Metalmeccanici: Uliano nuovo segretario generale FIM CISL

Metalmeccanici: Uliano nuovo segretario generale FIM CISL

#FORUMAutoMotive ringrazia il leader uscente del sindacato FIM CISL, Roberto Benaglia, in diverse occasioni intervento ai nostri dibattiti e alle  tavole rotonde, e si complimenta con il nuovo segretario generale Ferdinando Uliano, che pure in più occasioni ha partecipato agli eventi organizzati in questi anni. Un passaggio di testimone nel segno della continuità e del pragmatismo nell’interesse dei lavoratori e del sistema industriale del Paese.

 

Foto: da sinistra: Roberto Benaglia e Ferdinando Uliano con Luigi Sbarra, segretario generale CISL

  

Il Consiglio generale della Fim Cisl riunitosi a Roma, presso l’auditorium di Via Rieti, su proposta del segretario generale uscente Roberto Benaglia alla guida dei metalmeccanici CISL dal 2020, ha eletto Ferdinando Uliano, già segretario nazionale della FIM, segretario generale. Uliano, 57 anni di Bergamo, ha iniziato la sua esperienza sindacale nell’officina di una piccola fabbrica metalmeccanica nella provincia della Bergamasca, dove viene eletto come rappresentante sindacale per la FIM diplomatosi nelle scuole serali e prosegue la sua attività lavorativa in ABB Sace, dove lavora e continua l’impegno sindacale di rappresentante dei lavoratori, assumendo anche l’incarico di coordinatore unitario.

 

Dopo 14 anni come delegato sindacale, nel 1996 la FIM lo chiama a un impegno sindacale a tempo pieno nel territorio bergamasco. Viene eletto nella segreteria provinciale nel 2002 e nel 2004, a 38 anni diventa segretario generale della FIM bergamasca. Nel 2012 viene eletto nella segreteria nazionale della FIM dove assume la responsabilità di seguire il settore automotive e moto, in particolare l’allora Gruppo Fiat (oggi Stellantis), Iveco e il gruppo Piaggio.

 

Sono gli anni di Marchionne e dei contratti nazionali specifici (CCSL) che hanno consentito il salvataggio e rilancio del più grande Gruppo industriale del Paese e con esso di importanti accordi che hanno portato ad aumenti salariali e premi di risultato presi a riferimento nel settore. Dal 2012 partecipa attivamente al negoziato dei vari Contratti Nazionali dei Metalmeccanici (CCNL) e dal 2016, assume la responsabilità diretta, in segreteria, della contrattazione nazionale e decentrata.

 

Uliano è stato nel CCNL 2021 uno dei maggiori fautori della riforma dell’inquadramento professionale e della clausola di garanzia che ha caratterizzato l’ultimo rinnovo del CCNL, garantendo incrementi salariali a difesa dei salari dei metalmeccanici. Ha seguito inoltre, a livello nazionale, molti tavoli di crisi in sede ministeriale come quelli di Termini Imerese, Industria Italiana Autobus (ex-Irisbus), Speedline e Stellantis e in ultimo nell’istituzione del tavolo di rilancio del settore automotive, attualmente in essere presso il MiMIT.

 

Benaglia, che lascia la FIM avendo raggiunto i requisiti per il pensionamento – nel proporre Uliano alla guida della FIM – ha sottolineato la necessità di favorire il rinnovamento, anche per permettere al sindacato dei metalmeccanici della Cisl di affrontare in modo più stabile l’importante stagione contrattuale che si sta aprendo e le scadenze congressuali del 2025.

 

“Sono soddisfatto del lavoro intenso fatto in questi anni – dichiara Roberto Benaglia – che ha permesso da un lato di ricostruire in FIM un clima unitario e coeso e con il contributo di tutti un confronto sereno, rispettoso e di merito; dall’altro, di continuare a caratterizzare la FIM come il sindacato riformista dell’innovazione contrattuale, delle vertenze significative e orientato a interpretare il cambiamento del lavoro e i nuovi bisogni dei lavoratori. La Fim continua a saper coniugare concretezza e visione, capace nel contempo di rafforzarsi nella crescita organizzativa nei rinnovi Rsu e nelle adesioni. Ferdinando Uliano è un sindacalista di valore ed esperto che saprà proseguire e ulteriormente sviluppare questa linea sindacale”

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Revisioni auto: nel 2023 spesi dagli italiani 1.266 milioni

Revisioni auto: nel 2023 spesi dagli italiani 1.266 milioni

Nel 2023 in Italia sono stati spesi oltre 1.266 milioni di euro per effettuare le revisioni auto nelle officine private autorizzate. Rispetto al 2022, quando la spesa per le revisioni auto è stata di 1.175 milioni, gli automobilisti italiani hanno speso il 7,7% in più. Questi dati emergono da un’elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec su informazioni del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

