Bosch eCall: da 10 anni più sicurezza sulle strade

Ghiaccio in autostrada. Un veicolo esce di strada, si ribalta e scivola giù per una scarpata. Non c’è nessuno ad assistere all’incidente. “Emergency Call”, noto in breve come eCall, è stato sviluppato proprio per situazioni di questo tipo. In caso di incidente o di situazione di emergenza, l’eCall stabilisce una connessione vocale con un punto di gestione dell’emergenza per richiedere assistenza rapida, automaticamente o premendo un pulsante.

Bosch Service Solutions è uno dei principali fornitori internazionali di questo servizio salvavita. Dieci anni fa, per conto di Mercedes-Benz, Bosch ha sviluppato uno dei primi servizi integrati di chiamata d’emergenza che è diventato un successo globale. “Nel giugno 2012, il servizio è stato attivato in 9 Paesi e 6 lingue. Oggi è disponibile in oltre 50 Paesi e in oltre 20 lingue, e se ne aggiungono sempre di più. Attualmente, circa 27 milioni di auto di oltre 15 marchi sono dotate del servizio di chiamata d’emergenza Bosch”, ha dichiarato Stefan Gross, responsabile dei servizi di mobilità di Bosch Service Solutions.

Negli ultimi dieci anni, l’azienda ha gestito oltre undici milioni di chiamate. In qualità di pioniere in questo campo, l’azienda introduce costantemente innovazioni sul mercato, tra cui, recentemente, l‘eCall basato su smartphone.

 

Lancio del servizio eCall nel 2012

Mentre nel 2012 il servizio di chiamata d’emergenza Bosch prevedeva ancora una combinazione tra computer di bordo e telefono cellulare del conducente, nel 2014 è arrivata l’integrazione standard per le auto Mercedes-Benz. Da allora, la tecnologia è stata integrata nel modulo di infotainment permettendo di rilevare un impatto, di far partire una chiamata e di trasmettere i dati

Bosch ha creato una rete internazionale di centri di assistenza per il servizio eCall, attraverso un’infrastruttura informatica completa. Questi includono reti di partner con collegamenti ai centri di controllo dei soccorsi, ai vigili del fuoco e agli ospedali. Bosch ha sviluppato elevati standard di Bosch eCall sulla base di anni di esperienza nella gestione degli allarmi e delle chiamate di emergenza.

 

Euro NCAP conferma il miglioramento della sicurezza stradale

Uno dei principali vantaggi di Bosch eCall è la natura multilingue: gli occupanti del veicolo in molti Paesi possono segnalare un’emergenza nella propria lingua. Un turista tedesco in vacanza in Spagna, per esempio, sarà indirizzato in tedesco, il che può essere di grande valore psicologico e quando si tratta di trasmettere i dettagli dell’incidente. A loro volta, i centri di controllo dei soccorsi vengono informati nella lingua locale, evitando fraintendimenti.

Inoltre, ricevono informazioni che vanno oltre il cosiddetto set di dati minimo associato alle eCall EU-112. Queste includono, tra l’altro, la posizione geografica, l’ora dell’incidente e la direzione di marcia del veicolo incidentato. Bosch trasmette anche dati come il numero di occupanti e la gravità dell’incidente.

Anche Euro NCAP, l’organizzazione indipendente di valutazione della sicurezza dei veicoli, valuta i sistemi eCall di bordo quando verifica la sicurezza stradale delle nuove auto nei crash test. La disponibilità della chiamata di emergenza nel maggior numero di lingue possibile ha un impatto positivo sulla valutazione, così come la trasmissione ai centri di soccorso di dati relativi agli incidenti.

 

Combinazione di smartphone e LTE per il servizio eCall del futuro

Bosch sviluppa continuamente eCall e lancia regolarmente sul mercato innovazioni tecniche. Per esempio, Bosch eCall può ora essere integrato nelle app dei veicoli della flotta grazie al rilevamento delle collisioni basato su smartphone. Bosch sta inoltre lavorando per ampliare i percorsi di trasmissione digitale più veloci.

