Italy Progress Index 2023: il processo di elettrificazione non decolla

Italy Progress Index 2023: il processo di elettrificazione non decolla

Il processo di elettrificazione in Italia non si ferma, ma procede con fatica. A descrivere la situazione è l’Italy Progress Index di Quintegia che – mettendo a sistema la situazione delle infrastrutture di ricarica, le immatricolazioni e il parco circolante veicoli elettrici – racconta come il nostro Paese viaggia verso il traguardo fissato al 2030 (che prevede 6,6 milioni di veicoli elettrici BEV e PLUG-IN circolanti – fonte PNIEC) con una velocità moderata che sta generando un ritardo importante. In termini numerici, il punteggio annuale stabilito dall’Index, e riferito al 2023, è pari a 44,0: l’Italia, per raggiungere i propri obiettivi, dovrebbe accelerare notevolmente la rapidità nella crescita dell’utilizzo delle auto elettriche e incrementare la presenza dei punti di ricarica.

Le variabili responsabili del risultato sono principalmente immatricolazioni e parco circolante. In dettaglio: le immatricolazioni negli ultimi 3 mesi del 2023 hanno recuperato terreno con un +54% rispetto allo stesso periodo del 2022, influendo sul dato annuale che si è attestato su +34,5%; il parco circolante ha superato le 220.000 unità BEV, che in termini percentuali vuol dire +32% rispetto al 2022, complice sempre l’ultimo trimestre 2023 con 20.600 vetture; il numero di colonnine di ricarica è cresciuto con 13.906 punti in più rispetto al 2022, per un totale al 31 dicembre di 50.678 punti a uso pubblico (Fonte: Motus-E).

“L’Italy Progress Index ha segnalato che nell’ultimo trimestre dello scorso anno c’è stato un buon segnale di crescita, ma la situazione è rimasta pressoché invariata rispetto allo stesso periodo del 2022 nel quale si registrava un punteggio di appena 0,7 punti inferiore. Ipotizzando uno scenario, nella totalità del 2024, se confermati i dettagli a oggi disponibili, i nuovi incentivi porteranno ad una crescita sostanziale delle immatricolazioni di BEV, ma in generale ci sarà un effetto, seppur più limitato, su tutto il mercato vista l’inclusione negli stessi anche delle ibride plug-in e delle termiche con emissioni di CO2 fino a 135g/km” dichiara Nicola Pasqualin, Senior Researcher & EV Expert, E‑commerce di Quintegia. 

Dal punto di vista territoriale, considerando le immatricolazioni e depurando i dati dalla componente noleggio al primo posto c’è il Nord-Est con 38,9 punti, mentre si confermano fanalino di coda il Sud e le Isole per tutte e tre le componenti dell’indice.

Le infrastrutture di ricarica sono state protagoniste di una crescita lenta, ma costante in tutti i 12 mesi. Il dato delle installazioni, a fine 2023, racconta di oltre 50.000 punti di ricarica presenti sul territorio nazionale, dei quali il 14% fast charge, mentre considerando tutti i punti lenti e veloci, il 58% si trova nel Nord Italia, il 19% nel Centro, il 23% è collocato al Sud e sulle Isole (Fonte Motus-E).

Foto di alex su Unsplash

 

Brembo prosegue il suo sviluppo sostenibile: raggiunto il 75% di energia rinnovabile, calano le emissioni di co2

Brembo prosegue il suo sviluppo sostenibile: raggiunto il 75% di energia rinnovabile, calano le emissioni di co2

Brembo, leader globale nei sistemi frenanti, prosegue con determinazione il suo piano di sostenibilità. Nel 2023, le emissioni di CO2 per unità di prodotto finito sono state ridotte del 9,5%. È aumentato invece l’uso di energia elettrica da fonti rinnovabili che ha raggiunto un livello senza precedenti, pari al 75% del totale, con i casi virtuosi di tre Paesi in cui il Gruppo opera – Italia, Messico e Brasile – dove l’utilizzo di fonti rinnovabili copre il 100%.

 

Le attività e i risultati conseguiti in ogni ambito ESG – ambientale, sociale e di governance – sono dettagliati nella Relazione di Sostenibilità 2023, da poco disponibile sul sito di Brembo. “Essere sostenibili e continuare a crescere creando valore è una sfida complessa per una realtà industriale e globale come Brembo”, ha dichiarato Cristina Bombassei, Chief CSR Officer di Brembo. “Questo non mina la nostra determinazione e i risultati che raggiungiamo ci incoraggiano a fare ancora meglio. Siamo convinti che il nostro modo di fare impresa può e deve fare la differenza nei territori in cui operiamo. Stiamo vivendo un periodo di crescente consapevolezza ambientale e sociale e questo richiede a tutte le aziende una sempre più incisiva, concreta e trasparente azione sostenibile”.

