Tempio della Velocità: verso il 1° ACI Storico Festival del 2023

MONZA

Prende forma il primo ACI Storico Festival dell’anno, evento targato Club ACI Storico, che torna il 16 aprile nell’affascinante cornice dell’Autodromo di Monza, nonché teatro del prestigioso Gran Premio d’Italia di Formula 1. La manifestazione brianzola aprirà il calendario 2023 degli ACI Storico Festival, che proseguirà con quello di Pergusa (21 maggio) e l’Historic Minardi Day di Imola (26-27 agosto).  

Protagonisti assoluti della giornata saranno, come sempre, i soci del Club ACI Storico, che potranno vivere in prima persona un’edizione unica, grazie ad un programma che propone una fitta attività in pista. 

Il famoso paddock del Tempio della Velocità è pronto per essere “invaso” nuovamente, dopo il record ottenuto lo scorso anno con oltre 650 vetture presenti. Una delle novità previste è rivolta ai partecipanti che avranno la possibilità di cimentarsi con la propria auto in configurazione “street legal”, in turni di giri in pista, con un costo agevolato per i soci ACI Storico. Stesso discorso anche per le vetture “racing”, che prevede l’utilizzo obbligatorio del casco.

Durante la giornata saranno organizzati alcuni momenti in cui i partecipanti potranno percorrere in parata con le proprie auto il tracciato, che comprende parte delle curve sopraelevate dell’anello di velocità e l’attuale pista che ospita la massima serie. 

Altrettanta attenzione sarà rivolta alle premiazioni e ai momenti di approfondimento sulle tematiche legate al mondo heritage che saranno resi noti presto.

Federmanager: l’elettrico non è l’unica via

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Foto: Il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla

 

“Esprimiamo una visione critica rispetto alle decisioni della Comunità Europea sugli obiettivi di transizione energetica relativi al settore dell’automotive”. Questa la posizione di Federmanager per voce del presidente nazionale, Stefano Cuzzilla, che lancia un monito: “Gli effetti sull’industria italiana saranno pesanti, serve un piano di attacco basato sulla considerazione che l’elettrico, per fortuna, non è l’unica via a una mobilità sostenibile. Facciamo affidamento sul Governo italiano per avere un quadro di regole certe, ispirato dai principi di neutralità tecnologica e gradualità della transizione, a conferma della sostenibilità dei futuri investimenti nel settore”

Secondo lo studio Federmanager-Aiee presentato a Roma alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, una virata troppo spinta verso l’auto elettrica non sarebbe assorbita dalla nostra filiera dell’automotive, che è caratterizzata principalmente da aziende di piccole dimensioni e poco managerializzate: solo il 39% delle imprese del settore è dotato di management in grado di gestire la transizione. Il rapporto nota anche che il ricorso ai manager esterni alla proprietà è comune nel 78% dei casi se si tratta di gruppi esteri operanti in Italia, mentre scende al 30% nel caso di gruppo italiano, dove predomina il modello misto di gestione, e si polverizza al 6% nel caso di imprese a conduzione familiare.

“I manager hanno un ruolo guida. La loro presenza è funzionale a indirizzare l’impresa verso i target di innovazione e sostenibilità, tanto più in questo settore che è esposto alla competizione di player internazionali e che risente direttamente delle scelte politiche dei nostri vicini di casa, Germania in primis, dove va il 20% dell’export dell’indotto auto italiano”, spiega il presidente Federmanager. “Per questo occorre incentivare l’inserimento di managerialità nelle Pmi per farle crescere, favorendo aggregazioni, consorzi e acquisizioni o joint ventures”.

Il comparto della componentistica, che è il cuore dell’auto italiana, è quello più esposto anche in ragione della dimensione aziendale: su 2.200 imprese, che registrano 161 mila occupati e 45 miliardi di fatturato, 500 sono fortemente a rischio.

L’auto elettrica, infatti, comporta un minor livello di investimenti, stimato dal rapporto in un -25% in 10 anni dovuto al minor numero di componenti richieste, circa un sesto di quelle utilizzati dall’auto tradizionale (200 contro 1.200), e alla durata di vita più lunga dei macchinari di produzione dell’elettrico.