Negli Stati Uniti, Bosch si sta concentrando su “Next Generation eCall” per trasmettere i dati degli incidenti dall’auto ai centri di emergenza tramite una connessione dati basata su Internet che utilizza l’LTE. “L’altissima velocità e l’eccellente qualità della voce sono le caratteristiche della trasmissione via LTE”, ha spiegato Stefan Gross. “Questo ci aiuta ad attivare i soccorsi rapidamente”.

 

Digitalizzazione della catena di soccorso

Anche la trasmissione delle informazioni rilevanti dai call center di emergenza ai centri di controllo dei soccorsi è in evoluzione: ciò è necessario perché la trasmissione dei dati in EU-112-eCall è limitata alle vecchie reti telefoniche 2G e 3G, che sono sotto la costante minaccia di essere chiuse. Allo stesso tempo, però, in Germania manca ancora una base legale che disciplini chiaramente come le chiamate di emergenza provenienti da fornitori privati possano essere trasmesse digitalmente ai centri di controllo.

Di conseguenza, molte chiamate di emergenza vengono ancora trasmesse tramite chiamata vocale. Bosch sta lavorando per espandere l’uso di moderni percorsi di trasmissione digitale. “Ci auguriamo che venga stabilita al più presto la rotta per una rapida trasmissione digitale dei dati in tutta l’UE, che verrà utilizzata in modo trasversale”, ha affermato Stefan Gross. Qualunque cosa accada, Bosch è ben equipaggiata per gestire le emergenze future in modo rapido ed efficace, con l’obiettivo di salvare ancora più vite.

Landi Renzo: da Invitalia 19 milioni per la transizione “green”

Foto: Cristiano Musi, amministratore delegato di Landi Renzo

 

Oltre 19 milioni di euro per favorire la transizione energetica nel settore automotive. È il prestito ottenuto, grazie al Fondo Gid (Grandi imprese in difficoltà), dall’azienda Landi Renzo, con sede principale a Reggio Emilia e filiali internazionali, attiva da oltre sessant’anni nel settore dei sistemi di alimentazione per autotrazione. L’azienda progetta, produce e commercializza sistemi ecocompatibili di alimentazione a Gpl e metano. Gestito da Invitalia e istituito dal ministero dello Sviluppo economico, il Fondo è destinato alle grandi imprese in difficoltà dopo la pandemia e mette a disposizione finanziamenti agevolati a 5 anni.

 

“Il Gruppo Landi Renzo – spiega l’ad Cristiano Musi – è un player operativo lungo tutta la filiera della transizione energetica, con focus sui sistemi di compressione di gas naturale, biometano e idrogeno, dal post-generation fino all’estrazione di rifornimento, e poi con focus su sistemi e componenti per i veicoli, per trasporto persone e per trasporto pesante, alimentati a gas naturale, biometano e idrogeno. Leader nel settore in cui è presente, ha avviato da poco un piano di trasformazione e di crescita”.

 

L’investimento ha interessato tutte le unità produttive, le due di Cavriago (una di produzione e una di R&D), in provincia di Reggio Emilia, quella di Torino e quella di Vicenza. Riposizionamento di prodotto, efficientamento produttivo e commerciale e leva finanziaria sono gli obiettivi del piano di risanamento proposto, per far fronte alla crisi che l’intero settore automotive sta sperimentando anche a causa della mancanza di componenti elettroniche.

 

“L’intervento di Invitalia – afferma l’ad della Landi Renzo – è stato molto utile per finanziare il working capital del nostro Gruppo, che opera in un settore con tassi di crescita importanti. Il fatturato del primo trimestre di quest’anno è in crescita rispetto all’anno scorso, anche grazie a delle acquisizioni, peraltro in un contesto difficile per la materia prima e la consegna dei componenti elettronici. In questa fase, è necessario aumentare lo stock per garantire le consegne dei clienti, per cui aumenta il fabbisogno di working capital, di capitale circolante, e l’aiuto di Invitalia in questo senso è stato molto positivo. Ci ha consentito di finanziare, in maniera migliore rispetto all‘accesso al debito classico bancario, il fabbisogno derivante dal working capital“.