L’elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec fornisce anche un prospetto sulla spesa per le revisioni auto nelle regioni italiane. La regione che nel 2023 ha registrato il maggiore incremento della spesa rispetto al 2022 è il Piemonte (+9,8%), seguita da Lombardia (+9,7%), Friuli-Venezia Giulia (+8,6%), Liguria (+8,4%), Umbria (+8,3%) e Campania (+8%). Più contenuti gli aumenti in Puglia (+5,8%), Calabria (+5,5%) e Basilicata (+5,2%).

Foto di Sten Rademaker su Unsplash

Politecnico Torino e Iveco Group: insieme per il futuro della mobilità

Politecnico Torino e Iveco Group

Foto: da sinistra: Marco Liccardo, Francesco Tutino, Guido Saracco e Gialiana Mattiazzo

 

Il Politecnico di Torino e Iveco Group hanno firmato un accordo di collaborazione volto a sviluppare ricerche e programmi condivisi nel settore della  soprattutto per potenziare, nei prossimi tre anni, studi e ricerche all’avanguardia nel campo della progettazione dei veicoli commerciali, con lo sguardo rivolto all’innovazione sostenibile. La cerimonia di firma ha visto la partecipazione di Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino, della professoressa Giuliana Mattiazzo, Vice Rettore per il Trasferimento Tecnologico del Politecnico di Torino, Francesco Tutino, Chief Human Resources & Information Technology Officer di Iveco Group, e Marco Liccardo, Chief Technology & Digital Officer di Iveco Group.

 

Gli studi sviluppati in collaborazione con l’Ateneo si focalizzeranno sul contributo della digitalizzazione, coadiuvata dagli algoritmi di Intelligenza Artificiale, alla progettazione di nuovi sistemi di propulsione innovativi, che supportino la transizione verso un futuro più sostenibile. In questo gli aspetti legati alla gestione energetica e alla riduzione dell’impatto sul territorio sono gli obiettivi che i partner intendono raggiungere nel corso della collaborazione, obiettivi perseguibili adottando, nelle ricerche congiunte, le metodologie di LCA – Life Cycle Assessment criteria & eco-design. Strumento fondamentale a supporto del Green Deal Europeo e della sostenibilità ambientale, la LCA è una metodologia di valutazione multi-criterio in grado di coprire un’ampia varietà d’impatti associati alla salute umana, a quella dell’ecosistema e alla disponibilità di risorse.

 

La storica collaborazione va però già oltre gli ambiti individuati dall’accordo: Iveco Group si conferma Sponsor ufficiale di Biennale Tecnologia 2024, l’evento organizzato dal Politecnico di Torino per riflettere sul rapporto tra la tecnologia e la società, promuovendo insieme cultura tecnica e divulgazione scientifica. Dal titolo “Utopie realiste”, l’edizione di quest’anno, che avrà luogo dal 17 aprile al 21 aprile 2024, si rivolge a un pubblico ampio e diversificato, a cui si richiede di coniugare immaginazione e progettazione, idee e realtà, concrete visioni e inedite prospettive, con il fine ultimo di pensare insieme nuovi possibili mondi.

 

Oltre alla ricerca, la collaborazione coinvolge anche attività sportiva: dal 2023 Iveco Group e Iveco, il suo marchio che progetta, produce e commercializza veicoli commerciali leggeri, medi e pesanti, sono i nuovi “Title Sponsor” della squadra di rugby del CUS Torino, il Centro Universitario Sportivo torinese che è la più grande polisportiva a livello nazionale.

 

Ha dichiarato il Rettore Guido Saracco: “Iveco Group è certamente uno dei partner storici del Politecnico, e sono moltissime le collaborazioni che negli anni hanno rappresentato storie di successo, non ultime la sponsorizzazione di Biennale Tecnologia e della squadra di rugby del CUS. Con questo accordo la collaborazione viene formalizzata consentendo nuovi ed importanti progetti nell’ambito della mobilità e dei veicoli commerciali del futuro, così come importanti opportunità professionali per i nostri studenti”.

