Codice della strada: piccola riflessione

Saloni della moto: anche la Cina ha il suo EICMA

di Pier Francesco Caliari, Communication Director and Marketing Director, Journalist

Codice della strada: piccola riflessione su quanto proposto. Sono assolutamente d’accordo che per monopattini e biciclette elettriche (e secondo anche muscolari) ci voglia casco e assicurazione. Sulla targa direi di no, sarebbe solamente una stortura burocratica. Faccio notare che entrambi i veicoli viaggiano anche su strada e devono rispettare il Codice.

In più per quanto riguarda i monopattini esistono delle “regole d’uso”, anche ben fatte, ma finché la Polizia Locale non farà rispettare il Codice e le norme a questi mezzi è inutile fare discorsi astrusi. Ma poiché certe amministrazioni danno chiare direttive di non multare bici e monopattini, in quanto mezzi per la nuova mobilità sostenibile, non si andrà da nessuna parte.

Comunque, per quanto mi riguarda, sia per le bici muscolari sia per quelle elettriche e i monopattini ci vogliono obbligatori casco, assicurazione e rispetto delle regole, quindi multe!

E così già si risolverebbe la metà dei problemi. E dirò di più, anche per la felicità delle scuole guida: occorre un patentino visto che circolano sulla strada.

Scudo anti-hacker per Estrema: accordo com Upstream Security

Upstream Security, il principale commerciante della piattaforma di sicurezza informatica e gestione dei dati basata su cloud appositamente creata per i veicoli connessi, ha annunciato la sua partnership con Automobili Estrema, il primo produttore italiano di hypercar elettriche. Attraverso questa collaborazione, Upstream Security fornirà ad Automobili Estrema la sua piattaforma all’avanguardia, consentendo a Estrema di salvaguardare le prossime hypercar Fulminea dai rischi informatici, sostenendo la fiducia dei clienti e offrendo loro un’esperienza unica. Fulminea sarà consegnata ai suoi primi clienti nella prima metà del 2024 e sarà prodotta a Modena, in Italia.

Gianfranco Pizzuto, Fondatore & Ceo di Estrema: “Nel creare Fulminea non abbiamo risparmiato sforzi di ricerca delle tecnologie e dei partner più avanzati in ogni aspetto dello sviluppo della nostra hypercar. Proprio come abbiamo cercato partner di alto livello come Bridgestone per i pneumatici, Upstream è stato il nostro partner di riferimento per la sicurezza informatica e le applicazioni basate sui dati. La piattaforma Upstream ci consentirà di salvaguardare Fulminea dalla crescente portata e intensità delle minacce e degli attacchi informatici. Contestualizzando i dati dei veicoli connessi, la piattaforma ci consentirà di rilevare e agire sui rischi informatici quasi in tempo reale, in modo che i nostri clienti godano della massima tranquillità mentre sperimentano le massime prestazioni automobilistiche. Con la piattaforma Upstream in atto, possiamo anche monitorare le prestazioni della batteria mentre otteniamo una visione completa dei dati critici del veicolo e possiamo adottare misure predittive e preventive per garantire la massima longevità della batteria. Quando si tratta di sicurezza informatica, Upstream è il nostro angelo custode.”

Yoav Levy, Upstream Security Co-fondatore & Ceo: “Gli attacchi informatici agli OEM possono avere pesanti ripercussioni, inclusi costi enormi, danni alla reputazione e offuscamento sul marchio di un OEM. Ecco perché al giorno d’oggi è fondamentale per gli OEM dare la priorità alla protezione dei veicoli connessi e definiti dal software. Siamo orgogliosi di collaborare con Automobili Estrema e supportarli in questa entusiasmante impresa. Lavorando insieme, accelereremo l’utilizzo dei dati dei veicoli connessi e garantiremo che un’hypercar basata su software come Fulminea non sia solo la più veloce, ma anche la più intelligente e sia ben protetta dalla crescente portata e intensità delle minacce informatiche e degli attacchi. Sottoponendo a stress test la nostra soluzione negli scenari più estremi, con Fulminea che accelera e opera a velocità quasi inimmaginabili, stiamo definendo un nuovo standard nel rilevamento e nella risposta ai rischi di sicurezza informatica”.

