“Tutti in elettrico”: oggi Strasburgo in vena di autogol  

di Pierluigi Bonora

Abbiano intercettato l’on. Paolo Borchia, europarlamentare della Lega che si occupa di Ricerca, Energia e Trasporti, poco prima che lasciasse il suo ufficio di Strasburgo per recarsi nell’Aula dell‘Europarlamento (edificio che si nota alle sue spalle) per la votazione sul piano “Fit for 55” che, per l’automotive, vuol dire tutti in elettrico dal 2035.

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“Green” è solo di sinistra: parola di Letta

Tutto viene politicizzato: immigrazione, uomini e donne, guerre, religioni, referendum e, da un po’ di tempo, anche l’ambiente. Veramente disarmante. Non è più possibile dire il proprio legittimo pensiero che si viene subito etichettati in un modo o nell’altro. Sempre più disarmante.
 
A proposito del piano Ue “Fit for 55”, che proprio oggi, 7 giugno, affronta il voto plenario a Strasburgo (l’obiettivo è di farci andare tutti su macchine elettriche dal 2035; ma anche prima, se la svolta passasse in via definitiva alla conclusione dell’iter), Enrico Letta, segretario del PD, ieri ha twittato quanto segue: “Questa settimana il Parlamento Europeo farà un voto storico. Che peserà sulle future generazioni. Voterà il Fit For 55, il piano europeo di riduzione delle emissioni. Noi voteremo SÌ. In nome della sostenibilità. Cosa faranno i partiti di Salvini e di Meloni?“.
Come a dire: “E’ così e basta”. In caso contrario, senza ascoltare ragioni e preoccupazioni sulla sostenibilità economica e sociale di certe decisioni, chi voterà NO sarà contro l’ambiente, un procacciatori di CO2 e un inquinatoreLetta è comunque solo da ringraziare per quel tweet: infatti, ha certificato una volta per tutte il modo di agire, suo e del PD stesso: politicizzare in modo strumentale qualsiasi battaglia.
 
Ma se, come è più che probabile, passasse – ahinoi – il piano “Fit for 55”, i primi a ringraziare Letta & C. saranno proprio coloro che stanno per pagare sulla loro pelle gli effetti di scelte sbagliate e all’insegna dell’ideologia pura. E chi se ne importa di tutti gli allarmi lanciati dalle imprese e dei rischi evidenziati ai vari livelli (energia, accelerazione sul piano sconsiderata, infrastrutture al palo, “cinesizzazione” del settore, ecc). Grazie, Letta, avanti così, anche in virtù di una mobilità veramente “democratica”. Lo dice il nome del suo partito, del resto.

Autotrasporto: credito d’imposta sul GNL sterilizzato

di Luca Sra, Delegato ANFIA per il trasporto merci

Il mese di aprile ha registrato una forte contrazione del numero delle immatricolazioni di veicoli industriali rispetto al pari periodo 2021, un andamento su cui continuano a influire negativamente le tensioni geopolitiche, nonché le difficoltà nella gestione delle supply  chain e l’aumento sostanziale dei costi dell’energia e dei carburanti, in particolare del  gas naturale. Per quanto concerne in particolare questa tipologia di alimentazione, infatti, nonostante la decisione da parte del Governo di riconoscere per quest’anno un credito d’imposta del 20% sul costo del GNL per l’autotrazione – misura accolta con  favore da tutto il settore – negli ultimi mesi il prezzo del gas naturale liquefatto ha raggiunto livelli tali da sterilizzare l’impatto del credito d’imposta, penalizzando gli imprenditori che hanno investito su veicoli sostenibili.

 

Per questo, si rende necessario valutare di intraprendere nuove azioni in supporto di un carburante che – in particolar  modo nella sua configurazione rinnovabile, il biometano – gioca e giocherà un ruolo  fondamentale nella transizione ecologica del settore dell’autotrasporto. Tra le misure possibili, si invita a considerare la rimodulazione dell’attuale livello di rimborso dei pedaggi concesso alle imprese dell’autotrasporto a favore dei veicoli ad  alimentazione alternativa, così come riconosciuto dalla normativa europea.

