LoJack: flotte ibride ed elettriche più “smart”

Le vetture ibride ed elettriche si stanno facendo strada nel mondo delle flotte aziendali che si candidano a trainare la transizione ecologica del parco circolante italiano. Il solo noleggio rappresenta oggi il 30% delle immatricolazioni elettriche e il 47% di quelle ibride plug-in. Per venire incontro alle nuove esigenze dei fleet e mobility manager e dei driver di auto aziendali alla spina, LoJack, Gruppo CalAmp, società leader nelle soluzioni telematiche per la mobilità e nel recupero dei veicoli rubati, ha arricchito di nuove soluzioni hi-tech l’innovativa piattaforma di Fleet Management iOn.

L’assoluta novità riguarda proprio la gestione degli e-vehicles: accedendo alla piattaforma il gestore della flotta può oggi facilmente visualizzare lo stato di carica delle batterie dei singoli veicoli in flotta, segnalato con differenti colori (oltre il 50% di carica con il verde – dal 26% al 49% con il giallo – sotto il 25% con il rosso), e quindi è in grado di organizzare al meglio gli spostamenti dei veicoli in flotta oppure di indirizzare le vetture con urgenza verso la necessaria ricarica. Il monitoraggio si estende anche ai veicoli ibridi plug-in, per i quali viene fornito, oltre al livello di carica della batteria, anche lo stato di carburante nel serbatoio, in modo da poter calcolare al meglio l’effettiva capacità di percorrenza del veicolo prima del nuovo rifornimento.

Ulteriore funzionalità, particolarmente apprezzata, riguarda la possibilità di impostare messaggi di alert per il fleet manager e/o per il driver, da ricevere quando lo stato di carica della batteria supera il livello di guardia e quindi il veicolo necessita di una pronta ricarica.

La seconda novità per il mondo delle flotte riguarda il sistema intelligente di gestione degli incidenti CrashBoxx, ora integrato nella piattaforma iOn. Un tool di immediata consultazione che permette alle società di noleggio e ai fleet manager di essere informati istantaneamente sui sinistri che vedano coinvolti le auto del proprio parco. Dalla piattaforma è possibile ricevere le informazioni e i dettagli sull’evento, inclusa una mappa che mostra la localizzazione dell’incidente e le indicazioni sul livello di gravità (da molto leggero a molto pesante) dello stesso. Un elemento, questo, che consente al fleet manager oppure alla centrale operativa LoJack (attiva ogni giorno h24) di poter valutare ogni singolo episodio in base alla sua reale gravità, contattando il driver e attivando i necessari soccorsi meccanici o sanitari. La particolare flessibilità della piattaforma consente anche di prevedere alert, chiedendo ad esempio di ricevere via sms quelli che informano di eventi più gravi e via email quelli di entità più leggera.

“Sempre più spesso ci confrontiamo con fleet manager che hanno scelto di inserire veicoli ibridi ed elettrici nella propria flotta e che quindi si trovano a gestire punti di forza e criticità delle nuove alimentazioni alternative – ha evidenziato Massimo Braga, direttore generale di LoJack Italia -. Per supportarli nella transizione ecologica del proprio parco abbiamo deciso di integrare la nostra innovativa piattaforma iOn di funzionalità che consentano di gestire al meglio uno degli aspetti più critici connessi all’uso di queste vetture, l’autonomia. Attraverso una soluzione flessibile e adattabile alle specifiche esigenze della singola flotta, consentiamo di organizzare al meglio gli spostamenti dei veicoli elettrificati, supportando anche il driver verso un utilizzo più smart anche dei veicoli a basse emissioni”.

Anomalya (Sly Garage Factory): la vedette alla “Rievocazione del GP di Lucca”

 

Il team Sly Garage Factory, creatore della supercar Anomalya, già presente al Grand Hotel Des Anglais durante il Festival di Sanremo 2022, ha organizzato la “Rievocazione del Circuito del Gran Premio di Lucca” in programma il prossimo 14 luglio. Una vera “amarcord” della corsa automobilistica disputata per la prima e unica volta il 29 settembre 1935, con le vetture concorrenti impegnate a sfidarsi nell’attuale circonvallazione di Lucca per poi spostarsi nell’area delle Mura urbane.

