per la sua soluzione di “USB della mobilità”, è stata selezionata per rappresentare l’Italia al CES 2025 (7-10 gennaio) all’interno del Padiglione ITALIA, promosso da ICE e sarà protagonista al più grande evento tecnologico mondiale. Dopo aver completato e consolidato la soluzione TUC.system™ nell’Automotive, TUC supera i confini terrestri, dimostrando tutta la sua carica innovativa e funzionalità ai player della Space Economy, un settore in forte crescita dove il nostro Sistema Paese gioca un ruolo di primo piano nello scenario internazionale.
Un percorso che la deep tech company tutta italiana ha cominciato nel 2018 grazie all’idea di Ludovico Campana, co-fondatore e CEO, con l’obiettivo di rivoluzionare l’architettura tecnologica dei veicoli moderni, a oggi una soluzione brevettata in oltre 140 Paesi, trasformando l’interazione tra utenti e veicoli in un’esperienza modulare, flessibile e human-centric dove ogni spazio si adatta in modo sicuro e intuitivo alle esigenze reali degli utenti.
Con 7 prototipi veicolari, 50 dispositivi e oltre 200 soluzioni tecnologiche sviluppate, TUC realizza la sua visione della “USB della Mobilità”: ambienti intelligenti, modulari e human-centric, dove ogni spazio si adatta in modo sicuro e intuitivo alle esigenze reali degli utenti.
Dalla Terra allo Spazio: il futuro della mobilità
Dopo aver conquistato 3 Top OEM Automotive mondiali con accordi di fattibilità e integrazione, TUC amplia il suo campo d’azione al settore aerospaziale. Al CES 2025, l’azienda svelerà in anteprima le sue soluzioni dedicate alla Space Economy e presenterà nuove applicazioni della modularità nel settore Aerospace. Tra le soluzioni protagoniste dello stand.
Soluzioni Aerospace: in anteprima mondiale, TUC svelerà le applicazioni della sua tecnologia per la Space Economy. Una soluzione tecnologica che ha già avuto i primi riscontri come dimostra la selezione di TUC.technology tra i vincitori della “Smart Integration Satellite Capability” di Thales Alenia Space.
TUC.dashboard: una plancia completamente modulare, connessa e infinitamente configurabile, che integra dispositivi personali (schermi, smartphone, tablet, speaker) grazie alla tecnologia plug&play TUC.tiny® con chiusura sicura e intuitiva NFC.
TUC conferma così la propria capacità di abilitare una Nuova Mobilità senza barriere, estendendo la sua modularità dai veicoli terrestri fino all’esplorazione spaziale. Le soluzioni e tecnologie lanciate in anteprima mondiale al CES 2025 saranno successivamente disponibili per una visione esclusiva presso l’Atelier Tecnologico TUC.hub, dove la tecnologia brevettata di TUC, riconosciuta in oltre 140 Paesi, trova la sua massima espressione. Questo spazio offrirà a clienti e partner l’opportunità di sperimentare dal vivo l’innovazione e la modularità che caratterizzano le soluzioni TUC.technology®.
“Orgoglio italiano al CES 2025”
“Al CES 2025 porteremo con orgoglio il meglio del Made in Italy nel futuro della mobilità: un mondo dove l’ingegno umano e la tecnologia TUC.technology si uniscono per superare ogni confine. Dalla strada all’aria, fino allo spazio, creiamo ambienti modulari che si adattano alle persone e non il contrario. Sostenibilità, personalizzazione e accessibilità sono le chiavi di un nuovo paradigma di connessione globale. Il nostro obiettivo è audace ma chiaro: abbattere barriere, esplorare nuove frontiere e dare forma a un futuro senza limiti, con l’eccellenza italiana al centro di questa rivoluzione”, spiega Ludovico Campana, CEO e Inventore di TUC.
