SuperRete NCC: il nuovo modo dei ricchi di viaggiare in Italia

di Fabrizio Boschi

 

Immaginate un autista al vostro completo servizio, gentile, discreto, elegante, riservato. Un’auto di lusso, di solito Mercedes, ma anche Bmw, Audi o addirittura Maserati che possa portarvi dappertutto, dal teatro al ristorante, da Palermo a Montecarlo. Servizi prevalentemente per hotel a 5 stelle o per clienti facoltosi in Italia per lavoro o turismo, ma non solo. Per chi non lo sapesse, infatti, il servizio NCC è un servizio di qualità superiore ad un semplice taxi perché su prenotazione e rivolto ad una clientela specifica. Si tratta di un servizio completamente dedicato ai clienti, che si potrebbe definire sartoriale perché tagliato su misura delle esigenze di ciascun passeggero.

Driver professionisti, che parlano inglese e sanno essere discreti offrendo tutte le attenzioni al cliente. E’ vero, sono abbastanza cari, ma chi sostiene che siano molto cari forse ignora il fatto che, a differenza di un taxi, innanzitutto i costi di gestione, manutenzione e personale di guida sono enormemente più alti, i servizi offerti sono molti di più e, infine, il prezzo del servizio è stabilito all’inizio e non è dato dal diritto di chiamata più il tempo calcolato dal tassametro, di conseguenza in caso di traffico, ad esempio, o di cambio di programma, non si vedrà il costo lievitare.

La clientela è perlopiù quella congressuale, di eventi come la moda, e i servizi si rivolgono a un turismo che necessita di un’auto di lusso con autista per brevi transfer in aeroporto oppure lunghi transfer o per uno o più giorni e richiede, dunque, l’immagine di un servizio altamente professionale.

Ecco, quindi, che in un contesto del genere è normale che ogni ditta di NCC, quando con i propri mezzi e con i propri autisti, non sia in grado di soddisfare la propria clientela, si rivolga alle aziende che conosce meglio e a quelle di cui si fida, per trovare i mezzi e gli autisti necessari. In quest’ottica di collaborazione reciproca, è nato nel settembre 2019 questo network nazionale di ditte operanti nel settore degli NCC e che oggi conta ben 300 aziende sparse su tutto il territorio nazionale per un volume d’affari di oltre 200 milioni di euro. La SuperRete NCC è sorta da un’idea di Mario Molinaro, fiorentino, ex bancario, ex taxista, oggi NCC vicino alla pensione, nonché presidente onorario della SuperRete, che mette insieme i più importanti noleggiatori d’Italia in un gruppo whatsapp e sito internet www.superrete.com che collaborano e fanno impresa insieme senza alcun vincolo. Se non uno: il rispetto.

Presidente Molinaro, la stagione estiva 2022 appena terminata, per gli Ncc è stata particolarmente ricca. Come è andata? 

“Dopo un fermo di oltre 2 anni, la voglia di vivere è esplosa, insieme all’impegno dei tour operator e, i turisti, insieme agli eventi, hanno sconvolto con massicce richieste le aziende Ncc già stremate da 2 anni da incubo, con perdite irrecuperabili di dipendenti sistematisi prevalentemente nel famelico settore dei trasporti merci. Nessuno ha potuto prendersi giornate di riposo, per cogliere ogni opportunità di guadagno necessario a ripianare le enormi perdite del 2020/2021”.

Lei è presidente onorario della SuperRete che raccoglie le più importanti aziende di Ncc nazionali. Ce ne parla?

“Siamo nati nel settembre del 2019, da una precedente esperienza negativa e imparando dagli errori fatti, abbiamo creato una chat in whatsapp dedicata al Lavoro e una dedicata alle Informazioni, oltre che un sito aperto denominato SuperRete Ncc. Nel trovarmi a dover soddisfare come Ncc la mia clientela ho dovuto cercare su scala nazionale delle ditte NCC professionali e affidabili e crearmi quindi una rete di fornitori soddisfacente, da Milano fino a Catania.  Intuendo che questa mia necessità era anche la medesima di tante altre ditte NCC, ho promosso insieme ad altri colleghi la virtuale “rete d’impresa” SuperRete, cui i miei stessi fornitori potevano liberamente relazionarsi fra loro per le loro necessità. Dalla serietà, professionalità, affidabilità, libertà, è nato questo network diventato una risorsa aggiuntiva per le aziende Ncc aderenti, cui l’unico obbligo è il rispetto”.

Non ci sono quote da pagare?

“No, si entra su presentazione e si partecipa alla vita del network tutto in libertà e democrazia assoluta, tutto alla luce del sole. È in buona sostanza una rete d’imprese, priva di vincoli statutari e regolamentari, che consente liberamente la creazione di una rete tra gli aderenti, dove l’unico “contratto” è la parola, seguita da una mail o da un messaggio whatsapp”. 

