Auto elettrica: ora il Governo adotti le misure opportune

di Rocco Palombella, segretario generale UILM

 

Dopo la decisione dei ministri dell’Ambiente dell’Unione europea sullo stop alla produzione di auto a combustione, benzina e Diesel, entro il 2035, è improrogabile l’assunzione di responsabilità da parte del Governo italiano con l’adozione di interventi urgenti e strutturali. Finora si è cercato di posticipare la data del 2035 non capendo che la transizione ecologica è già una realtà e che si deve agire immediatamente per far sì che questa sfida epocale sia un’opportunità e porti benefici al nostro Paese.

 

Sollecito quindi il Governo, per questo, ad aprire un tavolo di discussione concreto che porti a soluzioni effettive e risolutive‘. ‘Bisogna accelerare i tempi delle misure da mettere in campo, che prevedano la ridefinizione dell’intera filiera della componentistica, compresi i semiconduttori, una rete infrastrutturale presente in tutto il Paese, la piena salvaguardia occupazionale in tutte le realtà produttive e una riqualificazione professionale per i lavoratori che dovranno affrontare, in prima persona, questo cambiamento che rivoluzionerà il settore auto.

 

‘Non c’è più tempo da perdere è il momento delle scelte e noi siamo disponibili a confrontarci, come richiediamo da mesi, ma non ricevendo risposte chiare dal Governo.

Sicurezza stradale: giro di vite a Firenze, interviene il sindaco

 

L’Associazione Borgogni Onlus ha partecipato alla presentazione di una nuova campagna di comunicazione e sensibilizzazione dal titolo “Vita distratta, vita distrutta” che sarà lanciata a breve dal sindaco di Firenze, Dario Nardella. “Picco di violazioni, numeri impressionanti – ha spiegato il sindaco – che riguardano soprattutto la violazione dei limiti di velocità, il passaggio con il rosso e l’uso del cellulare. Nei primi sei mesi del 2022 ci sono più di 200 casi di persone che in città viaggiano ad almeno 120 chilometri orari, quasi 1.900 incidenti con 6 morti e oltre 1.200 feriti”.

 

Questi alcuni dei dati presentati a Palazzo Vecchio dallo stesso Nardella, che non ha usato mezze misure nel lanciare un vero e proprio “allarme” per quanto riguarda la sicurezza stradale. “Il 2022 rischia di essere un anno con il bollino rosso. Nel semestre appena concluso, i dati relativi alla guida sulle strade della nostra città sono terribili e preoccupano”. Numeri che hanno convinto il sindaco, insieme all’assessore alla Mobilità e Polizia Municipale, Stefano Giorgetti, e al comandante della Polizia locale, Giacomo Tinella, ad accendere un riflettore su questo tema prioritario per l’ammministrazione fiorentina. Presenti anche il direttore della Società della Salute, Marco Nerattini, e Valentina Borgogni, presidente dell’Associazione Gabriele Borgogni Onlus.

 

Le parole di Valentina Borgogni, presidente dell’associazione Borgogni Onlus, intitolata a Gabriele, fratello della fondatrice, scomparso in un incidente stradale causato da un automobilista in stato di ebbrezza: “I dati illustrati dal sindaco Nardella e dall’assessore Giorgetti ci devono far riflettere molto. Forse ci siamo illusi che fosse cambiato qualcosa, ma in realtà i numeri ci dicono che la diminuzione di incidenti coincide solo con i periodi di lockdown e restrizioni, dunque nessun miglioramento strutturale. Non vi nego che questi dati sono fonte di tristezza e di impotenza. Quella stessa impotenza che ho vissuto guardando morire mio fratello. Grazie anche alla nostra Legge sull’omicidio stradale, credo che negli anni sia passato il messaggio nella coscienza di ciascuno di noi che se bevi, per esempio, non devi metterti alla guida di un veicolo. Lo vediamo tutte le volte che andiamo nelle scuole e parliamo con i ragazzi. Ciò che invece ancora facciamo molta fatica è accettare il fatto che quando si guida dovremmo semplicemente prestare attenzione a quello che stiamo facendo: guidare. Passiamo molto tempo nel traffico e quello viene percepito da tutti come una perdita di tempo, per questo utilizziamo il tempo della guida per fare altro, per lo più metterci in pari con telefonate, messaggi, e-mail, fissare la cena, l’aperitivo. Quando invece, alla guida dovremmo prestare attenzione e concentrazione, anche in vista dei comportamenti altrui. Ecco, su questo approccio penso che abbiamo ancora tanto da lavorare e su questo chiediamo aiuto a tutti i fiorentini”.