Mercato dell’auto in Italia: crescita moderata, Paese diviso tra nuovo e usato
Auto nuove: cresce il mercato ma calano le immatricolazioni dei giovani
Nonostante la crescita complessiva, la fascia d’età 18-29 anni registra una contrazione: immatricolazioni -3,1% e richieste di finanziamento -0,8% . Questa tendenza è attribuibile a fattori come il rincaro dei prezzi delle auto, la difficoltà di accesso al credito e l’aumento delle maxi-rate finali, superiori a 20.000 euro, che pesano sulle famiglie con minore capacità d’acquisto. Al contrario, la fascia 46-60 anni, più stabile economicamente, si conferma trainante nel mercato del nuovo, rappresentando il 40% delle richieste di finanziamento e il 36,5% delle immatricolazioni.
Auto usate: il Sud guida la crescita del mercato
L’usato si conferma una scelta sempre più valida nelle regioni a minor reddito, con una crescita del 6,7% nei trasferimenti di proprietà e del 10,9% nelle richieste di finanziamento. Secondo l’Osservatorio, il 38,4% delle richieste per auto usate proviene da Sicilia, Campania e Puglia,mentre il Centro-Nord concentra il 60% delle richieste di finanziamento per le auto nuove. Inoltre, il trend evidenzia un aumento delle durate dei finanziamenti superiori a 5 anni (+14,5%), segnale della necessità di diluire i costi e rendere l’acquisto più accessibile.
Il calo del Diesel e l’ascesa delle ibride
L’evoluzione delle alimentazioni evidenzia un cambiamento nelle preferenze dei consumatori: auto Diesel -22,8% nelle immatricolazioni nei primi nove mesi del 2024, ibride elettriche (HEV) +12,9%, confermandosi la scelta più popolare. Nonostante gli incentivi, le ibride plug-in (PHEV) non riescono a decollare, mentre le elettriche pure (BEV) faticano a conquistare quote di mercato significative a causa del rapido esaurimento dei fondi disponibili e di un contesto economico sfavorevole. La transizione energetica procede più lentamente in assenza di politiche strutturali di supporto, con la prospettiva di un ulteriore rallentamento nel 2025 se l’Ecobonus non verrà rifinanziato.
Mercato dei veicoli commerciali: crescita e prudenza
Nel comparto dei veicoli commerciali leggeri si osserva una crescita: immatricolazioni +10,6%, trasferimenti di proprietà +4,7%. Tuttavia, la prudenza prevale: la domanda si concentra su finanziamenti di importi ridotti (fino a 15.000 euro), con un aumento del 3,7%. Questa tendenza riflette l’approccio conservativo di aziende e partite IVA, impegnate a controllare i costi in un contesto economico incerto.
L’analisi di Experian e UNRAE: un’anticipazione dei trend
Secondo l’Osservatorio, le variazioni nelle richieste di finanziamento anticipano di 3-5 mesi i movimenti relativi a immatricolazioni e trasferimenti di proprietà. L’incremento del +2,3% nei finanziamenti per auto nuove e del +12% per l’usato a settembre suggerisce una crescita futura del mercato nei mesi successivi. Armando Capone, CEO di Experian Italia,spiega: “Comprendere le dinamiche di un mercato critico come quello automotive è fondamentale per supportare decisioni strategiche. La collaborazione con UNRAE ci permette di offrire una visione chiara dei trend in atto, individuando opportunità e promuovendo soluzioni innovative”. Andrea Cardinali, direttore generale di UNRAE, aggiunge: “Da decenni il mercato automotive è strettamente legato ai prodotti finanziari. Comprendere entrambi i fenomeni è essenziale per interpretare correttamente le tendenze attuali e future”.
