di Pierluigi Bonora
Solo auto elettriche dal 2035, ma un’apertura condizionata alle altre tecnologie con riesame della materia nel 2026. Il Consiglio dell’Ue ha trovato un accordo sull’orientamento per quanto riguarda il pacchetto “Fit for 55”. Raggiunta, di fatto, dopo ore e ore di discussione, l’intesa sul pacchetto di misure green che prevede, tra l’altro, la riduzione del 100% delle emissioni di CO2 entro il 2035 per auto e furgoni nuovi, quindi lo stop alla vendita di vetture a benzina, Diesel, ibride, Gpl e metano entro quell’anno.
Su richiesta di Paesi tra cui Germania e Italia, l’Ue-27 ha anche convenuto di considerare un futuro via libera per l’uso di tecnologie alternative come carburanti sintetici o ibrido plug-in se capaci di raggiungere la completa eliminazione delle emissioni di gas serra. I ministri europei dell’Ambiente hanno anche approvato una proroga di 5 anni dell’esenzione dagli obblighi di CO2 concessa ai produttori cosiddetti di nicchia, ovvero quelli che producono meno di 10.000 veicoli sino a fine 2035. Il cosiddetto “emendamento Ferrarì” andrà a beneficio, in particolare, dei marchi del lusso. Il dossier passerà ora alla negoziazione con i membri del Parlamento europeo.
Stop ai motori endotermici, dunque, e mini apertura alle tecnologie alternative. Resta da vedere se i costruttori decideranno di continuare a investire su queste opzioni visto il rischio che poi l’Ue possa bocciarle del tutto. Da sottolineare anche la profonda spaccatura creatasi tra il ministro alla Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e la base verde e ambientalista.
E adesso cosa succederà? L’occupazione? I fornitori? I consumatori? “La Cina vedrà le porte dell’Europa spalancarsi alle sue vetture elettriche a basso costo”, la previsione del general manager automotive Andrea Taschini. E le materie prime? La nuova mono-dipendenza in fatto energetico? Il ritorno del carbone? Ascoltate questa chiacchierata con l’esperto Andrea Taschini su quello a cui si potrebbe andare incontro