Green Vehicles: un Kit per trasformare il motore Diesel in ibrido

Foto: Enrico Cappanera, General Manager di Green Vehicles

Trasformare veicoli commerciali con motore tradizionale – alimentati a diesel – in mezzi ibridi, grazie all’installazione di un motore elettrico. È la sfida ecologica dell’azienda Green Vehicles, che sbarca ora nelle aree marchigiane colpite dal sisma del 2016. La realtà jesina è infatti tra i vincitori del “Bando B1.3.B – Innovazione PMI” di Next Appennino, il programma di rilancio delle regioni del Centro Italia colpite dai terremoti del 2009 e del 2016, finanziato dal Fondo Complementare al PNRR per le Aree Sisma. Grazie al contributo del bando – che ammonta a 1,33 milioni di euro – l’azienda Green Vehicles realizzerà un investimento localizzato nel comune di Fabriano. Qui svilupperà e ingegnerizzerà il progetto che prevede l’installazione di un “Kit retrofit” per la trasformazione di veicoli commerciali diesel in ibridi.

 

La tecnologia Mild Hybrid – la più recente delle tipologie di ibrido attualmente presenti nel mercato – prevede la presenza di un classico motore benzina, diesel o gpl affiancato da uno elettrico, che partecipa attivamente e costantemente alla trazione. L’azienda ha così brevettato in tutto il mondo – con relativo prototipo – un “Kit di ibridizzazione per veicoli con motori endotermici after market” che permette l’installazione di un motore elettrico in un secondo momento rispetto alla fase di produzione iniziale. Il motore elettrico installato partecipa attivamente alla trazione e funge anche da generatore, recuperando e immagazzinando l’energia sviluppata in decelerazione e frenata.

 

“Una soluzione innovativa – spiega Enrico Cappanera, General Manager di Green Vehicles – che consente di trasformare veicoli esistenti in mezzi più rispettosi dell’ambiente, con sicuri vantaggi anche in termini economici. I veicoli dotati di sistema Mild Hybrid consentono di ridurre le emissioni del 15%, i costi di gestione fino al 25% ed i consumi di carburante fino al 20% rispetto ai normali motori endotermici. Se abbinati al sistema Diesel/gpl il risparmio di combustibile Diesel può superare il 50%. Si tratta di un’operazione che valorizza il Made in Marche, mettendo a sistema la transizione sostenibile delle amministrazioni e il know-how di chi opera sul territorio”.

 

Il progetto finanziato da Next Appenino permetterà di avere a disposizione una gamma di “Kit retrofit” personalizzati, che possano coprire le tipologie e i modelli di veicoli commerciali più comuni presenti nel mercato. In questo modo si eviterà la fase iniziale di progettazione – tipicamente anche la più onerosa – avendo già a disposizione disegni e componenti per poter realizzare l’ibridizzazione in pochi giorni.

“Questo permette di generare efficienza nel settore della mobilità – conclude Enrico Cappanera – in particolare quella dei veicoli commerciali Diesel fino a 3.5 tonnellate, che in Italia sono oltre 3,5 milioni. Questi avrebbero così accesso alle zone dei centri storici interdette ai motori tradizionali, risparmiando fortemente sui consumi che incidono significativamente sui costi delle merci trasportate e quindi sull’inflazione nazionale. Inizieremo con i veicoli che trasportano merci e una volta industrializzato il processo, la tecnologia diventerà disponibile anche per le auto”.

ACI-ISTAT, incidentalità stradale 2022: tornati ai livelli pre-pandemia

Codice delle strada: in arrivo regole chiare

Foto: Geronimo la Russa, presidente di Automobile Club Milano

Nel 2022 sulle strade lombarde si sono registrati 28.786 incidenti stradali (25.838 nel 2021) che hanno provocato 37.912 feriti e 402 morti (rispettivamente 33.672 e 357 nell’anno precedente). Le statistiche – elaborate da Automobile Club d’Italia e ISTAT – mostrano così un ritorno dell’incidentalità stradale ai livelli del 2019, prima della pandemia. A Milano città nel 2022 gli incidenti sono stati 7.783 con 44 morti e 9.865 feriti (7.465, 34 e 9.286 nei dodici mesi precedenti). A Milano e provincia si sono invece verificati 12.613 collisioni che hanno causato 100 morti e 16.101 feriti (11.385, 87 e 14.390 le statistiche relative al 2021).

