SuperRete NCC: il nuovo modo dei ricchi di viaggiare in Italia

di Fabrizio Boschi

 

Immaginate un autista al vostro completo servizio, gentile, discreto, elegante, riservato. Un’auto di lusso, di solito Mercedes, ma anche Bmw, Audi o addirittura Maserati che possa portarvi dappertutto, dal teatro al ristorante, da Palermo a Montecarlo. Servizi prevalentemente per hotel a 5 stelle o per clienti facoltosi in Italia per lavoro o turismo, ma non solo. Per chi non lo sapesse, infatti, il servizio NCC è un servizio di qualità superiore ad un semplice taxi perché su prenotazione e rivolto ad una clientela specifica. Si tratta di un servizio completamente dedicato ai clienti, che si potrebbe definire sartoriale perché tagliato su misura delle esigenze di ciascun passeggero.

Driver professionisti, che parlano inglese e sanno essere discreti offrendo tutte le attenzioni al cliente. E’ vero, sono abbastanza cari, ma chi sostiene che siano molto cari forse ignora il fatto che, a differenza di un taxi, innanzitutto i costi di gestione, manutenzione e personale di guida sono enormemente più alti, i servizi offerti sono molti di più e, infine, il prezzo del servizio è stabilito all’inizio e non è dato dal diritto di chiamata più il tempo calcolato dal tassametro, di conseguenza in caso di traffico, ad esempio, o di cambio di programma, non si vedrà il costo lievitare.

La clientela è perlopiù quella congressuale, di eventi come la moda, e i servizi si rivolgono a un turismo che necessita di un’auto di lusso con autista per brevi transfer in aeroporto oppure lunghi transfer o per uno o più giorni e richiede, dunque, l’immagine di un servizio altamente professionale.

Ecco, quindi, che in un contesto del genere è normale che ogni ditta di NCC, quando con i propri mezzi e con i propri autisti, non sia in grado di soddisfare la propria clientela, si rivolga alle aziende che conosce meglio e a quelle di cui si fida, per trovare i mezzi e gli autisti necessari. In quest’ottica di collaborazione reciproca, è nato nel settembre 2019 questo network nazionale di ditte operanti nel settore degli NCC e che oggi conta ben 300 aziende sparse su tutto il territorio nazionale per un volume d’affari di oltre 200 milioni di euro. La SuperRete NCC è sorta da un’idea di Mario Molinaro, fiorentino, ex bancario, ex taxista, oggi NCC vicino alla pensione, nonché presidente onorario della SuperRete, che mette insieme i più importanti noleggiatori d’Italia in un gruppo whatsapp e sito internet www.superrete.com che collaborano e fanno impresa insieme senza alcun vincolo. Se non uno: il rispetto.

Presidente Molinaro, la stagione estiva 2022 appena terminata, per gli Ncc è stata particolarmente ricca. Come è andata? 

“Dopo un fermo di oltre 2 anni, la voglia di vivere è esplosa, insieme all’impegno dei tour operator e, i turisti, insieme agli eventi, hanno sconvolto con massicce richieste le aziende Ncc già stremate da 2 anni da incubo, con perdite irrecuperabili di dipendenti sistematisi prevalentemente nel famelico settore dei trasporti merci. Nessuno ha potuto prendersi giornate di riposo, per cogliere ogni opportunità di guadagno necessario a ripianare le enormi perdite del 2020/2021”.

Lei è presidente onorario della SuperRete che raccoglie le più importanti aziende di Ncc nazionali. Ce ne parla?

“Siamo nati nel settembre del 2019, da una precedente esperienza negativa e imparando dagli errori fatti, abbiamo creato una chat in whatsapp dedicata al Lavoro e una dedicata alle Informazioni, oltre che un sito aperto denominato SuperRete Ncc. Nel trovarmi a dover soddisfare come Ncc la mia clientela ho dovuto cercare su scala nazionale delle ditte NCC professionali e affidabili e crearmi quindi una rete di fornitori soddisfacente, da Milano fino a Catania.  Intuendo che questa mia necessità era anche la medesima di tante altre ditte NCC, ho promosso insieme ad altri colleghi la virtuale “rete d’impresa” SuperRete, cui i miei stessi fornitori potevano liberamente relazionarsi fra loro per le loro necessità. Dalla serietà, professionalità, affidabilità, libertà, è nato questo network diventato una risorsa aggiuntiva per le aziende Ncc aderenti, cui l’unico obbligo è il rispetto”.

