Colpo di BYD: partner ufficiale per la mobilità elettrica di UEFA EURO 2024

Colpo di BYD: partner ufficiale

BYD, leader mondiale nella produzione di veicoli a nuova energia (NEV) diventa partner ufficiale per la mobilità elettrica di UEFA

EURO 2024. È la prima volta nella storia che la UEFA collabora con un produttore di veicoli a nuova energia (NEV). Le ultime innovazioni di BYD nel campo delle auto elettriche utilizzate dalla UEFA saranno esposte in svariate sedi, insieme a coinvolgenti eventi dal vivo nelle zone ufficiali riservate ai tifosi.

La partnership è in linea con l’obiettivo della UEFA di organizzare il campionato europeo più sostenibile di tutti i tempi, unendo l’emozione del calcio all’impegno per la responsabilità ambientale. Questi obiettivi si allineano perfettamente con l’impegno di BYD nel fornire mobilità elettrica attraverso l’innovazione nei veicoli e nelle tecnologie EV leader a livello mondiale, sottolineando l‘impegno di BYD nel rendere la e-Mobility accessibile e conveniente per tutti, offrendo al contempo esperienze di alto livello.

Saranno, inoltre, organizzate numerose esperienze e iniziative per i clienti in collaborazione con i concessionari BYD, oltre a centinaia

di eventi presso gli showroom BYD in tutta Europa, per celebrare la partnership di BYD con questo prestigioso torneo, con la possibilità di vincere ricchi premi.

Nuovo regolamento UE: giú le mani dalle nostre auto

Nuovo regolamento UE: giú le mani dalle nostre auto

di Isabella Tovaglieri, europarlamentare
(estratto da Linkedin)

Se passa la proposta della Commissione, una lettera ci comunicherà che la nostra vettura è diventata un rifiuto da smaltire immediatamente. Lo stop alla vendita delle auto benzina e Diesel dal 2035 è solo un paravento perché in realtà l’Europa vuole impedirci di usare le auto a motore endotermico già molto tempo prima, imponendoci la rottamazione dei veicoli obsoleti attraverso un nuovo provvedimento presentato di recente dalla Commissione UE.

Si tratta del “Regolamento per la gestione dei veicoli fuori uso”, una misura choc che intende togliere ai proprietari il diritto di decidere quando è il momento di rottamare la propria vettura. Sarà infatti un elenco di criteri stabiliti da Bruxelles a dire se un’auto può continuare a circolare o se invece deve essere avviata alla demolizione. In un futuro non troppo lontano potrebbe dunque capitare di ricevere una lettera del registro automobilistico che ci comunica che il nostro veicolo è diventato un rifiuto da smaltire con effetto immediato perché il costo di riparazione supera il valore di mercato, o perché la vettura ha saltato per due anni il controllo tecnico nazionale, o ancora perché il motore o il cambio devono essere sostituiti, o perché i freni e i componenti dello sterzo sono troppo usurati, solo per fare alcuni esempi. Se uno dei criteri viene raggiunto, il diritto di proprietà decade e l’auto deve essere riciclata.

Una proposta assurda che lede la libertà di scelta e il diritto di proprietà, che non tiene conto del valore d’uso e del valore affettivo dei veicoli, e che minaccia di penalizzare non solo i cittadini e i lavoratori che non sono in grado di cambiare l’automobile, ma anche il settore delle auto storiche. Secondo i criteri ipotizzati dalla commissione UE, infatti, si salverebbero solo le vetture con almeno 30 anni, uscite di produzione, storicamente conservate e mantenute nel loro stato originale senza aver subito modifiche significative. Dopo il boicottaggio dei biocarburanti, una nuova spada di Damocle incombe sul futuro di un settore che dà lustro alla storia del motorismo e del design europeo, legato a doppio filo con la nostra cultura e la nostra identità.

Giù le mani dalle nostre auto, basta ecotasse e imposizioni assurde. Occorre fermare questa ennesima eco-follia partorita dalla prepotenza delle sinistre che dettano legge a Bruxelles.