Mobilità, energia: cambi di rotta in vista, anche se è tardi

 

Sono due, tra le tante, le cose che mi sconcertano e, soprattutto, mi mandano in bestia. La prima: sul piano UE “Fit for 55”, il cui obiettivo è quello di produrre solo auto elettriche dal 2035, si continua a procedere come se fossimo rimasti al 2019 (nessuna crisi energetica imminente, situazione geopolitica relativamente tranquilla e zero guerre ai confini dell’Europa, materie prime e microchip più o meno sotto controllo, come pure il caro vita). Poi ci sono piovute addosso la pandemia e un sacco di altre cose negative. In poche parole, il mondo è rapidamente cambiato in peggio. 


La seconda, invece, si può ricondurre al detto: “Prima fai scappare i buoi, quindi chiudi la stalla”. Proprio come sta accadendo con il problema energia, anche se non è la prima volta. Ora che l’Europa e soprattutto noi italiani siamo con l’acqua alla gola e basta un niente per farci affogare, ecco che a Bruxelles si svegliano e cercano goffamente di rinnegare le scelte sbagliate, dettate dall’ideologia e da interessi di parte, che ci hanno condotto a un nulla dal punto di non ritorno.

 

Ci voleva la presa di coscienza che prestissimo la Russia chiuderà per ritorsione i rubinetti del gas, rendendoci così conto di cosa voglia dire essere dipendenti in toto da altri, per far passare in sede europarlamentare l’atto delegato sulla tassonomia della Commissione che prevede l’inclusione di specifiche attività energetiche dei settori gas e nucleare nell’elenco delle attività economiche ecosostenibili.


La sveglia è dunque suonata ma, ahinoi, a tempo ormai abbondantemente scaduto.
Se si vuole seriamente affrontare il tema dei cambiamenti climatici (anche se , come afferma il professor Antonino Zichichi, “è la potenza del sole a decidere, con le attività umane responsabili solo del 5%”), allora si faccia di tutto per prendere le distanze da quella ideologia e da quel modo di fare politica responsabili di un disastro che stiamo vivendo e paghiamo salato con le nostra tasche.

Non è un caso che Greta e i suoi manovratori siano spariti dalla scena pubblica (coscienza sporca?). Restano, lancia in resta, le associazioni “taleban-green” che minacciano azioni legali contro Bruxelles sentendosi tradite. Insomma, da più parti ci si sta rendendo conto che la festa è finita e che si deve cambiare assolutamente rotta prima di essere travolti da uno tsunami che avanza a velocità supersonica.

 

Nel 2024, del resto, ci saranno le elezioni europee e toccherà ai nuovi parlamentari UE occuparsi delle conseguenze di decisioni illogiche e spinte dall’ideologia pura. Proprio in vista (e non è un caso) di questa scadenza, si sta ora cercando di correre ai ripari. I giochi, dunque, si starebbero riaprendo. Quello che valeva ieri non vale più oggi e soprattutto nel futuro prossimo. Anche e in relazione a un concetto strumentale e rischioso per l’economia di una mobilità unidirezionale. Ma il problema è che ci vorranno anni per riparare il danno fatto. Ecco la vera eredità che lasciamo alla “Next Generation EU”.

Davide Valsecchi: “Il futuro della F1 sarà la Formula E”

di Luca Talotta

Dici Davide Valsecchi e subito pensi alla Formula Uno su Sky Sport. Una delle voci giovani e nuove del palinsesto dell’emittente satellitare, da sempre ‘impallinato’ (parole sue…) di motori. L’abbiamo incontrato, cercando di capire da dove nasce questo percorso legato al mondo automotive e qual è la sua visione futura dello stesso.

Davide, com’è nata questa passione?

“Io sono sempre stato in fissa con i motori. Sono un classe 1987, avevo papà e i suoi amici che andavano a girare con i kart e io andavo a vederlo ogni tanto con mia madre. Un giorno mi hanno fatto provare, da lì è nato il mio amore per tutto quello che è un motore, mi piace subito qualsiasi cosa”.

La macchina più strana che ti è mai capitato di guidare?  