 

A 90 anni di distanza, Anomalya  – la numero zero – e altre supercar del calibro di Ferrari, Porsche, Corvette e Mustang, gireranno sullo stesso percorso. La partenza è fissata in piazzale Vittorio Emanuele di fronte al Caffè delle Mura, alle 15. Le  vetture “sfileranno” per due giri completi, quindi si potranno ammirare alle Mura.

 

Due i motivi che hanno portato a organizzare la gara nella città natale di Anomalya. Il primo: dall’inizio del ‘900 a Lucca nessuno si è esibito in una “follia” del genere. Il secondo: il forte impatto mediatico che Anomalya sta riscuotendo a livello nazionale e non solo. Tant’è che durante la gara saranno presenti personaggi di spicco provenienti da tutto il mondo.

 

“A Capannori, nel cuore della Toscana, dalla lunga esperienza di Sly Garage è nata Anomalya. Si tratta della prima supercar made in Italy che percorrerà, proprio in Toscana, a Lucca, il percorso originale della corsa”, racconta Sly Soldano, l’ideatore e costruttore con il suo team del veicolo. “Le supercar di oggi hanno rinunciato al loro carattere particolare ed elitario per deviare verso uno più tenue e facile da gestire. E’ una decisione che ha reso questi bolidi di acciaio talmente evoluti da trasformare, quasi, il driver in una sorta di passeggero.  Anomalya, invece, nasce dall’esigenza di creare una supercar per riscoprire la vera essenza nell’essere e non nell’apparire. È costruita su misura per il gentleman-driver e il suo divertimento”.

 

Concessionari: per il cliente sempre punto di riferimento

Adolfo De Stefani Cosentino, Federauto

 

Andare dal concessionario vuol dire ancora trovare fiducia e affidabilità, almeno per un italiano su due. Negli ultimi cinque anni, infatti, più del 50% degli acquisti di nuove auto è avvenuto tramite un concessionario. A evidenziarlo, è la ricerca condotta da Format Research per Federauto, la Federazione Italiana Concessionari d’Auto, che entra nel vivo del dibattito sul futuro della filiera dell’automobile. Nonostante le evoluzioni del mercato e la nascita di piattaforme virtuali per la compravendita, il concessionario resta una figura verso cui gran parte degli italiani ripone fiducia e ne apprezza il supporto in caso di necessità.

 

“Fiducia, assistenza, soluzione dei problemi”

In particolare, le ragioni di chi sceglie un concessionario hanno a che fare con la fiducia (43%), l’assistenza nella gestione delle pratiche, a cominciare dai finanziamenti (29,3%), l’ampia gamma di soluzioni di acquisto (25,2%). L’acquirente chiede di essere seguito dal personale del concessionario in tutte le fasi dell’acquisto e in quelle successive: scelta del modello (43,3%), assistenza post-vendita (32,9%), personalizzazione del finanziamento (30,4%) e gestione del proprio usato (26,3%).

“È una fase delicata per il mondo dei concessionari auto – dice il presidente di Federauto, Adolfo De Stefani Cosentino – È evidente anche da questa ricerca che per i beni di valore e di lunga durata, come l’automobile, l’intermediazione del professionista continua ad offrire affidabilità, riconoscibilità e garanzia di sostegno in ogni fase delle operazioni di selezione ed acquisto. Proprio per questo, crediamo che il nuovo regolamento VBER (Vertical Block Exemption Regulation) peggiora le condizioni di acquisto per i consumatori, oltre a mettere a rischio ben 72.000 posti di lavoro solo nel nostro Paese. Il modello distributivo voluto dalla Commissione Europea – sottolinea De Stefani Cosentino – retrocede i concessionari al ruolo di semplici agenti e rischia di mettere a repentaglio l’1,8% del PIL, con un minor gettito fiscale del 3%”.

 

L’identikit di chi sceglie il concessionario

Ma qual è l’identikit della famiglia italiana che si rivolge al concessionario per una nuova auto? Abita nelle grandi aree metropolitane del centro nord, ha fra i 35 e i 65 anni, ha buona capacità di acquisto e se è giovane sceglie più facilmente di acquistare un’auto per sperimentare le nuove tecnologie. Due acquirenti su tre preferiscono il contatto diretto all’acquisto via web: il 36,6% non ama affatto la compravendita online, il 33,5% usa internet per gli acquisti, ma non per comprare una vettura.