“Lo scenario porta a fare del nostro Paese il più penalizzato tra le nazioni europee produttrici di componenti in termini di riduzione di posti di lavoro, con un -37% di forza lavoro, vale a dire circa 60 mila occupati persi entro il 2040″, ricorda Cuzzilla. “A fronte dei numeri relativi agli scenari occupazionali nel settore automotiveè essenziale bloccare l’emorragia di posti di lavoro e attuare piani di riconversione del personale”.

Tra le proposte di Federmanager, l’istituzione di un fondo per la conversione del settore. Questa misura deve essere finalizzata innanzitutto all’aggiornamento professionale, sulla scia di quanto realizzato con il Fondo Nuove Competenze, anche attingendo alle risorse PNRR.

“Siamo disponibili a collaborare con il Governo per definire una roadmap per la transizione produttiva della mobilità sostenibile, come già fatto da diversi Paesi. Non rinunciamo all’obiettivo della decarbonizzazione – conclude Cuzzilla – ma solo con tempi e modi certi è possibile realizzare il cambio di modello. Semplificazione burocratica e attrazione degli investimenti stranieri devono fare parte di questa unica strategia”.

Free2move eSolutions: Calcara nuovo Coo

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Free2move eSolutions ha un nuovo Chief Operating Officer. Francesco Calcara assume questa carica fondamentale per il processo di crescita dell’azienda. Riporterà direttamente al Chief Executive Officer Mathilde Lheureux e avrà il compito di coordinare e ottimizzare tutte le attività operative, incluse quelle relative a Sales & Marketing. Obiettivo: rendere tutte le attività più efficienti e funzionali per l’azienda.

“Sono molto felice – ha dichiarato il nuovo Chief Operating Officer – di entrare a fare parte del team di Free2move eSolutions. Ho intenzione di mettere immediatamente le mie competenze a disposizione di un’azienda che si propone di velocizzare la transizione verso la mobilità elettrica offrendo soluzioni sempre più convenienti e pulite che consentano di semplificare la vita dei nostri clienti. Grazie anche alla mia esperienza in Stellantis, renderò Free2move eSolutions sempre più competitiva e in grado di soddisfare le aspettative dei clienti”.

Nel dare il benvenuto al nuovo Coo, Mathilde Lheureux ha spiegato che “con il suo arrivo in Free2move eSolutions, Francesco apporta all’azienda nuove competenze e valore aggiunto, grazie alla grande esperienza acquisita, anche in ambito internazionale, lavorando per aziende leader in un settore competitivo come quello dell’automotive. Inoltre, il contributo di Francesco sarà essenziale per consentirci di raggiungere i clienti con i nostri prodotti e servizi, consentendo loro di vivere la transizione verso l’elettrificazione in modo del tutto naturale e senza difficoltà”.

ECO in aprile: a Padova il Festival della mobilità sostenibile

Foto: Antonio De Caro, presidente di ANCI

A che punto è la transizione ecologica della mobilità in Italia? Come può incidere il PNRR nella realizzazione di questo obiettivo? Quali sono le best practice a livello europeo da ripercorrere in Italia? Quali le principali sfide per le amministrazioni locali? Fornire risposte concrete a queste e ad altre domande in tema di mobilità sostenibile è l’idea alla base di ECO, Il Festival della mobilità sostenibile, il primo in Italia nel suo genere, in programma a Padova il prossimo 19 e 20 aprile.

La manifestazione, organizzata con il patrocinio e la collaborazione di ANCI (Associazione nazionale comuni italiani), si pone l’obiettivo di comprendere, attraverso i dati, i numeri e gli scenari a che punto è la transizione verso la mobilità sostenibile nel nostro Paese e di promuovere il confronto tra i principali attori in campo.

La mobilità sostenibile, com’è evidente non è un concetto astratto o un principio teorico (basti pensare che nel nostro Paese ogni giorno si spostano 8 milioni di persone per 100 milioni di km) e pertanto, per poter essere pienamente realizzata nei tempi previsti dall’Agenda 2030, ha bisogno di un humus culturale nel quale è la consapevolezza delle persone a rendere la transizione sempre più concreta, più rapida, più efficace.