Fulminea è stata esposta al recente  Geneva Supercar Show, a Genthod, Svizzera, con la presenza di Gianfranco Pizzuto e Giuseppe Serio, Vice President of Market Development di Upstream Security. 

Motus-E: crescono le ricariche domestiche, colonnine oltre 45mila

Trump, Musk e transizione ecologica: quali scenari?

L’Italia corre per dotarsi di una rete di ricarica per le auto elettriche a prova di futuro. È quanto emerge dal monitoraggio delle infrastrutture di Motus-E, che prende in esame in questa edizione anche i dati sui dispositivi per la ricarica domestica, cresciuti di ben 8 volte in due anni, grazie anche alle incentivazioni connesse alla riqualificazione energetica degli edifici.

I punti di ricarica presenti nelle case degli italiani hanno superato quota 400.000, con 304.000 installazioni legate ai bonus edilizi (dati ENEA). Un numero importante, che testimonia la crescente apertura dei cittadini al trend di elettrificazione della mobilità. Un’ulteriore accelerazione si registrerà non appena verranno resi disponibili gli incentivi – già stanziati e in attesa solo dei decreti attuativi – per le infrastrutture di ricarica a uso domestico.

Quanto alle infrastrutture a uso pubblico, il secondo trimestre conferma una vigorosa crescita delle installazioni, con 4.037 punti di ricarica messi a terra tra aprile e giugno, che portano il totale a quota 45.210. Nel primo semestre sono stati installati 8.438 punti di ricarica a uso pubblico, contro i 4.680 dello stesso periodo del 2022 (+80%).

Inizia a espandersi in modo vistoso anche la rete di ricarica sulle autostrade, dove si registrano 657 punti di ricarica (+422 rispetto a un anno fa) in 121 AdS sulle 476 totali. Oltre il 77% dei punti in autostrada hanno una potenza superiore a 43 kW e il 58% supera i 150 kW.

“I passi avanti sulla grande viabilità riflettono il grande impegno degli operatori coinvolti, che continua purtroppo a scontrarsi con l’immobilismo di tutti quei concessionari autostradali che nonostante un obbligo di legge continuano a non bandire le gare per installare le colonnine nelle aree di servizio”, commenta il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso, secondo cui in ogni caso, in termini complessivi, “i notevoli passi avanti registrati dai punti di ricarica privati e a uso pubblico indicano che l’Italia si sta infrastrutturando in modo particolarmente virtuoso, per uno sviluppo della mobilità elettrica allineato agli obiettivi che il Paese si è dato anche con il recente aggiornamento del Piano energia-clima (PNIEC)”.

“Ora sarà importantissimo riuscire a mettere a terra tutti i fondi che il PNRR ha destinato alle colonnine
”, conclude Naso, “su questo istituzioni e industria si stanno impegnando con la massima attenzione. La prima gara, come noto, ha presentato una serie di criticità, soprattutto sul segmento extraurbano. Con interventi mirati sui relativi decreti, però, confidiamo che gli operatori potranno partecipare massivamente, raggiungendo i target prestabiliti ed evitando una dispersione di risorse molto preziose per il Paese”.

Urso e Tavares d’accordo: ora i fatti, ma sarà il 2024 l’anno della verità

A parole il vertice tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e l’ad di Stellantis, Carlos Tavares, ha avuto un esito positivo. Anche i sindacati hanno espresso giudizi nella stessa direzione. C’è la volontà di rilanciare la produzione in Italia, investire e stimolare il mercato. L’incontro, di fatto, ha sì toccato soprattutto i piani di Stellantis, come prima realtà produttiva, ma ha avuto un ampio respiro considerando anche l’importante mondo della componentistica. L’obiettivo è di siglare un accordo di transizione, condividendo il documento di politica industriale sull’automotive (all’interno si trova anche il progetto di rimodulazione degli incentivi) elaborato dal ministero insieme alle parti sociali e alle Regioni che ospitano impianti di Stellantis. La bozza è ora all’esame del gruppo di lavoro che, a fine mese, dovrebbe dare l’auspicato via ai fatti.

