Carico e scarico merci: non è compito dell’autotrasportatore

Pedaggi: nuova stangata sui pedaggi

di Cinzia Franchini, presidente di Ruote Libere

La normativa parla chiaro: la mansione dell’autotrasportatore è quella di condurre un veicolo per il trasporto delle merci e di presiedere al carico e allo scarico delle stesse, fatto salvo ovviamente un diverso accordo di un autista dipendente col proprio datore di lavoro. Ebbene, purtroppo questo principio viene quotidianamente disatteso e nella prassi l’autotrasportatore è chiamato dal committente a svolgere attività di carico e scarico o, paradossalmente viceversa, ad allontanarsi dal mezzo lasciando addirittura le chiavi agli addetti dell’azienda dalla quale ritira o alla quale consegna la merce.

Mediamente si stima che un autotrasportatore dedichi fino a 4 ore al giorno per le attese e le attività di carico e scarico. Si tratta di una prassi che distoglie i camionisti dalle loro mansioni e che li grava di una responsabilità che non compete loro e in base alla quale rischiano di rispondere in prima persona in caso di incidenti. Inutile dire che è difficile per un autotrasportatore esimersi dalle richieste non dovute dei committenti su carico e scarico, soprattutto se altri colleghi sono pronti a svolgere lo stesso compito senza discutere

 E’ anche in questo contesto che si palesa tutta l inadeguatezza degli enti  che dovrebbero rappresentare il mondo dell’autotrasporto, enti che negli anni non hanno contribuito all’ unità della categoria la cui professionalità e dignità oggi restano solo una scatola vuota. Una scatola tristemente abbellita da spot fuori dalla realtà a partire dall’ultimo promosso e pagato dell’Albo degli Autotrasportatori che, nell’invitare i giovani ad aderire alla professione, descrive un surreale mondo da “mulino bianco”.


Due ruote: crescita importante, continuità per gli incentivi

Paolo Magri, presidente di ANCMA

di Paolo Magri, presidente di ANCMA

 

La nuova domanda di mobilità che viene soprattutto dai centri urbani e il desiderio di libertà e passione che i motocicli sono in grado di soddisfare sono sempre più i due elementi portanti di un mercato che continua a crescere (+16,8% le vendite in Italia nel primo semestre), malgrado le incertezze globali, le residuali difficoltà di approvvigionamento e l’impennata inflattiva.

 

Si conferma e rafforza il protagonismo che le due ruote hanno riconquistato nella mobilità post Covid-19 e questo accende un ulteriore riflettore sulla rilevanza economica del nostro comparto e sulla necessità di tenere conto con più attenzione dei bisogni dei nostri utenti.

 

Si chiede, ora, che inoltre che vengano assegnati all’esercizio 2023 i fondi avanzati lo scorso anno per l’elettrico in modo che la dotazione complessiva per gli incentivi all’acquisto non si esaurisca anzitempo e possa contare su una continuità strutturale in grado di migliorare l’efficacia dello strumento e sostenere un mercato ancora giovane, ma molto promettente.


Il “green” secondo l’UE: rischio d’indebolimento del tessuto industriale

di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria
(dalll’assemblea 2023 di Assolombarda)

Sulla riduzione delle emissioni è evidente la necessità di condividere obiettivi attraverso la cooperazione tra gli Stati responsabili dei cambiamenti climatici, perché altrimenti ogni azione è solo una goccia nel marè.  La sostenibilità deve essere sociale, economica e ambientale, tre aspetti che devono viaggiare insieme. Il tema della sostenibilità ambientale è del resto ineludibile e le imprese lo sanno bene e sono già avanti.

Bisognerà però agire a livello globale, perchè sforzi isolati dell’Europa o dei singoli Stati potrebbero causare unicamente la delocalizzazione delle imprese verso parti del mondo con norme ambientali meno rigorose, senza quindi risolvere il problema e generando un pericoloso impatto sociale. Le misure messe in atto a livello mondiale per sostenere la transizione green, per esempio il programma IRA negli Stati Uniti e il piano Made in China 2025 messo a punto da Pechino.