 

Auto elettriche: non è colpa delle colonnine

Auto elettriche: non è colpa delle colonnine

(Fonte: AGITALAB)

Le vendite di auto elettriche sono basse, molto più basse delle aspettative, in Italia ma anche all’estero, dove c’è un enorme problema di stock invenduto.
La colpa viene data, oltre al prezzo molto più alto di una corrispondente autotermica, alla mancanza di colonnine di ricarica. Ma i dati mostrano una realtà diversa. In Italia ci sono 47mila punti di ricarica pubblici e sono in costante e robusto aumento. Nel terzo trimestre sono state installate 2.000 nuove colonnine pari a oltre il 4% di incremento, mentre nei 12 mesi a settembre scorso erano cresciute del 42%.

 

Uno studio di Ambrosetti qualche tempo fa aveva fatto emergere che in Italia il rapporto auto per colonnina era già ben sopra la Francia e la Germania, segno che non è questo a tenere i clienti lontano da questa tecnologia. Anche perché la maggior parte dei clienti che hanno scelto un’auto alla spina si è dotata di una wallbox privata, a casa o al lavoro, funzionale alle brevi percorrenze quotidiane.

 

Per i viaggi, 1/3 delle stazioni di servizio in autostrada offre un punto di ricarica, di cui l’80% sopra il 43 kW e il 59% addirittura sopra i 150 kW. Certo, la distribuzione delle colonnine privilegia il Nord, con oltre la metà, mentre il Centro e il Sud si dividono l’altra metà. Ma questo riflette anche la diversa penetrazione delle auto elettriche nel Paese.

 

foto maxim-hopman-unsplash

Intelligenza artificiale: a rischio la sicurezza, anche stradale

L'editoriale di Pierluigi Bonora

Faccio una confessione a cuore aperto: l’Intelligenza Artificiale, di cui si parla tantissimo da un po’ di tempo, mi mette ansia. Mi fa paura. La tv ci mostra come questa “AI” può essere manipolata facilmente, traendo in inganno l’opinione pubblica anche attraverso i social. Ascoltiamo e soprattutto vediamo personaggi appartenenti alla politica, all’industria, al mondo dello spettacolo dire cose che non corrispondono alla realtà. Sono loro che parlano, il labiale corrisponde alle parole pronunciate, ma nella realtà è tutto finto e opera di una regia occulta. Basta un fraintendimento, una sovrapposizione, a questo punto, per scatenare il finimondo.

 

Guardiamo al settore automotive, per restare nei nostri argomenti, sempre più esageratamente proiettato in visioni quasi fantascientifiche. E se la manipolazione, come è già avvenuto con gli hacker per i sistemi di assistenza alla guida, facesse un ulteriore balzo in avanti? Non oso pensare alle conseguenze.

 

E lo stesso vale per il sistema dei trasporti pubblici, aerei, navali e ferroviari. Insomma, si corra rapidamente ai ripari. Qui si rischia tantissimo. E non solo, come afferma giustamente il premier Giorgia Meloni, per quanto riguarda l’occupazione con la persona umana messa definitivamente all’angolo.

 

La questione sta diventando un vero caso di sicurezza, anche stradale. Pensiamo ai pericoli derivanti da false comunicazioni e veicoli resi ingovernabili. Insomma, occorrono un quadro di regole per fare in modo che questa “AI” sia ben governata, sicura e tracciabile. Ma era proprio necessario arrivare a questo punto?

Codice della strada: giro di vite per chi abbandona il cane e causa incidenti

Codice della strada: giro di vite per chi abbandona il cane e causa incidenti

(dall’Ufficio studi di ASAPS.it, il Portale della sicurezza stradale)

La Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati ha iniziato a votare i primi emendamenti al DDL nr. 1435 Interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del Codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. C. 1435 Governo e abb. Novità per chi abbandona animali, con inasprimento delle pene previste all’art. 727 del Codice penale e con l’introduzione della sospensione della patente “ove il fatto sia commesso mediante l’uso di veicoli, la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da sei mesi a un anno”.