 

Chip: la “bacchetta magica” tedesca

di Pierluigi Bonora
 
Dalla Germania arrivano segnali positivi sui microchip, la cui carenza da mesi sta rallentando e bloccando le fabbriche di auto e veicoli industriali. Mercedes-Benz, Daimler Trucks, Bmw e Volkswagen – come riferisce l’agenzia “Bloomberg” – sarebbero prossimi a riprendere a sfornare veicoli a pieno regime. Una possibile svolta che coincide con la discussione, a Bruxelles, sul «tutto elettrico» dal 2035. Resta però da vedere se per gli altri “big”, tra cui Stellantis, che comunque sono riusciti a gestire il problema, vale la stessa indicazione ottimistica. Diverso, per esempio, è l’atteggiamento in Volvo Trucks dove si attende un impatto negativo dal problema sulla produzione del secondo trimestre.
 
Singolare, comunque, che fino a ieri tutte le Case erano nel panico proprio per la mancanza di semiconduttori e altre materie prime, e ora – invece, almeno quelle citate – tendono a gettare acqua sul fuoco. Una strategia di comunicazione mirata e indirizzata a Bruxelles allo scopo di ribadire, per esempio, che “noi siamo prontissimi alla svolta elettrica e anche il caso della mancanza di chip presto potrebbe risolversi”? A essere maliziosi, il ragionamento starebbe in piedi, visti i fiumi di miliardi già investiti e previsti dai costruttori sull’elettrico. Ormai non c’è più da meravigliarsi di nulla.
 
Proprio nei giorni scorsi, in proposito, il colosso taiwanese dell’elettronica Foxconn, tra l’altro partner di Stellantis, aveva annunciato di «vedere una seconda parte di 2022 più serena dal punto di vista dell’approvvigionamento di semiconduttori», grazie anche all’allentamento dei blocchi nelle fabbriche in Cina, chiuse per i contagi da Covid-19. Tutto ok, ma perché a reagire subito all’unisono sono stati solo i “big” tedeschi?
 
E’ doveroso rammentare che la crisi dei microchip, per lo più prodotti a Taiwan (area strategica e nel mirino della Cina) e dintorni, era esplosa a causa della pandemia da Covid-19 e i lockdown collegati, cogliendo in contropiede i costruttori che non avevano programmato le opportune scorte. 

Raccontare la mobilità sostenibile in piazza a Catania

di Luca Talotta

Come si fa a raccontare la mobilità sostenibile? Una domanda che spesso in molti mi fanno e alla quale, ancora oggi, faccio fatica a rispondere. Non si può raccontare, è un concetto astratto. O meglio, è un’abitudine, un’idea, qualcuno direbbe un’ideologia (a torto o a ragione?). Di certo, come fai a raccontare un qualcosa che non è tangibile?

Io, comunque, ho provato a farlo. Recentemente sono stato a Catania, ospite del Giro-E, il Giro d’Italia con le biciclette a pedalata assistita. E lì, nella centralissima Piazza Duomo, abbiamo provato a raccontare che cos’è la mobilità sostenibile. È stato difficile? Per nulla. È stato impegnativo? Molto. Perché le persone hanno fame di sapere, sono curiose, vogliono scoprire cosa le riserva il mondo di oggi. Ma, spesso, non s’informano o lo fanno in modo parziale.

Quello che le persone non sanno (e le aziende non raccontano)

Un esempio su tutti. Durante il mio intervento, un utente ha chiesto: «Mi scusi, ma l’ibrido secondo lei è inquinante?». E io: «Beh, dipende dalla tipologia di ibrido». Risposta alla quale è seguita un’altra domanda: «Ma perché, quanti tipi ne esistono?». Ecco, questo è un esempio di quello che bisognerebbe fare oggi: andare nelle piazze e spiegare che sì, esistono diversi tipi di ibrido. Che il full hybrid è diverso dal plug-in hybrid che è ancora diverso dal mild hybrid. Paroloni che, messi lì così, se non vengono spiegati nella loro totalità servono a poco. Bisogna educare le persone, formarle, ma allo stesso tempo attirarle con modi di esporre semplici, chiari e concisi. E, perché no, parlare anche degli aspetti negativi della mobilità sostenibile.

Incentivi: bene, ma bisogna fare di più

di Andrea Cardinali, direttore generale di UNRAE

L’avvenuta pubblicazione del Decreto sugli incentivi, a tre mesi dall’annuncio, è finalmente una buona notizia, ma non sufficiente a far ripartire velocemente il mercato, anche perché non sono ancora disponibili tutti i chiarimenti operativi necessari per orientare correttamente i concessionari.