Conclusioni: il futuro del mercato automobilistico italiano
L’Osservatorio Credit & Mobility offre un quadro dettagliato delle dinamiche che influenzano il mercato dell’auto in Italia: crescita moderata del nuovo, trainata dai consumatori con maggiore stabilità economica, boom dell’usato al Sud, spinto dalla necessità di soluzioni più accessibili, cambiamento nel mix di alimentazioni, con il calo del Diesel e l’ascesa delle ibride. La transizione verso una mobilità sostenibile richiede un maggiore supporto attraverso politiche incentivate, mentre l’equilibrio tra innovazione tecnologica e accessibilità economica resta una sfida cruciale per il settore automotive nei prossimi anni.
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UNRAE sulla transizione energetica: “In Italia si è clamorosamente incagliata”
Per i veicoli industriali, infine, la stima per 2024 è una leggera flessione, pari allo 0,8%, mentre la previsione 2025 è un pesante calo del 16,5%.
Il direttore generale dell’UNRAE, Andrea Cardinali, ricorda come la situazione di crisi del mercato auto venga abitualmente imputata al forte aumento subìto dai prezzi delle vetture, un argomento che merita ulteriori approfondimenti. “Se è vero che il prezzo medio di un’auto è aumentato del 58% dal 2011 a 2023 – spiega Cardinali – va detto innanzitutto che è molto cambiato il mix di segmenti, con uno shift verso l’alto dovuto al cambiamento nei gusti della clientela. E i contenuti tecnologici del prodotto sempre più avanzati, per esempio in termini di sicurezza e di infotainment, ne hanno aumentato il valore al punto da renderli oggetti neanche lontanamente paragonabili a distanza di 10 anni. Inoltre, il costo industriale – prosegue Cardinali – è aumentato drammaticamente per l’impennata di tutti i costi di produzione: energia, materie prime (quelle tradizionali e soprattutto quelle critiche), logistica internazionale”.
L’aumento dei prezzi delle vetture si scontra con l’erosione del potere di acquisto degli italiani, diminuito di 3 punti in termini reali nello stesso periodo. Le famiglie, dovendo dare priorità a beni e servizi primari, rincarati anch’essi molto più dell’inflazione (uno su tutti, il sottoindice ISTAT “abitazioni e utenze”, salito del 63%), hanno dovuto rinviare acquisti come l’automobile, ulteriormente ostacolati dall’aumento dei tassi di interesse.
Il mercato italiano delle autovetture, 4° per dimensioni in Europa, con un peso pari al 55% del n° 1 e a circa il 12% del totale, presenta evidenti anomalie strutturali.
La seconda, più recente e in parte collegata alla prima, riguarda appunto le nuove tecnologie: dal 2021 a oggi la quota di mercato delle auto ricaricabili è inchiodata poco al di sopra del 7%, contro quote che negli altri grandi mercati vanno dall’11% a oltre il 26%.
Non solo: l’Italia ha una quota di auto elettriche pure (BEV) del 4,0%, che è 1/10 dei Paesi leader del Nord (saliti al 42,5%), poco superiore a un quarto della media EU+EFTA+UK (14,8%), ma addirittura inferiore a Paesi con un PIL pro capite più basso, come Portogallo (18,8%), Ungheria (7,2%), Spagna (5,2%) e persino Grecia (5,5%), dimostrando che i fattori limitanti l’adozione dei veicoli elettrici vanno oltre le sole capacità reddituali.
“Il mercato delle auto elettriche in Italia – commenta il direttore generale – evidenzia un divario preoccupante rispetto al contesto europeo, che denuncia una profonda disconnessione dalla transizione energetica in corso. In alcuni grandi mercati sono stati interrotti incentivi statali che erano in vigore anche da 15 anni, a differenza dell’Italia dove li abbiamo avuti a singhiozzo per soli 5 anni, con continui cambiamenti di struttura e “click day”.