 

Francesco Tutino, Chief Human Resources & Information Technology Officer di Iveco Group, ha commentato, “Questo accordo rappresenta un ulteriore passo avanti nella nostra storica collaborazione con il Politecnico di Torino. Questa partnership, che ha radici profonde, si arricchisce ora di una struttura ancora più efficiente, che sistematizza le numerose attività che da tempo legano Iveco Group all’Ateneo. L’importanza di un dialogo costante con il mondo della ricerca e con centri di eccellenza a livello internazionale come il Politecnico di Torino è fondamentale per un player come Iveco Group, soprattutto in un momento in cui il nostro settore sta evolvendo a un ritmo sempre più rapido. In Iveco Group crediamo fermamente nell’importanza della formazione continua, consci del fatto che la nostra capacità di innovare, adattarci ed eccellere è profondamente radicata nel nostro impegno a promuovere lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze”.

 

 

Ripartono i lavori stradali: allarme sul ritardo delle opere previste dal PNRR

Ripartono i lavori stradali: allarme sul ritardo delle opere previste dal PNRR

Il 2023 ha registrato una decisa ripresa della produzione di asfalto (conglomerato bituminoso), principale indicatore dello stato di manutenzione della nostra rete stradale. A trainare l’industria dei lavori stradali sono stati principalmente gli appalti banditi da ANAS. Gli effetti del PNRR stentano a vedersi sul settore. Mancano ancora all’appello numerosi progetti necessari per bandire gli appalti ed avviare l’esecuzione dei lavori per la realizzazione di diverse opere.

Sono questi i principali dati e spunti emersi nel corso dell’evento “Durabilità e sostenibilità delle opere di pavimentazione stradale. L’importanza dei controlli”, promosso a Bologna dall’Associazione Strade Italiane e Bitumi – SITEB presso il Palazzo dei Congressi. Una prima tappa di avvicinamento alla fiera Asphaltica 2024 (9-12 ottobre).

Lo scorso anno la produzione di bitume ha registrato un significativo aumento, raggiungendo quota 35 mln di tonnellate di conglomerato bituminoso, +12% rispetto al 2022. Lo sviluppo della produzione è dovuto principalmente agli appalti ANAS che da qualche anno stanno svolgendo un ruolo decisamente trainante per l’economia del settore. Anche il primo trimestre 2024 è iniziato in modo incoraggiante per il comparto che oggi presenta aspettative di ulteriore crescita nei prossimi mesi.

Dopo anni difficili contrassegnati dal boom dei costi energetici e delle materie prime che hanno frenato il settore, i dati evidenziano un graduale ritorno ai livelli pre-crisi, con una crescita decisa rispetto al 2016, quando le attività di costruzione e manutenzione di strade hanno toccato il fondo con sole 22,3 milioni di tonnellate di asfalto prodotte.

La ripresa dei lavori ha reso meno critiche le condizioni in cui versa il nostro patrimonio stradale, che comunque sconta ancora un deciso gap rispetto alla produzione di altri Paesi europei e rispetto alle reali esigenze di sicurezza della nostra rete. Le strade più a rischio restano quelle più trafficate e le statali di certe Regioni nelle quali non si è ancora intervenuti con modifiche al tracciato e con lavori di manutenzione del manto stradale. L’Associazione registra come diversi Comuni e Province non dispongano di budget adeguati e in Emilia Romagna e in altre Regioni appenniniche sono ancora bloccate numerose strade interessate da movimenti franosi e dall’alluvione dello scorso anno.

“I dati relativi allo scorso anno”, ha sottolineato nel suo intervento il presidente SITEB, Alessandro Pesaresi, “evidenziano una ripresa dei lavori stradali che, dopo gli ultimi difficili anni, costituisce una boccata d’ossigeno per la nostra rete stradale e per l’industria del settore. Restano però diversi elementi fonte di preoccupazione. Su tutti, l’impiego effettivo dei fondi del PNRR per diverse opere stradali. Mancano ancora numerosi progetti e senza progetti non si può procedere né agli appalti, né tantomeno all’esecuzione delle opere. I tempi imposti dall’Europa per realizzare le opere sono oggi sempre più ridotti. Occorre fare presto. Serve oggi una politica di manutenzione pro-attiva, in grado di avviare una serie di interventi prima che il livello di degrado porti la nostra rete al di sotto del limite di sicurezza. Secondariamente il nostro Paese necessita di un inserimento di nuove figure negli enti committenti di lavori stradali e in particolare dei tecnici dei Comuni piccoli e delle Province”.

 

Momento centrale dell’incontro è stata la presentazione del Quaderno tecnico SITEB “Prove e controlli sulla sovrastruttura stradale – Prontuario tecnico delle prove”: uno strumento utile e di semplice consultazione, una guida per la corretta interpretazione e applicazione delle norme tecniche per la qualificazione dei prodotti impiegati nella sovrastruttura stradale e per rendere più sicure le nostre strade.