Sono previste le stesse pene dell’omicidio stradale e delle lesioni personali stradali, senza aggravanti (reclusione da 2 a 7 anni) “se i fatti derivano da un incidente stradale provocato da animali domestici abbandonati su strada o nelle relative pertinenze“, oltre ai provvedimenti di sospensione previsti dagli art. 589-bis e 590-bis Codice penale.

Politecnico di Torino: a Gandini Laurea Honoris Causa in Ingegneria Meccanica

Politecnico di Torino: a Gandini Laurea Honoris Causa

Foto- Marcello Gandini (Foto di Xavier de Nombel)

Il Politecnico di Torino ha conferito la Laurea Honoris Causa in Ingegneria Meccanica a Marcello Gandini, car-designer di fama mondiale e autore di importanti soluzioni ingegneristiche innovative che coniugano meccanica, tecnologia e stile, non solo nel campo dell’autoveicolo nella sua lunga attività professionale. In ogni suo progetto ha applicato un forte approccio ingegneristico per ottenere il miglior risultato possibile di forma, funzione, ricerca di materiali inediti, sempre con una spiccata tendenza all’innovazione, trovando soluzioni meccaniche originali per l’inserimento e la disposizione dei componenti meccanici all’interno delle sue creazioni.

 

Marcello Gandini si è occupato di design fin dalla giovane età, iniziando nell’ambito dell’arredamento di interni e proseguendo poi con la progettazione delle automobili, in principio presso Bertone, arrivando a esserne direttore dello Stile e lavorando a modelli entrati nella storia come Lamborghini Miura, Ferrari Dino, Lancia Stratos e tanti altri. Come designer indipendente ha firmato collaborazioni con tante Case automobilistiche come, tra le principali, Renault, Lamborghini, Maserati, Nissan, Toyota e Subaru. Di recente il suo impegno si è concentrato sulla ricerca e sull’innovazione, in particolare con l’obiettivo di reinventare il modo in cui un’automobile viene prodotta, ottenendo da questa continua ricerca una serie di brevetti e invenzioni.

 

Il Magnifico Rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco, ha consegnato la pergamena di laurea a Marcello Gandini dopo la sua Lectio Magistralis, preceduta dalla laudatio del professor Massimo Rossetto e dalla motivazione del conferimento a cura del professor Giorgio Guglieri, entrambi docenti del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale-DIMEAS.

 

Ad arricchire la cornice dell’evento, nel cortile dell’Aula Magna sono state esposte una quindicina di auto storiche disegnate da Marcello Gandini per la Carrozzeria Bertone, alcune delle quali provenienti dalla collezione dell’Automotoclub Storico Italiano: esemplari che ben rappresentano lo spirito geniale e innovativo di Gandini.

 

“Nel lavoro di progettazione in qualunque contesto è difficile tenere insieme aspetti differenti e abbandonare la routine consolidata – spiega il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco – Il vero innovatore è però in grado di vedere oltre la propria disciplina, oltre il foglio dove sta buttando giù la bozza, per unire esigenze diverse e saperi anche lontani. Marcello Gandini è proprio questo: un innovatore del suo campo, il design dell’automobile, ma non solo. Ha saputo unire un gusto estetico altissimo con soluzioni ingegneristiche e tecnologiche all’avanguardia, contribuendo a migliorare l’intero iter della progettazione industriale. Un contributo straordinario che il Politecnico di Torino ha deciso di riconoscere e premiare con il titolo di Ingegnere Meccanico Honoris Causa”.

