Intelligenza artificiale: a rischio la sicurezza, anche stradale

L'editoriale di Pierluigi Bonora

Faccio una confessione a cuore aperto: l’Intelligenza Artificiale, di cui si parla tantissimo da un po’ di tempo, mi mette ansia. Mi fa paura. La tv ci mostra come questa “AI” può essere manipolata facilmente, traendo in inganno l’opinione pubblica anche attraverso i social. Ascoltiamo e soprattutto vediamo personaggi appartenenti alla politica, all’industria, al mondo dello spettacolo dire cose che non corrispondono alla realtà. Sono loro che parlano, il labiale corrisponde alle parole pronunciate, ma nella realtà è tutto finto e opera di una regia occulta. Basta un fraintendimento, una sovrapposizione, a questo punto, per scatenare il finimondo.

 

Guardiamo al settore automotive, per restare nei nostri argomenti, sempre più esageratamente proiettato in visioni quasi fantascientifiche. E se la manipolazione, come è già avvenuto con gli hacker per i sistemi di assistenza alla guida, facesse un ulteriore balzo in avanti? Non oso pensare alle conseguenze.

 

E lo stesso vale per il sistema dei trasporti pubblici, aerei, navali e ferroviari. Insomma, si corra rapidamente ai ripari. Qui si rischia tantissimo. E non solo, come afferma giustamente il premier Giorgia Meloni, per quanto riguarda l’occupazione con la persona umana messa definitivamente all’angolo.

 

La questione sta diventando un vero caso di sicurezza, anche stradale. Pensiamo ai pericoli derivanti da false comunicazioni e veicoli resi ingovernabili. Insomma, occorrono un quadro di regole per fare in modo che questa “AI” sia ben governata, sicura e tracciabile. Ma era proprio necessario arrivare a questo punto?

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