Cybersecurity: perché è alla base dell’evoluzione digitale

Cybersecurity

Una cybersecurity efficace è in grado di accelerare il processo di digitalizzazione di un’organizzazione, ma sono ancora pochi i responsabili di business che riconoscono la connessione tra sicurezza IT e la possibilità di un utilizzo consapevole dei dati. A rivelarlo è “Risk and Reward: Joining the dots between security and data-driven insight for sustainable growth”, l’ultimo studio Trend Micro, leader globale di cybersecurity, che ha coinvolto anche l’Italia.

“Avere una visione consapevole e basata sui dati permette di pianificare una crescita sostenibile, strategia sempre più richiesta e apprezzata dai consigli di amministrazione delle aziende”. Ha affermato Alex Galimi, SE Team Leader di Trend Micro Italia. “I dati devono essere adeguatamente protetti, oppure queste iniziative avranno fondamenta molto deboli. Sarebbe infatti opportuno per i responsabili aziendali considerare l’importanza della security all’interno dei piani di crescita e i CISO dovrebbero essere più autorevoli”.

Secondo lo studio, il 61% del campione concorda sulla necessità urgente di diversificare la provenienza dei ricavi, a causa di un contesto macroeconomico e geopolitico incerto. Il 68% ha affermato che l’accesso ai dati è fondamentale per supportare nuovi flussi di entrate e addirittura il 91% ritiene di poter risparmiare sui costi attraverso un utilizzo migliore delle informazioni.

L’analisi dei dati può migliorare l’agilità aziendale, aiutando le organizzazioni ad anticipare i trend di mercato e permettendo loro di mettere in pratica scenari finanziari predittivi e altro ancora. Tuttavia, più di un terzo dei responsabili aziendali ha affermato di non comprendere la connessione tra cybersecurity e visibilità sui dati. Un numero ancora maggiore non capisce il legame tra sicurezza e creazione di nuovi flussi di entrate (48%) o riduzione dei costi (55%).

Più della metà degli intervistati ha poi affermato che le attuali politiche e processi di security della propria organizzazione separano le informazioni in silos. Questo potrebbe danneggiare il processo di analisi dei dati e rafforzare la necessità di un approccio integrato e basato su piattaforma. Sebbene alcuni responsabili aziendali non siano ancora convinti, quasi due terzi degli intervistati ritiene che le strategie di sicurezza siano in grado di aumentare la velocità della digitalizzazione.

La ricerca ha anche rivelato che la postura di security delle organizzazioni sta maturando. Quasi tre quarti dei responsabili IT intervistati ha affermato che la propria azienda monitora costantemente i livelli di rischio informatico e un terzo lo riferisce direttamente al board come procedura di misura del rischio aziendale.

Il 79% del campione, per concludere, ha affermato che la propria organizzazione dispone di un programma di miglioramento informatico per poter raggiungere gli obiettivi di trasformazione digitale.

Trend Micro ha commissionato a Sapio Research di intervistare 2.718 decisori di business in aziende con oltre 250 dipendenti in tutto il mondo. I Paesi coinvolti sono stati 25, Italia inclusa.

Germania e politiche “green”: il re è nudo

di Andrea Taschini, manager automotive
I costi energetici tedeschi dopo lo spegnimento delle centrali nucleari, dell’interruzione dei flussi di gas russo e seguendo piani ambientalisti basati su pale eoliche e pannelli solari, stanno portando la Germania verso la deindustrializzazione a tappe forzate.
I cittadini con le loro tasse sono così chiamati a ripianare le perdite di competitività sotto il ricatto “niente industria, niente lavoro”.

Un chiaro e forte monito a tutti gli altri Paesi industrializzati ed energivori come l’Italia. Le politiche ambientaliste che hanno preteso un agenda inefficace ed economicamente insostenibile, devono essere riviste con estrema urgenza, senza ideologie e senza alcuna esitazione.

“DEKRA Road Safety Award 2023”: premiata Bosch a #FORUMAutoMotive

Premiazione Dekra-Forumautomotive

Foto: da sinistra: Toni Purcaro e Camillo Mazza

 

È stato assegnato a Bosch il Premio Internazionale DEKRA Road Safety Award 2023 giunto alla sua sesta edizione. Il riconoscimento è stato conferito per l’impegno quotidiano della multinazionale tedesca sul tema della sicurezza stradale. A ritirare il premio Camillo Mazza, General Manager Robert Bosch GmbH Branch in Italy.