Nella città di Monza si sono contati 575 incidenti, 4 decessi e 694 feriti (dato 2021: 539, 1, 658), mentre nella provincia i sinistri sono stati 2.172, 15 decessi e 2.764 persone con lesioni (1.848, 19 e 2372 nel 2021).

I dati di Lodi città: 150 incidenti, 3 morti e 212 feriti (138, 1 e 176 nell’anno precedente). Nella provincia di Lodi nel 2022 si sono registrati 405 incidenti con 9 morti e 623 feriti (345, 4 e 503 l’anno prima). A livello nazionale nella provincia di Roma è stato registrato il più alto numero di pedoni morti (56), seguita da Milano (24), Napoli (23) e Torino (18). Nella provincia di Padova il più alto numero di ciclisti deceduti (10), seguono Udine (9) e Milano, Venezia e Ravenna (8).

In Italia, dei 16 morti su monopattino (in 2.929 incidenti +77,8 per cento rispetto al 2021), 4 sono concentrati nella provincia di Milano, 3 nella provincia di Roma e 2 nella provincia di Torino. Insieme, totalizzano il 56% dei morti a livello nazionale.

“Tra le cause principali degli incidenti stradali al primo posto c’è sempre la guida distratta e l’utilizzo del cellulare, la velocità e il mancato rispetto della segnaletica stradale”, afferma Geronimo la Russa, presidente dell’Automobile Club Milano, nella cui competenza rientrano anche le province di Monza-Brianza e Lodi. “Dopo avere analizzato questi dati è facile rendersi conto che dobbiamo percorrere ancora molta strada in termini di prevenzione e innalzamento dei livelli di sicurezza. Oltre ai devastanti drammi umani, questa situazione comporta enormi sprechi con elevati costi sociali per la collettività. Occorrono più formazione e informazione, più consapevolezza da parte di tutti gli utenti della strada, migliore gestione della circolazione e più controlli”, ha concluso La Russa.

L’analisi di Bain & Company: Europa in difesa, sempre meno city-car

Foto: Gianluca Di Loreto, partner di Bain & Company

Il comparto automotive si sta drammaticamente spostando a Est. La componente europea ormai deve accontentarsi di giocare un ruolo non più in attacco, bensì in difesa. È quanto emerge da uno studio condotto da Bain & Company e presentato dal partner Gianluca Di Loreto in occasione dell’evento “Quattroruote Next”. Ad incidere la componente demografica: se nel 1990 gli asiatici erano il quadruplo degli europei, oggi il loro dato aumenta di sei volte e nel 2040 tale rapporto salirà a sette.

Lo spostamento del baricentro è ancora più evidente per il PIL, che per l’Asia è passato dal 18% del totale globale all’attuale 40% con una stima del 43% per il 2028 mentre per l’Europa è sceso dal 34% al 24% ed è destinato a calare ancora al 22% in cinque anni. La Cina è passata dal 6% al 45% della ricchezza asiatica, mentre l’Italia ha visto una contrazione del suo peso in Europa dal 15% all’8%.

A incidere su questo spostamento anche le nuove tecnologie, ormai dominate dagli operatori asiatici: a loro fa capo il 68% e l’82% dei brevetti, rispettivamente, per il 5G e per le batterie allo stato solido (è il 62% per i soli cinesi). Inoltre, l’Asia controlla il 50% del mercato dei semiconduttori e il 72% delle attività di assemblaggio finale. La conseguenza è un aumento importante della presenza cinese anche nel mondo dell’auto. Tra il 2000 e il 2022, la Cina è salita dal 4% al 32% della produzione globale, mentre l’Europa è scesa dal 34% al 19% e il Nord America dal 31% al 17%.

