Europa sempre più “cinese”: tappeto rosso (non a caso) anche ai big delle batterie

Tappeto rosso (non a caso) dell’Europa alla Cina. Non solo le auto, ma ora anche le batterie: il piano d’attacco all’Europa dei «big» cinesi continua. E Bruxelles? “Troppo spesso – avverte con colpevole ritardo Thierry Breton, commissario al Mercato interno, riferendosi alle materie prime necessarie per costruire le batterie dei veicoli elettrici, ma anche per le fonti energetiche rinnovabili – dipendiamo quasi interamente dalle importazioni, mentre la geopolitica delle catene di approvvigionamento è sempre più instabile”. Complimenti per la riflessione.

E così, se da un lato i gruppi europei dell’auto investono fior di miliardi per costruire le loro gigafactory (fabbriche di batterie), dall’altro, il colosso Catl, il più grande produttore al mondo, fa sapere che realizzerà in Ungheria un suo mega-impianto da 7,3 miliardi, il costo globale dei tre siti analoghi di Stellantis in Italia, Germania e Francia. Quello di Debrecen sarà il maggiore investimento estero di Catl e andrà a rafforzare l’altra sua fabbrica in Germania.

La super gigafactory cinese (capacità annuale di 100 gigawattora) sarà pronta entro il 2027. Catl, inoltre, assicura di utilizzare elettricità proveniente solo da fonti rinnovabili. Il presidente del colosso cinese, Zeng Yuqun, parla a giusta (per loro) ragione di “passo da gigante nella nostra espansione globale”.

Dalla Germania, intanto, il gruppo Bmw guidato da Oliver Zipse, presidente anche di ACEA, l’Associazione europea dei costruttori (su come ACEA ha affrontato il tema della transizione energetica ce ne sarebbe da dire…), ha siglato un accordo con Eve Energy Co, società con sede nel distretto cinese di Huizhou, per la fornitura di batterie innovative. Serviranno alla produzione delle future elettriche bavaresi destinate all’Europa a partire dal 2025.

Si tratta di batterie di nuova generazione che garantiscono meno costi di produzione e una maggiore autonomia. Anche Eve Energy Co è pronta a realizzare, sempre a Debrecen, in Ungheria, un suo sito, visto che Bmw sta costruendo in quel territorio un impianto per auto elettriche.

E mentre la Commissione Ue non sa da che parte girarsi (in Portogallo ci sono enormi riserve di litio inutilizzate), la Casa Bianca ha deciso di concedere 7.500 dollari di credito d’imposta a chi acquista auto elettriche, ma solo se prodotte negli Usa e dotate di batterie “made in Usa”, escludendo così oltre il 70% dell’attuale offerta.

Il provvedimento è chiaramente in chiave anti-cinese (Catl ha comunque previsto un suo mega-impianto anche negli States). Le Case auto l’hanno presa male e la stessa Ue parla di “ingiusta discriminazione”, anche se ammette il problema delle “dipendenze eccessive dall’estero” in fatto di litio, nichel, cobalto e grafite. A Bruxelles idee per nulla chiare.

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