Il DEKRA Road Safety Award che valorizza l’operato di realtà, aziende italiane o figure professionali più attive nell’ambito della sicurezza stradale, è stato consegnato da Toni Purcaro, Presidente DEKRA Italia e head of DEKRA Region Central East Europe & Middle East, durante il #FORUMAutoMotive che si è tenuto a Milano.

“Quello della sicurezza stradale è da sempre un tema fondamentale per Bosch. Infatti, attraverso la nostra “Tecnologia per la vita”, per citare il nostro slogan, ci impegniamo a rendere la mobilità del futuro sempre più sicura. Per questo, ampliamo costantemente il nostro portfolio con sistemi che proteggono gli utenti della strada e perfezioniamo costantemente le tecnologie già esistenti”, ha commentato Camillo Mazza, General Manager Robert Bosch GmbH Branch in Italy.

Auto elettrica a noleggio con rottamazione: “leasing sociale” in base all’ISEE

ACI-Fondazione "Caracciolo

di Angelo Sticchi Damiani, presidente di ACI

Servono delle alternative che consentano anche alle famiglie a basso reddito di avere accesso alle auto elettriche o plug-in. Da qui la  proposta di uno schema di “leasing sociale”, sulla falsariga di quello avviato in Francia, che consenta di noleggiare un veicolo elettrico a prezzi e condizioni accessibili a tutti, in cambio della rottamazione della vecchia auto.
La rata verrebbe definita da un algoritmo sulla base di tre indicatori: l’ESEE, l’età del veicolo da rottamare e la tipologia di auto che si intende noleggiare. Chi ha un ISEE più basso avrà una rata di noleggio più bassa, allo stesso modo più vecchia è l’auto da
rottamare più conveniente sarà il noleggio. ACI sta ragionando su una rata media di 95 euro, che potrà scendere a 70 per i redditi più bassi o arrivare a un massimo di 120 per chi ha un reddito più alto

Ricarica auto: per 9 italiani su 10 carta di credito/debito strumento migliore

Ricarica auto x 9 italiani su 10

La quasi totalità dei possessori di veicoli elettrici preferirebbe pagare presso tutti i punti di ricarica con lo stesso metodo di pagamento (92,6%), ritiene che tutti i punti di ricarica dovrebbero accettare carte di credito/debito (94,6%) e che questo faciliterebbe l’accesso ai veicoli elettrici (93,0%): è quanto emerge dall’ultimo Studio “Pagamenti elettronici per la ricarica dei veicoli elettrici”, condotto da The European House Ambrosetti e Visa per analizzare il punto di vista dei cittadini italiani sul pagamento presso i punti di ricarica elettrica.

Nell’attuale contesto di crescente diffusione della mobilità elettrica, spinta anche dal Green Deal promosso dall’Unione Europea per raggiungere la carbon neutrality entro il 2050, lo studio mira a evidenziare i punti chiave per il miglioramento dell’infrastruttura di ricarica in Italia. Nel nostro Paese, alla fine del 2022 risultavano 355.164 vetture elettriche, in crescita del 50% rispetto al 2021, ma solo lo 0,9% del totale della flotta, il valore più basso tra i Big-4 europei.

Riguardo all’infrastruttura, i punti di ricarica erano circa 37.000 alla fine del 2022, con un incremento medio annuo del 96,4% tra il 2018 e il 2021. Lo studio sottolinea l’importanza di garantire l’accessibilità e di facilitarne l’uso, considerando inoltre che un fattore fondamentale per il progresso delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici è il pagamento.

In particolare, il 65,8% dei possessori di un veicolo elettrico ritiene che l’attuale sistema di accettazione dei pagamenti presso i punti di ricarica sia scomodo, in quanto non è possibile pagare con un unico mezzo di pagamento presso tutti i punti di ricarica. Al tempo stesso, il 56,8% considera che l’attuale sistema sia complesso, in quanto è necessario sapere in anticipo quale azienda opera in ogni punto e disporre dell’apposita app per il pagamento.

Tra le proposte di nuove soluzioni per risolvere le criticità dell’attuale sistema di mezzi di pagamento presso le colonnine di ricarica elettrica, tutti gli utenti intervistati considerano la carta di credito/debito come il mezzo migliore in prospettiva.

