L’Unione Europea è “estremamente preoccupata” per la prevista introduzione negli Stati Uniti di un credito d’imposta fino a 7.500 dollari per l’acquisto di un’auto elettrica che esca da una fabbrica americana e sia dotata di una batteria prodotta negli Stati Uniti. “La Ue è estremamente preoccupata per questo disegno di legge che colpisce il commercio transatlantico – ha affermato la portavoce della Commissione UE, Miriam Garcia Ferrer -. Riteniamo che discrimini i produttori stranieri rispetto ai produttori americani”.
Dopo 18 mesi di trattative, il Senato degli Stati Uniti ha adottato il grande piano del presidente Joe Biden su clima e salute, in particolare approvando questo credito d’imposta per l’acquisizione di un veicolo elettrico made in Usa. Una tale disposizione, nota la Ue, è “incompatibile” con le regole del Wto dove peraltro negli ultimi anni Bruxelles e Washington si sono scontrate per i sussidi alla Boeing o per i dazi doganali americani sull’acciaio europeo.
“I crediti d’imposta sono un incentivo importante per incoraggiare la domanda di auto elettriche – ha aggiunto Ferrer – ma dobbiamo assicurarci che le misure introdotte siano eque. Per questo continuiamo a sollecitare gli Stati Uniti a rimuovere questi elementi discriminatori dal disegno di legge e garantire che sia pienamente conforme al Wto. Da parte sua, l’Alliance for Automotive Innovation, un gruppo di produttori americani e stranieri che rappresentano quasi tutte le auto vendute negli Stati Uniti, trova il piano troppo restrittivo poiché circa il 70% dei modelli di veicoli elettrici attualmente venduti negli Stati Uniti non potrebbe beneficiare del credito d’imposta. L’alleanza ha rivolto dunque un appello al Congresso perché ampli i criteri per l’origine dei componenti delle batterie a »includere i paesi produttori che hanno accordi di difesa collettiva con gli Stati Uniti, come i membri della Nato, il Giappone e altri”.