Chi sono i vostri clienti?

“Siamo obbligati alla riservatezza sulle molteplici personalità straniere che vogliono discrezione e segreto professionale quando salgono sui nostri mezzi. Comunque, imprenditori, uomini d’affari, olimpionici, gente dello spettacolo, diplomatici, leader politici e, a volte, anche reali, oppure semplici turisti in vacanza in Italia. Tanto per fare un esempio, uno dei nostri nel 2022 ha lavorato per la Casa Bianca, altri nel 2019 per Vladimir Putin, altri ancora per i vertici della Apple”.

Voi disponete di auto e van molto lussuosi. Cosa vi caratterizza in particolare?

“La clientela esige la massima pulizia del mezzo, compreso l’odore al suo interno. Un mezzo efficiente, al massimo di cinque anni di vita. Un autista vestito bene con giacca, cravatta e scarpe lucide. Un mezzo che abbia di base fazzoletti e acqua fresca a bordo nonché una serie di altri servizi come, ad esempio, il wi-fi. Un autista che sappia parlare in inglese. Ma soprattutto rapportarsi con un’azienda che garantisca il mezzo, la puntualità, la riservatezza: un autista gentile, disponibile ad ogni variazione di programma, che sia discreto, non faccia domande, non si permetta confidenze. La clientela del mondo degli NCC è molto esigente, che paga il servizio richiesto senza trattare sui 100 euro in più, purché abbia il massimo delle attenzioni, con l’equilibrio di una totale assenza di confidenza. Le auto per la nostra clientela devono essere di gran lusso, senza se e senza ma”.

Cosa ne pensa della decisione della Ue di abolire i motori a benzina e Diesel dal 2035 per passare completamente all’elettrico?

“È una lodevole scelta che cozza però contro la realtà. Sarebbe preferibile, a mio avviso, puntare sull’ibrido, che è una soluzione inventata dapprima dai nostri dell’Eni nel deserto della Libia, con metano e benzina, e poi come dicono i grandi ingegneri italiani alle soluzioni elettrico-benzina, affiancandole alle auto ibride gas-benzina-metano. Puntare tutto sull’elettrico soddisferà gli appetiti delle aziende del settore, ma non è una soluzione del tutto ecologica. Basti pensare alle batterie”.  

Un messaggio di salvaguardia dell’ambiente è giusto che provenga soprattutto da chi con le auto ci lavora?

“In questo mondo dove tutto corre veloce è necessario che i centri di comando siano molto democratici nell’interesse della società. In ogni fabbrica vedrei bene nel Cda un rappresentante dei consumatori, competente di quanto viene prodotto. Se vogliamo fare sana ecologia, dobbiamo distruggere la società dell’usa e getta, produrre beni durevoli, ovvero ascoltare i consumatori, che se avessero voce decisionale aiuterebbero a fare le scelte migliori. Noi del settore saremmo più utili nel Cda delle fabbriche di auto, che a fare gli opinionisti”. 

Come immagina cambierebbe il vostro mestiere? 

“Il mondo lavora nella direzione delle auto completamente automatiche. Si potrebbe dire che lo chauffeur sia destinato all’estensione. Se muterà la filosofia di considerare l’uomo come un qualcosa di sostituibile dalla tecnica, lo chauffeur continuerà ad esistere in un nuovo mondo dominato da nuove filosofie di vita. Diversamente vedo degli umanoidi alla guida e gli imprenditori seduti nei loro uffici a pilotarli. Sarebbe come tra andare a mangiare in un buon ristorante oppure rivolgersi ad un distributore automatico di cibi e bevande”. 

Da cosa deriva il successo della SuperRete? 

“Ciascun membro, piccolo o grande, di questa virtuale rete d’imprese è il centro, quando da imprenditore-cliente usa le risorse del network, ovvero la certezza di una selezione, ed è una ruota dell’ingranaggio quando diventa, se vuole, esecutore ovvero fornitore”. 

In che cosa si caratterizza? 

“La libertà della scelta, della trattativa, dei termini di pagamento, delle regole d’ingaggio, tutte in sede privata e riservata. Dalla commessa di lavoro di 50 euro a quella da 500mila euro. L’insindacabilità delle scelte degli imprenditori. Il rispetto delle diversità culturali e aziendali tra regione e regione su cui gioca l’intelligenza dell’imprenditore che deve realizzare lavoro e ricchezza e certezze ai suoi dipendenti. Una realtà apparentemente fragilissima, ma nella sua ossatura fortissima, molto più di una rete d’imprese costituita che ha un suo direttorio costituito, nel mentre nella sua fluidità si vengono a creare ad hoc tanti direttori quante sono le missioni commerciali che si formano spontaneamente e si sciolgono altrettanto naturalmente”. 

