Auto dell’Anno 2025: vince ancora Renault con R5 E-Tech/Alpine 290

Auto dell'Anno 2025: vince ancora Renault con R5 E-Tech/Alpine 290
Renault 5 E-Tech Electric e Alpine A290 si aggiudicano insieme il prestigioso titolo di “Auto dell’anno 2025” assegnato dalla giuria europea The Car of the Year. Una doppietta per Renault dopo la vittoria di Scenic E-Tech Electric nel 2024 e una grande novità per Alpine.
Renault 5 E-Tech Electric diventa l’ottavo veicolo della marca francese, guidata dall’italiano Luca De Meo, a vincere questo ambito riconoscimento.
Foto da ufficio stampa Renault

Autostrade per l’Italia: “Smarts Logistics” per una mobilità sempre più efficiente

Autostrade per l'Italia: "Smarts Logistics" per una mobilità sempre più efficiente

Ha preso il via l’iniziativa “Smart Logistics”, il progetto promosso da Autostrade per l’Italia con l’obiettivo di identificare i principali fabbisogni dei maggiori player del mercato del trasporto merci e della logistica nazionale e condividere con loro le migliori soluzioni volte a implementare nuovi servizi di mobilità, anche digitali, nonché ottimizzare quelli già esistenti per efficientare e rendere più competitiva la logistica e i processi che la regolano.

Il mercato logistico ha un peso importante nell’economia nazionale e rappresenta anche uno dei principali fruitori della rete gestita da Autostrade per l’Italia. In Italia il mercato logistico ha un’incidenza sul PIL del 9% (in crescita di 2 punti percentuali rispetto al 2019) ed è costituito da circa 80 mila aziende conto terzi, con un fatturato complessivo superiore ai 110 miliardi di euro; a queste si aggiungono oltre 73mila autotrasportatori e circa 3 mila gestori di magazzino.

Il primo momento di confronto, che si è tenuto al Gazometro di Roma, è stato l’occasione per approfondire i risultati di una survey a cui hanno aderito circa cinquanta realtà, tra società e associazioni del settore. Tra i principali spunti di confronto, soprattutto la necessità di sviluppare strumenti in grado di agevolare la pianificazione sia dell’itinerario di viaggio, con aggiornamenti real time delle condizioni di traffico, che delle soste lungo il percorso, come la disponibilità e la prenotazione delle aree parking.

In linea con quanto previsto dall’imponente piano di sviluppo del Gruppo, la rete di Autostrade per l’Italia è sempre più interconnessa e digitalizzata. Il progetto Smart Logistics rientra infatti nelle attività previste da Mercury, il programma di ammodernamento tecnologico del Gruppo Autostrade. Un programma articolato in cinque stream (connected infrastructure, intelligent roads, flexible pricing, green solutions e urban mobility) all’interno dei quali le iniziative mirano a sviluppare i temi della sicurezza della circolazione e dei lavoratori, dell’innovazione e della mobilità sostenibile.

“Il dialogo con i principali player del trasporto merci e della logistica – afferma Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia – è fondamentale per indirizzare le scelte industriali del nostro Gruppo, a partire dall’analisi della domanda e dell’offerta di nuovi servizi e tecnologie sempre più performanti. L’infrastruttura autostradale è da sempre un asset cruciale per lo sviluppo economico del Paese, come determinante è il ruolo dei settori del trasporto e della logistica: l’ulteriore rafforzamento della sinergia tra questi due mondi potrà produrre effetti tangibili sulla crescita nazionale e il benessere diffuso. Questo è il senso più alto della nostra iniziativa”.

 

Foto da ufficio stampa Autostrade per l’Italia

 

 

Gli italiani per l’auto: spesi in acquisti oltre 47 miliardi

Gli italiani per l'auto: spesi in acquisti oltre 47 miliardi
Foto: Pier Luigi del Viscovo, direttore del Centro Studi Fleet&Mobility
Nel 2024 la spesa degli italiani, famiglie e imprese, per immatricolare nuove auto stabilisce un nuovo record a oltre 47 miliardi di euro, secondo le prime stime del Centro Studi Fleet&Mobility elaborate sulla base dei dati ufficiali delle immatricolazioni fornite da DataForce e realizzate grazie al supporto di EVO e di Texa-TMD.
 
Si tratta di un incremento del 3% rispetto al valore del 2023, a fronte di volumi in flessione dell’1%, da 1.595.000 a 1.576.000 unità acquistate. A fare la differenza il prezzo medio unitario arrivato a 30.000 euro, con un aumento di oltre 1.000 euro sul 2023. Il fenomeno è attribuibile in parte all’aumento dei listini e in parte ai maggiori acquisti dei privati. Il crollo del noleggio a lungo termine, solo in parte compensato da più “Km 0” e maggiori acquisti del rent-a-car, ha fatto mancare immatricolazioni accompagnate da sconti molto forti, sebbene con mix spostato sui segmenti medio-alti.
 