«Vivo in collina, ho avuto anche tante macchine scassate. Però, ricordo una macchina che da piccolino mi ha fatto sognare, quando facevamo le sfide sui prati e avevo una Marbella da rottamare. Avevo 13 anni ed è strano, se ci pensi, raccontare questo. Oggi i ragazzi di quell’età vanno e si fumano le canne, sono cambiati i tempi”.

Come stai vivendo il momento del mondo dell’automotive, con questa transizione verso l’elettrico?

“La vivo bene, anche se mi hanno venduto una cosa che non è quella che pensavo. Certo, in pochi anni diventerà tutto elettrico, ma ora? Ora non lo è. Comunque, se non vivi a Milano e ma in collina come me, non hai l’assillo della ricarica e funziona. Ma se vuoi andare al mare ti preoccupi perché se fai 300 km o hai un’elettrica delle più costose, o devi avere fortuna per le ricariche in autostrada. Di colonnine non ce ne sono ancora abbastanza”.


Hai un’auto elettrica?

“Ho una ibrida e ricarico di notte in garage, ma ho la fortuna di avere il garage. Al mattino la mia compagna può fare ciò che deve senza preoccupazioni. Però me l’hanno spacciato come se fosse il futuro. E poi mi rendo conto che cambiare la stazione di servizio dove mi fermo a far benzina per andare al mare in elettrico, non deve essere facile”.

Tu che giri tanto all’estero per lavoro, hai avuto modo di vedere come funziona fuori dall’Italia?

“Ci sono alcune città dove che ci sono tante, tante macchine elettriche. Bellissimo, ma a oggi non prevedo l’utilizzo per trasferimenti lunghi. Magari si inventano qualcosa di rivoluzionario, ma non mi è piaciuto il fatto che ce l’hanno passata come il futuro. Ecco, non siamo ancora organizzati per accogliere il futuro. Se non ammettiamo che ci sono dei problemi pratici…”.


E la Formula E?

“Macchinette che mi piacciono. Anche questo fatto di essere silenziosi lo considero un comfort poco replicabile. Però, ribadisco, abbiamo fatto un po’ troppo in fretta per le infrastrutture che abbiamo, questa è la mia sensazione”.


La futura Formula 1 sarà la Formula E?

“Per ora nel Motorsport tutto quello che è elettrico è di un livello bassissimo. Il futuro? Nel 2035 non si potranno più produrre auto a motore endotermico, quindi sì; il futuro della Formula 1 sarà per forza la Formula E”.

Non pensi ci potranno essere deroghe?

“Ma se noi tutti utilizzeremo macchine elettriche, non capisco perché lo sport, che è la massima espressione dell’automobilismo, debba rimanere alla preistoria con i motori che inquinano. Anche gli aeroplani saranno obbligati a inventarsi qualcosa, a diventare elettrici. Questa è la mia visione del mondo, ma magari una visione sbagliata. Però o tutto o niente, penso”.

Free2Move eSolutions: ricariche domestiche e digitali

di Roberta Pasero

 

Debutto sul circuito di Misano nel motorsport di eSolutions, satellite di Free2Move, con la sponsorizzazione di Smarteqfortwo Cup, il trofeo dedicato alle baby tutte elettriche by Mercedes-Benz.

 

Claudio Noferini, country manager Free2Move eSolutions, spiega il significato di questa partnership e, dalla pista alla strada, le tante soluzioni di ricarica offerti agli utenti da quelle domestiche a quelle digitali con la fuel card elettrica che consente di ricaricare da oltre 270mila colonnine in Europa. E anche il ruolo di Stellantis, con il 50,1% azionista di maggioranza di eSolutions.

Brembo Hackathon: chi ha vinto la prima edizione

Si è conclusa il 26 giugno scorso Brembo Hackathon, prima maratona organizzata da Brembo per ripensare il mondo della mobilità e trovare nuove soluzioni al di fuori dei processi di innovazione tradizionali, in linea con la sua vision “Turning Energy into Inspiration”. Per la ricerca di soluzioni digitali per il futuro della mobilità, tra le start-up si è aggiudicato la vittoria il progetto DAAV – un servizio di trasporto robotizzato per persone a mobilità ridotta in ambienti chiusi, con particolare attenzione agli aeroporti, con 20.000 euro.