Quante aziende aderiscono alla SuperRete? 

“Oltre 300 aziende, a breve 350. Dall’estremo Nord Italia, fino a Pantelleria, per centinaia e centinaia di auto, van, bus e migliaia di dipendenti”.

Qual è il vostro volume d’affari? 

“Vi sono aziende che fatturano a oggi, post-lockdown, 7 milioni di euro fino alle microaziende che arrivano al minimo a 70mila euro. Da una stima sommaria credo si vada oltre i 200 milioni di euro di fatturato in totale”. 

A livello istituzionale non siete riconosciuti? 

“Come libera e micro-virtuale associazione di categoria, costituitasi e vivente come rete di relazioni, priva di istituzionalità, ma ugualmente vivente come “libero movimento” non possiamo ambire ad un riconoscimento istituzionale dallo Stato, al pari dei grandi sindacati di categoria. Possiamo solo, in punta di piedi, esprimere la nostra opinione sul nostro lavoro alle varie autorità che sanno della nostra esistenza. Noi siamo un network, una rete d’imprese virtuale, una sana rete di relazioni tra imprese del settore NCC, ma anche uno specchio di una vera democrazia che è ancora dominante in Italia e che ci lascia liberi di pensare, agire e fare affari”. 

Cosa servirebbe a livello normativo per venire incontro alle esigenze degli NCC?

“Secondo il mio modesto parere, che molto ascolta i big sindacali nazionali, un tavolo permanente di confronto tra le autorità politiche e i sindacati per disciplinare bene e in modo realistico la nostra funzione di “servizio pubblico” in linea con i giganteschi cambiamenti tecnologici, che rendono primitivo il rientro in “rimessa”, essendo il nostro lavoro “nazionale” e rendendo l’attuale  legge adatta ai tempi delle “carrozze”, con grave molestia alla produzione di ricchezza e posti di lavoro”.  

Cosa chiederebbe al nuovo ministro del Turismo o a quello delle Infrastrutture e Trasporti? 

“Chiederei la massima attenzione per lo studio di una legge quadro nazionale cui gli NCC possano fare impresa al passo con la modernità, senza costringerci tutti a perdere tempo prezioso a fare fogli di servizio per controllare se rubiamo lavoro ai taxi. Cosa che offende la nostra intelligenza imprenditoriale, in considerazione del fatto che esistono strumenti di controllo superiori, efficaci al 100%, sulla serietà degli NCC e che nessuno ci ha mai chiesto, perché l’onda dell’ignoranza ci vorrebbe in catene, facendo del male a noi e soprattutto ai potenziali dipendenti che non vengono assunti a tempo indeterminato in onore all’ignoranza politica e ai supposti interessi delle cosiddette lobby dei taxisti, che come ripeto il nostro mercato, la nostra clientela, rigetta”. 

Addio Katia Bassi: il nostro ricordo di un’ottima manager

È morta Katia Bassi, managing director di Silk-Faw, la joint venture sino-americana della supercar elettriche di lusso. Pavese, 54 anni, è stata stroncata da un male incurabile. Katia ha lavorato  per Ferrari, Lamborghini, Aston Martin, ma anche per brand come Swatch e con esperienze manageriali all’Inter e nell’Nba negli Stati Uniti. Viveva a Modena e da un anno e mezzo era alla guida operativa della società Silk-Faw il cui progetto di insediare e Gavassa, nel Reggiano, un polo produttivo di supercar elettriche, dopo un avvio pieno di speranze, da mesi stava proseguendo all’insegna dell’incertezza. In un’intervista che mi aveva rilasciato lo scorso maggio, e pubblicata su “il Giornale”, Katia si era comunque dichiarata ottimista sul futuro del progetto.

“La nostra – le parole contenute nell’intervista – è una grande iniziativa, uno dei pochi investimenti esteri di rilievo in Italia. Ma i passi vanno fatti secondo le scadenze previste e considerando gli imprevisti. Finora l’agenda è stata rispettata, come il consolidamento della joint venture lo scorso marzo. I 4,5 milioni di finanziamento dell’Emilia Romagna? Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha chiesto giustamente un aggiornamento della situazione. E il contributo sarà erogato a fronte delle certificazioni relative allo stato dell’arte. In questi ultimi 9 mesi sono stati reclutati una settantina di giovani il cui potenziale tecnico, se confrontato con i pari età degli anni ’90 in Ferrari, di cui ho fatto parte, è almeno 5 volte superiore. Sono il seme di quello che verrà“.