“Mai tanti soldi destinati dagli italiani all’acquisto di auto nuove – commenta Pier Luigi del Viscovo, direttore del Centro Studi Fleet&Mobility – segno che la domanda c’è eccome.
Certo, un mercato meno “popolare” rispetto al passato. L’auto torna a essere una spesa importante, magari da tenere più a lungo, ma questo non necessariamente è un male. Con questo posizionamento voluto dall’industria è una fantasia pensare che possano tornare i
volumi pre-Covid: in economia, quando i prezzi salgono i volumi scendono”.
Foto da ufficio stampa Centro Studi Fleet&Mobility

Quando cambiare le gomme dell’auto?

Quando cambiare le gomme dell’auto?
Nel corso del tempo è naturale che gli pneumatici della propria automobile debbano essere sostituiti. Ciò può avvenire per diversi motivi. Ad esempio una gomma potrebbe essersi bucata, e per questo dovrebbe essere cambiata. Oppure il materiale di cui sono composti gli pneumatici potrebbe essersi consumato, rendendo necessaria una immediata sostituzione.
In questo articolo troverete tutto ciò che c’è da sapere sul cambio gomme. Vi illustreremo come capire quando cambiarle.
 
C’è un buco nello pneumatico
Gli attuali pneumatici sono molto resistenti e robusti, ma possono comunque bucarsi. Basta un oggetto appuntito per riuscire a forare le gomme. Può accadere con un semplice chiodo, lasciato in strada da qualcuno di poco attento.
Il principale segnale che può farvi pensare che uno pneumatico si sia bucato è la perdita di pressione. Di norma le quattro ruote dovrebbero perdere pressione in maniera simile. Per questo se una delle gomme si sta sgonfiando più in fretta è probabile che ci sia qualcosa che non va. Potete controllare di persona, o potete affidarvi a un gommista.
Uno pneumatico bucato deve essere necessariamente sostituito. Esistono dei kit per riparare le gomme, ma si tratta di soluzioni di emergenza, da usare quando non ci sono alternative, e solamente per un numero limitato di chilometri.Una volta forata la gomma non ha più la sua integrità, e potrebbe non essere affidabile come un tempo. La gomma è consumata
Il materiale di cui sono composte le gomme tende a consumarsi nel corso del tempo, usurandosi di chilometro in chilometro. Ciò porta nel tempo a una minore presa sull’asfalto, e a una riduzione nella capacità dello pneumatico di filtrare liquidi e impurità. Ciò porta ad un aumento del rischio di slittamenti e di fenomeni molto pericolosi come l’aquaplaning.
 
Quando le gomme si sono consumate troppo c’è un’unica soluzione: sostituirle con dei nuovi pneumatici. Non c’è modo di ristabilire lo stato originale delle gomme.
Potete controllare il livello di usura degli pneumatici analizzando la profondità delle scanalature. Man mano che la gomma si consuma la profondità delle scanalature diminuisce. Potete anche acquistare degli appositi strumenti per svolgere questo tipo di controllo.
 
Da inverno a estate e viceversa
Fino a questo momento abbiamo analizzato quelle situazioni in cui avviene qualcosa di negativo che costringe un automobilista a cambiare le gomme. Esiste anche un cambio che non dipende dalle condizioni degli pneumatici, ma che deriva unicamente dalle condizioni climatiche: stiamo parlando del cambio stagionale.
 
Ci sono tre diverse tipologie di gomme: estive, invernali e all season. Le gomme estive e quelle invernali sono progettate per essere montate in specifici periodi dell’anno. Indicativamente possiamo dire che dal 15 ottobre al 15 novembre si possono montare gli pneumatici invernali, da tenere almeno fino al 15 aprile. Dal 15 aprile al 15 maggio si possono invece montare gli pneumatici estivi, da tenere fino al 15 ottobre.
Fate attenzione, però, perché a livello locale potrebbero esserci modifiche a questo calendario. Se non volete cambiare periodicamente le gomme potete acquistare dei modelli “all season”, che grazie alle loro caratteristiche sono adatti a essere utilizzati in ogni periodo dell’anno.
Foto: silvio-linz-JIFJWjXCdHA-unsplash

CES di Las Vegas: presente la filiera italiana “connected mobility” e guida autonoma

CES di Las Vegas: presente la filiera italiana "connected mobility" e guida autonoma
Foto – Maserati ha annunciato la propria presenza con MC20 Cielo (nella foto) e il SUV Grecale al CES di Las Vegas, in collaborazione con i partner audio e tecnologici Politecnico di Milano, ANFIA e Sonus faber
Debutta a Las Vegas il 7 gennaio l’area collettiva organizzata da ICE Agenzia, insieme ad ANFIA e AICA, al CES 2025, per presentare le più avanzate tecnologie di guida autonoma e connessa della filiera automotive italiana.
Il CES (Consumer Electronics Show), organizzato annualmente dalla Consumer Technology Association (CTA) fin dal 1967, si svolgerà dal 7 al 10 gennaio a Las Vegas presso il Las Vegas Convention Center (LVCC) e il Venetian Expo Center. L’evento, negli ultimi anni, si è imposto sulla scena internazionale come prestigiosa vetrina per le più innovative tecnologie del settore automotive nel comparto dell’elettronica di bordo e del veicolo connesso e a guida autonoma.
 
