BreBeMi: prove generali della ricarica a induzione

di Roberta Pasero

C’è un’ Arena del futuro, nella Franciacorta lombarda, dove il futuro è già arrivato. Si tratta di una pista lungo l’autostrada A35 BreBeMi per la ricarica a induzione delle auto elettriche: le spire sotto l’asfalto trasferiscono
direttamente energia ai mezzi che viaggiano, senza più bisogno di ricariche alle colonnine.

Continue reading

Auto usate online: come scelgono gli Italiani

di Pierluigi Bonora

Il web come punto di riferimento anche per l’acquisto delle auto usate: 7 italiani su 10 le acquisterebbero online. Soltanto l’8% gli abitudinari del “se non vedo, non compro”. Il driver d’acquisto principale rimane il prezzo: 1 automobilista su 3 sceglie in base al costo. Sicurezza del pagamento e durata della garanzia prioritarie per il 54% del campione.

Continue reading

Stop auto endotermiche nel 2035: Italia pronta?

(Fonte: https://energia-luce.it/news/blocco-auto-combustione-2035-situazione-italiana-auto-elettriche/)

Dal 2035, se la norma passerà tutti i passaggi, sarà impossibile acquistare un’auto a combustione interna in tutta l’Unione Europea. La nuova misura dell’Unione Europea restringe le opzioni solo ai veicoli elettrici e quelli a idrogeno. Qual è però la situazione in Italia? Il nostro Paese si ritrova però ancora in difficoltà e al momento le infrastrutture per le auto elettriche sono ancora decisamente sotto-sviluppate. Questa norma rientra nel piano di azione Fit for 55, in cui si punta a ridurre le emissioni di anidride carbonica all’interno dell’Unione Europea. Il primo obiettivo è una riduzione del 55% entro il 2030, anche se il vero obiettivo a lungo termine è la neutralità per il 2050. Questo cambiamento è fondamentale e, nonostante sia molto ambizioso per le difficoltà che si riscontrano, è uno step decisivo per ridurre il più possibile l’impatto ambientale della nostra industria.

Questa misura però va ancora discussa dalla Commissione Europea e dal Consiglio Europeo, di conseguenza non ci sono ancora leggi o modalità in vigore attive al momento. Il provvedimento va a colpire però non solo le automobili, ma tutto il trasporto stradale, Vengono anche inclusi i furgoni e i mezzi professionali per trasporto stradale oltre che alle più discusse automobili private. La norma va inoltre a colpire tutti i mezzi a motore: Diesel, GPL, ibrido, benzina e metano.

Si andrà però a creare un eccezione per quelle automobili sportive prodotte da piccoli produttori fino al 2036, andando a salvare realtà di prestigio e orgoglio italiano come Ferrari e Lamborghini. Qual è la situazione del mercato automobile in Italia? Mancano ancora 13 anni alla data in cui questa norma dovrebbe entrare in vigore, ma l’Italia appare ancora decisamente impreparata per il 2035. Non si tratta semplicemente di un cambiamento di veicolo, ma è necessario installare infrastrutture per questa futura realtà che profuma più di una rivoluzione che un facile cambiamento delle auto attuali.

In Italia, infatti, nell’ultimo anno sono state vendute solo 67mila automobili elettriche e appena 10 a motore a idrogeno, su un totale di quasi un milione e mezzo, solo un 4,5% del totale. Questo porterà a una grande ricerca e dati per i motori elettrici installati sulle automobili ibride, ma queste saranno a loro volte vendute nei concessionari dal 2035.

Oggi le compagnie automobilistiche che producono auto elettriche sono ancora una minoranza e anche quando questo avviene sono spesso molto più care rispetto alle equivalenti a combustione rendendole di difficile sostenibilità. In Italia, inoltre, vengono preferite le auto di più piccole dimensioni con il motore elettrico rispetto a quelle di dimensioni più elevate

I costi delle auto elettriche: superiori, ma di quanto?

Ma perché ancora così poche automobili elettriche sono acquistate in Italia? Una delle cause è il prezzo. In alcuni casi il prezzo da pagare per un’auto elettrica è del 50% in più rispetto alla medesima auto a motore a benzina o Diesel. In media il prezzo di un auto elettrica parte dai 20.000 euro per i modelli più piccoli, economici e autonomia ridotta e può arrivare molto facilmente anche oltre i 90.000 euro. L’autonomia è infatti uno dei fattori che modifica maggiormente il prezzo. Le batterie nel pianale sono ancora estremamente costose da produrre, nonostante aziende come Tesla stiano proprio investendo per rendere più semplice ed economica la produzione.

Considerando poi che una ricarica è molto più lunga rispetto a un rifornimento di benzina, allungando i lunghi viaggi e, sapendo che auto elettriche a lunga percorrenza sono ancora molto costose, risulta un compromesso molto complicato da accettare quando si compra un nuovo veicolo.