Stati Uniti e Cina stanno investendo risorse considerevoli e senza precedenti. L’Europa come risponde? È evidente che l’assetto europeo non sembra essere adeguato ad affrontare le sfide attuali in termini di competitività con questi giganti. L’Europa ha introdotto politiche di divieti, bandi e obiettivi stringenti, non basati sulla neutralità tecnologica e su strategie di politiche industriali che rischiano unicamente, se non arginate, di indebolire il tessuto industriale.

Cari giovani: non dimenticate la centralità dell’uomo e delle sue passioni

di Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti ANFIA e vicepresidente di ANFIA (dal discorso di benvenuto in occasione della XVIII edizione di Formula SAE Italy)

 

È bello vedere persone giovani e appassionate che investono nel loro futuro divertendosi,  in linea con lo spirito educativo dell’evento. ANFIA promuove iniziative educational come questa con l’intento di fornire agli studenti strumenti efficaci per integrare la loro formazione, ma anche di favorire il contatto tra il mondo  accademico e quello delle imprese. Oggi l’automotive sta affrontando molteplici trasformazioni – elettrificazione, digitalizzazione e  intelligenza artificiale sono i trend trainanti – e l’evoluzione tecnologica corre veloce. Per  rimanere competitivo, il settore deve lavorare seguendo una logica di sistema. Come ANFIA, sosteniamo un approccio tecnologicamente neutrale alla mobilità sostenibile, aperto a tutti i  vettori energetici a basse emissioni di CO2. Riteniamo inoltre prioritario concentrare gli sforzi  sulle attività di reskilling e upskilling degli addetti della filiera produttiva, per aggiornarne le  competenze e le professionalità e prepararli ad affrontare le nuove sfide, nonché aggiornare  l’offerta di servizi formativi introducendo nuovi percorsi di studio coerenti con le rinnovate esigenze del settore, perché, in questa fase di enorme cambiamento, la rete delle università è  importante quanto quella dei centri di ricerca e sviluppo. 

Il mio consiglio ai ragazzi qui presenti è di prepararsi alle professioni del futuro – è un dato di  fatto che l’industria delle batterie, ad esempio, sta affrontando una carenza di specialisti in  ricerca e progettazione – senza però dimenticare la centralità dell’uomo e delle sue passioni,  come la passione che anima gli studenti della Formula SAE Italy, e l’importanza di una mentalità aperta nelle scelte tecnologiche.

Mercato dell’auto a 38 miliardi: balzo del prezzo

Emissioni: la verita' in prima serata a "Piazza Pulita"

di Pier Luigi del Viscovo, direttore del Centro studi Fleet & Mobility

 

Nel 2022 il mercato auto è aumentato in valore rispetto al 2021 (+5,6%), superando i 37,6 miliardi di euro. Nonostante volumi ancora in forte contrazione, scesi ai livelli del 2013, anno della peggiore crisi del secolo, gli italiani hanno speso 37,6 miliardi di euro per immatricolare 1,3 milioni di vetture, quasi quanto spesero nel 2008, quando si vendettero 2,2 milioni di auto. Il valore medio netto delle auto ha superato i 28.000 euro, +16% rispetto ai 24.300 dello scorso anno.

 

Negli ultimi dieci anni il prezzo medio netto è passato dai 18.000 euro del 2013 ai 21.000 del 2019, prima del Covid, grazie soprattutto all’affermazione dei Suv. Nei successivi tre anni, facendo leva sulla mancanza di prodotto, i costruttori sono riusciti a portare il prezzo medio netto ai valori attuali, con una crescita media annua superiore al 10%”.

 

Nel 2022 le immatricolazioni uso noleggio hanno superato gli 11,5 miliardi di euro, al netto di sconti. Una cifra mai toccata prima e superiore del 16% a quella pre-Covid.