 

Tra i progetti nati dai team creatisi dall’unione dei singoli concorrenti, che gareggiavano per lo sviluppo dell’ecosistema e dell’esperienza di guida di “Sensify” (il nuovo sistema frenante intelligente di Brembo, che integra l’intelligenza artificiale nel controllo indipendente delle quattro ruote del veicolo), il primo classificato è stato Distributed WAVE – il futuro della connettività in auto, un approccio innovativo alla comunicazione e ai veicoli che mescola il vecchio con il nuovo, che ha vinto 5.000 euro. Al secondo posto Interbrake – il sistema frenante efficiente con esperienza di guida personalizzata, che si è aggiudicato 3.000 euro e al terzo Safedrive – pacchetti assicurativi su misura grazie ai dati e all’intelligenza artificiale di Sensify, che ha ricevuto 2.000 euro.

 

I vincitori sono stati selezionati dalla giuria presieduta da Daniele Schillaci, amministratore delegato di Brembo, e composta da: Dino Maggioni, System GBU Chief Operating Officer di Brembo; Mauro Piccoli, Chief Marketing Officer di Brembo; Paolo Rezzaghi, IPR Manager di Brembo; Alessandro Monzani, Head of System Technical Development di Brembo; Antonio Squeo, Chief Innovation and Marketing – Commercial Officer di Hevolus Innovation; Paolo Crippa, Partner – Chief Patent Officer di Jacobacci & Partners.

 

“Desidero ringraziare tutti i partecipanti e i vincitori per gli ottimi risultati ottenuti al termine del primo Brembo Hackathon e gli sponsor per la collaborazione”, ha dichiarato Daniele Schillaci . “Questo primo evento ha visto la nascita di tante nuove idee, spunti e stimoli interessanti, che ci permettono di guardare al futuro della mobilità con rinnovata fiducia”.

 

I vincitori avranno adesso la possibilità di collaborare con Brembo, per vedere realizzata la loro idea. Il primo BREMBO HACKATHON ha visto la partecipazione di concorrenti italiani, ma anche francesi, indiani, bulgari, svizzeri, egiziani, iraniani, belgi, tunisini, pakistani, sloveni, ugandesi e olandesi, che si sono riuniti in team, composti da 3 a 6 persone ciascuno e che si sono sfidati in un’avvincente 44 ore non stop. L’evento si è svolto al Kilometro Rosso, uno dei principali distretti europei dell’innovazione.

“Tutto elettrico”: bene, tanti i benefici. Gli e-fuels? Inadatti

di Veronica Aneris, direttrice di Transport & Environment Italia

 

I governi europei hanno preso la storica decisione di porre fine alla vendita di auto e furgoni inquinanti. I trasporti sono la principale fonte di emissioni climalteranti e le automobili sono la parte più importante del problema. Quello del Consiglio Ue è un enorme passo avanti per la lotta al cambiamento climatico. Ne beneficeranno anche la qualità dell’aria, la nostra indipendenza dal petrolio e la possibilità di rendere i veicoli elettrici più accessibili.

 

Ora bisogna concentrarsi sulla capillare diffusione delle infrastrutture di ricarica, la riqualificazione dei lavoratori dell’industria automobilistica e la costruzione della filiera delle batterie sostenibili.

 

Non dovremmo perdere altro tempo prezioso sul tema degli e-fuels. I carburanti sintetici non sono soluzioni né adatte né utili per il settore automotive.

Crisi energetica: paghiamo la linea ideologica dell’UE

di Claudio Spinaci, presidente di UNEM

 

L’Assemblea generale di quest’anno arriva in un momento estremamente critico per il settore energetico. Una crisi annunciata che non nasce certo oggi e che la situazione in Ucraina ha solo acuito. Già a fine 2021 il prezzo del gas naturale era cresciuto di oltre il 400%, con aumenti più contenuti ma comunque significativi per petrolio (+24%) e carbone (+122%).

 

La crisi ucraina ha poi su inciso maggiormente sul petrolio. L’8 marzo il Brent ha toccato i 128 dollari al barile contro i 75 del secondo semestre 2021 (+70%). Ma il dato più significativo è l’importante effetto cambio sul barile che in euro, per la prima volta nella storia, ha superato quota 100. E non poteva essere altrimenti, perché la ripresa della domanda, tornata ai livelli pre-pandemia, si è scontrata con un’offerta carente che sconta i sempre minori investimenti complessivi in esplorazione e produzione di fonti tradizionali.