 

C’è, quindi, soddisfazione per l’esperienza con Invitalia. “Il rapporto con Invitalia è stato davvero positivo. Abbiamo trovato una controparte con professionisti proattivi, uno scambio molto costruttivo, per cui siamo molto soddisfatti di quello che abbiamo fatto”, sottolinea Musi. E in generale in questo settore la sinergia con il pubblico è fondamentale. “Per quanto riguarda il rapporto tra pubblico e privato, credo che ci siano grandi opportunità, soprattutto in un momento come questo di trasformazione del settore in cui il nostro Gruppo opera, ma in generale è un momento di grandi investimenti lato transizione energetica. Penso all’idrogeno, settore in cui il nostro Gruppo è molto attivo, sia sui sistemi di compressione sia sui componenti a bordo veicolo. E’ importante, a mio avviso, che il pubblico favorisca un lavoro congiunto lungo la filiera. Noi lavoriamo già con diversi partner, che vanno da Iveco alle società che si occupano di oil&gas e di gas tecnici, ma, sicuramente, il pubblico può fare da facilitatore anche nello sviluppo di nuove tecnologie mettendo insieme i diversi attori con le proprie specializzazioni”.

 

De profundis per Ginevra: terza cancellazione del Salone

Il Salone dell’automobile di Ginevra previsto per febbraio non ci sarà. Dopo tre edizioni annullate (2020, 2021 e 2022) a causa del Coronavirus anche quella prevista in Svizzera nel 2023 non ci sarà. L’evento previsto a Doha in Qatar a novembre 2023, invece, è confermato. Ad annunciarlo in una nota sono gli organizzatori del Salone. Il Geneva International Motor Show (Gims) inizialmente doveva svolgersi in due edizioni dal 14 al 19 febbraio 2023 a Ginevra e a novembre a Doha in Qatar.

L’edizione del Gims si svolgerà solo a Doha. Il Geneva International Motor Show (Gims), si legge in una nota, “si svolgerà esclusivamente a Doha, in Qatar, nel 2023.

 

L’evento previsto a Ginevra a febbraio 2023 non si svolgerà”. La decisione, spiega Maurice Turrettini, presidente della Fondazione del Salone internazionale dell’auto di Ginevra, è legata “alle incertezze che pesano sull’economia e la geopolitica a livello mondiale e anche a causa dei rischi legati all’evoluzione della pandemia“. Proprio per questo, aggiunge, gli organizzatori “hanno deciso di focalizzarsi esclusivamente nel 2023 sulla pianificazione dell’evento a Doha“, spiega Turrettini in una nota.

 

“Abbiamo lavoro molto e fatto il possibile affinché il GIMS possa svolgersi sia a Ginevra che a Doha nel 2023”, sottolinea il Ceo di Geneva International Motor Show, Sandro Mesquita.“In questi tempi incerti numerose Case non sono in grado di impegnarsi per partecipare a un Salone in Europa in inverno. Dopo aver valutato tutti gli elementi è diventato chiaro per la Fondazione che il Salone non poteva svolgersi a Ginevra come previsto. Ci dispiace aver dovuto cancellare questa edizione”.

Europa sempre più “cinese”: tappeto rosso (non a caso) anche ai big delle batterie

Tappeto rosso (non a caso) dell’Europa alla Cina. Non solo le auto, ma ora anche le batterie: il piano d’attacco all’Europa dei «big» cinesi continua. E Bruxelles? “Troppo spesso – avverte con colpevole ritardo Thierry Breton, commissario al Mercato interno, riferendosi alle materie prime necessarie per costruire le batterie dei veicoli elettrici, ma anche per le fonti energetiche rinnovabili – dipendiamo quasi interamente dalle importazioni, mentre la geopolitica delle catene di approvvigionamento è sempre più instabile”. Complimenti per la riflessione.

E così, se da un lato i gruppi europei dell’auto investono fior di miliardi per costruire le loro gigafactory (fabbriche di batterie), dall’altro, il colosso Catl, il più grande produttore al mondo, fa sapere che realizzerà in Ungheria un suo mega-impianto da 7,3 miliardi, il costo globale dei tre siti analoghi di Stellantis in Italia, Germania e Francia. Quello di Debrecen sarà il maggiore investimento estero di Catl e andrà a rafforzare l’altra sua fabbrica in Germania.