A pensarla così le aziende protagoniste dell’evento: Trenitalia, Enel X Way, ACI, Intesa Sanpaolo, AON e CONAI. L’evento si rivolge a un pubblico di addetti ai lavori e stakeholder della green mobility, imprese, amministratori pubblici, istituzioni, ma anche appassionati e interessati al tema. Il programma dell’iniziativa, che si svolgerà nel Centro Culturale Altinate S. Gaetano di Padova, prevede talk, dibattiti, interviste, illustrazioni di case history, analisi e testimonianze anche internazionali, che metteranno a confronto i diversi protagonisti della mobilità nelle nostre città: aziende di trasporto, istituzioni, operatori di mobilità, enti, esperti, università, cittadini.

A tagliare simbolicamente il nastro dell’iniziativa sarà l’intervento del presidente di ANCI, Antonio De Caro, a testimonianza della centralità del ruolo delle amministrazioni comunali nella promozione di iniziative improntate alla sostenibilità sul territorio.

Partner dell’evento, promosso da Ludo Editore e Bigup Eventi, sono anche Confartigianato, Federturismo, Estrima, e Bosch.

Auto e donne: come si muovono e cosa preferiscono

Foto: Cristiana Petrucci, responsabile del Centro Studi e Statistiche di UNRAE

 

 

Due auto su cinque vendute negli ultimi tre anni sono state acquistate da una donna. Nel 2022 le autovetture acquistate dalla componente femminile sono state il 41,6% del totale, sostanzialmente stabile rispetto al 43% del 2021. “Anche se il trend di progressivo incremento delle acquirenti di auto nuove si è fermato, il legame fra le donne e l’automobile si conferma solido anche nel 2022, soprattutto se si considera che la quota potrebbe essere anche più alta se si potessero includere anche le donne che utilizzano vetture intestate agli uomini”, ha commentato Cristiana Petrucci, responsabile del Centro Studi e Statistiche di UNRAE, presentando i dati aggiornati al “Pink Motor Day”, l’evento annuale dedicato alla mobilità al femminile.

 

Nella scelta delle motorizzazioni tra le automobiliste la leadership, diversamente dal mercato maschile dove è passata alle ibride, spetta ancora alle auto a benzina con una quota più o meno stabile al 36,8%, 20 punti in meno rispetto al 57% del 2019. Prosegue invece la corsa delle ibride che salgono al 35,4%, mentre continua la discesa delle Diesel sotto il 10%, superate al terzo posto dalle auto a Gpl (13,2%). “E’ prevedibile nel prossimo anno il posizionamento delle ibride al primo posto anche fra le donne come già accaduto nel mercato maschile, dove però il sorpasso è avvenuto a spese del diesel, sceso più velocemente per le stringenti normative ambientali”, afferma Cristiana Petrucci.

 

Quanto all’età delle acquirenti, la fascia 46-55 anni resta la più rappresentativa a quota 27,1%, seguita dalla fascia 30-45 anni al 26,4% e al terzo posto si confermano le 56-65enni col 22,4%. Le over 65 pur in calo al 15,2% sono salde al quarto posto, mentre le più giovani 18-29enni risalgono al 9% dopo aver perso oltre un punto nel 2021. Sul fronte maschile, le tre classi intermedie di età presentano una quota molto allineata fra loro (intorno al 23%), mentre rispetto alle donne risultano molto più rappresentativi gli over 65 con il 22,1%.

 

Si vanno uniformando con quelli maschili i gusti in fatto di tinta della carrozzeria. E allora il grigio, che sale al 35,4%, è ormai il colore preferito e il bianco, che in passato deteneva la leadership, ora è al secondo posto, ma in calo al 22,8%. Sul terzo gradino del podio c’è il nero che sale a quota 13,6%, seguito nell’ordine dall’azzurro/blu in discesa all’11,9% e dal vivace rosso stabile all’11,1%.

 

In rialzo il prezzo medio delle auto nuove, sia quelle acquistate dalle donne che dagli uomini. Le prime, come tradizione, hanno però speso di meno, in linea con la differenza dimensionale dei modelli scelti (l’84% acquista auto dei segmenti A e B contro il 63% nel mondo maschile) e in media 22.400 euro per un’auto nuova acquistata nel 2022, contro circa 28.500 euro spesi dagli uomini.

 

In conclusione, sul totale del parco auto circolante a privati in Italia a fine 2022, il 40% è posseduto da donne (che in relazione alla popolazione totale over 18 anni sono il 52%), e inoltre, più della metà delle auto guidate da donne sono a benzina (52,1%) e circa il 35% sono Diesel, mentre al contrario la metà degli uomini guida una diesel e il 39% un’auto a benzina.