 

Nella Relazione di Sostenibilità 2023, emerge anche l’impegno di Brembo nella gestione delle risorse naturali, con l’obiettivo di favorire la circolarità di processi e prodotti. In particolare, Brembo adotta soluzioni per il recupero delle acque e utilizza materie prime di origine secondaria, come i residui dei processi di lavorazione e i materiali ferrosi di scarto. Inoltre, il Gruppo è attento al recupero dei rifiuti generati durante la produzione.

 

Nel 2023, Brembo ha infatti favorito il recupero di oltre 440 mila tonnellate di rifiuti prodotti, circa l’88% del totale. Nel favorire lo sviluppo sostenibile del Gruppo, Brembo coinvolge il suo team globale di oltre 15.600 persone in 15 Paesi, incentivate a proporre progetti innovativi. Le migliori idee vengono premiate ogni anno con i Brembo Sustainability Awards, giunti nel 2023 alla quinta edizione con 57 progetti presentati.

 

Inoltre, Brembo è impegnata nel coinvolgimento attivo della propria filiera di fornitura. Nel 2023 il Gruppo ha organizzato il Net Zero Supply Chain Workshop, un evento a cui hanno partecipato circa 300 fornitori chiave con l’obiettivo di accelerare il processo di decarbonizzazione della supply chain. Grazie ai suoi impegni sul fronte ambientale, Brembo è stata riconosciuta nel 2023 da CDP (ex Carbon Disclosure Project) come Gruppo leader a livello mondiale per la propria azione 2 / 2 nei confronti del cambiamento climatico e della gestione delle risorse idriche, classificandosi con un punteggio di A- in entrambe le categorie.

 

In Brembo la sostenibilità si esprime anche in progetti a sostegno di istruzione, formazione e ricerca, sport, arte e cultura, sociale e tutela dell’infanzia, in particolare incentrati nelle aree in cui il Gruppo opera nel mondo. Grazie alla collaborazione virtuosa con ONG locali, Brembo ha attivato negli anni diversi programmi di carattere sociale in Italia e nel mondo. Tra questi, uno dei più longevi è “House of Smile” in India, un hub e tre centri multiservizio con spazi dedicati all’istruzione, all’accompagnamento psicologico, all’assistenza medico-sanitaria e all’avviamento professionale che dal suo inizio nel 2017 ha accolto oltre 5.000 beneficiari tra donne e bambini che vivono in condizioni di forte vulnerabilità nella periferia della città di Pune.

 

Brembo ha da tempo avviato un percorso strutturato di sostenibilità, con azioni e risultati concreti, formalizzato nel 1999 con la pubblicazione del primo Bilancio del Capitale Intangibile, antesignano dell’attuale Relazione di Sostenibilità, giunta alla nona edizione. Nel 2018, Brembo ha aderito all’Agenda 2030 dell’Onu e ai suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) .

Carpooling aziendale di Jojob: oltre 212mila auto via dalla strada nel 2023

Carpooling aziendale di Jojob

Sostenibile per l’ambiente, ma anche per il portafoglio: grazie al carpooling aziendale nel 2023 in Italia sono stati rimossi dalle strade 212.410 veicoli, permettendo ai pendolari che quotidianamente percorrono la tratta casa-lavoro o casa-università in condivisione di risparmiare in totale 4.931.175 km e 986.263 euro tra benzina, caselli e parcheggi, evitando inoltre l’emissione in atmosfera di 641 tonnellate di CO2. Su un totale di 373.767 viaggi condivisi, la maggior parte si registra in Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, mentre a livello provinciale spiccano Torino, Alessandria e Bologna.

 

In generale, la percorrenza media delle tratte condivise è stata di 26,57 chilometri, mentre l’equipaggio medio nazionale è di 2,32 per veicolo, in aumento rispetto alla media di 2,27 persone del 2019.  A fare il punto sull’utilizzo del carpooling aziendale, che favorisce la condivisione di veicoli e riduce l’impatto ambientale, è l’Osservatorio Nazionale sul Carpooling Aziendale 2024 realizzato da Jojob Real Time Carpooling, in cui sono stati analizzati i dati degli spostamenti casa-lavoro o casa-università avvenuti in condivisione nel corso di tutto il 2023.

 

“I dati dell’Osservatorio mostrano un andamento importante, confermando come gli italiani apprezzino la mobilità condivisa. Il carpooling è sempre più un’abitudine consolidata per i pendolari, anche a causa dei rincari sulla benzina registrati a partire dallo scorso anno”, spiega Gerard Albertengo, CEO e fondatore di Jojob. “Per continuare a diffondere una mobilità condivisa e sostenibile è importante che il tessuto imprenditoriale e le comunità territoriali, attraverso i loro mobility manager, accolgano e favoriscano questa nuova modalità di viaggio che permette di ridurre il traffico e di conseguenza l’inquinamento, nonché proporre ai pendolari delle soluzioni alternative e sicure: il tutto utilizzando tecnologie già attive e senza la necessità di realizzare ulteriori infrastrutture”.