Inoltre, rimane ancora fermo il limite di 180 giorni dalla firma del contratto per  l’immatricolazione, invece dei 300 giorni chiesti dall’intero settore per ovviare alla carenza delle  forniture di microchip, creando il rischio concreto di disguidi e contenziosi.
Peraltro, la riduzione del limite massimo al prezzo di listino per usufruire degli incentivi, che penalizza drasticamente i veicoli elettrici, riduce la scelta dei consumatori a un numero  inferiore di modelli: una decisione che riduce l’efficacia del provvedimento nei suoi aspetti fondamentali, sia come sostegno al settore automotive, sia come accelerazione del processo di transizione energetica del parco circolante.

ANCMA: rinnovata la governance

Foto: Il presidente Paolo Magri

ANCMA aggiorna i propri organi di governo. L’assemblea annuale dell’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori ha infatti eletto i nuovi membri del proprio Consiglio Generale. Entrano in carica William Armuzzi (Honda Motor Europe), Davide Brambilla (Trek Bicycle Srl), Ezio De Carlo (Decathlon Produzione Italia Srl) e Stefano Gianotti (Kmi Srl).

 

Confermati Franco Acerbis (Acerbis Italia Spa), Fabrizio Corsi (Yamaha Motor Europe), Cristiano De Rosa (De Rosa Ugo E Figli Srl), Gianfranco Nanni (Askoll Eva Spa), Massimo Panzeri (Atala Spa) e Tommaso Telaro (Ktm Sportmotorcycle Italia Srl).

 

Nomi che si affiancano ai responsabili dei gruppi merceologici: Andrea Buzzoni (Triumph Motorcycles Srl) per il gruppo moto, Stefano Casalin(Casalini Srl) per i quadricicli,Gary Fabris (Five Srl) veicoli elettrici, Matteo Fossati (B2c Innovation Spa) servizi,Fabio Frattini (Suomy Motorsport Srl) caschi, Mario Meyrat (Amg Spa) parti bici eAndrea Saporetti (Società Generali Ricambi) per le parti moto.

 

Il presidente Paolo Magri ha poi nominato Mariano Roman di Fantic Motor Spa vicepresidente dell’associazione.

Dopo aver approvato all’unanimità il Bilancio Consuntivo dell’esercizio sociale del 2020 e quello del 2021, l’assemblea ha rinnovato inoltre i Probiviri, che diventano Marcello Doniselli (Doniselli Velo Moto Srl), Enrico Pellegrino (Mv Agusta Motor Spa), Mario Schiano (Mario Schiano Srl), Sgorbati Diego e Marco Taschin(Nolangroup Spa), e il collegio dei revisori.

Motus-E: l’Ue decida sullo stop a benzina e Diesel

francesco naso

di Francesco Naso, segretario generale di Motus-E

È attesa sul fatto che il 7 giugno prossimo il Parlamento europeo decida a favore dello stop alla vendita di auto a benzina e Diesel a partire dal 2035, fissando un traguardo storico per l’Europa e l’Italia e facendo attenzione a sostenere la filiera in una giusta transizione. Se è vero che il mercato oramai guarda alla batteria, è anche vero che fissare una data per lo stop alle vendite di vetture endotermiche sarebbe un importante segnale per cittadini e imprese. 

 

Ma il 7 giugno il Parlamento europeo voterà anche sull’utilizzo dei carburanti sintetici, cosiddetti e-fuels. Sono carburanti innovativi, ancora nella fase di ricerca e sviluppo. Questi potrebbero realmente supportare la transizione energetica, ma non sono centrali per il tema della CO2 Regulation dei veicoli leggeri, dal momento che non esiste un controllo sui carburanti che scelgono di utilizzare gli acquirenti delle vetture.

 

I combustibili sintetici, per esempio, si potrebbero adottare per alimentare le auto a combustione interna del parco circolante restante e per decarbonizzare i settori navali e il settore aeronautico, ma utilizzare questo tipo di carburanti per le nuove auto, risulterebbe poco efficiente da un punto di vista energetico, dal momento che lo sviluppo richiede una grande quantità di energia rinnovabile, più costoso e anche più impattante rispetto all’elettrificazione, come sottolineato dal rapporto “Decarbonizzare i trasporti – Evidenze scientifiche e proposte di policy” del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili e dal report “Analysis of electric car lifecycle CO2 emissions” di T&E.

 

Dobbiamo utilizzare le migliori risorse nella maniera migliore possibile: per i veicoli leggeri, come auto e furgoni, l’elettrificazione è già la risposta più efficiente alle esigenze di decarbonizzazione e sostenibilità dei trasporti.