 

Il risultato economico è stato determinato in gran parte dall’aumento dei listini e dalla riduzione degli sconti. Inoltre, abbiamo rilevato una forte concentrazione di immatricolazioni di vetture ibride plug-in, notoriamente molto costose. Da una nostra analisi esclusiva emerge che i contratti del noleggio a lungo termine stipulati nel 2022 hanno visto un incremento del canone superiore al 30%.

Priorità: produzione auto ok, ora si rimodulino gli incentivi

di Gianmarco Giorda, direttore generale di ANFIA

 

L’indice della produzione automotive italiana resta positivo anche a maggio (+5,3%), registrando il terzo rialzo consecutivo dopo il lieve calo di febbraio. Nel dettaglio, l’indice della fabbricazione di autoveicoli cresce a doppia cifra nel mese (+14,4%), soprattutto grazie all’aumento dell’8,7% registrato, secondo i dati preliminari  di ANFIA, dalla produzione di autovetture – che chiude i primi cinque mesi a +12,9% superando le 237mila unità. L’indice della produzione di parti e accessori per  autoveicoli e loro motori, invece, torna ad avere segno negativo, -3,8% rispetto a maggio 2022, invertendo la tendenza. 

Per sostenere la domanda e indirizzarla verso le tecnologie green, è importante accelerare l’annunciata rimodulazione degli incentivi a oggi in vigore per l’acquisto di  vetture a bassissime e a zero emissioni.

Inoltre, poiché il perdurare dei problemi di approvvigionamento e di logistica delle merci rende difficoltoso il rispetto delle consegne dei veicoli nuovi nei 180 giorni previsti dalla normativa nazionale, auspichiamo la proroga dei termini di consegna a  270 giorni – recentemente oggetto di una lettera congiunta, firmata insieme alle altre

maggiori associazioni automotive italiane, al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. In questo modo i cittadini che hanno investito per acquistare un veicolo  nuovo a inizio 2023 non perderanno il beneficio dell’Ecobonus.

Le risorse per l’autotrasporto ci sono: ora si rendano disponibili

Decarbonizzazione

di Massimo Artusi, vicepresidente di Federauto con delega ai Trucks&Van

La lettura dei dati sull’esito del click day del nuovo periodo di prenotazione del Fondo Investimenti 2022 per l’autotrasporto, praticamente esaurito in poche ore per l’LNG, il Diesel (con rottamazione) e i trainati, dimostrano quanto fossero attese dalle imprese le risorse stanziate dalla legge di Bilancio del scorso anno, che sono state sbloccate nei primi giorni di giugno, dal decreto di attuazione emanato dopo un anno e mezzo dallo stanziamento iniziale.

Nel prendere atto con soddisfazione che lo sblocco di queste risorse ha avuto un grande successo – a dimostrazione della voglia che dimostrano le imprese di adeguare le tecnologie delle flotte – rammarica il ritardo con cui si è arrivati all’attuazione della norma (che porterà all’erogazione degli incentivi nelle casse delle aziende non prima della fine del 2024), e ci motiva a far sì che si eviti che anche i fondi previsti con le stesse finalità per il 2023 subiscano un analogo ritardo.

Al momento è stato emanato solo il decreto interministeriale che fissa in 25 milioni la somma destinata agli incentivi per il 2023, mentre si attende ancora il decreto ministeriale che dovrà stabilire la ripartizione della somma per le diverse tipologie di veicoli e il successivo decreto attuativo per avviare l’erogazione degli incentivi.

Ci auguriamo che tali risorse non debbano attendere quanto quelle del 2022 e che il ministero dei Trasporti, confermando l’attenta sensibilità dimostrata nei confronti dei problemi dell’autotrasporto, voglia accelerare le procedure per rendere disponibili al più presto queste risorse che, peraltro, appaiono strutturalmente nel bilancio dello Stato.