 

 

La classifica di Jojob tra regioni e province

 

Il servizio di carpooling aziendale di Jojob viene utilizzato in tutta Italia, con una concentrazione maggiore al Nord (63,9% di viaggi); al Centro si registra il 20,6% di viaggi da parte di pendolari casa-lavoro o casa-università, mentre la restante parte si distribuisce tra Sud e Isole (15,5%). Quasi un terzo dei viaggi condivisi in Italia è stato registrato in Piemonte: 116.079, ovvero il 31,1% del totale, per un risparmio di 286.839 euro e 186.430 kg di CO2 non emessa. Al secondo posto c’è l’Emilia Romagna, con 57.590 viaggi condivisi (15,4%), pari ad un risparmio per i pendolari della regione di 118.685 euro e 77 tonnellate di CO2. Terzo il Veneto, dove si registrano 47.321 viaggi in carpooling (12,6%) per un risparmio di 95.505 euro e oltre 62 tonnellate di CO2. Anche in Lombardia e nel Lazio i pendolari si sono rivelati entusiasti, con rispettivamente 46.140 (12,34%) e 44.605 (11,93%) viaggi condivisi: in questo caso i km risparmiati arrivano a quota 618.993 e 817.017, portando ad un risparmio di 123.619 euro e 163.392 euro, ma anche di 80.475 e 106.225 emissioni di CO2.

 

A livello provincialeTorino è la provincia più recettiva per il carpooling aziendale. I suoi pendolari hanno condiviso un totale di 61.098 viaggi, risparmiando 859.385 km, oltre 172.000 euro e 111 tonnellate di CO2. Segue – sempre in Piemonte – Alessandria, con 41.399 viaggi percorsi in condivisione, che hanno fatto risparmiare ai carpooler 78.788 euro e all’ambiente 51 tonnellate di CO2. Bronzo per Bologna, con 28.555 viaggi condivisi, per un totale di 57.919 euro risparmiati e 37 tonnellate di CO2 non emesse nell’atmosfera. Roma raggiunge la quarta posizione con 23.427 viaggi condivisi, ma si distingue per numero di km (397.202), denaro (57.191 euro) e tonnellate di CO2 (51) risparmiati. Segue Treviso con 21.166 viaggi condivisi, che hanno portato ad un risparmio di 29.744 euro e 19 tonnellate di CO2.

 

L’identikit dell’equipaggio 

 

Il carpooling aziendale coinvolge in Italia migliaia di lavoratori e studenti. Più numerosi sono gli uomini, protagonisti di 143.229 viaggi; mentre per quanto riguarda l’età, il 62% dei tragitti è effettuato da Millennials: i32,5% ha tra i 30 e i 39 anni, il 28,3% tra i 20 e i 29 anni, mentre il 21,7% appartiene alla fascia tra i 40 e i 49 anni. Il carpooling piace anche agli over 50, che rappresentano il 17,2% degli utenti.

A bordo della stessa auto viaggiano in media 2,32 persone a tratta, a dimostrazione del fatto che il carpooling aziendale sia percepito come una modalità di viaggio comoda, conveniente e sicura. In particolare, 3 viaggi su 4 (75,6%) sono realizzati da un equipaggio di 2 persone, quindi autista e passeggero, mentre il 18,3% delle macchine è composto da 3 colleghi e colleghe. Il 5,96% dei viaggi invece conta un equipaggio di 4 o 5 persone, con auto praticamente piena. Predilette le utilitarie, scelte nel 40,8% dei casi, seguite da berline e SUV (30%) e City Car (20,4%).

Le abitudini dei carpooler

In Italia la percorrenza media di un viaggio in carpooling è di 26,6 km. Tratte più lunghe si registrano in Liguria, dove la media è di 47,8 km, quasi il doppio del dato nazionale, seguite da quelle marchigiane (47 km) e umbre (39,2 km). I percorsi più brevi invece sono quelli del Trentino Alto Adige con 19,8 km.

Più del 60% dei viaggi viene effettuato nei giorni centrali della settimana: 20,1% il martedì, 20,3% il mercoledì e 20% il giovedì. Lunedì (17,4%) e venerdì (15,7%) sono giornate meno “condivise”, probabilmente un dato condizionato dall’introduzione del lavoro da remoto da parte di molte aziende. Di sabato le condivisioni rappresentano il 4,2% del totale, mentre di domenica il 2,4%. Inoltre, la maggior parte degli spostamenti in carpooling avviene a partire dalle 23.00, ben il 21% (79.487 viaggi): dato che sottolinea come l’utilizzo dei viaggi condivisi avvenga soprattutto per mano di lavoratori notturni e turnisti. I viaggi con partenza alle 7 e alle 17, ovvero rispettando gli orari “standard” da ufficio, registrano rispettivamente il 13,9% e il 13,5%.