Interessante è capire come ci si informa prima di scegliere un’auto. Il 34,5% ascolta i consigli del rivenditore, il 22% si basa sul passaparola, il 21,8% si affida alla qualità del marchio, il 20,3% consulta i siti online specializzati, il 17,3 % preferisce il sito della casa madre.

 

Consumatori soddisfatti

L’indagine demoscopica di Format Research elabora poi un altro indicatore, utile per scendere più nel dettaglio: è l’INS (Indice Netto di Soddisfazione) che fotografa più da vicino quell’87% di clienti dei concessionari italiani che si sono detti soddisfatti o molto soddisfatti. L’INS assegna 36,6 punti a cortesia e disponibilità del concessionario, 37,7 punti a professionalità e competenza, 34,4 all’assistenza e supporto nella scelta. Non meno importante è l’assistenza nella gestione degli aspetti finanziari: un sostegno che fa guadagnare 32 punti INS.

 

Il mercato dell’auto elettrica

La survey effettuata da Format Research dedica un focus all’auto elettrica, scelta solo dall’1,9% di chi ha acquistato una nuova auto negli ultimi 5 anni. Tra chi non l’ha acquistata, il 27,2% si dice propenso a dotarsene nei prossimi anni, ma solo con agevolazione. Questo tipo di veicolo trova maggiore interesse soprattutto tra i giovani e i residenti nelle grandi aree metropolitane. “A oggi – commenta De Stefani Cosentino – la fotografia restituita dal sondaggio indica chiaramente che si tratta di una nicchia di mercato. Le auto elettriche potranno acquisire in futuro nuovi spazi di mercato, man mano che diverranno più accessibili e il Paese si doterà delle infrastrutture necessarie”. Il presidente di Federauto conclude: “Se è vero che questo tipo di investimenti di lunga durata richiede una figura professionale per guidare l’acquirente nella selezione, allora il concessionario resterà un punto di riferimento, al netto della tecnologia a disposizione”.

Maldarizzi: in campo per dare più cavalli al Bari

Maldarizzi Automotive S.p.A., una delle più importanti realtà italiane del mercato automobilistico, con sedi dislocate tra Puglia e Basilicata, riferimento per il mondo della mobilità dal 1979, è fiera di annunciare la sua partnership con la SSC Bari, diventando Top sponsor per le stagioni sportive 2022/2023 e 2023/2024.

 

Gioco di squadra, impegno, solidità e consapevolezza sono valori che uniscono Maldarizzi al sogno biancorosso, due realtà che credono alle grandi opportunità del territorio. L’accordo di sponsorizzazione prevede che Maldarizzi diventi Mobility Partner della SSC BARI, dotando la squadra di una flotta di veicoli per tutte le esigenze. Una scelta che strizza l’occhio alla sostenibilità, attraverso anche l’utilizzo di veicoli elettrici.

 

Nicola Maldarizzi, Co-Ceo di Maldarizzi Automotive: “Siamo più che felici ed onorati di poter sostenere l’SSC Bari con cui condividiamo obiettivi e valori ma soprattutto città e colori! Insieme alla squadra e con questa partnership, non solo vogliamo supportare la società negli spostamenti, ma anche essere protagonisti di un’avventura e condividerne tutte le emozioni insieme ai tifosi. Negli anni abbiamo fatto viaggiare migliaia di persone con le nostre auto, oggi vogliamo supportare la squadra per far sì che la meta di questo viaggio sia una grande emozione per tutta la città ed i tifosi”.

 

Il presidente Luigi De Laurentiis: «Un compagno di viaggio sicuro, affidabile e ambizioso. Questo è Maldarizzi per noi. Non possiamo che essere molto soddisfatti per questa partnership che ci vedrà al fianco di chi come noi ha la forza e il coraggio di guardare al futuro senza mai distogliere l’attenzione sul presente. Continuiamo a costruire una squadra di altissimo livello, dentro e fuori dal campo».