L’analisi comparativa europea in tema di infrastrutture di ricarica pubbliche mette in luce come l’Italia, nonostante i progressi compiuti (+38% in 1 anno i punti di ricarica, con una quota >50 kW salita dal 13% al 16%) debba ancora fare molta strada in termini di capillarità: i suoi 11,0 punti ogni 100 km di rete viaria sono inferiori ai 16,4 della media europea e lontani anni luce dai 125,2 dell’Olanda, col risultato di aver perso una posizione dal 15 al 16 in classifica. È fondamentale – in Europa, come sottolineato dal Rapporto Draghi, ma in Italia ancor di più – continuare a investire in una rete di infrastrutture capillare, omogenea sul territorio, accessibile e di potenza adeguata.
In sintesi, in Italia la transizione energetica del settore automotive si è clamorosamente incagliata, e con essa il percorso di riduzione delle emissioni di CO2, che già erano ampiamente superiori alla media europea e nel 2023 hanno addirittura invertito il trend,
ostacolando il conseguimento dell’obiettivo europeo.
“Il raggiungimento del nuovo e più stringente target del 2025-2029 – conferma Cardinali – è seriamente a rischio; tra il 2021 e il 2023 il calo medio delle emissioni in Europa è stato di appena 3,5 g/km, mentre per centrare gli obiettivi 2025 sarebbe necessario un ulteriore decremento di 13 g/km. Un’impresa ardua, che espone le Case auto al rischio di sanzioni che l’ACEA ha stimato in 15 miliardi di euro. Le multe del 2025 vanno assolutamente cancellate, per evitare di affossare definitivamente gli investimenti nella transizione. È concettualmente perverso sanzionare il venditore perché l’acquirente non compra ciò che ha prodotto”, prosegue Cardinali.
“Questa – afferma – è certamente una stortura del Regolamento (EU) 2019/631, poi modificato dal Regolamento (UE) 2023/851. Ma da qui a sostenere, come oggi fanno praticamente tutti, che queste normative siano il frutto estemporaneo di un blitz da parte di pochi ideologi a Bruxelles, che ha portato al suicidio industriale dell’Europa, ce ne corre. Gli obiettivi di abbattimento delle emissioni di CO2 nel settore automotive – prosegue Cardinali – sono il risultato di un lungo percorso strategico avviato con l’Accordo di Parigi del 2015 per il contrasto al riscaldamento globale, sottoscritto da ben 195 Paesi, percorso che si è snodato attraverso un iter assai complicato tra Commissione, Parlamento e Consiglio Europeo, conclusosi con il consenso di tutti gli Organi democratici centrali e
nazionali”.
Il processo di elettrificazione dell’automotive: settore in evoluzione tra sfide e opportunità
(dalla tesi di laurea discussa da Claudio Algieri all’Università IULM e con relatore il professor Francesco Massara)
L’industria automobilistica sta vivendo una trasformazione epocale. Grazie ai progressi tecnologici, ai cambiamenti normativi e alle nuove preferenze dei consumatori, la mobilità sostenibile è diventata una priorità. Al centro di questa evoluzione vi sono i veicoli elettrici, un tempo considerati di nicchia, che oggi rappresentano una componente essenziale dell’offerta delle principali case automobilistiche globali.
Contribuendo per circa il 25% delle emissioni totali, il settore dei trasporti è sotto pressione per adottare soluzioni più sostenibili. L’elettrificazione è dunque diventata una strategia fondamentale per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni e combattere il cambiamento climatico.
Opportunità e sfide dell’elettrificazione
Le istituzioni pubbliche giocano un ruolo cruciale nel supportare questa transizione attraverso normative specifiche. Ad esempio, il Green Deal europeo mira a una riduzione del 100% delle emissioni di CO2 delle autovetture entro il 2035, favorendo l’abbandono di veicoli alimentati a benzina e Diesel. Tuttavia, le politiche variano da regione a regione: negli Stati Uniti, ad esempio, la neutralità tecnologica permette ai costruttori di scegliere diverse tecnologie per soddisfare gli standard sulle emissioni.