Foto di why kei su Unsplash

 

Autostrade per l’Italia: impegno continuo a sostegno dei progetti di solidarietà

Autostrade per l'Italia: impegno continuo a sostegno dei progetti di solidarietà

Autostrade per l’Italia rinnova anche quest’anno il suo impegno nel sociale attraverso l’erogazione di fondi per finanziare progetti di solidarietà sociale proposti dai propri dipendenti, impegnati nel terzo settore, o presentati da associazioni esterne. Negli ultimi anni di attività Aspi ha finanziato circa 100 Associazioni. Per il 2024, 9 sono state le candidature provenienti da associazioni no profit e 12 quelle presentate dai lavoratori di Aspi. Il Comitato Paritetico Progetti di Solidarietà e Promozione Sociale del Gruppo ha valutato le candidature, sulla base di specifici criteri di ammissibilità, e ha individuato 6 nuovi progetti da finanziare (Amicamente ODV – Associazione contro l’epilessia dell’età evolutiva; Comunità S. Egidio – ACAP-APS; Smile House Fondazione ETS; Primavera 86 S.C.S.R.L; AVAZ – Associazione Volontari per lo Sviluppo dei Popoli).

“Siamo convinti che la missione imprenditoriale debba essere guidata dal presupposto ineludibile di responsabilità sociale”, afferma Elisabetta Oliveri, presidente di Autostrade per l’Italia, ogni azienda deve agire nel segno del bene collettivo sia nell’ambito della propria attività, sia con il proprio impegno diretto a sostegno di progetti di solidarietà sociale. Siamo ogni giorno impegnati a promuovere la cultura dell’inclusione, a partire dall’organizzazione in seno alla nostra azienda. Proprio con questo spirito, ancora una volta Autostrade per l’Italia sceglie di supportare associazioni no profit tese a produrre valore per la collettività: una rete di iniziative che trova il suo riflesso nella natura più alta delle infrastrutture autostradali, nate come via per l’inclusione delle comunità e dei territori. Questo è lo spirito che guida ogni giorno il nostro impegno per una mobilità che sia sempre più sostenibile, efficiente e soprattutto inclusiva”

I progetti toccano varie tematiche: dall’innovazione digitale per migliorare la qualità della vita delle persone attraverso l’impiego di nuove tecnologie, applicazioni e servizi digitali nel mondo del lavoro, della scuola e delle organizzazioni no profit; all’inclusione sociale, attraverso la promozione di modelli che diano spazio alla collaborazione e al dialogo tra culture, generi e generazioni diverse, così come la valorizzazione del talento femminile, il rispetto delle pari opportunità e l’integrazione delle categorie più fragili. Progetti dedicati alla promozione della formazione per arginare la dispersione scolastica, intervenire sulla povertà educativa, in particolare a favore di minori che crescono in situazioni di svantaggio o di disagio. “Diamo vita a interventi concreti, duraturi e rappresentativi dell’identità aziendale – afferma Alessia Ruzzeddu, Head of Training, Diversity Equity & Inclusion Management di ASPI – questo lo facciamo anche grazie al contributo delle tante persone impegnate in azioni di volontariato che rafforzano la coesione e i valori ai quali il Gruppo si ispira”.

A tutto questo si aggiungono i progetti di volontariato in azienda. Nel 2023 è stata realizzata una giornata di raccolta beni prima necessità in collaborazione con la Croce Rossa Italiana da destinare a popolazioni indigenti del territorio di Bari e in occasione delle emergenze per calamità naturali (come le ultime alluvioni registrate in Emilia-Romagna e Toscana), sono state concesse 40 ore di permesso retribuito a favore di colleghi che si sono impegnati concretamente in attività di volontariato. “La fortissima adesione alle iniziative a favore delle zone alluvionate e le attività di volontariato a supporto dei territori interessati – afferma Gian Luca Orefice Director Human Capital and Organization di Autostrade per l’Italia – testimoniano ancora una volta lo spirito che anima ogni giorno il nostro lavoro e il forte legame con il territorio attraversato dalla nostra rete”. ASPI, attraverso le proprie attività, partecipa al raggiungimento degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDG) con impegni allineati agli obiettivi dell’Agenda 2030 declinati nella Carta degli Impegni ESG.

Foto ufficio stampa ASPI

Qomodo e Rapidoo: alleanza innovativa per la digitalizzazione dell’automotive

Qomodo e Rapidoo: alleanza innovativa per la digitalizzazione dell'automotive

Foto: da sin Gianluca Cocco – Marco Biancone

Il futuro dell’automotive si tinge di innovazione grazie alla recente alleanza tra Qomodo, leader nella fintech italiana, e Rapidoo, noto per i suoi servizi avanzati nel settore dell’autoriparazione. Questa partnership strategica promette di rivoluzionare la digitalizzazione del settore, integrando soluzioni di pagamento all’avanguardia con sistemi gestionali di ultima generazione.