L’infrastruttura per le auto elettriche in Italia

L’infrastruttura è un altro elemento che può far incontrare delle resistenze per i consumatori. Ci sono ancora poche colonnine di ricarica sul territorio italiano e raggruppate attorno alle principale strade e principali città italiane. Nelle aree meno densamente abitate o lontane dalle principali vie di trasporto invece è ancora complicato trovarne una o costringe ad attaccare la vettura a una presa elettrica casalinga, facendo aumentare il prezzo della bolletta.

Oltre a ciò anche il costo per kWh delle ricariche sta notevolmente aumentando. Il 57% di tutte le colonnine di ricarica si trova nel Nord Italia, il 23% nel centro (principalmente però nella città di Roma) e solo il 20% al Sud. In particolare: Lombardia 16% del totale, Piemonte 10% del totale, Lazio 10% del totale. Emilia Romagna 9% del totale, Veneto 9% del totale, Toscana 8% del totale

Guardando all’estero però la situazione si fa però ancor più complicata perchè al netto di Stati con superfici maggiori, l’Italia ha una sola colonnina ogni 100 km di strada. Cifra di molto inferiore rispetto ad altri Stati.

I ritardi di consegna delle auto elettriche

L’ultima difficoltà del momento, che si aggiunge a un quadro già non semplice, è che produrre un auto elettrica è più lungo, più complesso e sono necessarie infrastrutture che non tutti i produttori hanno, in particolare quelli italiani che sono costretti a inseguire. I tempi quindi per ottenere una vettura si allungano di molto e si sono registrati ritardi di mesi per le vetture elettriche dopo gli ordini. Particolarmente in difficoltà e la Volkswagen che nella sola Europa ha ordini arretrati di auto elettriche sono pari a 300.000 vetture.

In media per un auto elettrica sono necessari altri 5/6 mesi di attesa per tutti i principali produttori soprattutto con gli ordini via Internet.

AlixPartners: ecco il futuro prossimo dell’automotive

di Pierluigi Bonora

Svelato da AlixPartners, società leader nella consulenza, il “Global Automotive Outlook 2022”. Tanti i temi sviscerati insieme alle relative stime: mercati, investimenti, elettrico, materie prime, chip, lavoro, bilanci, fornitori, riconversione della filiera. In questo contesto il mercato italiano – atteso nel 2022 pari a 1,5 milioni di veicoli (-0,6 milioni e -28% rispetto al 2019) – è previsto in recupero a 1,8 milioni di veicoli nel 2025 (+19% ma inferiore di 0,3 milioni di veicoli rispetto al 2019).

Continue reading

“Tinghi Motors On Tour” in Toscana: guidare per scoprire

di Fabrizio Boschi

Come è bello il rumore che fa il silenzio. Premi il pulsante engine e non ti accorgi nemmeno che l’auto è in moto. Poi si parte e l’esperienza alla guida è identica a quella di un motore tradizionale, solo che questo è a emissioni zero. Completamente elettrico. Il 15 giugno 2022 la concessionaria Tinghi Motors di Empoli, fondata nel 1974, ha organizzato il primo tour ecosostenibile a bordo di Renault Zoe E-Tech electric per far provare a giornalisti e operatori del settore che cosa significa sostenibilità, in tutte le sue declinazioni, usando come cornice il magnifico territorio della Valdera.

Grazie ai partners Enegan, Empoli F.C. Femminile e Mobilize Share, il serpentone di auto del servizio di car sharing 100% elettrico del Comune di Empoli, Mobilize Share, marchio del gruppo Renault, erogato da Tinghi Motors è partito prima alla volta di Santa Croce sull’Arno, polo conciario nazionale dove si sono fermate al Dynamic Innovation Lab, un magnifico esempio di archeologia industriale recuperato e messo a disposizione della comunità come punto di incontro tra aziende che guardano al futuro con un’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità. Un punto di riferimento per la formazione, la consulenza, l’innovazione e la ricerca in ambito fashion. Perché non ci può essere innovazione senza sostenibilità, una parola vuota se non viene riempita di contenuti.

Da lì le auto si sono spostate in un luogo incredibile, quasi alieno, dove il tempo sembra essersi fermato, dove il brutto e il bello si incontrano e fanno sintesi. L’avveniristico impianto di trattamento e smaltimento rifiuti di Legoli, diventato oggi polo turistico e culturale sorto da una visione lungimirante del sindaco Renzo Macelloni e che permette oggi di ricavare risorse economiche ingenti per la progettazione infrastrutturale e gestionale di tutto il territorio del Comune di Peccioli. L’impianto è gestito da Belvedere Spa, la cui missione è quella di produrre energia dalla gestione dei rifiuti e di sostenere l’economia del Comune che può così vantare di progetti invidiabili come il parcheggio multipiano, il Palazzo senza tempo disegnato dall’archistar Mario Cucinella, una biblioteca domotica aperta H24, e varie opere d’arte sparse sul territorio. Qui hanno saputo trasformare un problema in opportunità. La discarica stessa è diventata un’opera d’arte, ammirata anche alla Biennale di Venezia, un centro culturale dove svolgere spettacoli. È l’arte che si mescola con un sito industriale. Un museo a cielo aperto in una discarica, che conta 2000 visitatori da inizio anno e che alcuni hanno scelto anche come luogo dove sposarsi.