 

Per completare le curiosità, nel 2021 le donne che hanno preso la patente, secondo i dati più aggiornati del ministero dei Trasporti, sono state oltre 454.800 (il 37% del totale neopatentati).

Federcarrozzieri: riparare un’auto elettrica costa anche il 46% in più

Federcarrozzieri ha redatto un report per spiegare come cambiano le spese di riparazione a seconda della tipologia di automobile. “Le voci di costo in una riparazione sono principalmente i ricambi, la manodopera, i materiali di consumo (vernici e correlati), costi complementari (patentino, corsi formazione, calibrature, programmazioni) – analizza Federcarrozzieri -. Prendendo, ad esempio, due autovetture della stessa marca (Volkswagen), una alimentata a benzina (Golf MY 2020 ) e una elettrica (ID.3) che hanno subito danni da impatto frontale, la prima differenza riguarda la diversa struttura del telaio: nel caso della Golf abbiamo un motore frontale che serve anche come protezione in caso di urti, nell’altro (ID.3) una serie di telai e traverse che in caso di urto anteriore vanno sostituite. C’è poi l’elettronica, molto più presente nelle vetture elettriche che costringe spesso, in caso di danno alla parte anteriore, a sostituire sensori, radar e telecamere. La manodopera, per una buona parte di riparazioni estetiche, non cambia tra motore termico ed elettrico, ma quando la riparazione è strutturale i tempi di smontaggio e rimontaggio sono maggiori sulle auto elettriche in quanto vi sono molti più elementi altamente tecnologici da rimontare correttamente”.

 

Mettendo quindi a confronto un’auto a benzina e una elettrica che hanno subito lo stesso danno a seguito di impatto frontale, si scopre che per riparare una Golf del 2020 si spendono in media in Italia 5.298 euro (di cui 2.785 euro per i ricambi, 1.891 per costi di manodopera). Lo stesso danno sulla vettura elettrica (ID.3) porta a spese di riparazione per complessivi 7.732 euro (5.105 euro per i ricambi, 1.961 euro per la manodopera), il 46% in più rispetto a un’auto tradizionale.

Di Risio (DR Automobiles): “Personaggio dell’anno #FORUMAutoMotive”

È Massimo Di Risio, fondatore e presidente del Gruppo DR Automobiles, il “Personaggio dell’anno 2023 per FORUMAutoMotive“. Il riconoscimento sarà consegnato nel corso del prossimo appuntamento #FORUMAutoMotive (marzo, presso l’hotel Enterprise, a Milano) e viene assegnato dal Movimento di opinione sui temi della mobilità e del settore automotive alla personalità che nel corso dell’anno precedente si è distinta nel portare avanti, in concreto e non con semplici enunciazioni, iniziative tangibili a beneficio della mobilità nel suo complesso con possibili ricadute positive sul Sistema Italia.

Questa la motivazione: “Imprenditore ed ex pilota, ha realizzato a Macchia d’Isernia (Molise) un polo industriale dell’auto con la creazione di centinaia di posti di lavoro. Sua la formula che consente di produrre vetture di qualità, in linea con il mercato e a prezzi accessibili. Un esempio vincente di coraggio, intraprendenza e lungimiranza”.

Di Risio, 62 anni, rappresenta un vero “miracolo” italiano in un momento di grande incertezza del settore. Non soltanto per i risultati che nel 2022 lo hanno visto crescere nel nostro Paese del 192,76%, passando da 8.362 auto immatricolate nel 2021 alle 24.481 dello scorso anno, raggiungendo una quota mercato dell’1,86% e un fatturato di 448 milioni, ma soprattutto per come vi è riuscito.

 

Massimo Di Risio – spiega Pierluigi Bonora, giornalista e promotore di #FORUMAutoMotive – oltre ad aver inventato nuovi canali di vendita, ha avuto l’intuizione di sfruttare, a beneficio dell’occupazione nel territorio molisano, diverse cooperazioni industriali risultate determinanti. Una sfida che ha permesso di dar vita a un polo industriale a Macchia d’Isernia, creando centinaia di posti di lavoro con risultati lusinghieri, grazie a una gamma di veicoli articolata, moderna e con prezzi competitivi”.