Una sinergia rivoluzionaria

L’accordo tra Qomodo e Rapidoo mira a semplificare e ottimizzare le transazioni finanziarie per gli operatori del settore autoriparazione. Grazie all’introduzione dell’opzione “Ripara Ora Paga Dopo” di Qomodo, i professionisti potranno beneficiare di servizi finanziari rapidi, sicuri e senza stress, migliorando significativamente l’efficienza operativa delle loro attività.

Le voci dei protagonisti

Gianluca Cocco, CEO di Qomodo, sottolinea l’importanza dell’innovazione: “Questa collaborazione conferma il nostro impegno verso la digitalizzazione, estendendo le nostre soluzioni digitali al settore automotive per facilitare e migliorare la vita quotidiana.”

Marco Biancone, CEO di Rapidoo, aggiunge: “Uniamo le forze per offrire strumenti all’avanguardia, marcando un passo significativo verso la modernizzazione e l’efficienza nel settore dell’autoriparazione.”

Ponte verso il futuro

La collaborazione tra Qomodo e Rapidoo non solo introduce tecnologie avanzate nel settore ma garantisce anche un supporto costante ai professionisti, attraverso accesso a una banca dati aggiornata e formazione specializzata, elevando la qualità del servizio e la soddisfazione del cliente finale.

Chi è Qomodo

Qomodo rappresenta l’avanguardia nella fintech italiana, nata dall’esperienza di imprenditori visionari che hanno introdotto soluzioni di pagamento digitalizzate per rispondere alle esigenze di praticità e sicurezza delle imprese. Con un imponente finanziamento iniziale e una forte presenza nel settore dei pagamenti digitali, Qomodo è sinonimo di innovazione e affidabilità.

Chi è Rapidoo

Rapidoo, parte di Unit Holding, è da anni un pilastro per gli autoriparatori, offrendo assistenza e formazione per affrontare le sfide del mercato. Con una gamma completa di servizi tecnici e gestionali, Rapidoo sostiene la crescita e l’efficienza delle autofficine, confermandosi come un partner indispensabile nell’evoluzione del settore.

Il Museo Nicolis a #FORUMAutoMotive: ecco la Fiat 1200 Trasformabile a misura di passeggero!

Il Museo Nicolis a #FORUMAutoMotive: ecco la Fiat 1200 Trasformabile a misura di passeggero!

Pochi giorni al nuovo appuntamento con #FORUMAutoMotive, l’evento promosso dal serbatoio di idee e centrale di dibattiti in programma il prossimo 26 marzo a Milano (presso l’Enterprise Hotel e interamente trasmesso in streaming sulla pagina Linkedinhttps://www.linkedin.com/company/69227049/admin/feed/posts/).

Uno dei temi guida, come da tradizione, di questa edizione sarà la passione per la mobilità a motore. Una passione rappresentata in modo concreto, in ogni tappa, dalla presenza in sala di top car e vetture storiche. Ospite d’onore stavolta sarà la Fiat “1200 trasformabile”, del 1958gentilmente messa a disposizione da Silvia Nicolis, presidente del Museo Nicolis di Villafranca di Verona, da sempre partner dell’evento.

Le linee dell’avvenente due posti che sarà esposta nel corso dell’evento sono state tracciate dal noto Fabio Luigi Rapi, ai tempi a capo del Dipartimento Carrozzerie Speciali della Fiat. La vettura si è sempre distinta per la silhouette semplice, ma raffinata e un profilo agile e filante. Il propulsore, indicato con la sigla 103 “G”, ha una cilindrata di 1.221 cc e una potenza di 55 cv. Esteticamente, la 1200 si caratterizzava per il frontale con gli indicatori di direzione circolari posti al di sotto dei proiettori principali.

Di chiara ispirazione americana il particolare fregio sul cofano, una “V” che inglobava il logo Fiat e anche il parabrezza Panorama con vetro curvato, sempre con cornice cromata. Tra i dettagli più ricercati erano poi gli indicatori di direzione, incapsulati nei rostri anteriori dei paraurti e sedili girevoli, concepiti per agevolare l’accesso in auto.

Con un prezzo di 1.250.000 lire (circa 20.000 euro odierni), la spider torinese si rivelò molto appetibile facendo breccia tra le fila della borghesia italiana ed estera, desiderosa di un’auto sbarazzina e distintiva, ma non impegnativa. Fine della produzione nel 1966, non prima di aver totalizzato 43.000 esemplari.

“Ringrazio Silvia Nicolis, ormai una prestigiosa presenza fissa a #FORUMAutoMotive con i gioielli a quattro e due ruote del Museo veronese che presiede e fondato dal padre. A ogni tappa ci onora di esporre uno dei modelli che ha fatto la storia della mobilità a motore e che vede l’Italia protagonista. Tutti valori che devono essere trasmessi alle nuove generazioni“, il commento di Pierluigi Bonora, promotore di #FORUMAutoMotive.