Mi ero riproposto di farle una telefonata per sapere se ci fossero novità in proposito visto anche l’articolo uscito su “Quattroruote”, lo scorso 11 ottobre, ma senza virgolettati della manager, dove l’azienda confermava “il pieno impegno per il successo della joint venture”.

La notizia della sua scomparsa ci ha colti di sorpresa. Personalmente ricorderò Katia, oltre che per la sua preparazione, per la gentilezza e la disponibilità. #FORUMAutoMotive vuole ricordarla riproponendo la mia intervista, che per fortuna ho conservato nella memoria del mio smartphone, in occasione della presentazione, a Milano, della joint venture tra americani e cinesi. Era il 4 settembre 2021.

Allo stesso tempo, vi ripropongo l’intervista rilasciata da Katia Bassi a Roberta Pasero. per il giornale.it. E qui la manager parla di sé, della sua vita e dei suoi modelli di vita.. Addio Katia e grazie per l’amicizia.

 

“Io, Katia, tra auto e libri. Ispirandomi a Marie Curie”

di Roberta Pasero

 Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. Lo affermava Marcel Proust. Sarà così anche per Katia Bassi, managing director di Silk Faw, il nuovo brand nato dall’expertise italiano e cinese che si prepara a rivoluzionare il mondo automotive delle hypercar? La sua vita professionale ha avuto tanti capitoli appassionanti, da Ferrari a Nba, da Aston Martin al penultimo in Lamborghini  come chief marketing & communication officer. La sua vita parallela è proprio la lettura. E’ una passione istintiva o c’è chi le ha insegnato ad amare i libri?

“Una passione istintiva. Da piccola abitavo a Locate di Triulzio, alle porte di Milano. Avevo un’ insegnante elementare che amava inculcare a noi bambini l’amore per la lettura iniziando dalle fiabe di Rodari. Un giorno ci consigliò di frequentare la biblioteca del paese. La mia fortuna è stata che la bibliotecaria era laureata in filosofia e amava moltissimo darci consigli di lettura. Ho iniziato così. Per me è stata una rivelazione e da allora non ho mai smesso di leggere”.

 

I libri erano anche i suoi compagni di giochi invisibili?

“Sì. Non ero una bambina iper socievole. Ero figlia unica e preferivo stare da sola. Però molto spesso personalizzavo troppo, mi immedesimavo eccessivamente in quello che leggevo perché come tutti i bambini non avevo molta capacità di discernimento tra realtà e fantasia”.

 

Da piccola chi si credeva di essere?

“I miei genitori mi avevano regalato una versione integrale di Peter Pan di JM Barrie, che non è certo uno dei libri più positivi del mondo. La storia mi aveva influenzato ad un punto tale che mi ero messa in mente di essere stata adottata. Facevo impazzire i miei genitori dicendo: “Io voglio avere le prove di essere figlia vostra, dovete dimostrarmelo”, ma allora non c’erano ancora le ecografie fatte in gravidanza e dunque non sapevano come fare. Così a 7 anni mio padre mi portò nella clinica dove sono nata per mostrarmi l’estratto del mio atto di nascita”.

 

Una storia da romanzo. Le è capitato di immedesimarsi in altri libri a quell’età?

“Partecipavo sempre con molto pathos . Ho letto tutti i classici da Tom Sawyer a Piccole donne, a Cuore. Libri di grande coinvolgimento emotivo, sempre con momenti di riflessione che mi facevano pensare e mi fanno pensare ancora oggi a chi era meno fortunato di me”.

 

Che cosa le ha insegnato leggere?

“Per me cresciuta in un paese di provincia la lettura è stata rivelatrice di mondi alternativi, di creatività dal punto di vista etimologico, ossia di avere la possibilità di creare qualcosa e di avere poi delle ambizioni. E ha continuato ad essere così anche in altre fasi della mia vita”.

 

Leggere per sognare nuove vite e realizzarle. Oggi quali libri sceglie?

“Spazio molto. Alterno saggi legati al mondo del business ai gialli, la letteratura legata all’olocausto ai libri di Pietre Lemaitre. E poi mi affido ai consigli della rubrica letteraria del New York Times”.

 

Ebook o libri di carta?

“Ho abbandonato la carta a favore degli ebook per i romanzi che leggerò una volta soltanto, mentre i saggi li preferisco cartacei”.

 

Quale libro rilegge volentieri?

“Un romanzo che mi aveva molto sorpreso alla prima lettura :TI prendo e ti porto via di Niccolò Ammaniti. A me non piacciono le espressioni scurrili tantomeno i libri che ricorrono a verbalizzazioni aggressive per fare colpo sui lettori. E invece in queste pagine piuttosto forti c’è appropriatezza anche nell’utilizzo di formule un po’ spinte. E poi ha anche una trama a roller coaster, una tecnica molto interessante, per questo di tanto in tanto lo rileggo”.