 

“Nel corso di una carriera lunga e piena di successi, Marcello Gandini è stato non soltanto un maestro del Design, ma anche un uomo con grande capacità di visione ingegneristica – ha sottolineato il professor Massimo Rossetto nella sua laudatio – Una figura di inventore d’altri tempi, che sa concretizzare il suo pensiero attraverso il progetto e rendere fruibili le sue idee a tutti e tutte. I suoi progetti non sono mai stati limitati all’apparenza ma hanno sempre mostrato la capacità di concepire gli oggetti come un tutt’uno tra meccanica, tecnologia ed estetica, ricercando sempre soluzioni innovative”.

 

“Universalmente noto per i suoi magnifici progetti di automobili che hanno fatto sognare molte persone, Marcello Gandini ha lavorato anche e soprattutto all’innovazione nel campo della progettazione industriale a tutto tondo – ha detto il professor Giorgio Guglieri, illustrando le motivazioni del conferimento della laurea – sapendo dare la giusta importanza ad aspetti meno evidenti del lavoro industriale come estetica e design, sviluppando progetti e brevetti radicalmente innovativi per quanto riguarda tutte le fasi del processo industriale: progettazione, costruzione, scelta dei materiali e assemblaggio dell’automobile e non solo”.

 

“Sono onorato di ricevere questa laurea honoris causa – ha dichiarato Marcello Gandini -. È il riconoscimento di un percorso iniziato a 16 anni, quando, con il denaro che mi era stato assegnato per comprare un libro di latino, acquistai invece un testo di meccanica, Motori Endotermici di Dante Giacosa. L’ingegneria, applicata al design e alla progettazione dell’auto, è stata la mia prima passione e il filo rosso di tutto la mia professione”.

 

Camion e scenari UE: il 2024 sarà un anno rivoluzionario, ecco tre nodi da sciogliere

Camion e scenari UE

di Harald Seidel (DAF), neo presidente del comitato dei veicoli commerciali di ACEA

Il 2024 sarà un anno rivoluzionario per l’industria europea dei camion. In primo luogo, nei prossimi mesi dovrebbero concludersi i negoziati sulla regolamentazione delle emissioni di CO2 per i veicoli pesanti, che sancisce nella legge obiettivi di decarbonizzazione più ambiziosi per camion e autobus.

Non ci sono dubbi: i produttori di autocarri e autobus stanno dedicando tutti i loro sforzi per contribuire a decarbonizzare il trasporto su strada. Ma i responsabili politici devono abbinare gli ambiziosi obiettivi per i produttori di veicoli a condizioni altrettanto ambiziose per consentire la loro diffusione sul mercato.

L’intero ecosistema europeo del trasporto pesante richiede una rapida trasformazione, che coinvolga gli sforzi di un’ampia gamma di attori pubblici e privati, non solo i produttori di autocarri.

Stiamo facendo la nostra parte investendo miliardi in veicoli elettrici a batteria e alimentati a idrogeno a emissioni zero, e questo sta già dando i suoi frutti per la transizione verde dell’Europa.

Ma i nostri sforzi sono ostacolati dalla mancanza di tre elementi cruciali: infrastrutture di ricarica e rifornimento di idrogeno, efficaci sistemi di tariffazione del carbonio e misure per sostenere gli operatori dei trasporti a sostituire i veicoli convenzionali con modelli a emissioni zero.

“I camion rimangono la modalità di trasporto più flessibile, reattiva ed economica, garantendo che le merci raggiungano i consumatori e mantenendo la società in movimento. I responsabili politici europei non devono perdere di vista questo aspetto in vista delle cruciali elezioni europee e di un nuovo mandato della Commissione europea nel 2024. Insieme, attraverso una migliore collaborazione, possiamo affrontare il cambiamento climatico e salvaguardare la competitività.

Al di là degli obiettivi di CO2, c’è molto nelle agende dei produttori di autocarri per il 2024: Euro 7 richiederà sforzi significativi; la direttiva sui pesi e le dimensioni è in sospeso; e nuove regole sui dati sono potenzialmente all’orizzonte.