L’area espositiva ICE Agenzia-ANFIA-AICA ospiterà la Maserati MC20 Cielo dotata dell’AI robo-driver per la guida autonoma sviluppato dai ricercatori del Politecnico di Milano, un progetto avanguardistico di AIDA (Artificial Intelligence Driving Autonomous) in cui le più avanzate tecnologie di guida autonoma sono integrate in un’auto sportiva, un’icona di innovazione e performance. I visitatori potranno quindi fare esperienza di un’eccezionale combinazione di ingegneria, design e innovazione che riflette e anticipa il futuro della mobilità e rappresenta uno dei massimi contributi dell’eccellenza italiana alla tecnologia dei veicoli driverless.
 
Il sistema del progetto AIDA si suddivide in 4 moduli principali. Il primo è il modulo di percezione: attraverso processi di machine learning e l’addestramento di reti neurali (modelli matematici ispirati al cervello umano) consente di individuare l’ambiente circostante dai dati raccolti dai sensori. La percezione garantisce il riconoscimento degli ostacoli e la classificazione di oggetti statici e dinamici – come pedoni, veicoli e segnali stradali – in modo sicuro ed efficiente.
 
Il secondo modulo tratta della localizzazione del veicolo nell’ambiente. La tecnologia di guida autonoma si basa sull’utilizzo dei dati ottenuti da sensori GNSS, che permettono al veicolo di ottenere informazioni dal satellite e costruire la sua posizione all’interno di una mappa definita. Insomma, il veicolo è in grado, a questo punto, di sapere dove si trova nel mondo
 
Seguono ai primi due, i moduli di pianificazione e controllo, ovvero quelli che definiscono come il veicolo sia in grado di seguire una traiettoria e, infine, di prendere decisioni “in modo autonomo”, regolando la velocità ed evitando gli ostacoli sul suo percorso.
Nell’area espositiva verrà data visibilità ad AS.CAR.I e HMDrive, entrambe spin-off del Politecnico di Milano che introducono sul mercato automotive tecnologie digitali altamente innovative volte a migliorare l’esperienza di guida di veicoli ad alte prestazioni. Tramite l’utilizzo di occhiali trasparenti di realtà aumentata (AR), HMDrive permette ai conducenti di vedere le informazioni di guida più utili direttamente sovrapposte alla strada, migliorando la sicurezza
ed esperienza di guida. Ciò è possibile grazie ad avanzati algoritmi proprietari necessari per il calcolo preciso della posizione delle informazioni virtuali.
 
La tecnologia di HMDrive è versatile per poter essere utilizzata su qualsiasi veicolo (auto, camion, trattori, auto sportive). La prima applicazione che HMDrive sta sviluppando è chiamata “AR visual coach”, in grado di aiutare i piloti di auto sportive a migliorare la performance di guida in circuito tramite la visualizzazione 3D di riferimenti di traiettorie, punti di frenata, curve e dati del veicolo.
 
AS.CAR.I è specializzata in algoritmi di guida autonoma e assistita per auto da pista ad alte prestazioni. Ha sviluppato un sistema ADAS per l’uso in pista che consente anche ai conducenti inesperti di guidare in sicurezza auto sportive fino ai limiti delle loro prestazioni. Il sistema sviluppato da ASCARI può controllare attivamente i comandi (sterzo, frenata, accelerazione) e presenta funzionalità “coach” e “virtual fence”. È il primo esempio al mondo di un sistema derivato dalla tecnologia di guida autonoma espressamente dedicato a migliorare l’esperienza di “divertimento alla guida” in pista.
 
Questa tecnologia sfrutta l’esperienza accumulata dai fondatori del team ASCARI nell’Indy Autonomous Challenge, il primo esempio di motorsport autonomo.
Infine, presso lo spazio espositivo ICE Agenzia-ANFIA-AICA, sarà possibile conoscere nel dettaglio, attraverso un video esplicativo, il Progetto Borgo 4.0, piattaforma tecnologica per la mobilità sostenibile, connessa e autonoma realizzata in Italia, nella Regione Campania, da ANFIA- Automotive, ente di ricerca di ANFIA, con il coinvolgimento di un partenariato pubblico-privato.
 
Il borgo campano di Lioni è stato trasformato in un laboratorio in ambiente reale di sperimentazione tecnologica in diversi campi complementari, dove grandi e piccole imprese del settore automotive e delle telecomunicazioni lavorano in sinergia allo sviluppo di nuove soluzioni, materiali e componentistica intelligente per la mobilità di domani, un esempio concreto di smart city e il primo esempio in Europa di piattaforma tecnologica integrata con strade urbane ed extraurbane intelligenti.
Borgo 4.0 dimostra come la mobilità del futuro possa essere integrata in contesti locali, portando innovazione e sostenibilità a misura di comunità, un modello replicabile anche in contesti urbani più ampi, sia in Italia che a livello internazionale.
 