Non ci sono quote da pagare?

“No, si entra su presentazione e si partecipa alla vita del network tutto in libertà e democrazia assoluta, tutto alla luce del sole. È in buona sostanza una rete d’imprese, priva di vincoli statutari e regolamentari, che consente liberamente la creazione di una rete tra gli aderenti, dove l’unico “contratto” è la parola, seguita da una mail o da un messaggio whatsapp”. 

Chi sono i vostri clienti?

“Siamo obbligati alla riservatezza sulle molteplici personalità straniere che vogliono discrezione e segreto professionale quando salgono sui nostri mezzi. Comunque, imprenditori, uomini d’affari, olimpionici, gente dello spettacolo, diplomatici, leader politici e, a volte, anche reali, oppure semplici turisti in vacanza in Italia. Tanto per fare un esempio, uno dei nostri nel 2022 ha lavorato per la Casa Bianca, altri nel 2019 per Vladimir Putin, altri ancora per i vertici della Apple”.

Voi disponete di auto e van molto lussuosi. Cosa vi caratterizza in particolare?

“La clientela esige la massima pulizia del mezzo, compreso l’odore al suo interno. Un mezzo efficiente, al massimo di cinque anni di vita. Un autista vestito bene con giacca, cravatta e scarpe lucide. Un mezzo che abbia di base fazzoletti e acqua fresca a bordo nonché una serie di altri servizi come, ad esempio, il wi-fi. Un autista che sappia parlare in inglese. Ma soprattutto rapportarsi con un’azienda che garantisca il mezzo, la puntualità, la riservatezza: un autista gentile, disponibile ad ogni variazione di programma, che sia discreto, non faccia domande, non si permetta confidenze. La clientela del mondo degli NCC è molto esigente, che paga il servizio richiesto senza trattare sui 100 euro in più, purché abbia il massimo delle attenzioni, con l’equilibrio di una totale assenza di confidenza. Le auto per la nostra clientela devono essere di gran lusso, senza se e senza ma”.

Cosa ne pensa della decisione della Ue di abolire i motori a benzina e Diesel dal 2035 per passare completamente all’elettrico?

“È una lodevole scelta che cozza però contro la realtà. Sarebbe preferibile, a mio avviso, puntare sull’ibrido, che è una soluzione inventata dapprima dai nostri dell’Eni nel deserto della Libia, con metano e benzina, e poi come dicono i grandi ingegneri italiani alle soluzioni elettrico-benzina, affiancandole alle auto ibride gas-benzina-metano. Puntare tutto sull’elettrico soddisferà gli appetiti delle aziende del settore, ma non è una soluzione del tutto ecologica. Basti pensare alle batterie”.  

Un messaggio di salvaguardia dell’ambiente è giusto che provenga soprattutto da chi con le auto ci lavora?

“In questo mondo dove tutto corre veloce è necessario che i centri di comando siano molto democratici nell’interesse della società. In ogni fabbrica vedrei bene nel Cda un rappresentante dei consumatori, competente di quanto viene prodotto. Se vogliamo fare sana ecologia, dobbiamo distruggere la società dell’usa e getta, produrre beni durevoli, ovvero ascoltare i consumatori, che se avessero voce decisionale aiuterebbero a fare le scelte migliori. Noi del settore saremmo più utili nel Cda delle fabbriche di auto, che a fare gli opinionisti”. 

Come immagina cambierebbe il vostro mestiere? 

“Il mondo lavora nella direzione delle auto completamente automatiche. Si potrebbe dire che lo chauffeur sia destinato all’estensione. Se muterà la filosofia di considerare l’uomo come un qualcosa di sostituibile dalla tecnica, lo chauffeur continuerà ad esistere in un nuovo mondo dominato da nuove filosofie di vita. Diversamente vedo degli umanoidi alla guida e gli imprenditori seduti nei loro uffici a pilotarli. Sarebbe come tra andare a mangiare in un buon ristorante oppure rivolgersi ad un distributore automatico di cibi e bevande”. 