 

Questo l’Albo d’Oro dei “Personaggi dell’anno per #FORUMAutoMotive”:

 

2017 – Franco Fenoglio, presidente di UNRAE Veicoli Industriali

2018 – Stefano Domenicali, presidente e amministratore delegato di Automobili Lamborghini

2019 – Andrea Dell’Orto, presidente di Confindustria ANCMA

2020 – Paolo Scudieri, presidente di ANFIA

2021- Marco Alverà, amministratore delegato di SNAM

2022 – Francesca Pardini, pilota e prima istruttrice a insegnare la guida alle donne dell’Arabia Saudita

2023 – Massimo Di Risio, fondatore e presidente di DR Automobiles

 

LoJack sui furti d’auto: quasi 1 su 2 è un Suv

Dopo il calo vissuto nel 2020 e nella prima parte del 2021, lo scorso anno i furti d’auto sono tornati a crescere avvicinandosi ai livelli pre-pandemia. Il business criminale sta prendendo di mira in modo particolare gli Sport Utility Vehicle che hanno raggiunto la quota record del 47% sul totale dei veicoli sottratti. Italia spaccata in due: al Centro-Nord prevale il furto su commissione e al Sud la sottrazione è propedeutica al, cosiddetto, “cavallo di ritorno” oppure allo smontaggio per recuperare i pezzi di ricambio. Allerta rossa in Campania, Lazio, Puglia e Lombardia.

Sono questi i principali dati e trend che emergono dall’analisi “Stolen Vehicle Recovery 2023”, curata dall’Osservatorio di LoJack, la società americana parte del colosso CalAmp leader nei servizi telematici e nel recupero di veicoli rubati; un instant report elaborato prendendo in considerazione gli oltre 400.000 dispositivi installati a bordo di veicoli in circolazione sulle nostre strade.

Il 2020 e i primi mesi del 2021 hanno rappresentato un arco temporale straordinario anche per i furti d’auto, a causa dei vari lockdown e degli stringenti controlli da parte delle Forze dell’Ordine che hanno di fatto frenato la circolazione, imprimendo una stretta a queste attività criminali. Con la ripresa della libera circolazione e anche dei flussi turistici, il business ha recuperato vitalità e nel 2022 ha registrato un +4% rispetto all’anno precedente, compiendo un significativo avvicinamento ai dati registrati nel 2019.

Stando ai numeri, nella ripresa del fenomeno non si sono registrate particolari novità per quanto attiene alle aree del Paese più colpite da questa piaga. Si è confermata, infatti, la polarizzazione intorno a 5 regioni, che insieme sono teatro di oltre 9 furti su 10: Campania (33%), Lazio (24%), Puglia (21%), Lombardia (12%) e Sicilia (2%). A segnare, almeno in parte, uno stacco rispetto al passato è il livello di attenzione dei ladri d’auto per i Suv: ormai quasi metà dei furti, il 47%, riguarda questi veicoli. Solo tre anni fa questa percentuale era al 33%.

Passando all’analisi delle modalità e degli sbocchi di queste attività, il report sul 2022 consegna un fenomeno furti decisamente “regionalizzato”, con specificità differenti a seconda delle aree territoriali in cui avvengono. Nel Centro-Nord del Paese, con particolare focus su Milano e Roma, le sottrazioni dei Suv hanno raggiunto quasi la maggioranza. Mercati di sbocco di questi mezzi sono oggi principalmente la rivendita sul territorio nazionale o il trasporto in altri Paesi dell’est Europa per un nuovo proprietario. In questo ambito si consolida il trend dei crimini messi a segno anche grazie al supporto di strumenti hi-tech, in primis attraverso la clonazione della chiave, che consentono di portare via il veicolo in pochi secondi senza lasciare alcun segno di effrazione. Oggi 1 furto di SUV su 3 è realizzato avvalendosi di questi supporti.

A Sud della Capitale lo scenario cambia decisamente. Nelle aree più a rischio si sono ulteriormente rafforzate due differenti dinamiche. In Campania, dove i ladri d’auto prendono di mira soprattutto le “utilitarie”, resta molto diffuso il cosiddetto “cavallo di ritorno”: le auto rubate vengono successivamente restituite al proprietario dietro pagamento di un riscatto.