Il messaggio di Tavares: “Sono fiducioso che, insieme ad Adolfo Urso, creeremo le condizioni per invertire innanzitutto la tendenza al calo dei volumi di produzione nei due anni a venire e poi costruire insieme la roadmap per produrre un milione di veicoli in Italia. Per raggiungere questa ambizione comune, dobbiamo creare uno spirito di squadra vincente, al fine di sostenere la transizione energetica e mantenere la libertà di circolazione dei cittadini italiani. L’impatto dell’Euro 7 sui volumi dev’essere affrontato e il supporto alle vendite di auto elettriche dev’essere considerato per sostenere l’attività dei nostri siti italiani”.

 

Dunque, una svolta potrebbe arrivare dal nuovo incontro di fine mese, ultimata l’analisi del gruppo di lavoro sul documento di politica industriale automotive. Non sono decisioni semplici, alla luce delle nuove posizioni che, in tema di «green», sono emerse a Bruxelles con il riconoscimento del concetto di neutralità tecnologica (sì all’elettrico, ma apertura anche alle altre soluzioni anti-CO2). Sarà il 2024, con il rinnovamento del Parlamento Ue, l’anno della verità.

Ecobonus: restano inutilizzati i fondi per elettriche e ibride plug-in

di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto

Continua la tendenza positiva del mercato nel suo complesso grazie al confronto con i debolissimi risultati del 2022, ma assistiamo con una certa preoccupazione ad una raccolta ordini in discesa. Inoltre, la transizione verso la neutralità climatica, complice la persistente inflazione e l’aumento sostenuto del costo del denaro, procede con scarso dinamismo e cresce l’attesa per il Piano nazionale dell’automotive preannunciato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Rispetto ai mesi precedenti, il panorama resta immutato sia sul fronte degli incentivi alla domanda che su quello degli investimenti in infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici di imprese e privati: con i primi che hanno una scarsa percentuale di assorbimento nelle fasce 0-20 e 21-60 g/km di CO2 (rispettivamente del 21,5% e dell’8,4%) – oltre all’inutilizzo delle risorse avanzate nel 2022 – e i secondi ancora confinati sulla carta.

Per l’elettrico restano 149 milioni di euro a fronte di uno stanziamento annuo di 190 milioni, mentre è ancora di 215,2 milioni il fondo per le ibride plug-in contro i 235 milioni iniziali. Nonostante tali contributi, è evidente che lo sviluppo di una più ampia “cultura” per le auto alla spina ed esclusivamente elettriche richieda del tempo, maggiore facilità di accesso alle ricariche elettriche – soprattutto nelle strade di lunga percorrenza – e riduzione dei prezzi di acquisto.

Per questo, al fine di coniugare transizione e rinnovo del parco circolante italiano, con circa 10 milioni di autovetture ante Euro 4, occorre rivedere il meccanismo dell’Ecobonus, supportando anche gli acquisti ricompresi nella fascia 61-135 g/Km di CO2, attuare le due misure già previste per le colonnine private e riavviare il bando di gara, finanziato dal PNRR, per gli impianti di ricarica elettrica sulle superstrade, andato a vuoto nella prima edizione scaduta a fine giugno.

Il rilancio e la competitività dell’intera filiera automotive italiana, con la tutela dei livelli produttivi ed occupazionali, restano temi centrali nel dibattito politico, evidenziando ancora una volta l’importanza economica del settore, ma i piani concreti per colmare il divario in tema di elettrificazione rispetto agli altri Paesi del continente europeo così come le altre misure, in una logica di neutralità tecnologica, di sostegno alla sostituzione del parco circolante auto, devono trovare una risposta veloce e una rapida operativa.

Infine, rileviamo che nell’ambito dei lavori parlamentari sul disegno di legge delega per la riforma del sistema fiscale sono saltate tutte le misure proposte che andavano nella direzione di una defiscalizzazione dell’auto aziendale, sia in termini di detraibilità IVA sia di deducibilità dei costi di acquisto e di utilizzo. Su questo ultimo tema strategico per la transizione attendiamo quindi di conoscere le decisioni del Governo», conclude De Stefani.

Sicurezza stradale: ecco la campagna di Polizia e Autostrade

Partita la campagna sulla sicurezza stradale realizzata da Autostrade per l’Italia in collaborazione con la Polizia di Stato e, per la prima volta, con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. “Non chiudere gli occhi. “La sicurezza stradale riguarda anche te” è il titolo di una campagna che mira ad accrescere la consapevolezza in chi l’ascolta, superando l’indifferenza che spesso è la reazione di ognuno di noi di fronte al numero abnorme delle vittime su strada. Messaggio rivolto soprattutto ai più giovani, anche per questo si è scelto di affidare la direzione dello spot a Carmine Elia, regista italiano della serie di successo “Mare Fuori”, mentre Giacomo Giorgio, uno dei volti più amati della stessa serie, interpreta uno dei protagonisti.