La super gigafactory cinese (capacità annuale di 100 gigawattora) sarà pronta entro il 2027. Catl, inoltre, assicura di utilizzare elettricità proveniente solo da fonti rinnovabili. Il presidente del colosso cinese, Zeng Yuqun, parla a giusta (per loro) ragione di “passo da gigante nella nostra espansione globale”.

Dalla Germania, intanto, il gruppo Bmw guidato da Oliver Zipse, presidente anche di ACEA, l’Associazione europea dei costruttori (su come ACEA ha affrontato il tema della transizione energetica ce ne sarebbe da dire…), ha siglato un accordo con Eve Energy Co, società con sede nel distretto cinese di Huizhou, per la fornitura di batterie innovative. Serviranno alla produzione delle future elettriche bavaresi destinate all’Europa a partire dal 2025.

Si tratta di batterie di nuova generazione che garantiscono meno costi di produzione e una maggiore autonomia. Anche Eve Energy Co è pronta a realizzare, sempre a Debrecen, in Ungheria, un suo sito, visto che Bmw sta costruendo in quel territorio un impianto per auto elettriche.

E mentre la Commissione Ue non sa da che parte girarsi (in Portogallo ci sono enormi riserve di litio inutilizzate), la Casa Bianca ha deciso di concedere 7.500 dollari di credito d’imposta a chi acquista auto elettriche, ma solo se prodotte negli Usa e dotate di batterie “made in Usa”, escludendo così oltre il 70% dell’attuale offerta.

Il provvedimento è chiaramente in chiave anti-cinese (Catl ha comunque previsto un suo mega-impianto anche negli States). Le Case auto l’hanno presa male e la stessa Ue parla di “ingiusta discriminazione”, anche se ammette il problema delle “dipendenze eccessive dall’estero” in fatto di litio, nichel, cobalto e grafite. A Bruxelles idee per nulla chiare.

Auto elettrica usata: come evitare il salto nel vuoto

Auto eletttrica

Per molti conducenti, l’acquisto di un’auto elettrica usata è un salto nel vuoto. Sebbene i veicoli elettrici siano diventati sempre più popolari nell’ultimo decennio, molte persone non hanno idea di cosa cercare in un’auto elettrica usata. Questa guida preparata dagli esperti automobilistici di carVertical spiegherà come acquistare un veicolo elettrico di seconda mano senza problemi.

 

Vale la pena avere un’auto elettrica?

Con i prezzi del gas in aumento, l’acquisto di un veicolo elettrico può far risparmiare denaro a lungo termine. Sebbene l’elettricità non sia gratuita, le stime dicono che i conducenti in possesso di un veicolo elettrico possono aspettarsi di risparmiare fino a 1.000 dollari all’anno. Tuttavia, i prezzi dei veicoli elettrici nuovi sono ancora superiori a quelli delle auto normali, il che spiega perché l’acquisto di un veicolo usato possa essere un’opzione interessante.

 

Sorprendentemente, le auto elettriche usate sono spesso in condizioni migliori rispetto ai veicoli tradizionali, in quanto hanno un minor numero di parti mobili. Non c’è niente di peggio che comprare un’auto di seconda mano e poi investire un’enorme quantità di denaro in riparazioni. Tuttavia, i veicoli elettrici più vecchi hanno un grosso inconveniente: le prestazioni della batteria, che si traducono in una riduzione dell’efficienza. Con il miglioramento delle tecnologie, i nuovi veicoli elettrici possono spingersi oltre i loro antenati. Ciò significa che le persone che scelgono un’auto di seconda mano potrebbero doverla ricaricare più spesso.

 

Quanto durano le batterie di un veicolo elettrico?

Che si tratti di un’auto a benzina o di un veicolo elettrico, la batteria inizia a deteriorarsi nel tempo e non si può fare nulla per impedirlo. I cambiamenti di temperatura, le ripetute cariche e il chilometraggio elevato sono tra i fattori che riducono lo stato di salute della batteria. La maggior parte delle Case automobilistiche garantisce le batterie per 8 anni o 160.000 km. Se un veicolo ha superato questo limite, è probabile che le prestazioni della sua batteria saranno peggiori rispetto a un’auto nuova.