E non deve stupire neanche il contributo sempre più forte nelle emissioni annuali di gas serra. L’Asia ne emette cinque volte più dell’Europa: nel 1990 era asiatico il 20% delle 21 milioni di gigatonnellate di CO2 equivalente, ma nel 2021 era già al 53% di 34,2 gigatonnellate, con la sola Cina passata dall’11% al 32%. L’Europa, di contro, è scesa dal 19% al 10% e ha visto un costante calo delle emissioni (-0,6 gigatonnellate contro +14,2). Non solo. Il Vecchio continente ha visto anche una contrazione delle emissioni cumulate da combustione di carburante tra il 2001 e il 2021: è passato dal 18% di 267 al 14% di 885 gigatonnellate, mentre l’Asia è salita dal 21% al 37%. Ecco perché, per Di Loreto, “combattere il cambiamento climatico è doveroso, ma bisogna tener conto del contesto: il peso dell’Europa si è ridotto progressivamente nel tempo”. 

La crisi dei semiconduttori è ormai quasi finita grazie alla crescente disponibilità di chip, legata anche al calo della domanda del settore dell’informatica, e all’aumento della capacità produttiva. Un’altra importante criticità, fortunatamente in via di risoluzione – viene sottolineato nel report di Bain & Company illustrato a “Quattroruote Next” ., è rappresentata dai prezzi di acciaio, gas, plastica o gomma, ormai lontani dai picchi dei mesi scorsi. Rimane il problema della crescita inarrestabile di alcune materie prime come litio, rame, manganese o terre rare: il litio, per esempio ha superato i picchi del biennio 2021-22, ma è sempre sopra del 78% sui livelli pre-Covid.

In Europa, dove la domanda è ormai sempre più influenzata dalle politiche ambientali a livello locale o nazionale, le varie crisi degli anni scorsi (pandemia, chip e materie prime) hanno colpito le vendite (il 2023 si chiuderà sotto del 24% rispetto al 2019) e contribuito a uno spostamento del mix verso l’alto. Il solo segmento A ha visto la perdita di 1 milione di pezzi in Europa e in Italia sta letteralmente scomparendo (dal 19% del 2000 al 14% del 2022 fino al 3% atteso nel 2028). Inoltre, è sempre più forte il peso degli asiatici, passati dal 23% del mercato europeo di inizio secolo al 29% (35% la stima tra cinque anni).

Al contempo, i costruttori del Vecchio continente stanno spostando sui segmenti più alti il loro focus sulle elettriche: C, D ed E pesavano per il 52% della produzione continentale nel 2018, ma sono destinati a salire all’80% quest’anno. In tal modo, però, si sta lasciando spazio libero segmenti bassi ad altri player, soprattutto asiatici. I consumatori italiani, intanto – avverte Di Loreto – non comprano il nuovo, rottamano di meno, si tengono il vecchio e così il parco circolante vede la sua età media salire fino ai 12,6 anni del 2022 (erano 11,4 nel 2019). Di conseguenza, si sta manifestando il cosiddetto “effetto Cuba” e l’Europa si sta incartando su obiettivi opposti a quelli che si era prefissati”.

È necessario investire sul consolidamento europeo per difendere l’industria da una nuova e probabile guerra dei prezzi e proteggere i componentisti, in particolare in Italia, e ancora di più aumentare la spesa in Ricerca e Sviluppo. Solo così si potrà – secondo l’analisi di Bain & Company – rinnovare e reinventare la filiera, per chiudere il divario e affrontare i cambiamenti in atto.

Sostenibilità: chi investe in ESG è più competitivo

Le imprese che puntano sulla sostenibilità, ambientale e sociale, tendono ad avere performance migliori e ad essere più competitive rispetto alla concorrenza. Infatti, risultano meglio preparate a fronteggiare gli shock derivanti dalle crisi. Gli investitori ne sono consapevoli e selezionano portafogli con imprese che dimostrano di rispettare i criteri ESG, acronimo di Environment, Social and Governance, criteri  sempre più diffusi che servono alle aziende europee per diventare più sostenibili, ad esempio attraverso la decarbonizzazione, e valutare i futuri investimenti.

Maggiore competitività significa minori commissioni per gli investitori. Un vantaggio che li spinge a decidere di continuare a puntare su fondi e attività che si ispirano a princìpi di sostenibilità, secondo i dati di Morningstar, rispettando le aspirazioni dei più giovani sul medio-lungo termine in parallelo con la transizione green.

