“Chi è Chi” a Pierluigi Bonora: come sta cambiando il mondo dell’auto?

di Cristiana Schieppati, direttore responsabile di “Chi è Chi”

 

Come sta cambiando il mondo dell’auto? Lo abbiamo chiesto a una delle firme più autorevoli del settore, Pierluigi Bonora, che da 31 anni cura le pagine motori del Giornale. Oltre a scrivere di economia è anche direttore responsabile di Aci Radio, un piccolo ritorno alle origini perché la sua storia inizia proprio negli anni ’70 quando muoveva i primi passi da cronista e radiocronista per Radio Pavia.

Nella tua carriera ti sei occupato sempre di economia e degli aspetti industriali del settore auto. Dalle radio alle pagine motori del “Giornale”… come si comunica il mondo dell’auto? Quali sono gli aspetti importanti da mettere in evidenza?

“Per la verità avrei dovuto laurearmi in Medicina, ma una concatenazione di eventi mi ha portato, prima a improvvisarmi Dj in un grande dancing e, quindi, alla nascita delle prime radio libere, a metà degli anni ’70, a fare altrettanto. All’inizio come conduttore di programmi tra dediche e intrattenimenti vari, poi a fare i primi passi da cronista di strada, lettore di Gr, radiocronista di calcio, intervistatore, ecc. Il destino mi spingeva da quella parte. Così ho lasciato gli studi al terzo anno di Medicina e, già sposato, ho imboccato un percorso, partito dalla piccola grande Radio Pavia, che si è rivelato vincente. Sono approdato al “Giornale” nel 1989, dopo essere stato corrispondente dalla mia provincia, e dalle Cronache nazionali mi hanno introdotto due anni dopo nei “Motori” anche se, sinceramente, non ci capivo nulla. Ma a loro andava bene così. E così, nel novembre del 2022, sono passati 30 anni di militanza in questo settore dove continuo ad avere la responsabilità delle pagine dedicate. Decisivo, inoltre, è stato il mio passaggio nella seconda metà degli anni ‘90 sotto la redazione Economia. E qui c’è stata un’altra svolta: mi sono appassionati di tutto quanto ruota attorno all’automotive, un mondo veramente trasversale. Come si comunica il l’auto? E’ necessaria la massima trasparenza e indipendenza, soprattutto in questi anni dove a dominare sono sempre più i” social” nelle varie declinazioni. Proprio per questo mio atteggiamento c’è chi mi ha bannato da eventi e conferenze stampa che riguardano un determinato gruppo. Per me si tratta di una medaglia per aver detto le cose come stanno e che hanno poi trovato riscontro. E proprio per questo – cercare di dire le cose come stanno – penso di essere apprezzato ma anche anche inviso. E’ il bello di questa magnifica professione. Nando Azzolini, a Pavia, Novarro Montanari e Tiziano Resca per i miei primi passi al “Giornale” di Montanelli, che ci hanno lasciati. Successivamente Luigi Cucchi, Osvaldo De Paolini e Nicola Porro, sempre al “Giornale”, sono state le persone che hanno avuto un ruolo fondamentale nel mio percorso giornalistico. E che ringrazierò sempre”.

Chi è il personaggio che ti è rimasto più a cuore tra i manager che hai incontrato e perché.

“Senza dubbio Sergio Marchionne. L’ho seguito fin dal suo insediamento ai vertici della Fiat, ma anche Luca di Montezemolo quando era presidente della Ferrari. Seppur tenendo le dovute distanze, da loro ho appreso imparato tanto in tema di strategie aziendali, mercati finanziari e altro. Ancora oggi il mio patrimonio è rappresentato dall’agenda di contatti, centinaia e centinaia, tra  manager, imprenditori, politici e personaggi vari, indispensabili per l’attività che svolgo”.

Prove auto: quale macchina del passato è stata la più moderna e quale auto invece è stata un grande flop?

“Difficile rispondere. Per il passato direi la Fiat 500, sempre unica e vera bandiera per l’Italia. I flop? Tanti, in generale. Ma a volte anche il “brutto” può diventare un successo e fare tendenza”.

Oggi sei anche direttore responsabile di Aci Radio, quali sono i diritti degli automobilisti che nel nostro Paese hanno bisogno di maggior tutela?

“Un ritorno alle origini inaspettato che mi sta dando tanta soddisfazione. Ringrazio l’amico Geronimo La Russa, presidente di Aci Milano e di Aci Infomobility, che mi ha chiamato per questo prestigioso incarico. I diritti? Poter circolare in sicurezza sulle strade e di non essere considerati alla pari di un “bancomat” da Enti locali e Stato centrale. Quindi, di non essere discriminati da politiche ideologiche, come accadde ora, tra limitazioni assurde e strategie pseudo toccasana che finiscono per penalizzare i più deboli e che usa la macchina per recarsi al lavoro e non può permettersi costosi garage, non avendo alternative al parcheggio in strada”.

Il Bollo secondo te è veramente necessario?

“Se demagogico, come il superbollo in via di eliminazione grazie a questo Governo, no. Se utile a migliorare le infrastrutture stradali e la sicurezza, sì. Ma in questo caso i riscontri devono toccarsi con mano”.

La nuova mobilità urbana, le auto elettriche: qual è il futuro dell’auto (reale e quello auspicabile) ?

“Stendo un velo pietoso su Milano e Roma, per fare due esempi, in tema di mobilità urbana. Nel caso lombardo, la circolazione, da sempre non facile, con le modifiche degli ultimi anni si è trasformata in un vero incubo. E’ pericolosissimo circolare in auto, ma anche a piedi, tra monopattini e bici i cui utenti si sentono padroni di strade e marciapiedi e non rispettano le regole più elementari. Ben venga un Codice che metta ordine e l’educazione stradale nelle scuole. La transizione all’elettrico? Contesto con forza il modo con cui è stata programmata – come faccio pubblicamente nei miei #FORUMAutoMotive periodici – cioè attraverso un’imposizione chiaramente dettata da contraddizioni e pressioni che cominciano a venire allo scoperto. Sono per la neutralità tecnologica nel contesto di un ventaglio di soluzioni che portino all’obiettivo della decarbonizzazione, ma che guardino anche alle emissioni inquinanti e alle esigenze di tutti i consumatori e non solo di quelli che non hanno problemi di disponibilità economiche. Le Case, poi, si sono piegate al volere della pura ideologia e solo adesso lamentano le incongruenze dell’imposizione Ue. Sarà il mercato a dire la sua. La verità è che a regnare è la massima incertezza. Si è gravemente tralasciato il presente”.

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