 

foto da ufficio stampa di ACEA

Sicurezza stradale: incoraggianti i dati del 2023 in attesa del nuovo Codice

Sicurezza stradale: incoraggianti i dati del 2023

di Toni Purcaro, Executive Vice President DEKRA Group e Presidente DEKRA Italia

Incoraggianti i dati forniti dalla Polizia Stradale in merito agli incidenti stradali verificatisi nel 2023. Si osserva, infatti, una riduzione rispetto al 2022 con 44.778 incidenti rilevati dalla Polizia Stradale contro i 45.387 del 2022. Gli incidenti mortali sono stati 449 (nel 2022 erano 521) e anche il numero delle vittime (495) sono diminuite rispetto all’anno precedente con una riduzione del 17,1%. Si registra poi una inversione di tendenza anche per gli incidenti con feriti che nel periodo in esame sono stati 15.760 contro i 16.402 dello stesso periodo del 2022 (-3,9%) con 24.701 feriti (il 2,7% in meno rispetto al 2022 in cui ci sono stati 25.374 feriti).

 

Tutto ciò è sicuramente stato possibile grazie a un maggior numero di controlli su strade e autostrade. Si tratta, tuttavia, di numeri elevati di fronte ai quali è importante vigilare e mantenere alta l’attenzione. Nel Lazio si è registrato il numero più alto di morti (73), di cui 42 avvenuti a Roma. In questa statistica figurano poi la Lombardia e la Campania con il numero più alti di sinistri mortali. L’impegno del Governo volto ad approvare il nuovo Codice della strada va nella giusta direzione, con l’obiettivo comune di diminuire maggiormente i rischi che si corrono quotidianamente sulle nostre strade.

 

Inoltre, auspichiamo che le politiche sulla mobilità siano sempre più in linea con i cambiamenti tecnologici in atto, considerato che il 90% degli incidenti è causato dall’errore umano. È fondamentale, in tal senso, implementare sistemi di assistenza alla guida in grado di riconoscere situazioni critiche e raggiungere l’obiettivo ‘Vision Zero’, ossia eliminare del tutto le vittime della strada entro il 2050.

 

 

AutoScout24: focus sulla sicurezza stradale

AutoScout24: focus sulla sicurezza stradale

Quasi 100 milioni di spostamenti al giorno, con un tempo dedicato di circa 60 minuti e 26,7 km percorsi . Sono i numeri (alti) della mobilità nel nostro Paese che rendono il tema della sicurezza stradale prioritario. Dopo un 2022 con incidenti stradali in aumento (165.889, +9,2% sul 2021), pari a 281,2 ogni 100mila residenti in Italia, e i primi sei mesi del 2023 che confermano questo trend , è pronto il nuovo Codice stradale che prevedrà, tra gli altri, l’inasprimento delle sanzioni per l’utilizzo del cellulare alla guida o per chi consuma alcol.

Secondo l’ultima ricerca del Centro Studi di AutoScout24, il principale portale di annunci auto in Italia e in Europa, se da un lato il Codice della strada è giudicato positivamente in termini di sicurezza da quasi sei utenti su dieci, dall’altro in Italia c’è ancora un problema culturale : il 14%, infatti, continua a giustificare (in alcune occasioni) chi guida dopo aver assunto alcol, come ad esempio quando lo si “sopporta”, e il 12% chi usa il cellulare senza auricolare/vivavoce, come nel caso di una telefonata urgente. Nonostante questo, non è una bocciatura completa in quanto negli ultimi anni è cresciuta sensibilmente la consapevolezza su questi comportamenti, tanto che l’alcol e il cellulare sono ritenuti gli aspetti in assoluto più gravi.

Ma per ridurre gli incidenti, secondo gli utenti, non bisogna “lavorare” solo sui comportamenti errati, ma è fondamentale migliorare lo stato delle strade, giudicato negativamente da oltre metà degli intervistati. A causa delle cattive condizioni stradali, infatti, oltre un quarto del campione ha causato o subito nella sua vita almeno un incidente, anche lieve.