Cosa racconta lo spot. “Oltre 3.100 vittime su strada, in un anno, è un dato che non possiamo accettare. Eppure, cifre come questa sembrano quasi non fare più effetto. Non è una cosa normale. Perché, alla guida, c’è di mezzo la nostra vita e quella delle persone a noi care”. Questo è il concept alla base della campagna. Analizzando i dati Istat sugli incidenti e confrontandoli coi trend dei social network, si percepisce un diverso e pericoloso approccio di fronte al pericolo e alla morte, soprattutto da parte delle nuove generazioni.

La campagna estremizza un sentimento banale quanto doloroso, come l’indifferenza rispetto al preoccupante fenomeno. Nello spot si assiste a una scena familiare “normale”, gesti quotidiani: la cena pronta, un dialogo surreale tra madre e figlio, la notizia dell’imminenza dell’incidente mortale, la reazione altrettanto “normale”, in bilico tra assurdo, indifferenza e fatalismo.  Ed è proprio l’assurdità dell’indifferenza che lo spot diretto da Carmine Elia vuol rappresentare al grande pubblico. Un linguaggio forte, senza l’utilizzo di immagini violente. Un messaggio che provoca turbamento, rabbia, un invito a riflettere.

“La vera ricchezza delle persone – afferma il regista Carmine Elia – è il tempo, ma conquistare il tempo non significa correre. Significa guidare con prudenza e consapevolezza. La sicurezza sulle strade è importante perché la vita, ancor prima, è importante”. Alla versione televisiva, sarà affiancato uno spot radio e 5 pillole video per il web, che raccontano attraverso diverse scene i comportamenti corretti da tenere alla guida: rispetto dei limiti di velocità anche in presenza di un cantiere, uso corretto delle cinture di sicurezza, i rischi del colpo di sonno e l’importanza di evitare l’uso degli smartphone al volante. La voce che accompagna “fuoricampo” la campagna è quella di Cristina Boraschi, storica doppiatrice di volti del cinema, come quello di Julia Roberts.

“Ora più che mai è doveroso concentrare tutti gli sforzi sulla sicurezza stradale, per non continuare a percorrere il tunnel della morte dopo aver oltrepassato quello del Covid”, dichiara Daniela Stradiotto, Direttore Centrale delle Specialità della Polizia di Stato. “3.100 persone, di cui tanti giovani, che perdono la vita sulla strada a causa di condotte di guida azzardate o pericolose, impongono un deciso rilancio degli sforzi delle parti interessate. La rinnovata collaborazione con Autostrade per l’Italia va proprio in questa direzione. La Polizia di Stato quotidianamente è impegnata nei controlli e nel contrasto dei comportamenti illeciti, dedicandosi non solo al contrasto ma anche alla prevenzione con numerose campagne di educazione stradale con le quali promuovere la cultura della guida sicura e responsabile: cultura, è questo il senso di marcia vincente”.

“La sicurezza delle persone che ogni giorno attraversano la nostra rete – afferma Roberto Tomasi, Amministratore delegato di Autostrade per l’Italia  – è per noi l’assoluta priorità: per questo lavoriamo con convinzione e tutti i mezzi a disposizione, a partire dalla comunicazione, per ridurre i livelli di incidentalità. Siamo consapevoli della grande responsabilità che abbiamo come Gruppo nella messa a terra del piano di ammodernamento teso a rendere la nostra rete sempre più sicura; tuttavia, il presupposto è che da soli non ce la possiamo fare. È necessario impegnarci per incidere sulla percezione dei cittadini, a partire dalle giovani generazioni, affinché siano sempre più consapevoli dei rischi che corrono adottando comportamenti di guida scorretti. La forza della comunicazione è il primo strumento da mettere in campo per invertire la rotta. È questo il senso della nostra forte collaborazione con la Polizia di Stato e l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica ci dice che stiamo operando nella giusta direzione. La campagna sarà on-air sulle principali radio e televisioni nazionali e le sue immagini saranno pubblicate sui principali quotidiani online e cartacei. Questa è solo l’ultima tra le tante iniziative messe in campo da Autostrade per l’Italia e Polizia di Stato con l’obiettivo di contrastare l’aumento di incidentalità, promuovendo la Sicurezza Stradale tramite un Piano integrato di Comunicazione.