La scomodità del processo di ricarica risulta un fattore frenante nella transizione verso un paradigma di mobilità elettrica: per il 12,9% dei non possessori di un veicolo elettrico, l’incertezza riguardo le modalità di pagamento disponibili per effettuare la ricarica rappresenta il principale ostacolo all’acquisto.

Semplicità e fluidità dell’esperienza di pagamento si confermano fattori cruciali: l’89,0% di chi non possiede oggi un veicolo elettrico e il 93,0% di chi possiede un veicolo elettrico ritiene che l’accettazione di pagamenti con carta di credito/debito in tutti i punti di ricarica faciliterebbe notevolmente l’accesso alla ricarica dei veicoli elettrici, con il 94,6% di tale sotto-campione che, inoltre, considera fondamentale dotare tutti i punti di ricarica di soluzioni d’accettazione di carte di credito/debito.

“La diffusione delle auto elettriche è in crescita e crediamo che gli utenti debbano avere le stesse opzioni di pagamento delle ricariche tramite carte fisiche o digitali, così come avviene alla pompa di benzina tradizionale”, sottolinea Stefano M. Stoppani, country manager di Visa Italia. “In Visa crediamo che ricaricare l’auto debba essere facile come pagare un caffè. Per questo stiamo lavorando a esperienze di pagamento fluide, veloci e sicure per tutti gli automobilisti e stiamo collaborando con il settore affinché integri standard di pagamento che forniscano ai consumatori una maggiore convenienza e possibilità di scelta”.

“La normativa europea va sempre più nella direzione della completa elettrificazione del parco circolante e l’incremento dei punti di ricarica è un fattore abilitante per sostenerne la crescita sul fronte della domanda. L’indagine da noi realizzata in Italia mostra l’aspettativa del mercato per un metodo di pagamento digitale della ricarica elettrica per abilitare una maggiore semplicità e immediatezza: non sorprende che per il 70% dei rispondenti la rete infrastrutturale e l’incertezza riguardo le modalità di pagamento siano fattori ostativi all’acquisto di un mezzo elettrico”, commenta Lorenzo Tavazzi, Partner e Responsabile Area Scenari e Intelligence di The European House – Ambrosetti.

“A fronte della crescente diffusione della e-mobility e dell’e-charging, normativa e mercato sono due fattori di spinta all’interoperabilità dei punti di ricarica: da un lato, l’Unione Europea ha evidenziato la necessità di garantire l’interoperabilità dei pagamenti presso i punti di ricarica e ad oggi in Italia non vi sono standard comuni per l’accettazione dei pagamenti presso i punti di ricarica, generando così una situazione frammentata e un’esperienza di pagamento poco “user-friendly”; dall’altro, la direzione adottata dall’UE è coerente con le richieste degli utenti di veicoli elettrici che chiedono di effettuare i pagamenti dell’e-charging con lo strumento a loro più comodo, affidabile e sicuro”.

I dati dello Studio “Pagamenti elettronici per la ricarica dei veicoli elettrici” condotto da The European House Ambrosetti e Visa dimostrano la crescente domanda di esperienze di pagamento sicure e fluide in un settore, come quello dei trasporti, in cui Visa vanta una comprovata esperienza. Da anni Visa collabora con gli operatori del settore del trasporto pubblico in tutto il mondo per promuovere una più efficiente mobilità di rete attraverso l’utilizzo di pagamenti elettronici. A oggi, in Italia, sono 30 le città che hanno attivato il pagamento contactless sui mezzi di trasporto[4]anche grazie a Visa, aggiudicando all’Italia il primato per il maggior numero di cittadini che possono accedere ai servizi di trasporto tramite pagamento contactless EMV in Europa.

Riciclo batterie: accordo tra Stellantis e Orano

di Luca Talotta
(dal blog “Talots”)

Stellantis e Orano hanno annunciato la firma di un memorandum d’intesa per la creazione di una joint venture incentrata sul riciclo delle batterie dei veicoli elettrici a fine vita e materiali di recupero provenienti dalle gigafactory in Europa allargata e Nord America. Questo accordo rafforza la posizione di Stellantis nella catena del valore delle batterie per veicoli elettrici e assicura un ulteriore accesso a cobalto, nichel e litio necessari per l’elettrificazione e la transizione energetica.