 

La salute della batteria dipende anche dal clima. Le batterie agli ioni di litio che si trovano nei veicoli elettrici non sono adatte alle temperature calde. Un veicolo usato proveniente dal Sud della Spagna potrebbe avere una capacità della batteria ridotta, mentre un’auto proveniente dai Paesi Bassi o dalla Germania potrebbe offrire ai conducenti prestazioni della batteria decisamente migliori.

 

Gli esperti di auto consigliano di controllare il rapporto sullo stato della batteria del veicolo elettrico prima di stringere la mano al venditore. Sostituire la batteria dell’auto è costoso, quindi è meglio assicurarsi che non sia usurata.

 

Infrastruttura di ricarica

Prima di acquistare un’auto elettrica, una cosa da considerare è l’infrastruttura di ricarica locale. Chi possiede una casa può caricare il proprio veicolo elettrico in garage o nel vialetto, ma chi vive in appartamento ha meno opzioni. La maggior parte delle città non dispone di un’infrastruttura di ricarica adeguata, quindi trovare una stazione può essere un vero grattacapo. Ci vogliono solo pochi minuti per riempire un serbatoio, ma può volerci fino a mezza giornata per caricare un veicolo elettrico.

 

I conducenti che vivono o lavorano lontano dalle stazioni di ricarica possono perdere molto tempo in attesa che la loro auto si ricarichi. Alcune aziende stanno già offrendo caricabatterie portatili per veicoli elettrici destinati a coloro che non hanno la possibilità di effettuare il collegamento alla presa di casa. Tuttavia, questi dispositivi ricaricano le batterie solo fino a un certo livello quindi, al momento, non sono una valida opzione.

 

L’importanza di controllare la storia dell’auto

 Ogni auto è diversa. Due veicoli identici dello stesso modello prodotti nello stesso anno possono essere in condizioni molto diverse. Stile di guida, incidenti e chilometraggio sono tra i fattori che gli acquirenti devono prendere in considerazione. Non tutti i conducenti sono sinceri e disposti a rivelare tutti i segreti della propria auto. Se un veicolo ha subito un incidente, il suo valore diminuisce. La maggior parte delle persone non vogliono investire in una macchina che ha subito un grave incidente, in quanto potrebbe non essere sicura da guidare e in futuro si potrebbero riscontrare problemi meccanici.

 

Alcune aziende, come carVertical, offrono un modo semplice per esaminare la storia dell’auto prima di effettuare un acquisto. Dopo aver inserito il VIN dell’auto, i potenziali acquirenti possono verificare se il veicolo ha subito incidenti, assicurarsi che il chilometraggio non sia stato contraffatto, controllare se l’auto è stata rubata e rivedere il suo storico di immatricolazioni. Controllare il VIN dell’auto permette anche agli acquirenti di avere qualcosa su cui far leva quando si negozia il prezzo.

 

Altre cose da considerare quando si acquista un veicolo elettrico usato

 Freni. Quando un veicolo usato non è in accelerazione, utilizza la frenata rigenerativa per rallentare il veicolo, riducendo così l’uso dei freni. Tuttavia, se i freni sono usurati, significa che l’auto è stata usata pesantemente e dovrebbe essere esaminata accuratamente.

 

Aggiornamenti software. I veicoli elettrici, come tutti gli altri sistemi, ricevono aggiornamenti software regolari. Gli sviluppatori correggono i bug noti e introducono nuove funzionalità per migliorare le prestazioni dell’auto. Tuttavia, le persone spesso posticipano gli aggiornamenti, quindi non è raro trovare un veicolo elettrico che funziona con una vecchia versione del software. Questo può suggerire che il proprietario non si stava prendendo cura della sua auto correttamente e in futuro si potrebbero avere problemi.

 

Manutenzione dell’auto. Non tutti i meccanici hanno la giusta formazione per lavorare con veicoli elettrici, quindi può essere difficile trovare un’autofficina affidabile. Gli esperti di veicoli elettrici raccomandano di attenersi alle concessionarie ufficiali, in quanto utilizzano parti originali e possono fornire una garanzia per il lavoro eseguito. Prima di acquistare un veicolo usato, i conducenti potrebbero voler verificare se tutte le riparazioni sono state effettuate in un’autofficina affidabile.