 

Passando in auto per la panoramica via di Monti, le auto sono arrivate a Ghizzano, prima paese semi abbandonato e sconosciuto abitato da poche anime, adesso polo turistico di attrazione unico nel suo genere in Italia, denominato il “borgo colorato della Toscana”. Destinazione per gli appassionati d’arte contemporanea, il paese si distingue per una serie di “wall drawings”realizzati sulle facciate delle case della via di Mezzo, firmati da David Tremlett, lo stesso che ha colorato due muri della discarica. Anche questa per un’idea del Comune che ha saputo valorizzare il proprio territorio. L’artista inglese, osservando le morbide colline che circondano Ghizzano, scelse tra i colori il marrone e il verde. La visita a via di Mezzo è l’occasione per scoprire due ulteriori installazioni artistiche: “Elevatio Corpus” di Partrick Tuttofuoco e “Solid Sky” di Alicja Kwede.

Poi il centro storico di Peccioli, affascinante borgo medievale, con l’antica pieve e la torre campanaria che ne è il simbolo, insieme alla discarica e al Palazzo senza tempo. Annoverato tra uno dei Borghi più belli d’Italia, con un passato contadino di cui non si sono perse le tracce, Peccioli si distingue per idee, innovazione, divenendo oggi un fiore all’occhiello europeo di sostenibilità e creatività, candidato a città della Cultura 2024. Un vero e proprio laboratorio artistico a cielo aperto.

I partecipanti al tour di Tinghi hanno visitato il Royal Tea, a Fauglia, la più antica fabbrica di confezionamento di tè e tisane bio d’Italia. Visita alla produzione e degustazione per gli ospiti di tisane Toscane della filiera corta.

Infine, visita all’antica Villa Petriolo, un borgo ristrutturato nella campagna di Cerreto Guidi, uno dei cuori verdi della provincia di Firenze, territorio apprezzato per la caccia fin dai tempi dei Medici. La tenuta agrituristica rappresenta un modello unico di business ecosostenibile, ottenendo il premio di Best Sustainable Place 2021.

Luoghi caratteristici di una Toscana insolita, diversa dalle solite tappe di Siena e Valdorcia, ma molto apprezzata oggi a livello turistico per i suoi tesori artistici, culturali, enogastronomici e d’importanza per la sostenibilità ambientale.

Tinghi Motors, fortemente impegnata in iniziative che generano un valore per l’ambiente, l’economia e il territorio, è pioniera in Toscana e tra i primi in Italia con il lancio del car sharing 100% elettrico Mobilize Share ad Empoli. Con l’hashtag #tinghimotorsontour, il messaggio di “Tinghi Motors On Tour” è stato quello di essere su strada e sentirsi parte di un cambiamento, scoprendo realtà ecosostenibili del territorio assieme al piacere della guida di un’auto elettrica veloce, silenziosa, moderna, una nuova tecnologia di mobilità più vicina allo sviluppo sostenibile del pianeta e dell’economia.

Autotrasporto: il Governo non perda tempo

di Luca Sra, delegato ANFIA per il trasporto merci

I dati di vendita di maggio mostrano un mercato degli autocarri in lieve ripresa rispetto alla forte contrazione del mese  precedente – ma con un bilancio comunque negativo sul dato aggregato dei primi cinque mesi del 2022 raffrontati con i dati dell’anno precedente. Queste dinamiche sono fortemente influenzate dal perdurare delle attuali tensioni geopolitiche ed economiche  e delle loro ripercussioni sul settore. In particolare, il costante aumento dei prezzi dei carburanti ha ormai più che compensato i primi interventi che all’inizio dell’anno il Governo ha posto in essere a tutela dell’autotrasporto: risultano particolarmente  penalizzate infatti le tecnologie più pulite, necessarie alla decarbonizzazione del settore, soprattutto il GNL e la sua versione rinnovabile. È importante, quindi, che le istituzioni accolgano le richieste di intervento a sostegno del comparto dell’autotrasporto e della sua transizione ecologica, rinnovando il proprio supporto per le alimentazioni alternative attraverso misure quali, ad esempio, la rimodulazione  dell’attuale livello di rimborso dei pedaggi autostradali riconosciuto alle imprese del  settore.