Cosa preoccupa principalmente gli utenti quando sono su strada? Sono proprio gli altri guidatori (per il 73%) e i pedoni (38%), ovvero tutto ciò che può avere a che fare con la distrazione di altre persone. Anche la presenza di buche si conferma una grande fonte di apprensione, indicata da oltre la metà del campione, ma per chi usa abitualmente la bici, sale la paura per i mezzi pesanti (per il 38%, contro una media del 15%). Al contrario, solo il 3% pensa che superare i limiti di velocità sia pericoloso, e infatti ben sette utenti su dieci dichiarano di eccedere a volte o spesso i limiti imposti a livello urbano o extra urbano.

Andando invece a indagare le motivazioni di chi ha provocato un incidente, si vede come la causa principale sia stata la distrazione alla guida (per il 64%), seguita da una mancata osservanza della segnaletica o delle norme di circolazione (18%).

Incidenti stradali. Il confronto tra le regioni

Considerando il 2022, anno in cui sono presenti i confronti regionali dell’ACI-Istat, al primo posto per numero di incidenti troviamo, ovviamente per una questione di dimensioni, la Lombardia (28.786), seguita dal Lazio (20.275) e dall’Emilia Romagna (16.679). Ma se confrontiamo il dato sulla popolazione residente, la situazione cambia nettamente: al primo posto si classifica la Liguria con 521,5 incidenti ogni 100mila residenti, un dato nettamente superiore alla media nazionale (281,2). Seguono, a distanza, la Toscana (412,6 incidenti ogni 100mila residenti), l’Emilia Romagna (375,9) e il Lazio (354,4). Le più virtuose sono il Molise (152,1) e la Calabria (154,2).

Foto di Alexandre Boucher su Unsplash

Horizon Automotive: anno nuovo con prospettive internazionali

Horizon Automotive: anno nuovo con prospettive internazionali

Horizon Automotive, tech-mobility company che opera nel settore dei servizi di mobilità, mette a segno un 2023 di ottimi risultati, gettando le basi per un 2024 ancora più ambizioso con prospettive internazionali.

Nel corso degli ultimi dodici mesi, l’azienda ha affermato la propria posizione quale unicum nel panorama tech-automotive, grazie a tre pilastri fondamentali: tecnologia, consolidamento del brand e un network di dealer partner in costante crescita. 

Innanzitutto, la forte connotazione digital ha portato Horizon a investimenti importanti in termini diinnovazione tecnologica, come dimostra il lancio dell’Horizon Mobility Platform. Si tratta di uno strumento unico di sales intelligence che consente ai concessionari di entrare velocemente e in maniera proficua nel mondo del noleggio, mettendo in rete tutto il portafoglio multi-brand di veicoli (oggi più di 1.000 tra vetture e veicoli commerciali) e di soluzioni finanziarie tra i più ampi del panorama automotive italiano, abbinando ad ogni veicolo il miglior canone calcolato in tempo reale attraverso gli algoritmi proprietari (gli Horizon Index).

Inoltre, l’evoluzione continua del sito web dedicato al cliente finale, lo ha portato a posizionarsi come il primo marketplace digitale italiano del noleggio a lungo termine by dealer. È in questo contesto che Horizon Automotive sta testando da diversi mesi i possibili campi di applicazione dell’Intelligenza Artificiale, su cui si prevendono importanti rilasci nel corso del 2024.

Altro pilastro su cui poggia la strategia di Horizon Automotive è rappresentato dal costante incremento dei dealer partner. Attualmente, il progetto Marketplace annovera oltre 40 dealer partner che insieme rappresentano più del 90% dei brand automotive del mercato, di cui ben 10 si sono uniti alla rete solo nell’ultimo trimestre, a dimostrazione di una crescita estremamente rilevante. Grazie a questo network, oggi Horizon è presente in 16 regioni italiane, con un piano di apertura di oltre20 nuovi Store nel 2024.