E’ quanto emerge dal paper “ESG – Valore condiviso” realizzato da “Start Magazine” in collaborazione con ICINN – Istituto per la Cultura dell’Innovazione, IGT e Inwit, che è stato presentato a Roma.

L’umano vince: l’olimpionico Tortu batte la piccola AMI

di Roberta Pasero

Ha vinto lui, Filippo Tortu, la SfidAMI, 60 m. di sprint tra il campionissimo plurimedagliato dell’atletica italiana e il quadriciclo elettrico dal design bifronte di Citroën guidato dal direttore marketing Alessandro Musumeci, sulla pista dell’Arena di Milano, dove Tortu si allena proprio “scortato” da una AMI che lo segue sul circuito.

“Non era un risultato scontato, tanto che pensavo di perdere perché lo sprint di un mezzo elettrico spesso batte quello di noi centimetristi“, dice con modestia e acclamato da centinaia di ragazzi.

E poi racconta dei valori condivisi con AMI che sponsorizza iniziative nelle scuole anche antibullismo, dell’auto dei suoi sogni, di un mondo sempre più green.

E delle sue prossime sfide sportive,

dagli Europei di Roma alle Olimpiadi di Parigi il prossimo anno. E di come tra scatti, rettilineo e curve ami (o AMI) soprattutto buttarsi oltre il traguardo. Ogni volta oltre se stesso.

Lo scenario automotive di S&P: domanda in frenata, Cina al pre-pandemia

La domanda di auto rallenterà in Europa e in Nord America nel 2024-2025 dopo l’impennata del 2023, dovuta principalmente al rilascio di una domanda repressa legata all’allentamento dei vincoli di offerta da parte dei gestori di flotte, mentre la Cina tornerà sui volumi di vendita del 2019, nonostante la debolezza dei consumi interni. È quanto prevede S&P Global Ratings in un report a livello globale.

Per il 2024 e il 2025, ci si attende una ripresa dei volumi molto graduale a fronte di una crescita economica globale inferiore a quella attuale, a causa di tassi di interesse più elevati e più a lungo termine: per gli analisti, soltanto la Cina “tornerà ampiamente ai livelli pre-Covid”, mentre Europa e Stati Uniti non riusciranno a recuperare, neanche nel 2025.

S&P si aspetta che la produzione globale rimarrà strettamente legata alla domanda, visti i timori di recessione legati alla flessione del mercato del lavoro in Nord America e nell’Eurozona. A fronte delle previsioni sul Pil cinese riviste al ribasso per il 2023 e 2024, l’istituto si aspetta comunque che la Cina smetta di guidare la crescita globale delle venditè del settore auto, sebbene le prospettive per la produzione rimangano ottimistiche con le esportazioni in aumento sostanziale.

4a edizione: un cocktail di emozione, sostenibilità e hi-tech

MIMO

Case auto, media e istituzioni politiche, i  principali attori del sistema automotive, si sono riuniti alla sede di ACI Milano in occasione della presentazione del concept della quarta edizione di MIMO, il Milano Monza Motor Show. totali protagonisti di MIMO Milano Monza Motor: un equilibrio tra le esigenze del pubblico, dei brand auto,  dei mezzi di informazione e delle amministrazioni, esattamente come accade nella  preparazione di un cocktail, quando si dosano gli ingredienti per trovare la miscela ideale. Gli ingredienti di MIMO sono, infatti: emozione, sostenibilità tecnologia.

L’emozione che suscitano le hypercar e le auto da sogno, quelle dalle linee disegnati dai  grandi designer e che viaggiano con motori che urlano. Le stesse che a MIMO coloreranno i  paddock, i box e la pista di Formula 1. 

La sostenibilità, rappresentata da tutte le più moderne alimentazioni a basse emissioni  presentate dalle case automobilistiche che hanno la salvaguardia dell’ambiente in cima alla  propria agenda. E quindi test drive sui percorsi speciali in Autodromo, tra i viali e le  sopraelevate di modelli green come elettriche, plug-in, ibride, idrogeno e benzina,  diventando il punto di incontro tra il prodotto attualmente sul mercato e un pubblico che  ha bisogno di testare e conoscere le diverse possibilità a disposizione.