Foto fornita da SITEB

PwC: quali trend per l’industria, focus sull’automotive

PwC: quali trend per l'industria, focus sull'automotive

Foto: Nicola Anzivino, Global & EMEA Industrial Manufacturing and Automotive Deals Leader, Partner PwC Italia

 

Nel 2023 sono diminuite le operazioni di M&A annunciate nel settore manifatturiero a livello mondiale: -3% a volumi (vs. 2022) e -24% a valori. Flessione maggiore per i deals effettivamente completati nel 2023, pari al -7% a volumi e -48% a valori. I megadeals annunciati sopra i 5 miliardi di dollari si sono ridotti del 46% rispetto al 2022. In controtendenza il settore Aerospace & Defence che è cresciuto del 13% a volumi a livello globale. In sofferenza l’Engineering & Construction con una contrazione dell’11%.

 

Mercato italiano

Le operazioni di M&A completate nel 2023 nel manifatturiero italiano sono calate in modo più contenuto: -3% a volumi in Italia vs -7% Globale. Le dimensioni inferiori, la minore esposizione alle tensioni geopolitiche e i limitati problemi di financing hanno premiato i deals domestici. Nel 2023 i domestic deal hanno rappresentato il 63% del mercato italiano, gli inbound il 26% e gli outbound l’11%, in linea con il 2022.Fra i settori più performanti in Italia l’Aerospace & Defence e l’Engineering & Construction. Il 2023 ha segnato un aumento della presenza dei fondi di Private Equity nel mercato M&A italiano (45% sul totale dei volumi nel 2023 vs 40% nel 2022). Gli investimenti si sono concentrati principalmente sui settori Manufacturing e Business Services.

 

 

Tendenze nel mercato M&A manifatturiero italiano

Nel 2024 PwC prospetta un recupero dell’M&A nel settore manifatturiero italiano grazie al parziale miglioramento della situazione finanziaria macroeconomica rispetto all’anno precedente. La riduzione delle pressioni inflazionistiche e potenzialmente dei tassi di interesse renderà meno complesso il financing dei deals più grandi, influenzando positivamente soprattutto l’attività dei fondi di Private Equity che hanno significativo dry powder da investire in Italia.

 

I deal precedentemente sospesi o posticipati per condizioni di mercato sfavorevoli o per problemi di price gap torneranno sul mercato grazie alla crescente normalizzazione delle condizioni finanziarie e a un miglioramento della fiducia degli investitori sulle prospettive italiane di medio periodo. Inoltre, la tendenza verso approcci alternativi di finanziamento e di strutturazione dei deals (come earnouts, partnership e joint venture) contribuirà a risolvere alcuni deal breaker riscontrati in precedenza.

 

Le operazioni di domestic mid-market, caratteristiche del tessuto industriale italiano, continueranno a sostenere l’M&A italiano nel 2024, anche in relazione al crescente interesse da parte dei grandi corporate internazionali nell’acquisire competenze distintive a livello tecnico, tecnologico e industriale. I dealmaker saranno principalmente attratti da società con prodotti tecnologici innovativi (anche start-up) e da competenze R&D distintive.

 

Secondo l’analisi di PwC, l’aspetto chiave del 2024 sarà la capacità delle aziende italiane di trasformare il proprio modello di business per rimanere competitive, aumentare l’efficienza produttiva, espandere la propria presenza sul mercato domestico e internazionale, e assicurarsi una crescita sostenibile nel lungo periodo.

 

Tra i fattori di spinta principale per il processo di trasformazione si evidenziano l’acquisizione di competenze tecnologiche e di nuove tecnologie, l’implementazione di soluzioni per l’automazione e digitalizzazione dei processi industriali e delle supply chain, la cybersecurity e l’analisi dei dati per il rafforzamento della manutenzione predittiva. Continueranno ad essere centrali, inoltre, l’ottimizzazione strategica del portafoglio delle attività, l’efficientamento del modello operativo e gli investimenti ESG finalizzati a raggiungere obiettivi di sostenibilità in tempi brevi (decarbonizzazione, utilizzo di energia rinnovabile ed elettrificazione delle attrezzature industriali con un forte focus sull’efficienza energetica).

 

Le operazioni di M&A saranno anche uno strumento per gestire le incertezze che potrebbero ancora colpire le supply chain e le problematiche finanziarie di alcune aziende. Secondo l’analisi di PwC, nel 2024 si prospettano numerose operazioni di ristrutturazione e consolidamento per rafforzare società in difficoltà e dismissioni selettive del portafoglio per uscire da mercati ritenuti non più di interesse per ragioni strategiche o geopolitiche.