Tutte le informazioni sull’evento sono disponibili sul sito www.forumautomotive.eu e sulla pagina Facebook  https://www.facebook.com/forumautomotive/.

Car & Classic: asta online per l’indiavolata Lotus Omega

Car & Classic: asta online per l'indiavolata Lotus Omega

Nel 1989, quando è stata presentata al Salone di Ginevra, la Lotus Omega era la berlina più veloce al mondo. Un bolide destinato a pochi, vista anche la produzione esigua, e ora ambito pezzo da collezione. L’asta su www.carandclassic.it inizierà il 24 marzo e terminerà il 31.

Car & Classic offre la rara opportunità di aggiudicarsi all’asta una delle ammiraglie che più hanno lasciato il segno tra le auto Youngtimer per la loro meccanica super prodigiosa, frutto di collaborazioni tra i brand e le Case sportive più blasonate. La Lotus Omega è una grandiosa reinterpretazione della berlina di casa Opel, una produzione in serie limitata di soli 950 esemplari che ha indemoniato una 4 porte per famiglie facendola diventare un razzo da zero a 100 km/h in meno di 5.4 secondi.

Splitter, minigonne, spoiler, prese d’aria aggiuntive: a fine anni Ottanta, quando la General Motors chiese agli ingegneri della Lotus di potenziare la Opel Omega, intendeva aggiungere al fascino della berlina una massiccia dose di muscoli e potenza. E così il modello, molto diffuso, venne irrobustito praticamente in tutto, a partire dal telaio fino all’assetto aerodinamico esterno.

Il motore bialbero 24 valvole a 6 cilindri da 3 litri fu ampliato a 3600cc e furono aggiunte due turbine Garrett T25 dotate di chargecooler. Il risultato fu strabiliante: 377 CV a 5.2000 giri al minuto, capaci di spingere la vettura a 282 km all’ora. Una velocità raggiunta anche grazie al raro cambio manuale a 6 marce, che consentiva alla Omega di sfruttare appieno la furia del motore biturbo.

Foto fornita da Car&Classic

Dubai: il business milionario delle auto di lusso

Dubai: il business milionario delle auto di lusso

di Fabrizio Boschi

 

Di tanto in tanto il business delle auto di lusso a Dubai salta fuori dalle pagine di cronaca. Il fenomeno sembra apparentemente complesso ma, in verità, è di facile spiegazione. Il motivo dell’abbandono delle auto di lusso è perlopiù legato alle frodi finanziarie. Le auto fuoriserie sono comprate a rate e non venendo poi pagate regolarmente, vengono lasciate per strada, con relativa fuga dell’intestatario (per evitare ripercussioni dalla finanziaria). Oppure l’auto viene pagata, ma l’intestatario è pieno di debiti, tipo assegni postdatati o cose del genere, così abbandona il mezzo, fuggendo dal Paese (per evitare ripercussioni dai creditori).

 

“Alcuni improvvisati cacciatori di questi tesori a quattro ruote, che magari prima facevano mestieri di tutt’altro genere, pensano di reinventarsi broker di auto di lusso abbandonate negli Emirati Arabi Uniti – spiega Daniele Pescara, Presidente di FenImprese Dubai (che in Italia conta 23mila imprese iscritte) e fondatore di M.P. Consultancy LTD specializzata nel company set-up, che conta 24 collaboratori tra Padova e Dubai e un fatturato di oltre 12 milioni di euro -. Ma sono solo specchietti per le allodole dai quali gli italiani vengono spesso ammaliati. Basta girare per i vari parcheggi sotterranei dei grattacieli di Dubai per rendersene conto”.

 

Solo il deposito di Sharja, città a pochi chilometri da Dubai, conta oltre 2mila auto abbandonate: Bugatti, Jaguar, Mercedes, Bmw, Rolls-Royce, Ferrari, Bentley, Maserati, Lamborghini, tutte ricoperte dalla sabbia del deserto. “Ma da qui a guadagnarci qualcosa ce ne corre e bisogna stare attenti – spiega Pescara -. Persone oneste a Dubai, che fanno import/export di auto di lusso, perlopiù con la Germania, esistono, e sono queste ad avere i mezzi economici e logistici per poter guadagnare da questo mercato, chiuso e inaccessibile ai più. Tuttavia, la maggior parte di coloro che propongono questo genere di affari lo fa perlopiù in cattiva fede”.

 

I truffatori sono di due specie: il commerciante improvvisato che pubblica le foto dell’auto abbandonata su Internet e si fa inviare tramite home banking gli acconti dall’Italia e poi ovviamente non spediscono né l’auto, né restituiscono la caparra; e poi ci sono anche concessionarie italiane che lo fanno”. Ad esempio, una Porsche 911 piena di polvere a 45mila dollari, che ha un valore di mercato in Italia di 70mila: chiedono 5mila dollari di caparra ai quali poi aggiungono i dazi doganali, l’Iva, il trasporto e così via, finché l’ignaro compratore non si accorge di essere caduto in una trappola.