È necessario ricordare che l’ammodernamento del parco è, e deve continuare a essere, una priorità per avere risultati tangibili e rapidi in termini di diminuzione degli inquinanti, dei climalteranti e per aumentare la sicurezza stradale.

Il non senso del piano “Fit for 55”: le storture vengono a galla

di Andrea Taschini, manager automotive

Fare i conti senza l’oste è sempre un azzardo, farli al di fuori della realtà possibile, compromette invece la vita di milioni di individui. La transizione verso il “total electric” europeo si schianterà contro la mancanza strutturale di materie prime, i costi energetici e la competitività dell’Unione nei confronti della Cina maturando, se si vuole testardamente proseguire nel progetto dell’auto elettrica, una dipendenza pericolosa dal sistema industriale di Pechino.

Per soddisfare la domanda di materie prime necessarie per la costruzione di batterie e motori elettrici, si dovranno aprire più di 350 nuove miniere (che nessuno vuole) e predisporre una gigantesca industria della raffinazione particolarmente inquinante, impensabile nel Vecchio continente.

Come l’Europa ne verrà fuori da questo imbarazzante pasticcio ideologico non è dato sapere, ma è certo che la crescente consapevolezza della situazione impone una revisione di tutto il Fit for 55 su basi più appropriate e realistiche.


Tutto secondo copione, ma non illudiamoci: questa sciagurata Commissione UE non farà passi indietro, ma è fondamentale prepararsi alla svolta del dopo elezioni europee del giugno 2024, arrivando di fronte al futuro legislatore con delle proposte strutturate e concrete. Di tempo e denari se ne sono già persi abbastanza.

Milano: stangata Area C, monopattini, sensori per i mezzi pesanti

Auto elettriche e materie prime

(il punto di Simonpaolo Buongiardino, presidente di Assomobilità, intervistato da Pierluigi Bonora)

Caro Area C a Milano (dal 30 ottobre il ticket passa da 5 a 7,50 euro e si paga anche nel fine settimana), la necessità di fare chiarezza sui sensori per l’angolo cieco nei mezzi pesanti alla luce dei recenti incidenti mortali accaduti nella metropoli lombarda, la disciplina dell’utilizzo dei monopattini. Tutti temi scottanti che abbiamo affrontato con Simonpaolo Buongiardino,  presidente di Assomobilità e vicepresidente di Confcommercio Milano per i temi della mobilità.

In riferimento alla stangata sull’Area C decisa dall’Amministrazione capeggiata dal sindaco Beppe Sala, non solo il pagamento per tutti, ma anche l’estensione del divieto d’ingresso il sabato e la domenica per i veicoli che non possono accedervi, crea, infatti, un problema concreto agli operatori commerciali del comparto auto all’interno della Cerchia dei Bastioni.

Sui monopattini, l’auspicio di Buongiardino è che vengano regolate al meglio le modalità di utilizzo e sosta, mentre per far fronte al problema dell’angolo cieco, “ci siamo dimostrati disponibili nei confronti dell’Amministrazione comunale – le parole del presidente di Assomobilità – per fornire, attraverso il sistema di imprese rappresentato, le soluzioni tecniche utili a sostenere le necessarie modifiche per gli autoveicoli interessati dal provvedimento”,

Emissioni di CO2: l’Italia conta solo per lo 0,8%, eppure…

Di Domenico De Rosa, Ceo di SMET Group

L’Italia è responsabile dello 0,8% delle emissioni globali di CO2, ma in nome della scelta politica del Parlamento Europeo e della Commissione in scadenza rispetto alla transizione energetica della mobilità sta sacrificando il tessuto portante della propria economia.

Sarebbe il caso che nel nostro Paese ci si svegliasse da questa condizione di intorpidimento cerebrale collettivo e si ricercassero strade diverse e più sostenibili per la necessaria decarbonizzazione…