Contesto totalmente differente è quello pugliese, in cui le vetture vengono rubate soprattutto per alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio. Qui l’urgenza di rilevare e recuperare l’auto rubata è, se possibile, ancora più elevata. Se non si recupera la macchina entro le 12 ore successive al furto, a essere trovata sarà spesso solo la carcassa del veicolo, depredato di tutti le preziose componenti in vere e proprie centrali di smontaggio allestite in capannoni o in strutture improvvisate nelle campagne pugliesi.

Ma quali sono i modelli di auto e Suv più rubati secondo i dati LoJack? La top five vede sempre in testa la Fiat Panda, seguita dalla Toyota Rav4, dalle Fiat 500 e 500X e dalla Jeep Compass. 

“Il 2022 ha segnato un vero ritorno alla normalità anche nella nostra lotta contro i furti di auto. Come emerge anche dai dati del nostro Osservatorio, questo business criminale ha oggi ripreso vitalità e il particolare focus sui Suv conferma anche la capacità delle organizzazioni criminali di seguire le evoluzioni del mercato e sfruttare al meglio la connettività dei mezzi anche per sottrarli in pochi secondi, senza lasciare tracce. Lo scorso anno, grazie alla nostra tecnologia e all’intervento sul campo del nostro team al fianco delle Forze dell’Ordine abbiamo contribuito concretamente al recupero di circa 2.250 veicoli per un valore complessivo di oltre 106 milioni di euro.”, ha commentato Sandro Biagianti, direttore sicurezza LoJack, che ha aggiunto, “Tra le novità registrate lo scorso anno anche la crescita dei furti di vetture ibride ed elettriche, spesso sottratte per ‘recuperare’ e rivendere sui mercati paralleli i pacchi batteria, i cui costi incidono in modo significativo sul valore della vettura”.

 

Come proteggersi efficacemente dal furto

Nella lotta continua tra guardia e ladri, dal 2006 LoJack è al fianco di automobilisti, aziende e concessionari nel rilevamento e recupero delle auto rubate. Le soluzioni LoJack possono contare su tassi di recupero unici sul mercato grazie: ai dispositivi installati a bordo delle vetture dotati di tecnologia in radio-frequenza, non schermabile, in grado di rilevare i veicoli in luoghi in cui gli altri sistemi sono meno efficaci (container, sotterranei e garage); a una centrale operativa attiva in ogni momento del giorno che segue passo dopo passo le attività di ricerca e recupero; a un team sicurezza LoJack che quotidianamente supporta sul campo le Forze di Polizia nelle attività di localizzazione, recupero e restituzione del veicolo al proprietario.

Alla tecnologia in radio frequenza, che negli anni si è rivelata essere la più efficace nella battaglia contro i furti, oggi si sono aggiunte anche le soluzioni telematiche; un’integrazione che consente di rilevare con crescente precisione e tempestività i veicoli rubati. Dal suo arrivo in Italia LoJack ha supportato le Forze dell’Ordine nel rilevamento e recupero di oltre 16.000 veicoli, per un valore complessivo di quasi 500 milioni di euro.

Sicurezza in moto: ecco il “Jeans Airbag”

Il marchio svedese Mo’cycle ha creato un paio di jeans che si gonfiano in pochi secondi per proteggere la parte inferiore del corpo dei motociclisti in caso di incidente. Gli «Airbag Jeans» sono dotati di una cartuccia di CO2 sostituibile che rilascia il gas quando il motociclista inizia a cadere dal mezzo. “I jeans sono comodi come qualsiasi altro pantalone e sono realizzati con tessuto idrorepellente, traspirante e resistente all’abrasione”, afferma Mo’cycle sul suo sito web. “Il tessuto è estremamente resistente all’abrasione, ma ha l’aspetto e la sensazione di un normale denim. Prima dell’attivazione, l’Airbag è completamente invisibile.

I jeans Airbag sono progettati per essere attivati nel momento in cui il guidatore perde il controllo. I jeans sono collegati da un laccio al mezzo; non appena il guidatore inizia a volare giù dal sedile a causa di qualsiasi tipo di impatto o incidente, il laccio si stacca dai jeans, proprio come si stacca una spina da una presa. Il distacco del laccio innesca il rilascio di un pistone caricato a molla che perfora la cartuccia di CO2, rilasciando il gas e gonfiando l’Airbag, il tutto prima che il pilota abbia toccato terra.