 

La lettura è di aiuto nel suo lavoro?

“Mi ha sempre alimentato la curiosità, quella che spinge a fare cose per uscire dalla propria confort zone. Come presentarmi per posizioni professionali che non sembravano adatte ad una carriera lineare”.

 

Leggere l’ha aiutata a vivere tante vite professionali, un po’ come capita agli scrittori con i personaggi dei loro romanzi.

“E’ così. Io sono stata fortunata perché ho sempre sperato di spaziare professionalmente e tutto quello che ho avuto in mente ho provato a realizzarlo proprio come molte volte capita nelle pagine dei libri”.

Lei con Silk Faw è protagonista di una grande sfida che prevede la realizzazione in Emilia di un polo produttivo da 1.3 miliardi di euro dove verrà costruita la gamma del brand, a cominciare dalla S9, hypercar ibrida da 1400 CV. A quale libro assomiglia la sua vita di oggi?

“Ho una donna della storia che per me è sempre di grandissima ispirazione, pur non avendo  fatto la scienziata o vinto premi Nobel: è Marie Curie e ancora adesso quando mi lancio in progetti complessi e sfidanti mi riferisco alla sua figura.  Quindi penso alla biografia di Marie Curie, intesa come una vita di sfide che mai avrei immaginato”.

Per molti la lettura è anche un rito, con luoghi e tempi stabiliti. Lo è anche per lei?

“Io leggo la sera perchè mi aiuta a liberare la mente, a mettermi in un’altra dimensione e a non restare concentrata sugli stessi pensieri professionali ventiquattro ore al giorno. E ho i miei tempi. Non vado mai oltre un certo numero di pagine perché mi piace assaporare i contenuti,  godermi il racconto e dire arrivederci ai personaggi che ritroverò la sera dopo”.

 

 

 

Manovra di bilancio: stop al caro multe per 2 anni

Stop all’adeguamento delle multe alla variazione Istat per il prossimo biennio. La misura è contenuta nella bozza della manovra. “In considerazione dell’eccezionalità della situazione economica – si legge nel testo – a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, per gli anni 2023 e 2024, è sospeso l’aggiornamento biennale delle sanzioni amministrative pecuniarie in misura pari all’intera variazione, accertata dall’Istat”. Senza lo stop le multe stradali potrebbero salire da gennaio 2023 anche dell’11%.

 

“Ottima notizia, sarebbe stato un aumento come minimo pari al 14,9%, considerando l’ultimo indice dell’indice Foi di ottobre e che nel mese di riferimento per il calcolo, ossia novembre, non ci attendiamo certo un calo”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Un’ingiustizia non solo perché la situazione è eccezionale, ma perché è ingiusto che le multe siano adeguate all’inflazione e gli stipendi no. Da quando si è stabilito l’adeguamento biennale degli importi, ossia dal 1993, il divario tra importo delle sanzioni e busta paga si è talmente dilatato che oggi molte multe sono diventate decisamente troppo onerose, oltre duemila euro. Il divieto di sosta sarebbe passato dal 1° gennaio 2023 da 42 a 48 euro”, conclude Dona.

Il futuro dei monopattini: a tu per tu con Saverio Galardi (TIER)

di Luca Talotta

Quale sarà il futuro dei monopattini? Una forma di mobilità urbana condivisa, che raggiungerà anche la periferia delle grandi città, pronta a riscrivere anche usi e abitudini degli italiani.

Qui l’intervista con Saverio Galardi, General Manager Italia di TIER.

 

“Tutti in elettrico”: è da ridiscutere per l’alleanza delle Regioni europee

Foto: L’assessore lombardo alla Sviluppo economico, Guido Guidesi 

 

 

Nasce a Lipsia, in Germania, quella che può essere considerata una vera e propria alleanza delle Regioni europee per affrontare e ridiscutere, con una strategia comune, la decisione della Commissione Europea riguardante lo stop commerciale dal 2035 di auto a benzina e diesel. Oltre alla Lombardia, a Lipsia con l’assessore allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, erano i rappresentanti di Sassonia, Baden-Württemberg, Baviera, Sassonia-Anhalt e Saarland (Germania); di Valencia, Navarra, Andalusia e Castiglia e León (Spagna); di Trnava e Kosice (Slovacchia); di Grand Est, Borgogna-Francia-Coté (Francia) e sempre per l’Italia di Piemonte, Abruzzo, Basilicata e Molise.