 

Mancanza di scelta. Mentre esistono migliaia di diversi modelli di auto a benzina e diesel, cosa completamente diversa è il mercato dei veicoli elettrici. La situazione sta lentamente migliorando, poiché le case automobilistiche stanno passando ai veicoli elettrici e il numero di modelli è in costante crescita. Tuttavia, il mercato dei veicoli elettrici usati è molto più limitato, quindi trovare un Suv o un camper familiare di 5-10 anni può essere complicato.

 

Acquistare il primo veicolo elettrico

Come con qualsiasi veicolo di seconda mano, ci sono alcune cose da considerare prima di acquistare un veicolo elettrico. Tuttavia, se l’auto ha una storia pulita e una batteria sana, è una buona idea passare all’auto elettrica. Sebbene molti conducenti siano ancora scettici circa l’acquisto di un veicolo elettrico usato, non c’è da preoccuparsi. Certo, è necessario portare il veicolo elettrico da un meccanico per un controllo approfondito prima dell’acquisto.

 

Codice e monopattini: partiti i corsi con UNASCA e Voi

Dopo due mesi di collaborazione tra UNASCA e Voi Technology, per l’integrazione nei corsi di guida di un modulo aggiuntivo sulla guida sicura dei monopattini, sono partiti i corsi pratici di guida dei monopattini nella città di Roma, nei pressi dell’Autoscuola Tiburtina Valeria. Il modulo di formazione sulla guida sicura dei monopattini elettrici in città è stato già integrato nei corsi di 244 autoscuole italiane, 70 delle quali a Roma, arrivando a interessare circa 2.000 corsisti romani, che hanno potuto formarsi e conoscere meglio le regole di circolazione e di parcheggio dei monopattini.

Prima di usufruire del modulo formativo, ai circa 2.000 corsisti è stato chiesto di partecipare a un test sulla conoscenza delle regole di circolazione e parcheggio dei monopattini in città. Dai risultati dei test ecco cosa è emerso.

Il 33% non conosce i requisiti che deve avere un monopattino per poter legalmente circolare sulle strade italiane (devono aver ottenuto l’omologazione CE ed essere dotati di frecce direzionali).

Il 33% non sa che è illegale circolare in monopattino sui marciapiedi e su qualsiasi tipo di strada urbana (possono circolare solo sulle strade il cui limite di velocità sia entro i 50 km/h, nelle aree pedonali, ovunque sia consentita la circolazione delle biciclette).

Il 31% non sa che può circolare in aree pedonali (pensa che sia vietato) ma che per circolare deve mantenere una velocità massima di 6km/h (che si riduce automaticamente nei monopattini in sharing).

Il 25% non sa che non è consentito parcheggiare i monopattini sui marciapiedi.

Un altro 25% di studenti non conosce cosa sia la distanza di frenata dei monopattini.

Lo stesso numero di studenti non sa cosa sia il tempo di reazione e che questo aumenta se si guida sotto l’effetto di sostanze alteranti.

A seguito dei test teorici, le autoscuole aderenti hanno fornito ai corsisti il modulo di formazione aggiuntivo che continuerà a essere distribuito da UNASCA per tutto il 2022, con la possibilità di testare le conoscenze acquisite attraverso la prima e unica scuola guida digitale e gratuita “Ride Like Voila”, sviluppata da Voi Technology. In fatto di sicurezza stradale, la formazione è l’unica soluzione efficiente per sviluppare una cultura della condivisione dello spazio pubblico tra pedoni e conduttori di differenti mezzi di trasporto.

Transizione energetica: dall’UE solo ipocrisie, e la Cina…

di Andrea Taschini, manager automotive

 

L’invenzione della transizione energetica europea, tra cui l’auto elettrica, sta mettendo a posto la coscienza degli europei, ma devastando interi Paesi asiatici.
Chi crede ancora che la riduzione dell’utilizzo degli idrocarburi farà cessare i conflitti in giro per il mondo si sbaglia, e la situazione in Myanmar (lo spostamento in questo Paese, da parte della Cina, dell’estrazione di terre rare con tutti i danni all’ambiente che ne conseguono)  è molto esemplificativa di tutta la falsità dello storytelling che circola in Europa a proposito di transizione.