L’auspicio di ICE Agenzia, ANFIA e AICA è di far seguire a questa prima esperienza al CES, una serie di future partecipazioni di successo che possano coinvolgere sempre più realtà italiane in grado di esprimere i più importanti avanzamenti delle tecnologie CCAM (Connected, Cooperative & Automated Mobility).
Foto da ufficio stampa Maserati

FAI al Comune di Milano: la sicurezza stradale non si persegue con la politica dei divieti

FAI al Comune di Milano: la sicurezza stradale non si persegue con la politica dei divieti

FOTO: Paolo Uggè, presidente FAI

 

FAI, la Federazione gli autotrasportatori, ha inviato una nota al Comune di Milano a proposito delle intenzioni di introdurre nuove limitazioni alla circolazione dei mezzi per autotrasporto merci. “Come rappresentanti degli autotrasportatori si legge -, pur apprezzando l’intento dell’Amministrazione volto a migliorare la sicurezza delle strade cittadine, non possiamo non esprimere forti perplessità su un provvedimento che, purtroppo, riteniamo vada nella direzione opposta rispetto all’obiettivo prefissato”.

“L’introduzione tout court di limiti orari per il transito delle merci si tradurrà, come facilmente prevedibile, in una concentrazione di veicoli commerciali e pesanti nelle fasce di circolazione consentite e ciò aumenterà, inevitabilmente, ingolfamento del traffico , con conseguenti problemi di sicurezza e maggior inquinamento ambientale”.

“La FAI di Milano ritiene che questa politica dei divieti perseguita dalla Giunta Sala, non sia adatta a gestire le esigenze di mobilità di una città che, con l’ingresso quotidiano di lavoratori, studenti, operatori dei servizi ogni giorno raddoppia la propria popolazione, e necessita di adeguato rifornimento di merci per gli esercizi commerciali, i cantieri, le scuole, i pubblici esercizi e via dicendo”.

“Occorre altresì considerare che il cambiamento delle abitudini post Covid ha visto esplodere l’ e-commerce, con ulteriore marcato incremento della circolazione dei veicoli commerciali e di un traffico particolarmente “disorganizzato”. Queste criticità richiedono una politica della mobilità “integrata“, che sia davvero in grado di garantire la sicurezza di tutti gli utenti della strada, senza penalizzare gli operatori del trasporto che entrano in Milano per svolgere la loro quotidiana attività di servizio alla città”.

Conclude la nota: “La FAI di Milano si impegna fin d’ora, come da sempre avvenuto nei rapporti con il Comune di Milano, a portare il proprio contributo in termini di competenze e proposte, per un confronto costruttivo volto ad affrontare in maniera pragmatica i problemi della mobilità cittadina”.

 

Foto da ufficio stampa FAI

 

CES 2025: c’è TUC.technology tra le eccellenze “Made in Italy”

CES 2025: c'è TUC.technology tra le eccellenze “Made in Italy”

 

Foto: TUC_citycar_più_CEO_LudovicoCampana

TUC S.r.l., la Deep Tech italiana nota per la sua soluzione di “USB della mobilità”, è stata selezionata per rappresentare l’Italia al CES 2025 (7-10 gennaio) all’interno del Padiglione ITALIA, promosso da ICE e sarà protagonista al più grande evento tecnologico mondiale. Dopo aver completato e consolidato la soluzione TUC.system™ nell’Automotive, TUC supera i confini terrestri, dimostrando tutta la sua carica innovativa e funzionalità ai player della Space Economy, un settore in forte crescita dove il nostro Sistema Paese gioca un ruolo di primo piano nello scenario internazionale.

Un percorso che la deep tech company tutta italiana ha cominciato nel 2018 grazie all’idea di Ludovico Campana, co-fondatore e CEO, con l’obiettivo di rivoluzionare l’architettura tecnologica dei veicoli moderni, a oggi una soluzione brevettata in oltre 140 Paesi, trasformando l’interazione tra utenti e veicoli in un’esperienza modulare, flessibile e human-centric dove ogni spazio si adatta in modo sicuro e intuitivo alle esigenze reali degli utenti.

Con 7 prototipi veicolari, 50 dispositivi e oltre 200 soluzioni tecnologiche sviluppate, TUC realizza la sua visione della “USB della Mobilità”: ambienti intelligenti, modulari e human-centric, dove ogni spazio si adatta in modo sicuro e intuitivo alle esigenze reali degli utenti.

 

Dalla Terra allo Spazio: il futuro della mobilità

Dopo aver conquistato 3 Top OEM Automotive mondiali con accordi di fattibilità e integrazione, TUC amplia il suo campo d’azione al settore aerospaziale. Al CES 2025, l’azienda svelerà in anteprima le sue soluzioni dedicate alla Space Economy e presenterà nuove applicazioni della modularità nel settore Aerospace. Tra le soluzioni protagoniste dello stand.