 

Un tema che Lombardia segue da tempo, anche con azioni concrete. Infatti, già lo scorso 29 marzo, grazie all’istituzione di un “tavolo” riunitosi a Palazzo Lombardia, era stato definito un manifesto per la giusta e razionale transizione di questo settore. Un documento inviato al Governo nazionale, alla Conferenza delle Regioni e presentato alla Commissione europea. Obiettivo, accompagnare con gradualità la transizione del settore automobilistico evitando bruschi crolli. Una filiera che in Lombardia conta oltre 1.000 aziende, 50 mila occupati e 20 miliardi di fatturato.

 

Coinvolti nei lavori svolti in Germania anche i rappresentanti di Cluster Lombardo Mobilità, Cluster Aerospazio Lombardia, Anfia – Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, Confindustria Energia, Eni, Unem – Unione Energie per la Mobilità, Assopetroli, Federchimica-Assogasliquidi, Federmetano e Assogasmetano. “L’Alleanza nata in terra tedesca – ha aggiunto Guidesi – non è un punto di arrivo, ma l’acquisizione di un nuovo strumento con cui rinforzare la strategia difensiva del settore automotive, non essendo più la nostra voce sola, ma affiancata da un coro ben intonato. In particolare, chiediamo un meccanismo europeo a sostegno di una transizione giusta ed equa delle produzioni industriali del settore automotive, ben tenendo in considerazione gli effetti sui distretti produttivi nelle regioni. Lo diciamo con forza: sull’altare della transizione non possiamo sacrificare competenze e capacità e soprattutto una leadership conquistata in cento anni di ricerca, innovazione e scelte imprenditoriali”.

 

«A nostro avviso – ha continuato Guidesi – corriamo tre grandi rischi. Il primo: le imprese della componentistica potrebbero non riuscire a convertirsi, con gli effetti che possiamo immaginare sull’occupazione in Lombardia, pensiamo anche solo alle piccole imprese a servizio dei grandi marchi. Il secondo: che intravediamo è che il mondo delle, costose, auto elettriche escluda una fetta importanti di cittadini dalla possibilità di acquistare un’automobile. Il terzo è economico, strategico, produttivo e industriale, consegnando ad altri competitor extra europei un settore che abbiamo presidiato con non pochi sacrifici. Noi pensiamo che per raggiungere gli obiettivi ambientali che sono stati giustamente prefissati, su cui noi ci vogliamo sentire coinvolti e impegnati, per cui: l’impatto zero delle auto in circolazione, l’impatto zero della produzione e del fine vita di quelle auto (altra situazione che tendo a sottolineare con forza), la soluzione sia la piena neutralità tecnologica, ovvero potere dare continuità al motore endotermico attraverso l’utilizzo di nuovi carburanti eco compatibili che ci consentano di raggiungere l’impatto zero nella circolazione”. 

 

“Attraverso la neutralità tecnologica – ha ribadito Guidesi – alla Lombardia sarebbe consentito di utilizzare tutto il know-how di cui già la regione dispone, cosicché si possano sviluppare nuove opportunità di lavoro e di crescita«. »Sviluppare alternative come quella dei biocarburanti – ha concluso
Guidesi – può rappresentare anche un’occasione imprenditoriale. Certamente, si tratta dell’ennesima sfida per le imprese, che dovrebbero tuttavia essere sostenute per gli investimenti in ricerca e i necessari aggiornamenti. Sforzi a parte, potrebbe tuttavia essere una direzione in grado di salvaguardare ambiente e occupazione. La transizione è un processo che dobbiamo guidare, non subire”.

 

La prima riunione di Lipsia, ha permesso di concordare anche una strategia per l’attuazione del decalogo adottato dal CdR nella sessione plenaria di giugno. L’assessore Guidesi è stato nominato vicepresidente dell’alleanza con delega alle Competenze e alla forza lavoro.

Riparte il Tavolo automotive: ogni tre mesi il punto

Ecobonus 2024

di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy

 

Sul tema dell’automotive avremo anche un confronto con Stellantis perché il nostro obiettivo è non solo mantenere i siti produttivi e quindi i livelli occupazionali per quanto possibile in Italia, ma soprattutto incentivare e favorire gli investimenti sulle tecnologie del futuro che poi ci consentano di realizzare le macchine elettriche nel nostro Paese, nei nostri siti industriali.

È poi importante ragionare con la filiera automobilistica per capire come meglio incentivare la presenza di altre case automobilistiche nel nostro Paese come hanno fatto altri Stati europei, la Spagna, la Polonia l’Ungheria, che non avevano la nostra stessa tradizione nella filiera. Sull’auto, infatti, noi dobbiamo puntare a stabilizzare e magari a riprenderci da questo declino per affrontare questa fase significativa della transizione ecologica.