Produrre “massa nera” o ‘”massa attiva”

La joint venture si avvale della tecnologia innovativa a basse emissioni di carbonio di Orano, che si distacca dai processi esistenti consentendo il recupero di tutti i materiali dalle batterie agli ioni di litio e la produzione di nuovi materiali per i catodi. L’accordo consentirà di produrre materiali noti anche come “massa nera” o “massa attiva”. Questi potranno essere raffinati nell’impianto idrometallurgico di Orano che sarà realizzato a Dunkerque, in Francia, per consentirne il riutilizzo nelle batterie e chiudere così il ciclo dell’economia circolare.

Recupero di metalli oltre il 90%

Grazie all’innovativo approccio di pretrattamento e a una tecnologia idrometallurgica all’avanguardia, il tasso di recupero dei metalli può raggiungere livelli eccezionali, superiori al 90%. Ciò consente agli OEM di centrare i livelli di riciclo richiesti dalla Commissione Europea per le batterie dei veicoli elettrici e di garantire la sostenibilità del modello di business.

Nel contesto di una maggiore domanda di metalli strategici e di una forte dipendenza dell’Europa da questi stessi metalli, Orano rappresenta un attore chiave nella catena del valore integrata, dal riciclo delle batterie alla produzione di materiali per i catodi.

Euro 7: dal Parlamento UE una visione razionale

di Roberto Vavassori, presidente di ANFIA

Non possiamo che esprimere apprezzamento per quanto ha deciso il Parlamento europeo sulla proposta Euro 7, perché siamo convinti che il proficuo confronto di questi mesi sia servito a far comprendere a molti decisori politici la complessità e in alcuni casi l’irrazionalità di parti della proposta fatta dalla Commissione.

Le nostre osservazioni e proposte avevano questo scopo, tracciare un altro passaggio del percorso di transizione della nostra filiera con una visione normativa d’insieme, così da non rischiare di frenarla, ma piuttosto stimolarla in maniera pragmatica e razionale. Siamo fiduciosi che negli ultimi negoziati in trilogo si possa proseguire su questa strada.

EICMA 2023 fa il botto: oltre 560mila presenze

EICMA fa il botto

EICMA cala il sipario e si spegne la fiamma su quelle che erano stante definite in apertura “le olimpiadi della passione e della mobilità su due ruote”. Ben 2036 i marchi presenti, (record storico della manifestazione), oltre 700 gli espositori diretti, di cui il 67% proveniente dall’estero in rappresentanza di 45 Paesi. Più del 30% le aziende presenti per la prima volta negli otto i padiglioni occupati, due in più rispetto al 2022 e tre in confronto al 2021.

 

Le premesse dell’edizione numero 80 dell’Esposizione internazionale delle due ruote, che si è chiusa a Fiera Milano Rho, erano già quelle di un successo annunciato e i risultati, al termine della settimana espositiva, assegnano alla kermesse milanese l’ennesima medaglia d’oro.

 

Le presenze hanno infatti superato quota 560mila, 563.848 più precisamente, pari a un +19% sul 2022, numeri che attestano l’edizione 2023 come la migliore nella storia di EICMA.

 

Molto consistenti i dati legati all’ambito business: sono stati 39.392 gli operatori del settore, selezionati e profilati con i rinnovati criteri di qualità introdotti nel 2022, che hanno visitato l’Esposizione in questa edizione 2023. Di questi il 52% proveniva dall’estero e in particolare da 120 differenti nazioni.

 

Buone notizie anche sui dati che riguardano la presenza dei media: di poco sopra le 7.000 persone provenienti da 62 Paesi, i giornalisti, tecnici e professionisti della comunicazione, content creator, che hanno approfittato dell’esclusivo press day del martedì e raccontato, anche durante tutta la settimana espositiva, lo spettacolo offerto dentro e fuori i padiglioni. E a proposito dell’intrattenimento proposto dall’Esposizione, considerevole è anche il successo dell’arena di MotoLive, lo spazio esterno dedicato alle gare, all’intrattenimento e allo spettacolo, con gli oltre 3.000 posti a sedere delle tribune sempre occupati.