Ferrari, ti prego non mollare pure tu

di Cristiano Donelli, policy advisor – European Parliament

Di fronte al piano industriale verso il 2026 appena presentato si può dire che la Casa di Maranello risponde prontamente alle sfide che vengono imposte dall’alto, allo stesso tempo senza snaturarsi e abbandonare la propria tradizione. Ha destato scalpore al Parlamento Europeo, all’interno del malaugurato voto che prova a far terminare la lunga vita dei motori endotermici, il cosiddetto emendamento “salva Ferrari” quasi fosse un’onta difendere una delle più iconiche aziende italiane e per estensione europee.

Non tutti perché ce ne sono tanti nelle istituzioni europee che vogliono punire l’eccellenza e la bellezza, soprattutto se si parla di automotive e ancora di più se si parla di Italia, ma in maggioranza col voto hanno giustamente voluto dare la possibilità ad aziende come Ferrari che producono meno di 10mila auto l’anno di avere tempistiche più corrette per procedere a una transizione.
La fiducia dei parlamentari europei, insieme ai governi nazionali co-legislatori anche per le normative sulle emissioni delle automobili, è stata subito ripagata perché il piano prevede modelli elettrici a breve e una ottima percentuale sul totale ad arrivare al 2030. Allo stesso tempo, però, l’intelligenza flessibile e concreta tipica italiana, che non deve mai dimenticare il lascito morale del “Drake” Enzo Ferrari, prevede non si dica che dal 2035 o quando mai si abbandoneranno totalmente i motori termici.
I motori V12 dovranno continuare a mostrare maestria tecnica inarrivabile e far sentire il loro inconfondibile rombo, in tutto il mondo, come una firma indelebile del genio italiano. Di utilitarie che andranno a pile elettriche ce ne saranno tante, di Tesla squadrate e standardizzate magari qualcuna in più se ne venderà quando costeranno meno, ma il Cavallino rampante dovrà sempre distinguersi e tutti quelli che avranno agibilità decisionale dovranno ricordarselo nel momento che serve.

Si parla qui di magnifiche automobili, ma si potrebbe estendere il concetto a tanti oggetti che la nostra capacità ci ha regalato negli anni, vediamo di non farcele togliere sotto mano da chi vuole imporre il socialismo dei giorni nostri. Per ora con la Ferrari siamo salvi, se ci molla pure quella saremo finiti e non avremo nemmeno più la possibilità di sognare ad occhi aperti vedendola e sentendola passare.

E intanto che scrivevo questi pensieri mi chiedevo: Greta avrà preso la patente…? Con i soldi che ha fatto negli anni grazie ai suoi manager e genitori che l’hanno ben indirizzata potrebbe tranquillamente comprarsi una fiammante Purosangue, inquinando in maniera impercettibile e dimostrando finalmente a tutti i suoi fan quali sono i valori di una vita che merita di essere vissuta.

Tutto elettrico dal 2035: una sfida da vincere

di Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile

Il 10 dicembre del 2021 il Comitato interministeriale per la transizione ecologica aveva detto che come Italia si puntava al 2035 come data ragionevole. Se parliamo di automotive –  quindi anche di moto, auto, furgoni, Tir, autobus – stiamo spingendo per la sostituzione di mezzi inquinanti e qui l’Italia ha una grande possibilità di attirare aziende.

È una sfida molto complessa, ma dobbiamo dotare il nostro Paese della capacità di vincerla. La scelta che abbiamo davanti non è solo economica, ma anche sociale e ambientale.

Ambrosetti-Erion: forte criticità materie prime

L’Italia “rischia sull’approvvigionamento di materie prime critiche (CRM – Critical Raw Materials) essenziali per lo sviluppo di settori ritenuti strategici per l’economia del Paese» anche per la forte dipendenza dalla Russia sulle forniture per 107 miliardi di euro. È quanto emerge dallo studio di The European House – Ambrosetti, commissionato da Erion – il più importante Sistema multi-consortile italiano di Responsabilità Estesa del Produttore per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici.

La produzione industriale italiana dipende, infatti, per 564 miliardi di euro (pari a circa un terzo del PIL al 2021) dall’importazione di materie prime critiche extra-UE. Da Mosca il nostro paese dipende per la fornitura di Palladio (35%), Rodio (33%), Platino (28%) e Alluminio primario (11%). Nello specifico, nel nostro Paese, ben 26 CRM su 30 sono indispensabili per l’industria aerospaziale (87% del totale), 24 per quella ad alta intensità̀ energetica (80%), 21 per l’elettronica e l’

automotive (70%) e 18 per le energie rinnovabili (60%).

Un settore, quest’ultimo che con la transizione ecologica ed energetica è destinato a forti potenziali di crescita della domanda di materie prime critiche, essenziali allo sviluppo dell’industria dell’eolico, del fotovoltaico e della mobilità elettrica.