 

Le criticità del periodo si stanno riflettendo anche a livello nazionale, a partire dalla fattura energetica che quest’anno dovrebbe ammontare a 90 miliardi di euro, quasi il doppio di quella dello scorso anno e dei picchi del 2011-2012. Ciò è dovuto in larga parte al forte incremento dei costi del gas.

 

Il gas naturale, prima fonte energetica in Italia dal 2016, da settembre dello scorso anno lo è diventata anche in termini di esborso, superando la fattura petrolifera che storicamente costituiva invece la componente più rilevante. Quanto alla fattura petrolifera, nel 2022 dovrebbe attestarsi intorno ai 35 miliardi di euro (+77%), molto vicina ai valori correnti 2011-2012.

 

La crisi energetica, che sta colpendo l’Europa molto più degli Stati Uniti, nasce prima» dell’invasione russa dell’Ucraina «perché l’Europa ha trascurato la sicurezza energetica preferendo un approccio ideologico ed estremamente pericoloso.

 

Alla base di questi repentini aumenti gli squilibri preesistenti tra la domanda e l’offerta di energia che hanno rivelato tutte le fragilità della politica energetica dell’Europa che si è scoperta incapace di garantire approvvigionamenti sicuri e competitivi. Non si tratta di un problema congiunturale, come molti hanno sostenuto, ma strutturale e dunque richiede risposte di natura non solo emergenziale, ma soprattutto politiche di lungo termine che guardino con più attenzione al tema della sicurezza energetica, colpevolmente trascurata in questi ultimi anni.

 

Nella transizione energetica le politiche europee sinora hanno seguito logiche squisitamente ideologiche» ma «non si può pensare di marginalizzare tecnologie che oggi assicurano la copertura del fabbisogno energetico e il nostro benessere.

 

Il dibattito (e, cosa ancor più grave, le decisioni delle Istituzioni europee) sul “Fit for 55” pur proponendo obiettivi condivisibili, ci lega mani e piedi a un’unica tecnologia, quella elettrica, quando ci sarebbero alternative già disponibili, tra cui biocarburanti e più in generale i “low carbon fuel”.

 

Mercato: per gli incentivi ora un unico fondo

i concessionari mostrano cautela

di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor

 

Gli incentivi varati con il Decreto del 6 aprile e prenotabili sulla piattaforma del MISE dal 25 maggio hanno avuto un effetto molto modesto sulle immatricolazioni di autovetture in giugno che hanno fatto registrare un calo del 15% su giugno 2021, mentre nel mese di maggio il calo su maggio 2021 era stato del 15,1%. Molto negativo anche il risultato del primo semestre che chiude con un calo del 22,7% sullo stesso periodo del 2021 e che, se proiettato sull’intero anno, tenendo conto della stagionalità delle vendite, dà una previsione di 1.179.703 immatricolazioni per l’intero 2022, un livello veramente disastroso e in linea con quelli registrati alla fine degli anni ’60 del secolo scorso.

L’impatto quasi insignificante degli incentivi in giugno è dovuto a un complesso di ragioni. Innanzitutto per gli incentivi più graditi dal pubblico (cioè per quelli per le vetture ad alimentazione tradizionale con emissioni di CO2 da 61 a 135 grammi al chilometro) lo stanziamento previsto dal Governo si è esaurito completamente già il 13 giugno, ma la maggior parte delle circa 80.000 prenotazioni registrate sulla piattaforma si riferiscono a veicoli non in pronta consegna, ma che si spera siano disponibili nei prossimi mesi. Come è noto, infatti, tra i molti problemi che affliggono il settore dell’auto nella fase difficilissima che sta attraversando, vi è anche quello della carenza di componenti essenziali che ovviamente frena la produzione.

La seconda ragione del flop di giugno è il fatto che per gli incentivi alle auto con emissioni zero o particolarmente contenute di CO2 il numero di richieste è stato molto inferiore alle aspettative degli ecologisti. Per le auto con emissioni da 0 a 20 grammi di CO2 al chilometro ad oggi lo stanziamento di 209 milioni è stato utilizzato solo per il 13,1%, mentre gli 11 milioni messi a disposizione delle persone giuridiche per acquistare auto di questa fascia di emissioni da destinare al car sharing è stato utilizzato soltanto per il 2,1%. Ancora peggiore è poi la situazione per le auto appartenenti alla fascia di emissioni da 21 a 60 grammi di CO2 per chilometro. Per queste auto lo stanziamento di 213.750.000 euro riservato alle persone fisiche è stato utilizzato ad oggi per il 6,5%, mentre quello di 11.250.000 euro riservato alle persone giuridiche è stato utilizzato ad oggi soltanto per lo 0,7%.