È mia intenzione convocare il Tavolo automotive per il 5 dicembre, in modo da presentarci a questo tavolo con tutti gli attori industriali e produttivi, sociali e sindacali, le aziende che lavorano nel campo, per confrontarci con il sistema sociale e produttivo su quali sono gli strumenti che dovremmo realizzare in Europa e a livello nazionale per affrontare questa fase significativa della transizione ecologica. E mi impegno a riconvocare il tavolo ogni 3 mesi, un impegno significativo. Quello sull’automotive non è un tavolo di crisi, ma è un tavolo strategico.

#FORUMAutoMotive: transizione energetica e realtà dei fatti

di Michele Fontana, Safe-Drive

Ancora molte, difficoltose e di urgente soluzione. Le questioni poste sul tavolo dalla mobilità elettrica richiedono risposte pronte e precise, per far sì che gli obiettivi ambientali vadano di pari passo con la tutela del lavoro, senza innescare insidiose ricadute economiche e sociali. E’ quanto emerso nell’ultimo #FORUMAutoMotive, tenuto a Milano e promosso dal giornalista Pierluigi Bonora.

Interventi specifici sono stati dedicati alle numerose startup italiane dell’automotive, al ruolo della Cina tra il nuovo mercato e la capacità produttiva e al contrasto tra la riconversione all’elettrico e l’aumento dei prezzi in campo energetico.

Emissioni di CO2: i numeri parlano, basta flagellarci

di Mario Verna, direttore generale di Queen car

 

Queste le emissioni di CO2 per nazione, ecco la realtà: “Cina, Stati Uniti, Ue, India, Russia e Giappone sono le economie che emettono più CO2 al mondo. Insieme, rappresentano il 49,2% della popolazione mondiale, il 62,4% del Pil globale, il 66,4% del consumo di combustibili fossili e il 67,8% delle emissioni globali di CO2 fossile. Tutti e sei hanno aumentato le emissioni di CO2 nel 2021 rispetto al 2020.


Ora, possiamo anche fare gli eroi, i salvatori del pianeta, flagellarci e rinunciare a quello che ci sembra essere poco cool nei cocktail party (sempre che riguardi gli altri si intende), chiudere le città, protestare con bollicine e calzini a righe, eppure, drammaticamente, a nulla servirà se non chiederemo conto a questi signori che, al momento, sembrano andare dritti per la loro strada.


Altrimenti continuiamo questa rincorsa all’utopia, se può riempirci il cuore, le bacheche e qualche portafoglio qua e là.

Osservatorio Auto e Mobilità di Luiss BS: partner UNRAE, Toyota e Honda

Foto: Andrea Cardinali, direttore generale di UNRAE

 

 

Si è insediato il Comitato scientifico dell’Osservatorio Auto e Mobilità di Luiss Business School, in collaborazione con il CARe – Center for Automotive Research and Evolution dell’Università Guglielmo Marconi. UNRAE, Toyota e Honda sono i primi partner sostenitori dell’iniziativa, che arricchisce il panorama internazionale di un nuovo centro studi universitario di alto profilo nei settori chiave dell’auto e della mobilità. Direttori scientifici dell’Osservatorio sono Fabio Orecchini, ordinario di sistemi per l’energia e l’ambiente dell’Università Guglielmo Marconi, e Luca Pirolo, Associato di Management dell’Università Luiss Guido Carli.

 

L’attività dell’Osservatorio Auto e Mobilità prevede un intenso programma di studi e ricerche, pubblicazioni tematiche, organizzazione di seminari, convegni ed eventi relativi all’evoluzione dell’industria dell’auto e alla mobilità sostenibile. I settori dell’auto e della mobilità convergono da tempo verso la formazione di una nuova, unica ampia area di interesse per l’industria, il legislatore e l’utilizzatore finale. La trasformazione delle tecnologie di trazione, l’arrivo di nuovi vettori energetici di alimentazione (elettricità, biocombustibili, e-fuels, idrogeno), l’automazione della guida, la diffusione della digitalizzazione e delle piattaforme di sharing sono soltanto alcuni dei grandi fattori di cambiamento che stanno interessando la macro-area che comprende Auto e Mobilità.

 

Queste dinamiche evolutive, se da un lato richiamano all’esigenza di nuove figure professionali, dall’altro fanno emergere in modo evidente il bisogno di nuove conoscenze e approfondimenti sviluppati da centri studi indipendenti, che possano fungere da interlocutori autorevoli e credibili dei portatori di interesse pubblici e privati. In questo ambito, infatti, diventa sempre più importante poter disporre di informazioni analitiche e studi di settore capaci di intercettare e fornire chiavi di interpretazione del cambiamento epocale in corso.