 

Foto: Il direttore sportivo del Bari, Ciro Polito

Dainese-Momodesign: partnership tra eccellenze italiane

Momodesign annuncia la partnership con il Gruppo Dainese. L’accordo prevede la creazione di una nuova gamma di abbigliamento, calzature, caschi e accessori dedicati alla mobilità urbana e all’outdoor, che uniranno competenze, tecnologie e materiali evoluti di Dainese allo stile distintivo e metropolitano contemporaneo di Momodesign. La partnership tra Dainese e Momodesign nasce per rivolgersi all’individuo urbano contemporaneo che vive la città ad alta intensità, con l’esigenza di spostarsi liberamente in moto, in bici, e attraverso i mezzi di micro-mobilità del futuro. Un consumatore consapevole ed esigente, alla ricerca di un look casual adatto a ogni contesto cittadino e outdoor, con tecnologia e funzionalità integrate per affrontare con confidenza e stile ogni condizione.

Paolo Cattaneo, amministratore delegato di Momodesign: “L’innovazione e lo stile sono da sempre alla base della strategia di Momodesign. Siamo orgogliosi di poter collaborare con Dainese, una realtà leader a livello mondiale che saprà conferire ancora più valore alla nostra identità con un’evoluzione del brand a livello internazionale. Ho sempre avuto una visione chiara del nostro marchio e del suo Dna unico: e ora questa collaborazione permetterà a Momodesign di esprimere tutto il suo potenziale. È una visione che si traduce in un’idea di futuro, dove la mobilità urbana sarà sempre più importante e i giovani i grandi protagonisti. In un momento storico così particolare dove la mobilità urbana rappresenta un’opportunità di sviluppo e le aspettative del consumatore evolvono a un ritmo incessante, è fondamentale la collaborazione con Dainese, che vanta una cultura dell’innovazione, della sperimentazione e della sicurezza. Metteremo il 100% del nostro impegno in questo progetto, grazie alla competenza del nostro team e all’expertise del Centro Stile. Dainese e Momodesign: due aziende dalle profonde radici italiane che condividono un approccio culturale senza pari”.


L’amministratore delegato del Gruppo Dainese
: “Dainese e Momodesign condividono un obiettivo comune: diffondere il design e la qualità italiana nel mondo, supportando le sfide della mobilità urbana moderna. Accolgo con estremo entusiasmo la partnership con questo prestigioso marchio e sono sicuro che i nostri brand, accomunati da valori condivisi, andranno ad arricchire ulteriormente la gamma offerta ai nostri clienti.”

L’accordo per la licenza del brand Momodesign da parte del Gruppo Dainese darà vita a nuove collezioni di abbigliamento, calzature, caschi e accessori dedicati all’utilizzo urbano e outdoor. I prodotti, disegnati dal centro stile Momodesign, progettati e realizzati da Dainese, saranno disponibili presso i negozi Dainese in tutto il mondo, online e in punti vendita selezionati. 

Firenze sotto le stelle: auto in concorso nel ricordo di Francesco Giubbi (CAMET)

Il prossimo 16 luglio il Club di Auto e Moto d’epoca Toscano, ai più conosciuto come CAMET, ricorderà con la manifestazione “Firenze sotto le stelle”, alla tredicesima edizione, una delle sue stelle più luminose: Francesco Giubbi, il suo past president, scomparso pochi mesi fa e particolarmente legato a questa festa, che da anni attira tanto i fiorentini quanto diversi turisti e appassionati.

 

Al centro di tutto: le auto storiche. Si inizia all’ora della merenda, quando una parte di piazzale Michelangelo, la terrazza più bella del mondo, sarà occupata da un’esposizione di vetture, pre-selezionate, per un “Concorso d’eleganza emozionale’”. Nell’altra porzione del piazzale saranno, invece, parcheggiate ed esposte le auto dei soci, degli amici e degli appassionati che si saranno iscritti (preventivamente) all’evento. 

 

Tra le 18 e le 20 la kermesse comincerà a prendere forma con la sfilata delle vetture del Concorso d’Eleganza. Ogni veicolo, accompagnato da una hostess, sarà presentato attraverso un’introduzione che ne illustrerà le caratteristiche, la storia e gli aneddoti con le musiche dell’epoca.