Soluzioni Aerospace: in anteprima mondiale, TUC svelerà le applicazioni della sua tecnologia per la Space Economy. Una soluzione tecnologica che ha già avuto i primi riscontri come dimostra la selezione di TUC.technology tra i vincitori della “Smart Integration Satellite Capability” di Thales Alenia Space.


TUC.dashboard
: una plancia completamente modulare, connessa e infinitamente configurabile, che integra dispositivi personali (schermi, smartphone, tablet, speaker) grazie alla tecnologia plug&play TUC.tiny® con chiusura sicura e intuitiva NFC.

TUC conferma così la propria capacità di abilitare una Nuova Mobilità senza barriere, estendendo la sua modularità dai veicoli terrestri fino all’esplorazione spaziale. Le soluzioni e tecnologie lanciate in anteprima mondiale al CES 2025 saranno successivamente disponibili per una visione esclusiva presso l’Atelier Tecnologico TUC.hub, dove la tecnologia brevettata di TUC, riconosciuta in oltre 140 Paesi, trova la sua massima espressione. Questo spazio offrirà a clienti e partner l’opportunità di sperimentare dal vivo l’innovazione e la modularità che caratterizzano le soluzioni TUC.technology®.

 

“Orgoglio italiano al CES 2025”

“Al CES 2025 porteremo con orgoglio il meglio del Made in Italy nel futuro della mobilità: un mondo dove l’ingegno umano e la tecnologia TUC.technology si uniscono per superare ogni confine. Dalla strada all’aria, fino allo spazio, creiamo ambienti modulari che si adattano alle persone e non il contrario. Sostenibilità, personalizzazione e accessibilità sono le chiavi di un nuovo paradigma di connessione globale. Il nostro obiettivo è audace ma chiaro: abbattere barriere, esplorare nuove frontiere e dare forma a un futuro senza limiti, con l’eccellenza italiana al centro di questa rivoluzione”, spiega Ludovico Campana, CEO e Inventore di TUC.

 

 

 

 

Mercato dell’auto in Italia: crescita moderata, Paese diviso tra nuovo e usato

Mercato dell’auto in Italia
Nei primi nove mesi del 2024, il mercato automobilistico italiano registra una crescita modesta. Secondo l’Osservatorio Credit & Mobility, realizzato da Experian e UNRAE, si evidenzia un aumento delle immatricolazioni dell’1,9% e delle richieste di finanziamento per auto nuove del 3,8% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questi segnali positivi, tuttavia, non nascondono le criticità del settore: l’accesso al mercato delle auto nuove è sempre più complesso per i giovani e si evidenzia un netto divario geografico tra il Centro-Nord, dove prevale l’acquisto del nuovo, e il Sud, più orientato verso l’usato.  

Auto nuove: cresce il mercato ma calano le immatricolazioni dei giovani
Nonostante la crescita complessiva, la fascia d’età 18-29 anni registra una contrazione: immatricolazioni -3,1% e richieste di finanziamento -0,8% . Questa tendenza è attribuibile a fattori come il rincaro dei prezzi delle auto, la difficoltà di accesso al credito e l’aumento delle maxi-rate finali, superiori a 20.000 euro, che pesano sulle famiglie con minore capacità d’acquisto. Al contrario, la fascia 46-60 anni, più stabile economicamente, si conferma trainante nel mercato del nuovo, rappresentando il 40% delle richieste di finanziamento e il 36,5% delle immatricolazioni.  

Auto usate: il Sud guida la crescita del mercato
L’usato si conferma una scelta sempre più valida nelle regioni a minor reddito, con una crescita del 6,7% nei trasferimenti di proprietà e del 10,9% nelle richieste di finanziamento. Secondo l’Osservatorio, il 38,4% delle richieste per auto usate proviene da Sicilia, Campania e Puglia,mentre il Centro-Nord concentra il 60% delle richieste di finanziamento per le auto nuove. Inoltre, il trend evidenzia un aumento delle durate dei finanziamenti superiori a 5 anni (+14,5%), segnale della necessità di diluire i costi e rendere l’acquisto più accessibile.  

Il calo del Diesel e l’ascesa delle ibride
L’evoluzione delle alimentazioni evidenzia un cambiamento nelle preferenze dei consumatori: auto Diesel -22,8% nelle immatricolazioni nei primi nove mesi del 2024, ibride elettriche (HEV) +12,9%, confermandosi la scelta più popolare. Nonostante gli incentivi, le ibride plug-in (PHEV) non riescono a decollare, mentre le elettriche pure (BEV) faticano a conquistare quote di mercato significative a causa del rapido esaurimento dei fondi disponibili e di un contesto economico sfavorevole. La transizione energetica procede più lentamente in assenza di politiche strutturali di supporto, con la prospettiva di un ulteriore rallentamento nel 2025 se l’Ecobonus non verrà rifinanziato.  

Mercato dei veicoli commerciali: crescita e prudenza
Nel comparto dei veicoli commerciali leggeri si osserva una crescita: immatricolazioni +10,6%, trasferimenti di proprietà +4,7%. Tuttavia, la prudenza prevale: la domanda si concentra su finanziamenti di importi ridotti (fino a 15.000 euro), con un aumento del 3,7%. Questa tendenza riflette l’approccio conservativo di aziende e partite IVA, impegnate a controllare i costi in un contesto economico incerto.  