La tecnologia, rappresentata da quella più elevata portata in pista dalle migliori università  di tutto il mondo che si sfideranno nella Indy Autonomous Challenge, la gara tra monoposto  Dallara AV-23 a guida autonoma e senza pilota guidate da un software di controllo che,  utilizzando sensori, supercomputer e hardware di attuazione. A programmare i software gli  studenti e i ricercatori delle più importanti università e centri di ricerca del mondo:  Politecnico di Milano, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Korea Advanced  Institute of Science and Technology (KAIST), Technische Universität München (TUM), e il team USA MIT-PITT-RW, ovvero Massachusetts Institute of Technology (MIT) in  collaborazione con University of Pittsburgh, Rochester Institute of Technology (RIT), University of Waterloo. Fiore all’occhiello il Politecnico di Milano, detentore del titolo vinto e festeggiato nel 2023  durante la 3ª edizione di MIMO.

Geronimo La Russa, presidente di ACI Milano: “Anche quest’anno il Milano Monza Motor Show ritorna con la sua formula vincente in cui convivono novità, passione per le auto, bellezza delle forme e design innovativo che vengono condivisi con le decine di migliaia di persone che accorrono per partecipare all’evento. 101 anni fa chi con lungimiranza volle e realizzò l’Autodromo Nazionale Monza sicuramente avrebbe apprezzato l’idea dell’impianto brianzolo quale palcoscenico ideale per una manifestazione come il MIMO, che nel circuito brianzolo ha veramente trovato la sua casa. Fin dall’inizio abbiamo sposato questa idea di Andrea Levy. Con una convinzione sempre maggiore Automobile Club Milano prosegue la collaborazione con un evento che pone al centro l’auto, la sostenibilità ambientale e la sicurezza stradale”.

Andrea Levy, presidente di MIMO: “Quella che andrà in scena dal 28 al 30 giugno 2024 sarà  un’edizione di MIMO ancora più emozionante, organizzata in collaborazione con ACI Milano,  e si confermerà punto di incontro tra case automobilistiche, media, collezionisti e il pubblico,  che potrà testare i modelli di auto più sostenibili proposti dalle Case automobilistiche.  Un’edizione che, oltre all’Autodromo Nazionale Monza e ai comuni di Monza e Milano,  coinvolgerà tutto il territorio lombardo in una festa automotive che conferma MIMO come  manifestazione nazionale punto di riferimento di tutto il sistema”.

Federico Romani, presidente del Consiglio regionale della Lombardia: “Il Milano Monza  Motor Show è un’iniezione di ottimismo. È l’occasione per sostenere e rilanciare,  soprattutto in chiave green, il settore dell’automotive lombardo così strategico per il nostro  Paese. L’Autodromo Nazionale Monza, che per tre giorni diventerà una vera motor city, è un’icona di velocità, tecnologia e innovazione. Le stesse armi che vedono Milano e la  Lombardia all’avanguardia nel mondo in settori come il design, l’intelligenza artificiale, le  start up ad alto contenuto innovativo e, appunto, l’automotive. Ma il MIMO non è solo una  grande occasione sportiva ed economica. È anche un’importante opportunità turistica per  far conoscere a migliaia di persone lo straordinario mix di sport e ambiente che unisce  Autodromo e Parco di Monza”.

Audi e Federazione Italia Sport Invernali: connubio sempre più forte

di Luca Talotta

 

Milano e Audi, due nomi che evocano progresso, design e visione del futuro, si sono uniti nuovamente in un evento speciale dedicato alla consegna della flotta Audi agli atleti della Federazione Italia Sport Invernali. L’ambientazione per questa celebrazione è stata la moderna cornice di City Life, il complesso residenziale e commerciale noto per il suo impatto sulla skyline di Milano, grazie ai celebri architetti Arata Isozaki, Daniel Libeskind e Zaha Hadid. 