 

Sono quasi 9.000 anche i visitatori che hanno approfittato delle aree di test ride dedicata all’e-Bike e ai veicoli degli espositori, mentre è stata presa d’assalto l’Esports Arena, il nuovissimo e coinvolgente contenuto espositivo dedicato al mondo gaming, che ha visto la presenza di tantissimi giovani e numerosi VIP e piloti. Degno di nota anche l’interesse sviluppatosi attorno all’area YUM (Your Urban Mobility), altra novità del 2023, che ha accolto imprese, istituzioni, Forze dell’ordine, ma anche le startup più innovative di settore, a cui EICMA offre una vetrina internazionale grazie al sostegno dell’ICE, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

 

Positivo, infine, il riscontro sui servizi digitali e in particolare quelli legati alla biglietteria online, modalità di acquisto scelta dall’88% del grande pubblico, mentre il 12% ha optato per il botteghino fisico.

 

Paolo Magri, amministratore delegato di EICMA S.p.A.: “Non c’è un pre o un post-pandemia, c’è EICMA. La lettura di questi risultati non lascia spazio a interpretazioni e conferma quanto il nostro appuntamento sia oggi ancora l’opportunità di business e relazioni, e soprattutto, di marketing e comunicazione, più performante per le aziende del nostro settore. Continuiamo a dimostrare un’attrattività internazionale e un valore unici al mondo, crescendo ininterrottamente e in modo esponenziale in tutti gli indicatori dal 2021, quando alcuni pensavano che il nostro evento fosse obsoleto. A questo si aggiunge l’attenzione crescente delle istituzioni, che rilancia anche il valore di EICMA come momento indispensabile per accendere un riflettore sulle istanze del comparto e accrescerne e rilevanza e autorevolezza”.

 

Pietro Meda, presidente di EICMA S.p.A.: “EICMA non ha solo continuato a investire sulla sua evoluzione da fiera ad evento espositivo, ma entra nel suo 110° anno di storia con uno sguardo aperto al futuro e all’innovazione della manifestazione stessa, attestandosi in qualche misura anche come un appuntamento trasversale e di costume. I padiglioni erano stracolmi di famiglie e di giovani, di passione, di nuovi contenuti speciali, intrattenimento ed eventi, che affiancano in modo sempre più completo e coinvolgente il grande impegno degli espositori, a cui va il nostro più sentito ringraziamento per la fiducia e la fedeltà che continuano a dimostrarci. La stessa riconoscenza la tributiamo anche ai nostri sponsor, ai partner e alle istituzioni che sostengono EICMA”.

 

L’appuntamento con EICMA 2024 è dal 5 al 10 novembre.

 

 

EICMA 2023 edizione da record: oltre 560mila presenze, il meglio delle due ruote

di Gaetano Scavuzzo (Motorionline)

L’edizione 2023 di EICMA, andata in scena a Milano dal 9 al 12 novembre, è stata un grande successo di pubblico, con oltre 560.000 visitatori e la presenza di più di 2.000 brand. Si tratta di numeri che hanno permesso a EICMA 2023 di chiudere con un bilancio da record, con un +19% di presenze rispetto al 2022, per quella che è stata l’edizione migliore di sempre nella storia di EICMA.

Il Salone delle moto è stata l’occasione per le Case costruttrici di presentare al pubblico le ultime novità. Quasi tutti presenti i big delle due ruote, a eccezione di Bmw e Harley-Davidson, per un EICMA 2023 che è stato estremamente ricco e variegato di novità che hanno interessato numerosi segmenti di mercato e un ampio target di motociclisti, scooteristi e amanti delle due ruote più in generale.

Volendo fare una cernita delle novità più interessanti presenti a EICMA, non si può non citare la Moto Guzzi Stelvio, la crossover italiana con motore da 115 cv che torna sulla scena dopo sei anni di assenza dai listini. C’è poi la KTM 990 Duke, la naked sportiva del marchio austriaco con telaio a traliccio, motore da 123 CV e peso di soli 179 kg per prestazioni in grado di soddisfare chi è alla ricerca di emozioni forti.

Tante le novità presentate da Honda, con in testa la CB Hornet 1000, un’inedita maxi-naked ad alte prestazioni con motore quattro cilindri da 150 cv e che rappresenta il nuovo top di gamma della famiglia Hornet della Casa giapponese. Rimanendo alle giapponesi c’è poi la Suzuki GSX-S1000 GX, una crossover che va ad aggiungersi alle sorelle naked e GT, spinta dal motore quattro cilindri da 152 cv. Altra interessante novità in arrivo dal Sol Levante è la Yamaha XSR 900 GP, una sportiva carenata mossa dal tre cilindri da 119 cv che si caratterizza per la particolare livrea heritage che richiama il passato nelle competizioni di Yamaha e i Grand Prix degli anni ’80.