La Cina ha a tutti gli effetti un atteggiamento predatorio
nei confronti dei Paesi limitrofi non diverso da quello che il mondo occidentale racconta di voler evitare: ipocrisie.
Sarebbe ora che l’Europa – e più specificamente la Commissione UE – rivedesse il piano di decarbonizzazione preso atto degli ingenti costi sia economici sia sociali per abbattere il 4,9% lordo delle proprie emissioni su base mondiale (al netto del problema tedesco) quando Cina e India, insieme, emettono il 50% del totale in forte e costante crescita.

Auto al sole: trappola mortale per il cane

Il caldo eccessivo unito all’alto tasso di umidità possono diventare una trappola mortale per i nostri compagni di vita a quattro zampe se non rispettiamo una serie di attenzioni e regole. Ogni estate, infatti, continuano a verificarsi casi di animali lasciati in automobile sotto il sole, nonostante le sentenze di condanna per comportamenti di questo genere.

LNDC (Lega Nazionale Difesa del Cane) Animal Protection ha già attivato tutte le proprie sezioni in Italia attraverso l’invio di una lettera ai Comuni al fine di sensibilizzare su questo attuale tema sia i cittadini, invitandoli a seguire buone regole e a segnalare tempestivamente situazioni di emergenza, sia i Comuni stessi, affiggendo appositi cartelli nelle piazze, parcheggi e supermercati della propria zona.

È importante ad esempio sapere che l’abitacolo dell’automobile, in estate, può diventare una vera e propria trappola mortale per un animale: in pochi minuti le temperature diventano così alte da poterne causare la morte, anche se il finestrino dell’auto rimane leggermente aperto e la macchina è all’ombra. Questa azione da parte del proprietario costituisce un reato penale, come definito da due sentenze importanti della Corte di Cassazione (sentenza n. 14250/14 e sentenza 175/2008, ai sensi dell’art. 727 del Codice Penale), che hanno condannato i rispettivi padroni per la sofferenza inflitta ai loro cani.

Forse non tutti sanno che cani, gatti, piccoli animali d’affezione e uccelli non possono sudare, per cui la loro termoregolazione avviene attraverso un sistema di raffreddamento ad aria durante il quale, grazie al respiro, disperdono calore. Inoltre è bene sapere che sono più predisposti al colpo di calore i cuccioli, gli animali anziani, le razze brachicefale come i bulldog e i gatti persiani, gli animali obesi e quelli affetti da malattie cardiocircolatorie e dell’apparato respiratorio.

In sintesi, quindi, ecco i 10 accorgimenti suggeriti da LNDC Animal Protection, da adottare in questa rovente estate per tutelare il benessere dei nostri animali di famiglia e quelli altrui.

1- Mai lasciare un animale da solo in auto: la temperatura all’interno dell’abitacolo può raggiungere in pochi minuti livelli fatali, anche con il finestrino aperto. Persino un’auto parcheggiata all’ombra può essere una trappola mortale nelle giornate particolarmente calde.

2 – Se vediamo un animale rinchiuso in un’auto, verifichiamo le sue condizioni generali. Se notiamo i sintomi di un colpo di calore bisogna intervenire rapidamente per evitare la morte dell’animale:contattate immediatamente le Forze dell’ordine e un veterinario reperibile. Se possibile, gettiamo acqua sul cane attraverso i finestrini se aperti.

3 – Come riconoscere un colpo di calore: inizialmente l’animale appare a disagio, irrequieto e ansimante, con un aumento della frequenza respiratoria e cardiaca. In seguito perderà lucidità e coordinazione e potrebbe barcollare o non riuscire ad alzarsi.