 

Il passo successivo sarà dedicato al pubblico, al quale verrà chiesto di esprimere il proprio giudizio attraverso apposite schede. Nel mentre, in attesa di conoscere il vincitore del “Concorso d’eleganza emozionale”, sono previsti uno spettacolo di “Fontane Danzanti” e altre sorprese di Gelato Frullallà. Il tutto ad anticipare la successiva cena con premiazione.

 

Sicurezza stradale: giro di vite a Firenze, interviene il sindaco

 

L’Associazione Borgogni Onlus ha partecipato alla presentazione di una nuova campagna di comunicazione e sensibilizzazione dal titolo “Vita distratta, vita distrutta” che sarà lanciata a breve dal sindaco di Firenze, Dario Nardella. “Picco di violazioni, numeri impressionanti – ha spiegato il sindaco – che riguardano soprattutto la violazione dei limiti di velocità, il passaggio con il rosso e l’uso del cellulare. Nei primi sei mesi del 2022 ci sono più di 200 casi di persone che in città viaggiano ad almeno 120 chilometri orari, quasi 1.900 incidenti con 6 morti e oltre 1.200 feriti”.

 

Questi alcuni dei dati presentati a Palazzo Vecchio dallo stesso Nardella, che non ha usato mezze misure nel lanciare un vero e proprio “allarme” per quanto riguarda la sicurezza stradale. “Il 2022 rischia di essere un anno con il bollino rosso. Nel semestre appena concluso, i dati relativi alla guida sulle strade della nostra città sono terribili e preoccupano”. Numeri che hanno convinto il sindaco, insieme all’assessore alla Mobilità e Polizia Municipale, Stefano Giorgetti, e al comandante della Polizia locale, Giacomo Tinella, ad accendere un riflettore su questo tema prioritario per l’ammministrazione fiorentina. Presenti anche il direttore della Società della Salute, Marco Nerattini, e Valentina Borgogni, presidente dell’Associazione Gabriele Borgogni Onlus.

 

Le parole di Valentina Borgogni, presidente dell’associazione Borgogni Onlus, intitolata a Gabriele, fratello della fondatrice, scomparso in un incidente stradale causato da un automobilista in stato di ebbrezza: “I dati illustrati dal sindaco Nardella e dall’assessore Giorgetti ci devono far riflettere molto. Forse ci siamo illusi che fosse cambiato qualcosa, ma in realtà i numeri ci dicono che la diminuzione di incidenti coincide solo con i periodi di lockdown e restrizioni, dunque nessun miglioramento strutturale. Non vi nego che questi dati sono fonte di tristezza e di impotenza. Quella stessa impotenza che ho vissuto guardando morire mio fratello. Grazie anche alla nostra Legge sull’omicidio stradale, credo che negli anni sia passato il messaggio nella coscienza di ciascuno di noi che se bevi, per esempio, non devi metterti alla guida di un veicolo. Lo vediamo tutte le volte che andiamo nelle scuole e parliamo con i ragazzi. Ciò che invece ancora facciamo molta fatica è accettare il fatto che quando si guida dovremmo semplicemente prestare attenzione a quello che stiamo facendo: guidare. Passiamo molto tempo nel traffico e quello viene percepito da tutti come una perdita di tempo, per questo utilizziamo il tempo della guida per fare altro, per lo più metterci in pari con telefonate, messaggi, e-mail, fissare la cena, l’aperitivo. Quando invece, alla guida dovremmo prestare attenzione e concentrazione, anche in vista dei comportamenti altrui. Ecco, su questo approccio penso che abbiamo ancora tanto da lavorare e su questo chiediamo aiuto a tutti i fiorentini”.

Davide Valsecchi: “Il futuro della F1 sarà la Formula E”

di Luca Talotta

Dici Davide Valsecchi e subito pensi alla Formula Uno su Sky Sport. Una delle voci giovani e nuove del palinsesto dell’emittente satellitare, da sempre ‘impallinato’ (parole sue…) di motori. L’abbiamo incontrato, cercando di capire da dove nasce questo percorso legato al mondo automotive e qual è la sua visione futura dello stesso.