Tornando alla produzione italiana, c’è poi la Ducati Hypermotard 698 Mono, la novità con la quale la Casa di Borgo Panigale debutta nel segmento delle supermotard monocilindriche stradali. Si tratta di una moto equipaggiata con motore Superquadro Mono da 77,5 cv, potenza che può salire fino a 84,5 cv optando per lo scarico racing. A chiudere questa breve selezione c’è la MV Agusta LXP Orioli, novità in serie limitata (500 unità) della Casa varesina che con questa moto reinterpreta il concetto di “Luxury All-Terrain” facendo affidamento al motore da 931 cc che eroga 124 cv di potenza e 102 Nm di coppia massima.

L’Eurotribuna Politica di #FORUMAutoMotive: eurodeputati e filiera faccia a faccia

“Un confronto tra chi in Europa ha sostenuto il percorso che ha portato al diktat pro auto elettrica dal 2035 e chi lo ha avversato ed è oggi impegnato nel cambiare la traiettoria del percorso all’insegna delle neutralità tecnologica”. È andato in scena a Milano l’evento promosso da #FORUMAutoMotive, il movimento di opinione che si batte per una mobilità libera da pregiudizi e ideologie, dal titolo: “#FORUMAutoMotive per una Europa forte e pragmatica. La mobilità come leva di sviluppo sostenibile, economico e occupazionale. Stop a ideologie e condizionamenti”.

Il promotore di #FORUMAutoMotive, Pierluigi Bonora, ha introdotto i lavori sottolineando la necessità di un dibattito non ideologico che “esprima una visione realistica della transizione ecologica, priva di pregiudizi e attenta alle ricadute economiche e sociali. Verso una mobilità più “green”, ma con trasparenza e buon senso”.

Ad aprire i lavori è stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso che in un messaggio di saluto ha evidenziato: “La scorsa settimana il Parlamento europeo ha approvato la propria posizione negoziale sul regolamento Euro 7, recependo quanto approvato dal Consiglio: un testo profondamente migliorato rispetto alla proposta iniziale della Commissione. Una visione concreta, realistica e pragmatica che grazie anche al lavoro dell’Italia ha visto convergere una maggioranza di Stati. Un successo che mantiene ferma l’esigenza di sostenere da subito la transizione verso auto a basse emissioni, ma che riconosce il principio di neutralità tecnologica e contempla soluzioni diverse dall’elettrico per raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero. Questo apre alla possibilità di esplorare alternative come i biocombustibili e gli e-fuels”.

Dario Duse, Country Leader Italia ed EMEA Co-Leader of Automotive & Industrial Team di AlixPartners, ha poi presentato l’ultimo aggiornamento del Global Automotive Outlook: “Il 2023 è un anno di ripresa per il mercato automotive, con una crescita a livello globale del 6%, nord America (+10%) ed Europa (+6%) in testa e Cina con un +3%. Il mercato cinese sarà quest’anno quello che esporterà il maggior numero di veicoli. Nel giro di due anni la Cina è passata da quinto a primo produttore mondiale. La quota di vetture cinesi in Europa raggiungerà il 6-8% entro il 2026. In Europa l’elettrico tocca quota 13%, in Italia siamo sotto il 4%. Il costo di produzione delle vetture resta elevato e occorreranno ancora alcuni anni per registrare una riduzione. Sul fronte delle strutture di ricarica servirebbero 18 mld di investimenti a livello europeo”.

Spazio poi all’Eurotribuna Politica che ha messo a confronto le voci a favore e contrarie alla visione del “solo elettrico” dal 2035, coinvolgendo i rappresentanti della filiera della mobilità.

Patrizia Toia, Europarlamentare Gruppo S&D, Vicepresidente Commissione ITRE, ha dichiarato che “il cambiamento climatico spinge oggi a rendere più sostenibile la nostra mobilità, mantenendo la sostenibilità produttiva e l’attenzione alle ricadute sociali, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione. Non possiamo rinunciare ad andare in direzione dell’elettrico, né temporeggiare. Vanno sostenute politiche industriali che supportino la transizione che non è rinviabile”.