 

Auto: listini troppo cari, concessionari preoccupati

i concessionari mostrano cautela

di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor

In giugno sono state immatricolate 138.927 autovetture con un incremento del 9,19% sullo stesso mese del 2022. Il dato è positivo, ma è anche deludente perché viene dopo l’inversione di tendenza dell’agosto 2022 che era stata caratterizzata da una crescita del 9,92% seguita da una crescita del 5,37% in settembre e da ben otto crescite a due cifre con un 40,78% in marzo e un 29,21% in aprile.

Ci si interroga per capire se la festa per l’automobile sia già finita o se il rallentamento di giugno sia solo un incidente di percorso. Se la festa fosse già finita saremmo di fronte ad una situazione veramente difficile. Infatti, anche ammettendo di mantenere il tasso di crescita dei primi sei mesi nell’intero 2023 otterremmo un volume di immatricolazioni di 1.619.543, un valore annuo decisamente lontano dal livello necessario per assicurare la regolare sostituzione delle auto del parco giunte a fine corsa.

Dall’inchiesta congiunturale mensile condotta dal Centro Studi Promotor a fine giugno su un campione rappresentativo di concessionari emerge che non mancano gli elementi di preoccupazione. In giugno l’86% dei concessionari interpellati valuta basso il livello degli ordini, mentre a gennaio la percentuale corrispondente era del 41%. Ciò significa che i risultati brillanti del primo semestre sono dovuti in gran parte al portafoglio ordini dilatatosi per le difficoltà di produzione delle Case auto dovute alla carenza di componenti indispensabili, mentre allo smaltimento della domanda arretrata non si accompagna una crescita dell’acquisizione di nuovi ordini.

Dalla stessa fonte emergono preoccupazioni dei concessionari per i livelli dei prezzi raggiunti dalle auto. Il 71% degli interpellati dichiara che i prezzi sono alti e il 31% ritiene che aumenteranno ancora. D’altra parte, sempre dall’inchiesta congiunturale del Centro Studi Promotor, emerge che il 77% dei concessionari prevede il mercato stabile o in crescita per i prossimi tre/quattro mesi, mentre soltanto il 23% si attende un calo di immatricolazioni.

Nonostante la decelerazione di giugno il mercato italiano dell’auto sembra, quindi, destinato a continuare a crescere e a raggiungere nel 2023 il livello di 1.619.543 immatricolazioni ipotizzato più sopra. Come si è detto, però, questo non sarebbe un risultato soddisfacente perché comporterebbe un ulteriore incremento dell’anzianità del parco circolante con tutto quello che ne conseguirebbe sul piano della sicurezza e della tutela dell’ambiente.

Per compiere il balzo che manca per il ritorno alla normalità le soluzioni sembrano essere due: la prima è una politica di incentivi alla rottamazione veramente aggressiva che premi non solo chi passa all’auto elettrica, ma anche chi rottama una vecchia carretta per comprare un’auto usata decisamente più recente e la seconda è un mutamento della politica delle Case automobilistiche, che attualmente appaiono fortemente impegnate nella produzione di modelli altamente remunerativi, per mettere a punto un’offerta dignitosa sul piano quantitativo e qualitativo di auto economicamente alla portata delle masse.

L’Europa e l’elettrico: Italia e Spagna in forte ritardo

i concessionari mostrano cautela

di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor

Decima crescita consecutiva per il mercato dell’auto dell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK). In maggio nell’area sono state immatricolate 1.121.644 autovetture con un incremento del 18,2% su maggio 2022, ma con ancora un calo del 22,3% sui livelli ante-crisi, cioè su maggio 2019. Il consuntivo dei primi cinque mesi dell’anno chiude invece con 5.323.630 immatricolazioni e quindi con una crescita del 17,4% su gennaio-maggio 2022, ma con un calo del 23,2% su gennaio-maggio 2019.