L’analisi di Experian e UNRAE: un’anticipazione dei trend
Secondo l’Osservatorio, le variazioni nelle richieste di finanziamento anticipano di 3-5 mesi i movimenti relativi a immatricolazioni e trasferimenti di proprietà. L’incremento del +2,3% nei finanziamenti per auto nuove e del +12% per l’usato a settembre suggerisce una crescita futura del mercato nei mesi successivi. Armando Capone, CEO di Experian Italia,spiega: “Comprendere le dinamiche di un mercato critico come quello automotive è fondamentale per supportare decisioni strategiche. La collaborazione con UNRAE ci permette di offrire una visione chiara dei trend in atto, individuando opportunità e promuovendo soluzioni innovative”.  Andrea Cardinali, direttore generale di UNRAE, aggiunge: “Da decenni il mercato automotive è strettamente legato ai prodotti finanziari. Comprendere entrambi i fenomeni è essenziale per interpretare correttamente le tendenze attuali e future”.  

Conclusioni: il futuro del mercato automobilistico italiano
L’Osservatorio Credit & Mobility offre un quadro dettagliato delle dinamiche che influenzano il mercato dell’auto in Italia: crescita moderata del nuovo, trainata dai consumatori con maggiore stabilità economica, boom dell’usato al Sud, spinto dalla necessità di soluzioni più accessibili, cambiamento nel mix di alimentazioni, con il calo del Diesel e l’ascesa delle ibrideLa transizione verso una mobilità sostenibile richiede un maggiore supporto attraverso politiche incentivate, mentre l’equilibrio tra innovazione tecnologica e accessibilità economica resta una sfida cruciale per il settore automotive nei prossimi anni.

 

 

Foto brock-wegner-pWGUMQSWBwI-unsplash

 

 

UNRAE sulla transizione energetica: “In Italia si è clamorosamente incagliata”

UNRAE sulla transizione energetica: "In Italia si è clamorosamente incagliata"
In Italia UNRAE stima per il comparto autovetture un mercato a 1,565-1,570 milioni di unità nel 2024, in linea con l’anno scorso ma ben 350mila unità al di sotto del 2019, e prevede un 2025 fermo allo stesso livello, senza segnali di ripresa. Per i veicoli commerciali leggeri, dopo un 2024 stimato in leggerissima crescita sul 2023 (+0,7%) e al di sopra del 2019 di oltre 9mila unità, prevede invece un calo del 4% nel 2025 a 190mila immatricolazioni.
Per i veicoli industriali, infine, la stima per 2024 è una leggera flessione, pari allo 0,8%, mentre la previsione 2025 è un pesante calo del 16,5%.

Il direttore generale dell’UNRAE, Andrea Cardinali, ricorda come la situazione di crisi del mercato auto venga abitualmente imputata al forte aumento subìto dai prezzi delle vetture, un argomento che merita ulteriori approfondimenti. “Se è vero che il prezzo medio di un’auto è aumentato del 58% dal 2011 a 2023 – spiega Cardinali – va detto innanzitutto che è molto cambiato il mix di segmenti, con uno shift verso l’alto dovuto al cambiamento nei gusti della clientela. E i contenuti tecnologici del prodotto sempre più avanzati, per esempio in termini di sicurezza e di infotainment, ne hanno aumentato il valore al punto da renderli oggetti neanche lontanamente paragonabili a distanza di 10 anni. Inoltre, il costo industriale – prosegue Cardinali – è aumentato drammaticamente per l’impennata di tutti i costi di produzione: energia, materie prime (quelle tradizionali e soprattutto quelle critiche), logistica internazionale”.

L’aumento dei prezzi delle vetture si scontra con l’erosione del potere di acquisto degli italiani, diminuito di 3 punti in termini reali nello stesso periodo. Le famiglie, dovendo dare priorità a beni e servizi primari, rincarati anch’essi molto più dell’inflazione (uno su tutti, il sottoindice ISTAT “abitazioni e utenze”, salito del 63%), hanno dovuto rinviare acquisti come l’automobile, ulteriormente ostacolati dall’aumento dei tassi di interesse.
Il mercato italiano delle autovetture, 4° per dimensioni in Europa, con un peso pari al 55% del n° 1 e a circa il 12% del totale, presenta evidenti anomalie strutturali.
 
La prima, cronica, è il sottosviluppo delle auto aziendali, quelle con la velocità di rotazione più elevata, la maggior propensione all’adozione delle nuove tecnologie e la garanzia di compliance fiscale. A causa di un trattamento fiscale penalizzante, queste hanno la penetrazione più bassa tra i 5 Major Market: 42% vs il 67% della Germania.
La seconda, più recente e in parte collegata alla prima, riguarda appunto le nuove tecnologie: dal 2021 a oggi la quota di mercato delle auto ricaricabili è inchiodata poco al di sopra del 7%, contro quote che negli altri grandi mercati vanno dall’11% a oltre il 26%.