Da cosa deriva il successo della SuperRete? 

“Ciascun membro, piccolo o grande, di questa virtuale rete d’imprese è il centro, quando da imprenditore-cliente usa le risorse del network, ovvero la certezza di una selezione, ed è una ruota dell’ingranaggio quando diventa, se vuole, esecutore ovvero fornitore”. 

In che cosa si caratterizza? 

“La libertà della scelta, della trattativa, dei termini di pagamento, delle regole d’ingaggio, tutte in sede privata e riservata. Dalla commessa di lavoro di 50 euro a quella da 500mila euro. L’insindacabilità delle scelte degli imprenditori. Il rispetto delle diversità culturali e aziendali tra regione e regione su cui gioca l’intelligenza dell’imprenditore che deve realizzare lavoro e ricchezza e certezze ai suoi dipendenti. Una realtà apparentemente fragilissima, ma nella sua ossatura fortissima, molto più di una rete d’imprese costituita che ha un suo direttorio costituito, nel mentre nella sua fluidità si vengono a creare ad hoc tanti direttori quante sono le missioni commerciali che si formano spontaneamente e si sciolgono altrettanto naturalmente”. 

Quante aziende aderiscono alla SuperRete? 

“Oltre 300 aziende, a breve 350. Dall’estremo Nord Italia, fino a Pantelleria, per centinaia e centinaia di auto, van, bus e migliaia di dipendenti”.

Qual è il vostro volume d’affari? 

“Vi sono aziende che fatturano a oggi, post-lockdown, 7 milioni di euro fino alle microaziende che arrivano al minimo a 70mila euro. Da una stima sommaria credo si vada oltre i 200 milioni di euro di fatturato in totale”. 

A livello istituzionale non siete riconosciuti? 

“Come libera e micro-virtuale associazione di categoria, costituitasi e vivente come rete di relazioni, priva di istituzionalità, ma ugualmente vivente come “libero movimento” non possiamo ambire ad un riconoscimento istituzionale dallo Stato, al pari dei grandi sindacati di categoria. Possiamo solo, in punta di piedi, esprimere la nostra opinione sul nostro lavoro alle varie autorità che sanno della nostra esistenza. Noi siamo un network, una rete d’imprese virtuale, una sana rete di relazioni tra imprese del settore NCC, ma anche uno specchio di una vera democrazia che è ancora dominante in Italia e che ci lascia liberi di pensare, agire e fare affari”. 

Cosa servirebbe a livello normativo per venire incontro alle esigenze degli NCC?

“Secondo il mio modesto parere, che molto ascolta i big sindacali nazionali, un tavolo permanente di confronto tra le autorità politiche e i sindacati per disciplinare bene e in modo realistico la nostra funzione di “servizio pubblico” in linea con i giganteschi cambiamenti tecnologici, che rendono primitivo il rientro in “rimessa”, essendo il nostro lavoro “nazionale” e rendendo l’attuale  legge adatta ai tempi delle “carrozze”, con grave molestia alla produzione di ricchezza e posti di lavoro”.  

Cosa chiederebbe al nuovo ministro del Turismo o a quello delle Infrastrutture e Trasporti? 

“Chiederei la massima attenzione per lo studio di una legge quadro nazionale cui gli NCC possano fare impresa al passo con la modernità, senza costringerci tutti a perdere tempo prezioso a fare fogli di servizio per controllare se rubiamo lavoro ai taxi. Cosa che offende la nostra intelligenza imprenditoriale, in considerazione del fatto che esistono strumenti di controllo superiori, efficaci al 100%, sulla serietà degli NCC e che nessuno ci ha mai chiesto, perché l’onda dell’ignoranza ci vorrebbe in catene, facendo del male a noi e soprattutto ai potenziali dipendenti che non vengono assunti a tempo indeterminato in onore all’ignoranza politica e ai supposti interessi delle cosiddette lobby dei taxisti, che come ripeto il nostro mercato, la nostra clientela, rigetta”. 

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