 

Nicola Anzivino, Global & EMEA Industrial Manufacturing and Automotive Deals Leader, Partner PwC Italia: “Ci sono segnali di una forte ripartenza dell’attività M&A nell’IM&A in Italia, con un focus sulla individuazione di opportunità di value creation e su processi di razionalizzazione del portafoglio e di disinvestimento di asset considerati non-core. Il transformational M&A sarà fondamentale nel 2024, molti operatori industriali guarderanno alla crescita per linee esterne per accrescere le loro competenze a livello di automazione e robotica, con particolare attenzione sul settore dei servizi industriali a valore aggiunto. Ci aspettiamo che vengano create nuove opportunità di M&A in settori dinamici che stanno vivendo rapidi progressi collegati alla transizione energetica e all’evoluzione tecnologica”.

 

Automotive

Secondo PwC, la possibile flessione dei tassi di interesse renderà meno complesso il financing di operazioni di dimensione medio-grandi, agevolando nel 2024 una crescita sostenuta del mercato M&A italiano dell’Automotive. In particolare, l’analisi di PwC prospetta un consolidamento di piccole e medie imprese che sono state negativamente influenzate dalle condizioni macro e microeconomiche, creando opportunità per le aziende acquisitive e con buone disponibilità finanziarie. I settori più attivi saranno quelli collegati al mondo CASE, ossia Connectivity, Autonomous – Automated, Sharing ed Electrification.

 

Gli investimenti principali nel settore saranno, ancora una volta, legati alla trasformazione digitale (specialmente nei software per il settore automobilistico), e alla trasformazione sostenibile (riduzione delle emissioni di carbonio, automazione ed elettrificazione). Molti player stanno valutando o già attuando la dismissione delle business unit legate alle tecnologie dei motori a scoppio tramite operazioni di M&A e alcune aziende stanno iniziando a investire sui combustibili alternativi (idrogeno ed e-fuels). Il mondo delle batterie e dei veicoli elettrici rimarrà in fermento portando sia ad operazioni di M&A sia a joint venture e alleanze strategiche. La transizione verso i veicoli elettrici dipenderà, infine, dai futuri obblighi e incentivi emanati dal Governo italiano ed europeo e dagli investimenti nella costruzione dell’infrastruttura necessaria.

Foto fornita da PwC

 

UNESCO: appello per la “Prominence” della radio in auto

UNESCO: appello per la “Prominence” della radio in auto

di Adriano Matteo (Radiospeaker.it)

 

L’ascesa dei veicoli elettrici ha portato alla progettazione di futuri modelli di automobili senza radio incorporata, favorendo invece le funzionalità di connessione a Internet. Tuttavia, una parte significativa dell’ascolto della radio avviene in automobile, dove le persone fanno affidamento su di essa per le ultime notizie, gli aggiornamenti sul traffico, le previsioni del tempo, l’intrattenimento e, soprattutto, le informazioni di emergenza.

La radio resta un punto di riferimento importante soprattutto in momenti di crisi e situazioni di emergenza quando la banda larga è bloccata e l’elettricità viene interrotta.

A sottolineare questo importante ruolo della radio nei tempi moderni, lo scorso 13 febbraio al World Radio Day, organizzato da Radiospeaker.it, diversi nomi di spicco fra cui Eugenio La Teana, direttore ricerca e sviluppo di “RTL 102.5”, che ha spiegato come i giovani a oggi scoprano la musica solo attraverso smartphone e piattaforme digitali: “L’ascolto in auto rimane uno dei pochi momenti in cui la radio tradizionale mantiene il suo ruolo primario – ha specificato La Teana ai microfoni di Radiospeaker.it – La radio deve garantirsi un posto di rilievo nei cruscotti digitali delle auto e negli ecosistemi digitali in generale. Serve una visione che vada oltre il singolo brand o gruppo editoriale, per costruire una soluzione tecnologica globale che faciliti l’integrazione della radio nel mondo digitale, semplificando le attività di integrazione da parte dell’industria che produce device e autovetture”.

Ed è proprio in occasione della giornata mondiale della radio del mese scorso che l’UNESCO, insieme alle organizzazioni radiotelevisive di tutto il mondo, hanno lanciato un appello alle industrie tecnologiche e automobilistiche affinché la radio rimanga disponibile nelle auto.

“La radio ha il suo posto nella trasformazione digitale dell’ecosistema dell’informazione, integrando Internet e le piattaforme digitali. L’evoluzione delle tecnologie di comunicazione dovrebbe far avanzare il diritto delle persone a ricevere informazioni e idee attraverso qualsiasi mezzo, invece di regredirlo“, afferma la dichiarazione congiunta.