4 – Primo soccorso in caso di colpo di calore: in presenza dei sintomi da colpo di calore è necessario correre dal veterinario. Nel frattempo, spostiamo l’animale in un luogo fresco e ombreggiato e rinfreschiamolo applicando stracci bagnati con acqua a temperatura ambiente sul collo, sotto le ascelle e all’inguine. Queste misure comunque non sostituiscono il controllo urgente di un veterinario perché il colpo di calore può avere comunque conseguenze molto gravi.

5- Gli animali che vivono prevalentemente all’aperto o in giardino devono sempre avere accesso ad acqua fresca e pulita e la possibilità di ripararsi in una zona adeguatamente ombreggiata. Per quanto riguarda gli animali che vivono in appartamento, è consigliabile portarli in passeggiata la mattina presto e la sera, evitando le ore più calde in cui anche la pavimentazione cittadina è rovente.

6 – Andare in spiaggia è molto divertente anche per i cani, ma attenzione alla sabbia e all’acqua di mare che possono causare irritazioni della pelle. Sciacquare accuratamente con acqua dolce i nostri amici, facendo particolare attenzione ai polpastrelli.

7 – Quando giochiamo con il cane in spiaggia facciamo molta attenzione che non ingerisca sabbia e, in particolare, eventuali corpi estranei che possono nascondersi tra la sabbia: ami e lenze possono causare lesioni in bocca o agli organi interni, se ingeriti.

8 – Il pelo degli animali ha una funzione di protezione dal freddo ma anche dal caldo e dai raggi solari. Noi crediamo che la tosatura non sia necessaria ma, nel caso, assicuriamoci di lasciare una lunghezza sufficiente a proteggerli. È consigliabile utilizzare una crema solare ad alta protezione sulle estremità bianche degli animali, come le punte delle orecchie, in caso di esposizione al sole per prevenire scottature e la possibilità di sviluppare tumori.

9 – Durante tutta la stagione calda, applicare regolarmente un antiparassitario adatto alla specie e alla taglia (alcuni prodotti per cani possono essere letali per i gatti). Pulci e zecche possono veicolare moltissime patologie e, nel caso dei cani, le punture di flebotomi possono trasmettere la leishmaniosi. Per i soggetti più sensibili si possono scegliere prodotti naturali e senza controindicazioni a base di Olio di Neem.

10 – Le punture di insetto possono interessare anche i nostri amici con la coda e, in alcuni casi, causare reazioni allergiche e pericolose. Se notiamo un insolito gonfiore, arrossamento della pelle o prurito, contattiamo subito il nostro veterinario.

In caso di dubbi è sempre opportuno consultare il proprio veterinario di fiducia, senza dimenticare che è sempre consigliabile portare i propri animali di famiglia con sé in vacanza, ma nel totale rispetto delle loro essenziali esigenze e nell’ascolto dei relativi naturali bisogni.

Autovelox: in arrivo regole contro ogni abuso

di Simone Baldelli, presidente della Commissione d’inchiesta sulla tutela di consumatori e utenti, vicepresidente di Forza Italia alla Camera

 

Una buona notizia per gli automobilisti italiani: presto, se il Governo manterrà l’impegno che si è preso accogliendo il mio ordine del giorno al Decreto trasporti, nelle prossime settimane dovrebbero finalmente arrivare le nuove regole, attese da 12 anni e su cui il Governo stesso sta lavorando da mesi, sull’utilizzo degli Autovelox, anche per mettere fine alla brutta abitudine di molti comuni di usare queste apparecchiature in modo selvaggio, più a scopo di cassa che di sicurezza stradale, ad esempio nascondendole ai lati delle carreggiate.

 

Questo il testo dell’ordine del giorno accolto da Palazzo Chigi: “La Camera, premesso che da 12 anni manca una regolamentazione dell’uso dei dispositivi elettronici di controllo della velocità (Autovelox); da mesi il Governo sta predisponendo una bozza di decreto ministeriale su questo tema, impegna il Governo a depositare la bozza di decreto ministeriale presso la Conferenza Stato-città-autonomie locali entro il mese di agosto 2022″.

 

Polestar: ora tocca all’Italia

Nato da una costola di Volvo, il marchio Polestar è dedicato esclusivamente alla produzione di auto elettriche di fascia alta dove oltre alle prestazioni sono il design e la qualità dei materiali a fare la differenza.

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