Davide, com’è nata questa passione?

“Io sono sempre stato in fissa con i motori. Sono un classe 1987, avevo papà e i suoi amici che andavano a girare con i kart e io andavo a vederlo ogni tanto con mia madre. Un giorno mi hanno fatto provare, da lì è nato il mio amore per tutto quello che è un motore, mi piace subito qualsiasi cosa”.

La macchina più strana che ti è mai capitato di guidare?  

«Vivo in collina, ho avuto anche tante macchine scassate. Però, ricordo una macchina che da piccolino mi ha fatto sognare, quando facevamo le sfide sui prati e avevo una Marbella da rottamare. Avevo 13 anni ed è strano, se ci pensi, raccontare questo. Oggi i ragazzi di quell’età vanno e si fumano le canne, sono cambiati i tempi”.

Come stai vivendo il momento del mondo dell’automotive, con questa transizione verso l’elettrico?

“La vivo bene, anche se mi hanno venduto una cosa che non è quella che pensavo. Certo, in pochi anni diventerà tutto elettrico, ma ora? Ora non lo è. Comunque, se non vivi a Milano e ma in collina come me, non hai l’assillo della ricarica e funziona. Ma se vuoi andare al mare ti preoccupi perché se fai 300 km o hai un’elettrica delle più costose, o devi avere fortuna per le ricariche in autostrada. Di colonnine non ce ne sono ancora abbastanza”.


Hai un’auto elettrica?

“Ho una ibrida e ricarico di notte in garage, ma ho la fortuna di avere il garage. Al mattino la mia compagna può fare ciò che deve senza preoccupazioni. Però me l’hanno spacciato come se fosse il futuro. E poi mi rendo conto che cambiare la stazione di servizio dove mi fermo a far benzina per andare al mare in elettrico, non deve essere facile”.

Tu che giri tanto all’estero per lavoro, hai avuto modo di vedere come funziona fuori dall’Italia?

“Ci sono alcune città dove che ci sono tante, tante macchine elettriche. Bellissimo, ma a oggi non prevedo l’utilizzo per trasferimenti lunghi. Magari si inventano qualcosa di rivoluzionario, ma non mi è piaciuto il fatto che ce l’hanno passata come il futuro. Ecco, non siamo ancora organizzati per accogliere il futuro. Se non ammettiamo che ci sono dei problemi pratici…”.


E la Formula E?

“Macchinette che mi piacciono. Anche questo fatto di essere silenziosi lo considero un comfort poco replicabile. Però, ribadisco, abbiamo fatto un po’ troppo in fretta per le infrastrutture che abbiamo, questa è la mia sensazione”.


La futura Formula 1 sarà la Formula E?

“Per ora nel Motorsport tutto quello che è elettrico è di un livello bassissimo. Il futuro? Nel 2035 non si potranno più produrre auto a motore endotermico, quindi sì; il futuro della Formula 1 sarà per forza la Formula E”.

Non pensi ci potranno essere deroghe?

“Ma se noi tutti utilizzeremo macchine elettriche, non capisco perché lo sport, che è la massima espressione dell’automobilismo, debba rimanere alla preistoria con i motori che inquinano. Anche gli aeroplani saranno obbligati a inventarsi qualcosa, a diventare elettrici. Questa è la mia visione del mondo, ma magari una visione sbagliata. Però o tutto o niente, penso”.

Brembo Hackathon: chi ha vinto la prima edizione

Si è conclusa il 26 giugno scorso Brembo Hackathon, prima maratona organizzata da Brembo per ripensare il mondo della mobilità e trovare nuove soluzioni al di fuori dei processi di innovazione tradizionali, in linea con la sua vision “Turning Energy into Inspiration”. Per la ricerca di soluzioni digitali per il futuro della mobilità, tra le start-up si è aggiudicato la vittoria il progetto DAAV – un servizio di trasporto robotizzato per persone a mobilità ridotta in ambienti chiusi, con particolare attenzione agli aeroporti, con 20.000 euro.