La ripresa del mercato dell’area è dovuta essenzialmente al parziale superamento delle difficoltà di produzione dovute a problemi legati alla disponibilità di componenti essenziali che, in un momento particolarmente critico, aveva determinato lunghi tempi di attesa per la consegna di autovetture. La situazione delle forniture non è tornata ancora alla normalità e di conseguenza la maggior parte delle Case automobilistiche privilegia in questa fase soprattutto la produzione dei modelli più remunerativi, che sono anche quelli più costosi. Questa situazione spiega perché in quasi tutti i mercati la ripresa delle vendite interessa soprattutto gli acquisti delle aziende piuttosto che quelle dei privati e ciò naturalmente perché una parte importante degli acquisti dei privati è costituita da modelli economici.

Notevoli differenze permangono anche nella transizione all’elettrico. Considerando i primi cinque mercati dell’Europa Occidentale, nel periodo gennaio-maggio il risultato migliore si registra nel Regno Unito con una quota di mercato delle elettriche pure (BEV) del 15,7%, seguito da Germania e Francia (entrambe al 15%), dalla Spagna (4,6%) e dall’Italia (3,8%). Tra le cause del ritardo di Italia e Spagna molto importante è il fatto che la soglia di accesso all’auto elettrica in termini relativi è molto più alta in questi paesi che nel Regno Unito, in Germania e in Francia e ciò perché le retribuzioni medie sono in Italia e Spagna decisamente lontane da quelle degli altri tre Paesi citati e di conseguenza l’alto prezzo di vendita dell’auto elettrica, che in Italia nella configurazione più economica costa intorno ai 25.000 euro, è molto lontano dalle disponibilità economiche delle masse.

Poiché al momento non si prevedono riduzioni significative dei prezzi delle auto elettriche e tantomeno si prevede un recupero dei livelli medi delle remunerazioni italiane e spagnole rispetto agli standard europei, la conseguenza di questa situazione è che in Italia ed anche in Spagna, se si vuole tenere il passo della transizione all’elettrico con i Paesi economicamente più avanzati, occorrono incentivi molto più elevati e molto più efficaci di quelli fino ad ora adottati.

Il “Tink Tank” sulla mobilità di Unipol: Savaresi (Politecnico di Milano)

di Pierluigi Bonora

“Solo con auto a guida autonoma (L3 e L4) si può andare verso l’elettrificazione totale. Fino ad oggi abbiamo classificato buoni e cattivi in base alla classe Euro, ma quello che conta veramente è come utilizziamo l’auto, non la sua classe. Le black box sono trasformabili per misurare l’effettivo consumo di risorse pubbliche e favorire una maggiore equità e l’inclusività sociale. Dobbiamo passare da un valore medio alla misurazione dell’effettivo impatto ambientale di ogni singolo veicolo”.

 

Sergio Savaresi, direttore del Dipartimento Elettronica Informazione e Bioingegneria (DEIB) del Politecnico di Milano, in occasione del Think Tank “The Urban Mobility Council” promosso dal Gruppo Unipol, ha sottolineato la necessità di un nuovo metodo, realmente efficace e preciso, per misurare le emissioni di veicoli.

 

Europa: sull’auto scelte suicide. E la Cina se la ride

di Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia

Nonostante in Italia il segno più fosse ampiamente atteso alla chiusura del semestre, rilevo un chiaro segnale di appiattimento della crescita, con la vecchia coda ordini ormai quasi evasa e con un nuovo portafoglio ordini che langue. Ma soprattutto l’evidenza che i privati non si possono più permettere le auto che i costruttori europei propongono, unita all’altra evidenza che l’elettrico qui da noi resta confinato a una ristretta élite di persone che, per reddito e immagine sociale, può e vuole distinguersi da tutti gli altri.

Sulle élite, sui ridotti volumi e su margini sempre più alti sta puntando tutta la strategia dei costruttori europei, anche se qualcuno comincia a rendersi conto della realtà (VW e la ID.3 senza girarci troppo intorno), spalleggiata da un impianto politico il quale accetta le sistematiche riduzioni di personale e chiusura delle fabbriche ormai totalmente fuori mercato per i falsi fini di salvezza del pianeta rispetto alla competitività del colosso Cina, il vero inquinatore globale, che se la ride e cavalca alla grande tutte le nostre decisioni suicide.

Mancano 11 mesi alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, speriamo si faccia in tempo a invertire la rotta prima del completo annichilimento della competitività europea, di tutto il nostro futuro”.