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Addio Katia Bassi: il nostro ricordo di un'ottima manager

È morta Katia Bassi, managing director di Silk-Faw, la joint venture sino-americana della supercar elettriche di lusso. Pavese, 54 anni, è stata stroncata da un male incurabile. Katia ha lavorato  per Ferrari, Lamborghini, Aston Martin, ma anche per brand come Swatch e con esperienze manageriali all’Inter e nell’Nba negli Stati Uniti. Viveva a Modena e da un anno e mezzo era alla guida operativa della società Silk-Faw il cui progetto di insediare e Gavassa, nel Reggiano, un polo produttivo di supercar elettriche, dopo un avvio pieno di speranze, da mesi stava proseguendo all’insegna dell’incertezza. In un’intervista che mi aveva rilasciato lo scorso maggio, e pubblicata su “il Giornale”, Katia si era comunque dichiarata ottimista sul futuro del progetto.

“La nostra – le parole contenute nell’intervista – è una grande iniziativa, uno dei pochi investimenti esteri di rilievo in Italia. Ma i passi vanno fatti secondo le scadenze previste e considerando gli imprevisti. Finora l’agenda è stata rispettata, come il consolidamento della joint venture lo scorso marzo. I 4,5 milioni di finanziamento dell’Emilia Romagna? Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha chiesto giustamente un aggiornamento della situazione. E il contributo sarà erogato a fronte delle certificazioni relative allo stato dell’arte. In questi ultimi 9 mesi sono stati reclutati una settantina di giovani il cui potenziale tecnico, se confrontato con i pari età degli anni ’90 in Ferrari, di cui ho fatto parte, è almeno 5 volte superiore. Sono il seme di quello che verrà“.

Mi ero riproposto di farle una telefonata per sapere se ci fossero novità in proposito visto anche l’articolo uscito su “Quattroruote”, lo scorso 11 ottobre, ma senza virgolettati della manager, dove l’azienda confermava “il pieno impegno per il successo della joint venture”.

La notizia della sua scomparsa ci ha colti di sorpresa. Personalmente ricorderò Katia, oltre che per la sua preparazione, per la gentilezza e la disponibilità. #FORUMAutoMotive vuole ricordarla riproponendo la mia intervista, che per fortuna ho conservato nella memoria del mio smartphone, in occasione della presentazione, a Milano, della joint venture tra americani e cinesi. Era il 4 settembre 2021.

Allo stesso tempo, vi ripropongo l’intervista rilasciata da Katia Bassi a Roberta Pasero. per il giornale.it. E qui la manager parla di sé, della sua vita e dei suoi modelli di vita.. Addio Katia e grazie per l’amicizia.

 

“Io, Katia, tra auto e libri. Ispirandomi a Marie Curie”

di Roberta Pasero

 Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. Lo affermava Marcel Proust. Sarà così anche per Katia Bassi, managing director di Silk Faw, il nuovo brand nato dall’expertise italiano e cinese che si prepara a rivoluzionare il mondo automotive delle hypercar? La sua vita professionale ha avuto tanti capitoli appassionanti, da Ferrari a Nba, da Aston Martin al penultimo in Lamborghini  come chief marketing & communication officer. La sua vita parallela è proprio la lettura. E’ una passione istintiva o c’è chi le ha insegnato ad amare i libri?

“Una passione istintiva. Da piccola abitavo a Locate di Triulzio, alle porte di Milano. Avevo un’ insegnante elementare che amava inculcare a noi bambini l’amore per la lettura iniziando dalle fiabe di Rodari. Un giorno ci consigliò di frequentare la biblioteca del paese. La mia fortuna è stata che la bibliotecaria era laureata in filosofia e amava moltissimo darci consigli di lettura. Ho iniziato così. Per me è stata una rivelazione e da allora non ho mai smesso di leggere”.

 

I libri erano anche i suoi compagni di giochi invisibili?

“Sì. Non ero una bambina iper socievole. Ero figlia unica e preferivo stare da sola. Però molto spesso personalizzavo troppo, mi immedesimavo eccessivamente in quello che leggevo perché come tutti i bambini non avevo molta capacità di discernimento tra realtà e fantasia”.