È del tutto evidente che, dato il debutto infelice degli incentivi, la situazione del mercato automobilistico italiano appare ancora più grave di quanto si sia finora previsto. Un’importante conferma di questa situazione viene dall’inchiesta congiunturale mensile del Centro Studi Promotor di fine giugno da cui emerge che il clima di fiducia determinato sintetizzando le opinioni dei concessionari crolla a quota 18, che nella scala da zero a cento utilizzata è un livello infimo, mentre dalla stessa fonte emerge anche che la quota di concessionari che prevedono un peggioramento della situazione nei prossimi mesi passa dal 39% di maggio al 49% di giugno a conferma dell’ulteriore deterioramento delle prospettive.

Sarebbe ora auspicabile un immediato intervento del Governo per modificare il Decreto del 6 aprile che ha uno stanziamento inadeguato per sostenere le auto con emissioni di CO2 da 61 a 135 grammi al chilometro e uno stanziamento esuberante per le auto con emissioni da 0 a 60 grammi di CO2 al chilometro.

Senza modificare lo stanziamento complessivo, gli effetti del fallimento che si è già profilato potrebbero essere contenuti facendo affluire in un unico fondo comune alle vetture con emissioni da 0 a 135 grammi di CO2 al chilometro tutti gli stanziamenti oggi residui e prevedendo la possibilità di accedere agli incentivi alle persone giuridiche pure per utilizzazioni diverse dal car sharing. Quest’ultima misura potrebbe essere di grande utilità per le soluzioni elettriche o con livelli di emissioni molto basse dato che la propensione all’acquisto di auto di questo tipo delle persone giuridiche è superiore a quella delle persone fisiche.

Data la gravità della situazione per il mercato dell’auto, che non accenna a migliorare, ma che anzi potrebbe ulteriormente peggiorare con effetti catastrofici, si ritiene anche necessario che il Governo, oltre a ridisegnare il provvedimento sugli incentivi con le modifiche appena suggerite, intervenga nuovamente pure per aumentare in misura significativa lo stanziamento complessivo per sostenere il mercato dell’auto nel 2022.

Pininfarina: i primi 50 anni della “Galleria del vento”

Pininfarina ha festeggiato mezzo secolo di eccellenza nella ricerca aerodinamica ed aeroacustica. Compie, infatti, 50 anni, la prima “Galleria del vento” in Italia per l’effettuazione di test su vetture in scala 1:1, una delle soltanto sette presenti nel mondo. La galleria, inaugurata da Sergio Pininfarina nel 1972 a Grugliasco, alle porte del capoluogo piemontese, inizialmente  era stata pensata come mezzo per migliorare le prestazioni dei veicoli in termini di velocità massima e maneggevolezza.

 

Più tardi, tuttavia,  a causa della crisi energetica del 1973, ha assunto un ruolo diverso venendo utilizzata per ridurre i consumi studiando le caratteristiche aerodinamiche dei veicoli e l’avvento della mobilità elettrica, l’ha resa ancora più determinante nella ricerca di incremento dell’autonomia e del comfort interno. La Galleria  del vento Pininfarina è anche una delle poche gallerie del vento al mondo ad avere un sistema di generazione di turbolenza in grado di creare diverse condizioni di turbolenza controllata, associate a raffiche di vento, manovra di sorpasso, vento laterale e automobili in scia.il sistema di simulazione dell’effetto suolo, invece, permette di riprodurre più fedelmente le reali condizioni di movimento del veicolo

 

“La Galleria del vento – commenta l’ad di Pininfarina, Silvio Angori – ha dato alla nostra azienda un vantaggio competitivo considerevole essendo l’unica società di design ad esserne dotata. Nata come strumento con cui Pininfarina sviluppava i propri prodotti, oggi è diventata un asset strategico del gruppo ampliando la gamma di servizi offerti al mercato: un’attività che supporta altri settori oltre a quello dell’automotive, dai trasporti all’architettura, dalla nautica al design industriale”.