 

A Patrizia Toia ha replicato Paolo Borchia, Eurodeputato, Coordinatore ID in Commissione ITRE: “In Europa la vita media di una vettura è pari a 15 anni. Entro il 2050 l’Europa dovrà diventare la prima Regione a neutralità carbonica. È una sfida epocale, ma vanno comprese le molteplici conseguenze anche occupazionali (ripercussioni su 600mila posti di lavoro in Europa e 70mila in Italia) che una transizione come questa comporta. Sull’elettrico l’Europa sconta un evidente svantaggio competitivo, a differenza della Cina che ne beneficia anche grazie all’utilizzo delle centrali a carbone e al nucleare”.

 

Per Massimiliano Salini, Eurodeputato In Commissione Industria UE, il grande punto di domande riguarda il metodo con cui le istituzioni europee hanno legiferato su questi temi: “Su questo argomento, in modo del tutto inedito le istituzioni hanno deciso cosa si deve fare, un vero unicum politico, per cui la Commissione Europea ha individuato la sola tecnologia da utilizzare. Vanno create le condizioni concrete per una mobilità sostenibile, partendo dal presupposto che l’Europa è oggi il continente più sostenibile”.

 

“È necessario fare chiarezza su questi temi”, ha osservato Mariangela Danzì, Europarlamentare Commissione ENVI, “condivido la necessità della transizione ecologica che il cambiamento climatico ci sta imponendo, che necessita di adeguati fondi, anche per renderla più equa. La transizione verso l’elettrico va però fatta, così come va costruito un fondo sociale che possa supportare questa sfida. Le istituzioni hanno deciso che cosa fare, ma nei momenti di difficoltà le scelte le devono prendere proprio le autorità che devono scorgere le prospettive”.

 

Carlo Fidanza, Capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo e Membro della Commissione TRAN (Trasporti e turismo) del Parlamento Europeo è intervenuto in collegamento, sottolineando: “Stiamo attraversando una fase decisiva. La scorsa settimana c’è stata la presa di posizione sull’Euro 7. La settimana prossima voteremo sulla CO2 dei veicoli pesanti e poi successivamente sulla qualità dell’aria. Abbiamo combattuto per la neutralità tecnologica e contro le dipendenze strategiche sull’elettrico. Su questo tema confidiamo che nelle prossime elezioni prevarrà un approccio più pragmatico e meno ideologico”.

 

In chiusura della sessione politica è intervenuto in diretta il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, che ha evidenziato come “la sfida che sto portando avanti è mettere in campo tutti gli sforzi per raggiungere l’obiettivo della riduzione delle emissioni. Valutiamo realisticamente le emissioni prodotte dalle diverse tecnologie per capire concretamente come raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione. Se Italia è settima potenza al mondo è perché abbiamo avuto enorme capacità di trasformazione. Non siamo noi a doverci adeguare agli altri, ma sono gli altri che devono adeguarsi a noi. Dobbiamo vedere decarbonizzazione come opportunità. Nessuno mette in discussione che elettrico sia grande percorso, che questo motore sia più semplice, ma bisogna realisticamente valutare le emissioni, quindi non vanno scartati a priori carburanti non derivati dal petrolio. La nostra politica, dopo un’ondata di ideologia, si sta confrontando con la realtà. Esistono ancora opinioni molto diverse tra i differenti Paesi. È in atto un’azione del Governo per aumentare colonnine e punti di rifornimento dell’idrogeno”.

“Il nemico comune è la CO2”, ha commentato Fabrizio Cardilli, Hydrogen Project Development Director SAPIO, “Elettrico, idrogeno ed endotermico di ultima generazione possono lottare insieme per la riduzione delle emissioni. Il mercato dell’idrogeno si sta muovendo, necessitiamo di regole certe e stabili”.

Michele Crisci, presidente di UNRAE. si è poi espresso sul tema della transizione: “La domanda è cosa accadrà alla filiera della componentistica. Il rischio è di restare, in questo ambito, un Paese di serie B. Dobbiamo accogliere le nuove tecnologie, giocando all’attacco e non in difesa come troppo spesso accade al nostro Paese. Quello che serve è pianificare gli interventi in vista degli obiettivi, con una strategia ben chiara. La leva fiscale può fornire un boost alla crescita dell’elettrico, come è accaduto in Belgio di recente con le flotte aziendali. Il business automotive è su scala mondiale e la decisione è già stata presa con elettrico, prima e idrogeno, poi”.