Ad approfondire questo tema al World Radio Day di Milano, anche l’avvocato Massimo Lualdi, founder & managing partner di Consultmedia: “Occorre il tasto ‘radio‘ in macchina, che rimandi almeno a un aggregatore radiofonico. Per fare questo bisogna utilizzare uno strumento di tipo regolamentare o normativo per la radio, che in questo momento è in corso in campo televisivo e che si chiama Prominence, che permette di assegnare quindi rilevanza a determinati contenuti. È un sistema per cui viene garantita la presenza della radio, in questo caso l’icona, che dà la possibilità alla radio di sopravvivere all’interno di un ecosistema inevitabilmente variegato di offerte musicali soprattutto On Demand come Spotify“.

Foto archivio forumautomotive-diario

Euro 7: ACEA per garantire standard realistici e proporzionati

Euro 7: ACEA per garantire standard realistici e proporzionati

Foto-Sigrid de Vries, direttore generale di ACEA

Il voto Euro 7 del Parlamento europeo – si legge in una una di ACEA –  consolida la posizione dell’Europa come precursore globale per gli standard sulle emissioni di automobili, furgoni, camion e autobus.

“Questo voto di oggi sull’Euro 7 ha focalizzato l’attenzione dove conta di più: sulle sfide orientate al futuro come le emissioni dei freni dei veicoli per auto e furgoni e i requisiti delle batterie dei veicoli elettrici”, ha affermato Sigrid de Vries, direttore generale dell’Associazione europea dei produttori di automobili ( ACEA).

 

Gli standard sulle emissioni leader a livello mondiale – aggiunge la nota di ACEA –  arrivano in un momento critico in quanto l’industria automobilistica europea si sta spostando dal motore a combustione ai propulsori elettrici. Si trova inoltre ad affrontare una concorrenza più dura da parte di Cina e Stati Uniti, maggiori costi per fare affari in Europa e un quadro normativo frammentato che inevitabilmente mina la competitività dell’Europa.

È importante ricordare i progressi sostanziali compiuti fino a oggi, con le emissioni dei veicoli ridotte del 90% tra il primo standard Euro e la prima versione Euro 6. C’è molto di cui i produttori di veicoli e i responsabili politici possono essere collettivamente orgogliosi fino ad ora. Ma per realizzare veramente ciò che l’Euro 7 si propone di raggiungere, i politici devono fare di più per sostituire i veicoli più vecchi e più inquinanti sulle strade con modelli più nuovi dotati della tecnologia di emissione più avanzata. Non si tratta solo di incentivi per stimolare l’adozione da parte del mercato dei veicoli più nuovi, ma anche di stabilire un quadro normativo olistico che mantenga la mobilità accessibile a tutti gli europei.

I decisori dovranno ancora decidere sugli elementi chiave attraverso la legislazione secondaria, e diverse importanti incongruenze nel testo devono ancora essere corrette in modo adeguato. ACEA continuerà a lavorare per garantire un Euro 7 realistico e proporzionato che bilanci le preoccupazioni ambientali e la competitività.

 

Osservatorio VertiMovers: ottobre 2023 il mese nero per i furti d’auto

Osservatorio VertiMovers: ottobre 2023 il mese nero per i furti d'auto

È stato ottobre il mese più nero in Italia per i furti di auto, con il 10,2% sul totale di quelli denunciati nel 2023. Segue marzo con il 9,9%. All’estremo opposto ci sono luglio e agosto, che si guadagnano il primato come mesi più sicuri del 2023, contraddicendo l’opinione comune che i mesi vacanzieri siano quelli in cui i male intenzionati sono più attivi. Dal punto di vista geografico, la provincia più danneggiata in termini di auto rubate è quella di Milano, che con il 37,7% dei furti denunciati, si aggiudica il poco invidiabile primato di provincia meno sicura. Seguono Roma con il 33,6% e Torino con il 5,5%. Rispetto al 2022, nel 2023 si è verificato un aumento del 20% dei furti denunciati. I giorni che hanno fatto registrare il maggior numero di denunce per furto sono stati il 27 febbraio e il 21 settembre.

 

Il quadro di quanto accaduto nel 2023 emerge da VertiMovers, l’Osservatorio della compagnia assicurativa digitale Verti sull’andamento della mobilità in Italia, attraverso la raccolta e la rielaborazione dei dati proprietari. Tornando ai risultati dell’Osservatorio, emergono altri fenomeni che hanno caratterizzato il 2023. È luglio il mese in cui si sono verificati più frequentemente danni legati agli eventi atmosferici, basti pensare che in soli sette giorni, dal 19 al 25 luglio, si sono verificati il 77,9% di tutti i danni denunciati nel corso dell’anno a causa di grandine, vento o comunque legati al clima. Il 24 luglio, giorno noto alle cronache, è stato il giorno più nero con il 26,8% del totale delle denunce presentate per danni atmosferici.