Dopo l’attivazione, l’Airbag alla fine si sgonfia in modo che il sistema possa essere ricaricato con un’altra cartuccia di CO2 e riutilizzato per la corsa successiva. L’Airbag necessita di una forza di circa 40 chilogrammi per essere attivato, quindi non si aprirà a meno che il pilota non cada dalla moto.

Inoltre, la motocicletta non ha bisogno di alcun adattamento speciale per fissare la cinghia. Oltre all’Airbag, i jeans sono blindati con imbottiture sulle ginocchia per dare una protezione extra alle rotule. I produttori affermano di aver testato i jeans a velocità fino a 70 chilometri l’ora, con solo una minima abrasione del tessuto.

Logistica: con la tecnologia LoJack la supply chain è connessa e digitale

LoJack Italia, società leader nelle soluzioni telematiche per la mobilità e nel recupero dei veicoli rubati, ha annunciato nel corso di LET EXPO, la fiera su logistica sostenibile, trasporti e servizi di Verona, l’arrivo sul mercato italiano di innovative soluzioni per la logistica, finalizzate a migliorare il monitoraggio e la visibilità delle merci durante il trasporto.

La piattaforma Supply Chain Visibility di LoJack fornisce una rilevazione dei dati e una reportistica che consente una gestione digitale delle spedizioni. La soluzione si avvale di una vasta gamma di sensori wireless e di device che possono essere applicati ai beni. Questi Tag sono piccoli sensori intelligenti che forniscono una visione globale della merce (dal pallet al singolo collo), dialogando in modalità Bluetooth con il dispositivo telematico a bordo del veicolo che trasmette i dati su alcuni parametri critici come temperatura, umidità, esposizione alla luce, urti, vibrazioni e posizione lungo tutta la fase di trasporto. Collocato. ad esempio. su un pacco trasportato in un veicolo commerciale, può segnalare in tempo reale la presenza o meno delle merci trasportate, mentre il dispositivo segnala l’esatta posizione del mezzo. Inoltre, nel caso in cui vengano dimenticati gli strumenti da lavoro o altri beni preziosi, il sistema identificherà l’ultima posizione nota e avviserà i responsabili e i driver per un rapido recupero. 

Si tratta di soluzioni destinate a tutto il settore della logistica, destinate a rendere connesso e digitale il trasporto su gomma, su rotaia, in nave e in aereo. Grazie a Tag intelligenti, gli spedizionieri possono, inoltre, conoscere il tempo impiegato dalla merce lungo il tragitto, quanto è stata ferma e molto altro ancora.

Le aziende della logistica oggi si trovano ad affrontare nuove sfide legate alla visibilità della Supply Chain, al rischio e alle prestazioni delle spedizioni, aspetti che hanno un impatto significativo sulla soddisfazione dei clienti e anche sui profitti”, ha spiegato Maurizio Iperti, presidente LoJack EMEA.  “Per questo motivo la visibilità e l’integrità dei prodotti può rivelarsi anche più preziosa degli asset che li trasportano e la perdita di controllo della Supply Chain può provocare ripercussioni a catena. Le soluzioni LoJack sono progettate per fornire in qualsiasi momento un controllo completo sull’intera catena di distribuzione, segnalando notifiche in caso di condizioni ambientali critiche su temperatura, umidità, luce, urti o movimento o in relazione ad altri parametri come la posizione, la distanza dal punto di origine”.

Sfruttando i dati forniti dalla piattaforma, produttori, operatori logistici, consumatori ed enti certificatori possono essere certi che le loro spedizioni rispettino i severi requisiti di sicurezza e conformità e che arrivino rapidamente. Un discorso tanto più valido per la filiera del trasporto degli alimenti e dei farmaci che richiedono specifiche e stabili condizioni di trasporto. 

La nostra tecnologia”, conclude Iperti, “consente di documentare il monitoraggio del carico in tutte le modalità possibili, anche grazie a una centrale operativa (attiva H24) che offre aggiornamenti sullo stato della spedizione e notifiche di allerta. I dati storici, inoltre, aiutano le aziende a determinare la migliore combinazione di trasporto intermodale. Disporre di dati affidabili, infatti, permette alle aziende di fornire una migliore visibilità della catena di distribuzione e un più apprezzato servizio ai clienti in qualsiasi fase del percorso, con la possibilità di risolvere in anticipo i problemi e di tenerli informati real time.