 

Poi ci sono presunti consulenti che con 6/7mila dollari aprono delle società di import/export delle suddette auto, promettendo guadagni stratosferici ma che, in realtà, sono solamente bufale. La cosa migliore è noleggiare una bella Lamborghini o Porsche a prezzi vantaggiosi e senza il rischio di prendere una cantonata. Ma anche qui attenzione a scegliere la società di noleggio più seria.

“Che si tratti di supercar, real estate o di costituzioni di società a Dubai, il consiglio è sempre lo stesso: affidarsi solo al consulente più esperto del mercato – conclude Pescara – che si occupa solo di quel settore e che opera unicamente a Dubai. Solo così si può stare sicuri che tutto l’iter burocratico e l’intero investimento vada a buon fine e non si incorra in truffe”.

 

In alternativa, per la futura mobilità a Dubai meglio di tutto sarà il taxi-aereo: Toyota Motor Corporation ha investito, negli ultimi anni, circa 400 milioni di dollari ed è il principale azionista dell’azienda californiana Joby Aviation: quattro passeggeri, oltre il pilota, per il taxi aereo che raggiungerà una velocità massima di 300 km/h; quindi, capace di viaggiare dall’aeroporto fino al centro della città in soli 10 minuti. Ma si dovrà attendere fino al 2026. 

Foto di Johannes Hübner su Unsplash

 

Noleggio alto di gamma: Primerent punto di riferimento

Noleggio alto di gamma: Primerent punto di riferimento

Foto: Pierluigi Galassetti, General Manager di Primerent

 

Primerent, azienda leader in Europa nel settore del noleggio a breve e medio termine di auto di alta gamma, ha registrato una significativa crescita del proprio volume d’affari. Nel periodo dal 2021 al 2023, il fatturato ha avuto un notevole incremento del 43% in tre anni, passando da 14 Mln a 20 milioni. La crescita del business riflette la solidità dell’azienda, sempre più concentrata a proporre esperienze di guida esclusive e memorabili. Un successo determinato da una serie di strategie chiave implementate negli ultimi anni Sviluppo del team interno: Primerent ha investito nella crescita del proprio capitale umano, reclutando professionisti altamente qualificati, a disposizione del cliente per garantire una gestione efficiente del servizio. Attualmente il team Primerent è composto da oltre 50 professionisti, ridistribuiti tra i diversi hub dell’azienda. Ciò permette una copertura strategica di tutta l’Italia e del Sud Europa.   Miglioramento dei servizi offerti: oltre ai continui investimenti che riguardano la flotta, Primerent, ha focalizzato gli sforzi sul continuo perfezionamento dei servizi, con l’obiettivo di consolidare la sua posizione come punto di riferimento per consumatori business e leisure, attraverso soluzioni innovative su misura, che rispondano alle nuove esigenze di mobilità. Ampliamento dell’infrastruttura informatica: Negli ultimi anni, visto l’approccio sempre più digitale del pubblico Primerent, sono iniziati cospicui investimenti volti a potenziare l’infrastruttura informatica. Supportare la crescente domanda e garantire un’esperienza distintiva ai propri clienti, oltre che gestire in modo efficiente l’espansione della flotta e migliorare la qualità delle prestazioni, sono i motivi di queste scelte intraprese.

“L’obiettivo di Primerent per il futuro è quello di mantenere la traiettoria di crescita degli ultimi anni, consolidando la nostra posizione di leadership nel segmento del noleggio di alta gamma, per una clientela che richiede sempre più soluzioni di mobilità senza compromessi”, dichiara Pierluigi Galassetti, General Manager di Primerent. Il cuore della strategia aziendale è incentrato sulla flessibilità, l’eccellenza del servizio e l’attenzione totale al cliente, elementi che contribuiscono a ridefinire il concetto di mobilità di alta gamma. Attualmente, Primerent si impegna a espandere ulteriormente la sua flotta di veicoli di proprietà, con l’obiettivo di raggiungere le 400 unità entro l’anno in corso. Il valore della flotta, composta sempre da auto brand new, e la doppia linea di business firmata Primerent – noleggi a breve e medio termine – consolidano la posizione come principale player di settore in Europa. La vasta gamma e l’esclusività di modelli disponibili spaziano dalle berline ai veicoli elettrici, dalle cabrio alle auto sportive, dai SUV ai VAN, consentendo di soddisfare i clienti più esigenti.

In linea con le proiezioni future di Primerent, si delineano anche le prospettive generali del mercato. È prevista, infatti, una crescita del volume d’affari del segmento Luxury Travel fino a 2,32 trilioni di US$ entro il 2030, accompagnata da un compound annual growth rate (CAGR) del 6.7%. Similmente, il mercato europeo del noleggio a breve termine di auto di alta gamma, con un valore di 195 milioni di euro nel 2023, prevede un’espansione fino a 518 milioni di euro entro il 2030, con un CAGR del 14.9%, superiore al doppio del comparto di riferimento.