 

Non così grave ma ugualmente impattante quanto accaduto qualche giorno prima, il 21 luglio, quando i danni da maltempo si sono attestati al 18,8% del totale. La Lombardia si impone come l’area metropolitana più a rischio per l’integrità dei cristalli dell’auto, poiché le prime tre province per sinistri causati da eventi atmosferici sono, sempre relativamente ai clienti Verti, Milano, Monza Brianza e Varese con il 54,7% sul totale) di cui il 31,3% solo a Milano.

 

Anche le denunce per RCA registrano il loro giorno critico, vale a dire il 12 maggio. Ma è stato tutto il mese in generale quello più critico dell’anno visto che in ben altre due occasioni (il 5 e il 26) si sono verificate più di 200 denunce per sinistri ascrivibili all’ambito della responsabilità civile. Del resto l’RC è comunque la garanzia che impatta maggiormente in termini di quota sul totale dei sinistri denunciati a Verti nel corso dell’anno, con il 58,9%.  La seconda tutela che rappresenta quella più “risarcita” è l’assistenza stradale (23,1%) seguita dalla garanzia cristalli con l’7,9%. Questi dati si inseriscono in un quadro nazionale che vede la spesa obbligatoria per responsabilità civile prevalere sulle garanzie accessorie in misura molto maggiore rispetto a quanto accade negli altri principali Paesi europei. Al contempo, però, da diversi anni questa distanza si va riducendo, con l’incidenza delle garanzie accessorie che nel 2022 ha raggiunto il 23,3% dei premi raccolti nel comparto auto.

 

“L’Osservatorio VertiMovers costituisce una risorsa fondamentale per comprendere i trend di mercato e i comportamenti degli italiani al volante – ha dichiarato Marco Buccigrossi, digital business director di Verti Assicurazioni. “Una definitiva “normalizzazione”, dopo la parentesi del Covid che aveva visto decresce i furti d’auto, la conferma, della crescita, seppur debole, della spesa destinata alle garanzie accessorie sono alcuni dei fatti salienti del 2023 riguardanti il mondo delle assicurazioni auto, che emergono dal quadro che abbiamo tracciato incrociando i dati dell’Osservatorio Verti con quelli di altre fonti statistiche di portata generale. Il lavoro quotidiano che facciamo sui dati, grande risorsa per una compagnia digitale come la nostra, ci consente di monitorare l’andamento dei principali fenomeni che impattano sui nostri beni di uso comune”.

Foto fornita da VertiMovers

L’età per la patente in Italia si alza: tendenze e differenze regionali

L'età per la patente in Italia

Nella società italiana contemporanea, l’acquisizione della patente di guida sembra seguire un nuovo ritmo, con giovani che si avvicinano a questo importante traguardo con tempistiche diverse rispetto al passato. Un recente studio condotto da Facile.it, in collaborazione con mUp Research e Norstat, ha gettato luce su questo fenomeno, evidenziando una media di età per il conseguimento della patente che si aggira intorno ai 19 anni e 10 mesi.

 

Il desiderio e la necessità di guidare un’auto non sembrano più essere una priorità assoluta per i giovani italiani. L’indagine ha rivelato che solo il 50% degli intervistati ha conseguito la patente all’età di 18 anni, seguito da un 23% che ha raggiunto questo obiettivo a 19 anni e un 10% a 20 anni. Sorprendentemente, un significativo 16% ha ottenuto la licenza di guida solo dopo aver superato i 21 anni.

 

Il panorama è ancora più dettagliato se si considerano le differenze di genere: i dati mostrano che gli uomini tendono a ottenere la patente quasi un anno prima rispetto alle donne, con un’età media di 19 anni e 5 mesi contro i 20 anni e 4 mesi.

 

Uno status symbol in declino?

L’automobile ha rappresentato per lungo tempo un simbolo di indipendenza e status sociale. Oggi, però, sembra che il suo fascino stia lentamente sbiadendo tra le nuove generazioni. Interrogati sul loro interesse a conseguire la patente di guida non appena diventano maggiorenni, solo la metà dei diciassettenni intervistati ha espresso la volontà di farlo immediatamente, mentre il 32% preferisce prendersi il proprio tempo.

 

Questo cambiamento di mentalità è ancor più evidente nelle grandi città, dove i giovani dispongono di maggiori alternative per la mobilità che non richiedono una patente di guida. Infatti, quasi il 28% dei diciassettenni ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di conseguire la patente, preferendo affidarsi ad altri mezzi di trasporto.

