Dubai: il business milionario delle auto di lusso

Dubai: il business milionario delle auto di lusso

di Fabrizio Boschi

 

Di tanto in tanto il business delle auto di lusso a Dubai salta fuori dalle pagine di cronaca. Il fenomeno sembra apparentemente complesso ma, in verità, è di facile spiegazione. Il motivo dell’abbandono delle auto di lusso è perlopiù legato alle frodi finanziarie. Le auto fuoriserie sono comprate a rate e non venendo poi pagate regolarmente, vengono lasciate per strada, con relativa fuga dell’intestatario (per evitare ripercussioni dalla finanziaria). Oppure l’auto viene pagata, ma l’intestatario è pieno di debiti, tipo assegni postdatati o cose del genere, così abbandona il mezzo, fuggendo dal Paese (per evitare ripercussioni dai creditori).

 

“Alcuni improvvisati cacciatori di questi tesori a quattro ruote, che magari prima facevano mestieri di tutt’altro genere, pensano di reinventarsi broker di auto di lusso abbandonate negli Emirati Arabi Uniti – spiega Daniele Pescara, Presidente di FenImprese Dubai (che in Italia conta 23mila imprese iscritte) e fondatore di M.P. Consultancy LTD specializzata nel company set-up, che conta 24 collaboratori tra Padova e Dubai e un fatturato di oltre 12 milioni di euro -. Ma sono solo specchietti per le allodole dai quali gli italiani vengono spesso ammaliati. Basta girare per i vari parcheggi sotterranei dei grattacieli di Dubai per rendersene conto”.

 

Solo il deposito di Sharja, città a pochi chilometri da Dubai, conta oltre 2mila auto abbandonate: Bugatti, Jaguar, Mercedes, Bmw, Rolls-Royce, Ferrari, Bentley, Maserati, Lamborghini, tutte ricoperte dalla sabbia del deserto. “Ma da qui a guadagnarci qualcosa ce ne corre e bisogna stare attenti – spiega Pescara -. Persone oneste a Dubai, che fanno import/export di auto di lusso, perlopiù con la Germania, esistono, e sono queste ad avere i mezzi economici e logistici per poter guadagnare da questo mercato, chiuso e inaccessibile ai più. Tuttavia, la maggior parte di coloro che propongono questo genere di affari lo fa perlopiù in cattiva fede”.

 

I truffatori sono di due specie: il commerciante improvvisato che pubblica le foto dell’auto abbandonata su Internet e si fa inviare tramite home banking gli acconti dall’Italia e poi ovviamente non spediscono né l’auto, né restituiscono la caparra; e poi ci sono anche concessionarie italiane che lo fanno”. Ad esempio, una Porsche 911 piena di polvere a 45mila dollari, che ha un valore di mercato in Italia di 70mila: chiedono 5mila dollari di caparra ai quali poi aggiungono i dazi doganali, l’Iva, il trasporto e così via, finché l’ignaro compratore non si accorge di essere caduto in una trappola.

 

Poi ci sono presunti consulenti che con 6/7mila dollari aprono delle società di import/export delle suddette auto, promettendo guadagni stratosferici ma che, in realtà, sono solamente bufale. La cosa migliore è noleggiare una bella Lamborghini o Porsche a prezzi vantaggiosi e senza il rischio di prendere una cantonata. Ma anche qui attenzione a scegliere la società di noleggio più seria.

“Che si tratti di supercar, real estate o di costituzioni di società a Dubai, il consiglio è sempre lo stesso: affidarsi solo al consulente più esperto del mercato – conclude Pescara – che si occupa solo di quel settore e che opera unicamente a Dubai. Solo così si può stare sicuri che tutto l’iter burocratico e l’intero investimento vada a buon fine e non si incorra in truffe”.

 

In alternativa, per la futura mobilità a Dubai meglio di tutto sarà il taxi-aereo: Toyota Motor Corporation ha investito, negli ultimi anni, circa 400 milioni di dollari ed è il principale azionista dell’azienda californiana Joby Aviation: quattro passeggeri, oltre il pilota, per il taxi aereo che raggiungerà una velocità massima di 300 km/h; quindi, capace di viaggiare dall’aeroporto fino al centro della città in soli 10 minuti. Ma si dovrà attendere fino al 2026. 

Foto di Johannes Hübner su Unsplash

 

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