 

Tra i progetti nati dai team creatisi dall’unione dei singoli concorrenti, che gareggiavano per lo sviluppo dell’ecosistema e dell’esperienza di guida di “Sensify” (il nuovo sistema frenante intelligente di Brembo, che integra l’intelligenza artificiale nel controllo indipendente delle quattro ruote del veicolo), il primo classificato è stato Distributed WAVE – il futuro della connettività in auto, un approccio innovativo alla comunicazione e ai veicoli che mescola il vecchio con il nuovo, che ha vinto 5.000 euro. Al secondo posto Interbrake – il sistema frenante efficiente con esperienza di guida personalizzata, che si è aggiudicato 3.000 euro e al terzo Safedrive – pacchetti assicurativi su misura grazie ai dati e all’intelligenza artificiale di Sensify, che ha ricevuto 2.000 euro.

 

I vincitori sono stati selezionati dalla giuria presieduta da Daniele Schillaci, amministratore delegato di Brembo, e composta da: Dino Maggioni, System GBU Chief Operating Officer di Brembo; Mauro Piccoli, Chief Marketing Officer di Brembo; Paolo Rezzaghi, IPR Manager di Brembo; Alessandro Monzani, Head of System Technical Development di Brembo; Antonio Squeo, Chief Innovation and Marketing – Commercial Officer di Hevolus Innovation; Paolo Crippa, Partner – Chief Patent Officer di Jacobacci & Partners.

 

“Desidero ringraziare tutti i partecipanti e i vincitori per gli ottimi risultati ottenuti al termine del primo Brembo Hackathon e gli sponsor per la collaborazione”, ha dichiarato Daniele Schillaci . “Questo primo evento ha visto la nascita di tante nuove idee, spunti e stimoli interessanti, che ci permettono di guardare al futuro della mobilità con rinnovata fiducia”.

 

I vincitori avranno adesso la possibilità di collaborare con Brembo, per vedere realizzata la loro idea. Il primo BREMBO HACKATHON ha visto la partecipazione di concorrenti italiani, ma anche francesi, indiani, bulgari, svizzeri, egiziani, iraniani, belgi, tunisini, pakistani, sloveni, ugandesi e olandesi, che si sono riuniti in team, composti da 3 a 6 persone ciascuno e che si sono sfidati in un’avvincente 44 ore non stop. L’evento si è svolto al Kilometro Rosso, uno dei principali distretti europei dell’innovazione.

Pininfarina: i primi 50 anni della “Galleria del vento”

Pininfarina ha festeggiato mezzo secolo di eccellenza nella ricerca aerodinamica ed aeroacustica. Compie, infatti, 50 anni, la prima “Galleria del vento” in Italia per l’effettuazione di test su vetture in scala 1:1, una delle soltanto sette presenti nel mondo. La galleria, inaugurata da Sergio Pininfarina nel 1972 a Grugliasco, alle porte del capoluogo piemontese, inizialmente  era stata pensata come mezzo per migliorare le prestazioni dei veicoli in termini di velocità massima e maneggevolezza.

 

Più tardi, tuttavia,  a causa della crisi energetica del 1973, ha assunto un ruolo diverso venendo utilizzata per ridurre i consumi studiando le caratteristiche aerodinamiche dei veicoli e l’avvento della mobilità elettrica, l’ha resa ancora più determinante nella ricerca di incremento dell’autonomia e del comfort interno. La Galleria  del vento Pininfarina è anche una delle poche gallerie del vento al mondo ad avere un sistema di generazione di turbolenza in grado di creare diverse condizioni di turbolenza controllata, associate a raffiche di vento, manovra di sorpasso, vento laterale e automobili in scia.il sistema di simulazione dell’effetto suolo, invece, permette di riprodurre più fedelmente le reali condizioni di movimento del veicolo

 

“La Galleria del vento – commenta l’ad di Pininfarina, Silvio Angori – ha dato alla nostra azienda un vantaggio competitivo considerevole essendo l’unica società di design ad esserne dotata. Nata come strumento con cui Pininfarina sviluppava i propri prodotti, oggi è diventata un asset strategico del gruppo ampliando la gamma di servizi offerti al mercato: un’attività che supporta altri settori oltre a quello dell’automotive, dai trasporti all’architettura, dalla nautica al design industriale”.