 

Differenze nell’approccio alla guida

L’analisi ha inoltre messo in luce interessanti differenze regionali: al Sud Italia e nelle Isole, il 63% dei giovani non vede l’ora di ottenere la patente, una percentuale significativamente più alta rispetto al Nord, dove il desiderio di prendere la patente “con calma” raggiunge il 39%. Questo dato contrasta con il 24% registrato al Centro e nel Meridione, sottolineando una minore urgenza nel conseguire questo documento nel Nord del Paese.

 

Tendenza in atto

Focalizzando l’attenzione sulla fascia di età 18-24 anni, si nota che solo il 73% possiede la patente di guida, un calo significativo che trova conferma anche nei dati del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Nel 2022, su circa 1,1 milioni di patenti emesse, solo il 62% era destinato a giovani sotto i 21 anni, segnando un netto calo rispetto al 73% del 2013.

 

Questa tendenza riflette un cambiamento nelle priorità e nelle abitudini dei giovani italiani, con un interesse crescente verso alternative sostenibili e flessibili alla guida tradizionale. La sfida per le autorità e per la società sarà quella di adattarsi a queste nuove esigenze, promuovendo sistemi di mobilità che rispondano in modo efficace e sostenibile alle aspettative delle nuove generazioni.

 

Foto di Spencer Davis su Unsplash

Autostrade per l’italia e l’illuminazione a led: salto verso l’efficienza energetica

Autostrade per l'italia e l'illuminazione a led: salto verso l'efficienza energetica

Nel contesto dell’innovazione e del rispetto ambientale, Autostrade per l’Italia (Aspi) si è imposta un obiettivo ambizioso: trasformare oltre 13.000 punti luce della sua rete autostradale con tecnologia LED, un progetto che mira a migliorare il comfort visivo degli utenti e a incidere positivamente sull’ambiente. Con un investimento significativo di 8 milioni di euro, questa iniziativa si inserisce in un piano più ampio di ammodernamento e sostenibilità che l’azienda sta portando avanti.

 

Roma, la capitale italiana, ha visto annunciare da Aspi un programma di rinnovamento che, entro il 2024, vedrà la sostituzione di lampade a sodio con soluzioni a LED in 450 gallerie e numerosi svincoli autostradali. Questa conversione non solo contribuirà a un risparmio energetico apprezzabile di circa 2 GWh all’anno ma permetterà anche di abbattere le emissioni di CO2 di oltre 520 tonnellate annue. Tale quantitativo di risparmio energetico equivale a quello di un comune di più di 3.000 abitanti, dimostrando l’impatto significativo che tali interventi possono avere su scala nazionale.

 

Benefici tangibili e prospettive future

Il passaggio alla tecnologia LED, oltre a garantire un risparmio energetico, assicura anche un miglioramento del comfort visivo per gli automobilisti, con conseguenze positive sulla sicurezza stradale. Questa scelta tecnologica prevede una riduzione media del 25% nei consumi di energia elettrica dedicati all’illuminazione, un dato che sottolinea l’efficacia di tale intervento sotto l’aspetto dell’efficienza energetica.

 

Aspi ha pianificato interventi su tutte le nove Direzioni di Tronco della rete autostradale che gestisce. A oggi, sono già state completate le operazioni in alcune aree, tra cui Pescara, Bari e Udine, mentre altre sono attualmente in corso, testimoniando l’ampio raggio di azione e la determinazione dell’azienda nel perseguire gli obiettivi prefissati.

 

Impegno condiviso verso la sostenibilità

Il progetto si colloca all’interno del Programma Mercury, una strategia che punta a valorizzare le infrastrutture esistenti attraverso l’innovazione tecnologica e la sostenibilità. Movyon e Tecne, società controllate da Aspi, sono direttamente coinvolte in questo sforzo, che si allinea perfettamente agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.

 

Recentemente, Aspi ha rafforzato il suo impegno verso la sostenibilità sottoscrivendo la Carta degli impegni. Questo documento definisce le strategie e le azioni che il Gruppo intende adottare per promuovere comportamenti rispettosi dell’ambiente e in linea con una visione di futuro responsabile e inclusivo.

 

L’investimento di Autostrade per l’Italia nella tecnologia LED rappresenta un passo importante verso una maggiore efficienza energetica e un minor impatto ambientale. Questo progetto non solo evidenzia l’attenzione dell’azienda verso l’innovazione e la sostenibilità, ma dimostra anche come sia possibile coniugare le esigenze di mobilità moderna con il rispetto per l’ambiente. In un’epoca in cui la responsabilità ecologica è sempre più al centro delle politiche aziendali, iniziative come questa segnano la strada per un futuro più sostenibile.