“Se mancano gli incentivi, l’auto elettrica europea si ferma, lo abbiamo visto più volte sul mercato. Senza incentivi l’auto alla spina stenta a diffondersi. Il nostro parco auto ha raggiunto l’età media di 12,8 anni. Dobbiamo pensare a una transizione che sia davvero sostenibile”, ha affermato Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto.

Fabio Bertolotti, direttore di Assogomma, è intervenuto nel dibattito sulle tematiche green: “Siamo allineati all’obiettivo di lotta alla deforestazione, ma va perseguito sentendo le industrie coinvolte e guardando in faccia la realtà. Chi produce gomma naturale non ha strutture per fare quello che si configura nel nuovo regolamento. Le tecnologie sono ancora artigianali come un tempo e questo sta creando grossi problemi”.

Francesco Naso, segretario generale di Motus-E, ha evidenziato le opportunità derivanti dalla svolta elettrica, anche in termini occupazionali, ricordando ai rappresentanti delle istituzioni presenti la necessità di cambiare marcia sull’infrastrutturazione elettrica nel nostro Paese.

Flavio Merigo, presidente di Assogasmetano, ha affermato che l’Italia è terzo produttore di biometano e presto tutte le stazioni di rifornimento per autotrasporto saranno rifornite anche con biometano.

Roberto Scarabel, èresidente di AsConAuto, ha sottolineato: “Per pensare al 2035 servono step intermedi con efuel e biometano. Le auto del futuro le dovrà comprare qualcuno e oggi la retribuzione media è scesa a 23.000 euro. Servono incentivi sull’usato. Dobbiamo lavorare anche sul presente, perché nel 2035 non spariranno tutte le auto con motore endotermico”.

Il presidente di UNEM, Gianni Murano, ha osservato come, “la decarbonizzazione è ormai un processo irrinunciabile che va perseguito utilizzando tutte le tecnologie che consentono una riduzione netta delle emissioni di CO2. Affrontare la transizione senza pregiudizi ideologici deve essere la base per una normativa europea che solo così ci permetterà di rispettare gli obiettivi di riduzione al 2030 e di neutralità carbonica al 2050”.

È toccato poi a Roberto Vavassori, presidente di ANFIA, intervenire: “A monte c’è una distopia. La politica non ha sentito la voce dei trasporti e della mobilità nel dopo Dieselgate. Le emissioni per veicolo da allora sono diminuite. Siamo l’unico settore cui è stato chiesto di raggiungere la neutralità carbonica al 2035. Oggi nessuno mette in discussione l’elettrico, siamo tutti consapevoli che entro il 2040 saremo carbon neutral nei processi. Dobbiamo sdoganare i biocarburanti, banditi per una questione ideologica”.

Alberto Viano, presidente di ANIASA, ha sostenuto che: “Oggi il nostro settore vale il 30% delle immatricolazioni nazionali e sostiene l’industria automotive. È necessario, anche per una maggiore diffusione dei veicoli a basse e zero emissioni, che si portino al 100% anche gli incentivi per il noleggio. Il settore ha una valenza green che esprime non solo nell’acquisto di vetture nuove più sicure e sostenibili, ma anche reimmettendo ogni anno sul mercato vetture usate “fresche” a prezzi più sostenibili”. 

Si è poi levata la voce dei concessionari. Mario Verna, General Manager di Queen Car Torino: “Tutti i cambiamenti finora intervenuti non sono mai stati decisi dall’alto come nella vicenda della decarbonizzazione della mobilità. Ci siamo legati in un folle abbraccio dell’elettrico a tutti i costi che lascerà fuori ampie fasce di popolazione che non possono e non potranno permettersi questo passaggio”.  Gli ha fatto eco Sergio Tumino, ST Sergio Tumino (Ragusa), che ha posto una domanda: “Come si arriverà in Europa dal 13% al 100% delle immatricolazioni? Un balzo a oggi poco preventivabile. L’ostacolo del prezzo resta per i consumatori finali difficilmente valicabile e gli incentivi a intermittenza provocano solo danni”. All’evento era presente anche Tony Fassina, presidente del Gruppo Fassina.