 

“La nascita di un centro studi e ricerche universitario dedicato all’auto e alla mobilità rappresenta un’occasione importante per l’intero sistema economico e industriale legato al settore – commenta Orecchini -. L’Osservatorio, grazie alla collaborazione tra Luiss Business School e CARe-UniMarconi, dispone di competenze multidisciplinari preziose per supportare la trasformazione in atto nell’industria e nel ruolo della pubblica amministrazione nel settore della mobilità“.

 

È opinione condivisa che lo sviluppo della smart and sustainable mobility porti con sé sfide inedite e multidisciplinari legate alle molte transizioni in atto. Il nuovo modo di concepire la mobilità e il ruolo dell’automobile e degli altri mezzi di mobilità personale all’interno del futuro scenario rappresentano elementi fondamentali di una conoscenza complessiva necessaria per accompagnare con successo gli attuali sistemi produttivi e commerciali verso il domani.ù

 

“Il ruolo dell’Osservatorio Auto e Mobilità – aggiunge il professor Luca Pirolo – è quello di indagare su questi cambiamenti per comprendere l’evoluzione delle logiche di acquisto ed utilizzo di mezzi e di servizi di mobilità da parte dei consumatori e di fornire agli operatori del settore, pubblici e privati, strumenti per pianificare le proprie strategie, modelli di business e politiche industriali”.

 

Con l’obiettivo di poter prontamente catturare i driver del cambiamento in atto, l’Osservatorio si avvale di un network di relazioni con il contesto di riferimento. L’Osservatorio parte con i primi partner sostenitori, UNRAE, Toyota e Honda che entrano nel Comitato scientifico dell’Osservatorio e contribuiranno attivamente allo sviluppo delle attività, ma l’Osservatorio è aperto a nuovi sostenitori, da tutte le industry che concorrono all’ecosistema della mobilità, con tre possibili livelli di adesione: Partner, Main Sponsor e Sponsor.

 

“Il nuovo Osservatorio nasce in un momento di profonda trasformazione per il mondo dell’auto e della mobilità – afferma il direttore Generale di UNRAE, Andrea Cardinali – e, a differenza di tante iniziative estemporanee sulla mobilità sostenibile, ha un orizzonte pluriennale in linea con la filosofia e lo spirito dell’Unrae, da 72 anni unica realtà associativa in Italia a rappresentare le Case costruttrici di tutti i comparti del settore. Siamo orgogliosi di contribuire a questa iniziativa di alto profilo, il cui focus è sull’automotive perché siamo convinti che anche in futuro il trasporto su gomma e l’automobile resteranno centrali nella mobilità di merci e persone. All’Osservatorio – aggiunge Cardinali – portiamo la competenza, l’expertise, l’autorevolezza e la credibilità del nostro Centro Studi e Statistiche, che dal 2013 è la fonte di dati e analisi di settore all’interno del Sistema Statistico Nazionale”.

 

Per Andrea Saccone, responsabile delle relazioni esterne Toyota, Lexus e Kinto Italia, ”il mondo dell’auto e, più in generale quello della mobilità, stano vivendo un momento di profonda trasformazione, che implicherà l’adozione di modelli di business potenzialmente diversi da quelli attuali. In questa prospettiva, è fondamentale per tutti gli attori – aziende e istituzioni – poter contare su studi e analisi autorevoli e indipendenti, a supporto della definizione delle proprie linee d’azione strategiche. Per questo, come Toyota condividiamo gli obiettivi che questo Osservatorio si propone e siamo lieti di aderire come partner, per poter dare il nostro contributo”.

 

”Honda ha da subito sposato il progetto della costituzione di un centro studi e ricerche universitario di alto profilo – dichiara Simone Mattogno, direttore generale Auto di Honda Motor Europe Italia – per far fronte alla sempre più rapida trasformazione ed evoluzione dell’industria dell’auto e della mobilità più in generale. Occorre studiare con sempre maggiore competenza e conoscenza le profonde dinamiche che investono l’intero comparto per essere pronti ad affrontare le difficili sfide che attendono i nuovi modelli produttivi e commerciali. Siamo orgogliosi di poterci avvalere della indiscutibile esperienza e conoscenza sulla materia dei membri del Comitato Scientifico e pronti a dare il nostro contributo attivo affinché l’Osservatorio Auto e Mobilità possa diventare al più presto un punto di riferimento per tutti i player coinvolti”.

Roma: un amore di città. E di Ferrari

di Roberta Pasero 

Poteva una come me. che ha sempre Roma nel cuore, non fare il test drive di Ferrari Roma? Partenza dall’autodromo di Imola, nel giorno conclusivo dei Mondiali Ferrari, e poi via lungo i colli e le strade panoramiche della linea gotica.

 

Un…. “AMOR” di supercar che in modalità sempre sport risuona nelle vallate autunnali soltanto nei colori, e sprigiona emozioni racchiuse già nel suo nome.