Pur essendo ancora inferiore in dimensioni rispetto al settore dell’ospitalità di lusso, il mercato del noleggio auto evidenzia importanti margini di crescita, soprattutto considerando l’ampio bacino di clienti potenziali ancora da conquistare. “Il settore del noleggio di auto di alta gamma assume un ruolo fondamentale nell’ambito dell’offerta turistica sia in Italia che a livello internazionale, diventando sempre più un elemento valorizzante per l’esperienza complessiva di viaggio. Queste soluzioni di mobilità, scelte da turisti nazionali che stranieri, si inseriscono in un contesto in cui i viaggiatori con un alto potere d’acquisto non cercano solamente comfort, ma desiderano vivere esperienze coinvolgenti e di prestigio in ogni fase del loro soggiorno”, afferma Galassetti. 

OCTO Telematics: rilevamento degli incidenti tramite smartphone

OCTO Telematics: rilevamento degli incidenti tramite smartphone

Nonostante il calo del numero complessivo di incidenti in Europa e negli Stati Uniti, la sicurezza stradale resta comunque un tema delicato a livello globale. Per rendere le nostre città più sicure sono quindi necessarie soluzioni efficaci per gestire al meglio gli incidenti stradali e ridurre l’impatto sulle vite umane.

 

Sfruttandolo lo smartphone, una delle tecnologie più pervasive e onnipresenti nel mercato consumer, OCTO rivoluziona la sicurezza stradale rendendo disponibile un’App intelligente per il per rilevamento immediato degli incidenti, che non richiede nessuna interazione con l’automobilista. La soluzione OCTO di Crash Detection via Smartphone innova significativamente l’esperienza dell’automobilista, supportandolo in maniera proattiva nel momento dell’incidente.

 

Lo smartphone agisce come un sensore per la rilevazione di collisioni gravi in grado di attivare automaticamente una richiesta di assistenza.Con una percentuale di utilizzo dello smartphone che supera il 90% in Europa e Nord America e la facilità di installazione delle App tramite App Store, questa soluzione abbatte le barriere all’adozione aumentando i dispositivi di sicurezza dei veicoli o compensando la loro mancanza, su auto non equipaggiate.

 

Oltre all’obiettivo di migliorare la sicurezza dei conducenti, la soluzione OCTO si adatta perfettamente a diversi casi d’uso in molti altri settori. Per le compagnie assicurative, la Crash Detection via Smartphone è in grado di fornire informazioni relative ad un incidente permettendo una gestione efficiente del sinistro, fin dal primo alert (FNOL – First notice of Loss).

 

Per i gestori di flotte, i benefici includono una maggiore attenzione verso la sicurezza dei conducenti e una riduzione dei tempi di fermo delle vetture in gestione. Nella prospettiva più ampia dell’ecosistema della mobilità urbana, aiuta a perseguire il miglioramento del livello di sostenibilità delle città intelligenti.Questa tecnologia all’avanguardia di OCTO rileva gli incidenti di media e grave entità, utilizzando i sensori dello smartphone e applicando un algoritmo di intelligenza artificiale basato su miliardi di dati di incidenti reali raccolti da OCTO.

 

La soluzione OCTO di Crash Detection via Smartphone è disponibile installando l’App OCTO Digital Driver, un framework completo di soluzioni digitali progettate intorno all’esperienza del conducente. La soluzione può essere facilmente ampliata con funzionalità aggiuntive come la valutazione del rischio di guida e il coaching, facilitando e snellendo la fornitura di servizi a valore aggiunto l’intero ecosistema di mobilità.

 

Le aziende possono lanciare rapidamente la propria soluzione attraverso un’applicazione white label, altamente configurabile, o incorporare le funzionalità nei propri applicativi grazie al kit di sviluppo software (SDK) di OCTO. Disponibile su iOS e Android, in pochi secondi gli automobilisti possono installare l’app sui loro smartphone senza bisogno di hardware aggiuntivi.Tina Martino, Responsabile Marketing di OCTO, ha commentato: “Siamo orgogliosi di presentare la nostra rivoluzionaria Crash Detection via Smartphone basata su AI, che è il risultato di oltre 20 anni di esperienza nella telematica e negli analytics applicati al rilevamento automatico degli incidenti e alla gestione dei sinistri.

 

Riteniamo che la disponibilità della soluzione OCTO su un dispositivo personale possa rappresentare un enorme valore per la sicurezza stradale grazie alla larga diffusione degli smartphone a livello globale”. Con questa soluzione, ogni automobilista connesso si sentirà più sicuro e le imprese avranno uno strumento in più per raggiungere i propri obiettivi ESG (ambientali, sociali e di governance).