 

Da piccola chi si credeva di essere?

“I miei genitori mi avevano regalato una versione integrale di Peter Pan di JM Barrie, che non è certo uno dei libri più positivi del mondo. La storia mi aveva influenzato ad un punto tale che mi ero messa in mente di essere stata adottata. Facevo impazzire i miei genitori dicendo: “Io voglio avere le prove di essere figlia vostra, dovete dimostrarmelo”, ma allora non c’erano ancora le ecografie fatte in gravidanza e dunque non sapevano come fare. Così a 7 anni mio padre mi portò nella clinica dove sono nata per mostrarmi l’estratto del mio atto di nascita”.

 

Una storia da romanzo. Le è capitato di immedesimarsi in altri libri a quell’età?

“Partecipavo sempre con molto pathos . Ho letto tutti i classici da Tom Sawyer a Piccole donne, a Cuore. Libri di grande coinvolgimento emotivo, sempre con momenti di riflessione che mi facevano pensare e mi fanno pensare ancora oggi a chi era meno fortunato di me”.

 

Che cosa le ha insegnato leggere?

“Per me cresciuta in un paese di provincia la lettura è stata rivelatrice di mondi alternativi, di creatività dal punto di vista etimologico, ossia di avere la possibilità di creare qualcosa e di avere poi delle ambizioni. E ha continuato ad essere così anche in altre fasi della mia vita”.

 

Leggere per sognare nuove vite e realizzarle. Oggi quali libri sceglie?

“Spazio molto. Alterno saggi legati al mondo del business ai gialli, la letteratura legata all’olocausto ai libri di Pietre Lemaitre. E poi mi affido ai consigli della rubrica letteraria del New York Times”.

 

Ebook o libri di carta?

“Ho abbandonato la carta a favore degli ebook per i romanzi che leggerò una volta soltanto, mentre i saggi li preferisco cartacei”.

 

Quale libro rilegge volentieri?

“Un romanzo che mi aveva molto sorpreso alla prima lettura :TI prendo e ti porto via di Niccolò Ammaniti. A me non piacciono le espressioni scurrili tantomeno i libri che ricorrono a verbalizzazioni aggressive per fare colpo sui lettori. E invece in queste pagine piuttosto forti c’è appropriatezza anche nell’utilizzo di formule un po’ spinte. E poi ha anche una trama a roller coaster, una tecnica molto interessante, per questo di tanto in tanto lo rileggo”.

 

La lettura è di aiuto nel suo lavoro?

“Mi ha sempre alimentato la curiosità, quella che spinge a fare cose per uscire dalla propria confort zone. Come presentarmi per posizioni professionali che non sembravano adatte ad una carriera lineare”.

 

Leggere l’ha aiutata a vivere tante vite professionali, un po’ come capita agli scrittori con i personaggi dei loro romanzi.

“E’ così. Io sono stata fortunata perché ho sempre sperato di spaziare professionalmente e tutto quello che ho avuto in mente ho provato a realizzarlo proprio come molte volte capita nelle pagine dei libri”.

Lei con Silk Faw è protagonista di una grande sfida che prevede la realizzazione in Emilia di un polo produttivo da 1.3 miliardi di euro dove verrà costruita la gamma del brand, a cominciare dalla S9, hypercar ibrida da 1400 CV. A quale libro assomiglia la sua vita di oggi?

“Ho una donna della storia che per me è sempre di grandissima ispirazione, pur non avendo  fatto la scienziata o vinto premi Nobel: è Marie Curie e ancora adesso quando mi lancio in progetti complessi e sfidanti mi riferisco alla sua figura.  Quindi penso alla biografia di Marie Curie, intesa come una vita di sfide che mai avrei immaginato”.

Per molti la lettura è anche un rito, con luoghi e tempi stabiliti. Lo è anche per lei?

“Io leggo la sera perchè mi aiuta a liberare la mente, a mettermi in un’altra dimensione e a non restare concentrata sugli stessi pensieri professionali ventiquattro ore al giorno. E ho i miei tempi. Non vado mai oltre un certo numero di pagine perché mi piace assaporare i contenuti,  godermi il racconto e dire arrivederci ai personaggi che ritroverò la sera dopo”.