Non solo: l’Italia ha una quota di auto elettriche pure (BEV) del 4,0%, che è 1/10 dei Paesi leader del Nord (saliti al 42,5%), poco superiore a un quarto della media EU+EFTA+UK (14,8%), ma addirittura inferiore a Paesi con un PIL pro capite più basso, come Portogallo (18,8%), Ungheria (7,2%), Spagna (5,2%) e persino Grecia (5,5%), dimostrando che i fattori limitanti l’adozione dei veicoli elettrici vanno oltre le sole capacità reddituali.

“Il mercato delle auto elettriche in Italia – commenta il direttore generale – evidenzia un divario preoccupante rispetto al contesto europeo, che denuncia una profonda disconnessione dalla transizione energetica in corso. In alcuni grandi mercati sono stati interrotti incentivi statali che erano in vigore anche da 15 anni, a differenza dell’Italia dove li abbiamo avuti a singhiozzo per soli 5 anni, con continui cambiamenti di struttura e “click day”.
 
Se è vero che senza incentivi c’è stato un inevitabile calo, è anche vero che questi mercati ormai maturi mantengono un livello 3, 4, 5 volte superiore a quello italiano. E quello che molti media hanno titolato come il “tracollo dell’elettrico”, finora si limita ad un calo di quota di 0,9 punti: non è la crescita attesa, ma certo non è nemmeno un tracollo”. Gli elementi che spiegano il clamoroso ritardo italiano, dunque, al di là degli aspetti reddituali, devono essere altri.
 
Tralasciando l’effetto della disinformazione e della controinformazione, al primo posto c’è sicuramente il costo delle ricariche, molto più elevato che in altri Paesi come la Francia o la Spagna. Ma anche il tema infrastrutture.
L’analisi comparativa europea in tema di infrastrutture di ricarica pubbliche mette in luce come l’Italia, nonostante i progressi compiuti (+38% in 1 anno i punti di ricarica, con una quota >50 kW salita dal 13% al 16%) debba ancora fare molta strada in termini di capillarità: i suoi 11,0 punti ogni 100 km di rete viaria sono inferiori ai 16,4 della media europea e lontani anni luce dai 125,2 dell’Olanda, col risultato di aver perso una posizione dal 15 al 16 in classifica. È fondamentale – in Europa, come sottolineato dal Rapporto Draghi, ma in Italia ancor di più – continuare a investire in una rete di infrastrutture capillare, omogenea sul territorio, accessibile e di potenza adeguata.

In sintesi, in Italia la transizione energetica del settore automotive si è clamorosamente incagliata, e con essa il percorso di riduzione delle emissioni di CO2, che già erano ampiamente superiori alla media europea e nel 2023 hanno addirittura invertito il trend,
ostacolando il conseguimento dell’obiettivo europeo.

“Il raggiungimento del nuovo e più stringente target del 2025-2029 – conferma Cardinali – è seriamente a rischio; tra il 2021 e il 2023 il calo medio delle emissioni in Europa è stato di appena 3,5 g/km, mentre per centrare gli obiettivi 2025 sarebbe necessario un ulteriore decremento di 13 g/km. Un’impresa ardua, che espone le Case auto al rischio di sanzioni che l’ACEA ha stimato in 15 miliardi di euro. Le multe del 2025 vanno assolutamente cancellate, per evitare di affossare definitivamente gli investimenti nella transizione. È concettualmente perverso sanzionare il venditore perché l’acquirente non compra ciò che ha prodotto”, prosegue Cardinali.

“Questa – afferma – è certamente una stortura del Regolamento (EU) 2019/631, poi modificato dal Regolamento (UE) 2023/851. Ma da qui a sostenere, come oggi fanno praticamente tutti, che queste normative siano il frutto estemporaneo di un blitz da parte di pochi ideologi a Bruxelles, che ha portato al suicidio industriale dell’Europa, ce ne corre. Gli obiettivi di abbattimento delle emissioni di CO2 nel settore automotive – prosegue Cardinali – sono il risultato di un lungo percorso strategico avviato con l’Accordo di Parigi del 2015 per il contrasto al riscaldamento globale, sottoscritto da ben 195 Paesi, percorso che si è snodato attraverso un iter assai complicato tra Commissione, Parlamento e Consiglio Europeo, conclusosi con il consenso di tutti gli Organi democratici centrali e
nazionali”.
Foto da ufficio stampa Unrae

Il processo di elettrificazione dell’automotive: settore in evoluzione tra sfide e opportunità

Il processo di elettrificazione dell’automotive: settore in evoluzione tra sfide e opportunità

(dalla tesi di laurea discussa da Claudio Algieri all’Università IULM e con relatore il professor Francesco Massara)

L’industria automobilistica sta vivendo una trasformazione epocale. Grazie ai progressi tecnologici, ai cambiamenti normativi e alle nuove preferenze dei consumatori, la mobilità sostenibile è diventata una priorità. Al centro di questa evoluzione vi sono i veicoli elettrici, un tempo considerati di nicchia, che oggi rappresentano una componente essenziale dell’offerta delle principali case automobilistiche globali.

