di Silvia Terraneo (She Motori)
Al Volvo Studio, il salottino svedese di Milano, l’ultimo appuntamento dell’estate con #unviaggioincredibile ha visto come protagonista un’immensa Giulia Terzi, campionessa di vita e di nuoto paralimpico, che ai Giochi olimpici di Tokyo 2020 ha incassato 5 medaglie: 2 d’oro, 2 d’argento e 1 bronzo. Complimenti! Giulia è cresciuta con una malattia congenita rara che l’ha costretta su una sedia a rotelle dal 2018. Sostenuta dall’amore della famiglia e dei fratelli ha affrontato la sfida più grande tuffandosi a capofitto nei suoi obiettivi, sia sportivi sia universitari. Due lauree conseguite, una in Scienze Politiche e l’altra in Giurisprudenza conseguita con lode pochi giorni dopo il rientro dalle Olimpiadi.
Giulia, la tua è una storia incredibile! Qual è il tuo segreto? “Non mollare mai” fa parte del tuo carattere?
“Un pochino sì, io sono una persona molto determinata, quando hai davanti un obiettivo fai di tutto pur di raggiungerlo. Il segreto è che ho sempre fatto cose che mi piacciono e, quindi, sono state più leggere,: studio, sport e quant’altro le ho scelte con questa visione”.
Hai fatto del tuo percorso Vita un meraviglioso capolavoro, un viaggio incredibile, senza mai gettare la spugna anche quando tutto è cambiato e non per volontà tua…
“Nel 2018 sono rimasta in carrozzina a seguito di una grave scoliosi congenita diagnosticata nella mia prima infanzia. La scoliosi era parecchio grave, quindi, per evitare subito di operare hanno provato a ingessarmi, poi a mettermi un corsetto, ma purtroppo ho dovuto subire 3 interventi chirurgici con dei coinvolgimenti a livello midollare. Quindi dal 2018 io sono rimasta sulla carrozzina. Avevo il sogno di andare alle Olimpiadi e non mi sarei mai aspettata di riuscirci. Quando sono partita ho detto a mia mamma: “Speriamo di vincere una medaglia, giusto una, per averla di ricordo e non avere solo la mascotte comprata al negozio”.Salire dopo 5 gare su 5 era ogni oltre mia aspettativa , sono molto contenta!”.
E la piscina?
“La prima volta in piscina non me la ricordo. Mia mamma è un ex agonista e mi ha portato in piscina a 5 mesi, non mi piaceva per niente, piangevo e ogni volta era sempre peggio, odiavo quando il maestro mi schizzava con l’acqua e non ne volevo sapere, cosi scelsi un altro sport, la ginnastica. A 13 anni, purtroppo, ho dovuto interrompere, ho continuato come allenatrice, ma nel 2018 mi è stato detto che l’unico sport che io potessi praticare era il nuoto…. Ora, per me il rapporto con l’acqua è un momento molto intimo, dove sono completamente me stessa perché posso muovermi tranquillamente senza carrozzina. In acqua penso, ragiono, ripeto le mie lezioni prima dell’esame e so che dall’acqua non verrò mai giudicata, mi sento protetta”.
Dal nuoto alle due lauree. Parlacene.
“Ci vuole organizzazione, determinazione. Avendo praticato lo sport a livello agonistico ero abituata a questi ritmi, perché finivo la scuola alle quattro, poi subito in auto per l’allenamento fino alle otto e, quindi, mi trovavo a fare i compiti la sera. Questa impronta mi ha portato ad avere dei risultati positivi. Sicuramente un grande aiuto mi è stato dato dal lockdown”.
Giulia, tu guidi ?
“Io ho fatto la patente in modo tradizionale al compimento dei 18 anni, poi ho rifatto la patente per prendere la S (la patente speciale) con i comandi al volante; quindi, guido tranquillamente, quando arrivo sulla macchina smonto la carrozzina e la carico di fianco e vado… è molto semplice”.
E se ti dico auto elettrica, sostenibilità… cosa ne pensi?
“L’elettrico è un punto di forza per l’ambiente che sta soffrendo parecchio per l’inquinamento. Credo siano giusti anche tutti gli incentivi per l’acquisto, in futuro spero che l’ambiente possa trarne vantaggi”.
A questo punto, Giulia, un grosso in bocca al lupo per le prossime gare.