Innovazione nella filiera produttiva
L’elettrificazione richiede una rivoluzione nella filiera produttiva. Le aziende devono adattarsi a un’architettura veicolare più semplice, che riduce i componenti da circa 1.400 a 200. Questo cambiamento, se da un lato semplifica i processi, dall’altro impone agli operatori della componentistica di investire in ricerca e sviluppo per mantenere la competitività.
Opportunità occupazionali e sostenibilità
L’espansione del settore delle batterie elettriche è un altro elemento chiave. L’Unione Europea prevede la creazione di circa 4 milioni di posti di lavoro grazie alla costruzione di gigafactory. Inoltre, secondo uno studio di Transport & Environment, i veicoli elettrici europei comportano una riduzione delle emissioni del 69% rispetto a quelli alimentati da combustibili fossili. Questo rappresenta una grande opportunità per i car maker di posizionarsi come leader della sostenibilità ambientale.
Modelli di business emergenti: Battery as a Service (BaaS)
Uno dei modelli più innovativi è il Battery as a Service, che permette ai consumatori di acquistare un veicolo senza batteria, riducendo così il costo iniziale. La batteria viene fornita tramite abbonamenti o contratti di leasing, offrendo vantaggi come:riduzione dell’ansia da autonomia; opportunità di riciclo e riutilizzo delle batterie; contributo alla rete elettrica tramite lo scambio di energia nelle ore di punta.
Mobility as a Service (MaaS)
Il Mobility as a Service rivoluziona il concetto di trasporto, integrando soluzioni come il car sharing in piattaforme digitali. Grandi marchi come BMW, Mercedes-Benz e Stellantis hanno già sviluppato servizi di car sharing che includono flotte di veicoli elettrici.
Le barriere all’adozione di massa
Una delle principali sfide riguarda la disomogeneità delle infrastrutture di ricarica in Europa. Nel 2022, paesi come Olanda, Germania e Francia detenevano il 60% dei punti di ricarica totali, lasciando altre regioni significativamente indietro.
Costo elevato dei veicoli elettrici
Nonostante gli incentivi statali, i veicoli elettrici rimangono più costosi rispetto ai modelli a combustione interna, con differenze di prezzo che oscillano tra i 10.000 e i 25.000 euro. Inoltre, l’offerta si concentra prevalentemente su segmenti di lusso, limitando l’accessibilità per molti consumatori.
Dipendenza dai materiali critici
La produzione di batterie elettriche richiede materiali come litio, cobalto e nichel, di cui l’Europa è fortemente dipendente dalle importazioni. Questa dipendenza potrebbe rallentare l’elettrificazione, rendendo il settore vulnerabile a fattori geopolitici.
Case study: Jaguar Land Rover e la strategia “Reimagine”
Nel 2021, Jaguar Land Rover ha lanciato la strategia Reimagine, che punta a posizionare il brand come leader del lusso sostenibile. Entro il 2030, tutti i veicoli Jaguar saranno esclusivamente elettrici. La strategia si basa su quattro pilastri: 1. Lusso moderno e valore emotivo del marchio. 2 Elettrificazione totale della gamma. 3. Sostenibilità aziendale e ambientale. 4. Riorganizzazione aziendale con l’approccio “House of Brands”.
L’opinione dei consumatori
Secondo una ricerca basata sul modello UTAUT 2, i consumatori percepiscono positivamente i veicoli elettrici per riduzione dei costi di carburante e manutenzione, salvaguardia ambientale, esperienza di guida fluida e silenziosa. Tuttavia, le principali barriere restano il costo elevato e la mancanza di infrastrutture di ricarica.
L’elettrificazione del settore automobilistico rappresenta una sfida complessa, ma ricca di opportunità. Per raggiungere l’adozione di massa dei veicoli elettrici, è fondamentale affrontare temi come l’accessibilità economica, lo sviluppo delle infrastrutture e l’approvvigionamento dei materiali. Solo attraverso una collaborazione tra Case automobilistiche, istituzioni e consumatori sarà possibile trasformare questa visione in realtà.