Contribuendo per circa il 25% delle emissioni totali, il settore dei trasporti è sotto pressione per adottare soluzioni più sostenibili. L’elettrificazione è dunque diventata una strategia fondamentale per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni e combattere il cambiamento climatico.


Opportunità e sfide dell’elettrificazione

Le istituzioni pubbliche giocano un ruolo cruciale nel supportare questa transizione attraverso normative specifiche. Ad esempio, il Green Deal europeo mira a una riduzione del 100% delle emissioni di CO2 delle autovetture entro il 2035, favorendo l’abbandono di veicoli alimentati a benzina e Diesel. Tuttavia, le politiche variano da regione a regione: negli Stati Uniti, ad esempio, la neutralità tecnologica permette ai costruttori di scegliere diverse tecnologie per soddisfare gli standard sulle emissioni.


Innovazione nella filiera produttiva
L’elettrificazione richiede una rivoluzione nella filiera produttiva. Le aziende devono adattarsi a un’architettura veicolare più semplice, che riduce i componenti da circa 1.400 a 200. Questo cambiamento, se da un lato semplifica i processi, dall’altro impone agli operatori della componentistica di investire in ricerca e sviluppo per mantenere la competitività.

Opportunità occupazionali e sostenibilità
L’espansione del settore delle batterie elettriche è un altro elemento chiave. L’Unione Europea prevede la creazione di circa 4 milioni di posti di lavoro grazie alla costruzione di gigafactory. Inoltre, secondo uno studio di Transport & Environment, i veicoli elettrici europei comportano una riduzione delle emissioni del 69% rispetto a quelli alimentati da combustibili fossili. Questo rappresenta una grande opportunità per i car maker di posizionarsi come leader della sostenibilità ambientale.

Modelli di business emergenti: Battery as a Service (BaaS)
Uno dei modelli più innovativi è il Battery as a Service, che permette ai consumatori di acquistare un veicolo senza batteria, riducendo così il costo iniziale. La batteria viene fornita tramite abbonamenti o contratti di leasing, offrendo vantaggi come:riduzione dell’ansia da autonomia; opportunità di riciclo e riutilizzo delle batterie; contributo alla rete elettrica tramite lo scambio di energia nelle ore di punta.

Mobility as a Service (MaaS)
Il Mobility as a Service rivoluziona il concetto di trasporto, integrando soluzioni come il car sharing in piattaforme digitali. Grandi marchi come BMWMercedes-Benz e Stellantis hanno già sviluppato servizi di car sharing che includono flotte di veicoli elettrici.


Le barriere all’adozione di massa
Una delle principali sfide riguarda la disomogeneità delle infrastrutture di ricarica in Europa. Nel 2022, paesi come Olanda, Germania e Francia detenevano il 60% dei punti di ricarica totali, lasciando altre regioni significativamente indietro.


Costo elevato dei veicoli elettrici
Nonostante gli incentivi statali, i veicoli elettrici rimangono più costosi rispetto ai modelli a combustione interna, con differenze di prezzo che oscillano tra i 10.000 e i 25.000 euro. Inoltre, l’offerta si concentra prevalentemente su segmenti di lusso, limitando l’accessibilità per molti consumatori.

Dipendenza dai materiali critici
La produzione di batterie elettriche richiede materiali come litio, cobalto e nichel, di cui l’Europa è fortemente dipendente dalle importazioni. Questa dipendenza potrebbe rallentare l’elettrificazione, rendendo il settore vulnerabile a fattori geopolitici.


Case study: Jaguar Land Rover e la strategia “Reimagine”
Nel 2021, Jaguar Land Rover ha lanciato la strategia Reimagine, che punta a posizionare il brand come leader del lusso sostenibile. Entro il 2030, tutti i veicoli Jaguar saranno esclusivamente elettrici. La strategia si basa su quattro pilastri: 1. Lusso moderno e valore emotivo del marchio. 2 Elettrificazione totale della gamma. 3. Sostenibilità aziendale e ambientale. 4. Riorganizzazione aziendale con l’approccio “House of Brands”.

L’opinione dei consumatori
Secondo una ricerca basata sul modello UTAUT 2, i consumatori percepiscono positivamente i veicoli elettrici per riduzione dei costi di carburante e manutenzione, salvaguardia ambientale, esperienza di guida fluida e silenziosa. Tuttavia, le principali barriere restano il costo elevato e la mancanza di infrastrutture di ricarica.

L’elettrificazione del settore automobilistico rappresenta una sfida complessa, ma ricca di opportunità. Per raggiungere l’adozione di massa dei veicoli elettrici, è fondamentale affrontare temi come l’accessibilità economica, lo sviluppo delle infrastrutture e l’approvvigionamento dei materiali. Solo attraverso una collaborazione tra Case automobilistiche, istituzioni e consumatori sarà possibile trasformare questa visione in realtà.