 

L’evento ha rappresentato un momento di festa per gli atleti e per il pubblico, un’occasione per celebrare l’inizio della nuova stagione agonistica e per onorare coloro che hanno ottenuto i migliori risultati nella stagione precedente. Audi ha premiato questi talentuosi atleti mettendo a loro disposizione una flotta di vetture Audi mild-hybrid, che include modelli come l’Audi Q7 e l’Audi A6 allroad quattro, insieme alle sportive Audi RS 4 Avant e Audi RS 6 Avant. Questa selezione di vetture rappresenta la perfetta combinazione di sportività, prestazioni e versatilità.

 

Da oltre un decennio, Audi sostiene la Federazione Italia Sport Invernali, confermando anche per l’anno in corso una partnership che riflette i valori fondamentali del marchio: sportività, innovazione e ricerca continua del successo. La sinergia tra Audi e gli sport invernali è evidente sia nel motorsport sia sulla strada, dove Audi è all’avanguardia nell’implementazione di tecnologie avanzate.

 

L’evento ha offerto al pubblico anche l’opportunità di scoprire l’Audi RS e-tron GT, vettura Granturismo completamente elettrica.

Service Day 2023: AsConAuto sempre protagonista

Service Day, l’evento di Quintegia da un’idea di AsConAuto dedicato agli operatori del post vendita automotive,  torna a VeronaFiere il 27 e 28 ottobre con il titolo “Il valore dell’assistenza”, dal quale prende il via il ricco programma di appuntamenti, formazione e riflessioni. Il settore della riparazione in Italia ha un fatturato, calcolato come somma della spesa di riparazione e manutenzione (inclusi pneumatici e interventi in carrozzeria), che supera i 32 miliardi. In termini percentuali e nel 2022 ha segnato + 6,5% rispetto al 2021.

Questa terza edizione punta i riflettori sulle novità nel mondo dell’after sales, in particolare si parlerà di mercato, futuro e tecnologia, gestione dell’officina, servizi innovativi, consumatori, marketing e digitale, personale, carrozzeria. Tutto alla luce dei cambiamenti che stanno interessando il settore. L’evento è il punto di incontro per concessionari, riparatori autorizzati, case automobilistiche, riparatori indipendenti, carrozzerie e tutte quelle aziende coinvolte nella cura e manutenzione dell’auto e mira a definire lo scenario prossimo e a offrire gli strumenti per affrontare il futuro.

asconauto

A siglare l’apertura la sessione “L’assistenza ha un valore”, venerdì 27 alle 9:30, durante la quale sarà protagonista il servizio offerto al cliente e non più il prodotto: in altri termini la cura della relazione che si accompagna a una prestazione sempre più evoluta, che si basa su nuove tecnologie e strumenti digitali. Connettività e nuove motorizzazioni impongono il ripensamento e la riorganizzazione aziendale, stesso procedimento che ha interessato altri ambiti dai quali prendere ispirazione. Per questo tra i relatori ci sarà anche Paolo Gabrielli, sales director di Technogym. 

Nella due giorni veronese si indagherà anche sul consumatore e sulle sue necessità, grazie alla presentazione del Service Customer Study di Quintegia, che è una fotografia dei comportamenti e delle scelte degli utenti finali dopo l’acquisto di un’auto. Si affronterà la necessità e la presa di coscienza del posizionamento e dell’efficientamento dei processi interni, dell’individuazione di KPI operativi e strategici, in particolare con riferimento al service, che possano guidare nelle scelte di investimento e organizzazione. Tutto al fine di una maggiore produttività e redditività.

Centrale anche il tema legato alla gestione dei dati: la presenza sul mercato di veicoli elettrici e connessi significa l’affermazione di software e dati sempre più rilevanti, che vanno a sommarsi alle informazioni raccolte tramite gli strumenti digitali, sia relative ai processi interni che ai clienti acquisiti o potenziali. Questa enorme quantità di elementi, se ben trattata e analizzata, può diventare un asset nella definizione dei piani strategici. 

Sarà puntata l’attenzione anche sulle persone: in particolare si parlerà delle nuove generazioni in officina, di come trovarle, motivarle e gestirle. Inoltre, nella sessione di chiusura dell’evento, sabato 28 alle 16:30, Luigi Mazzola (Ex Test Team Manager Formula 1 di Ferrari e oggi Mental Coach) racconterà attraverso aneddoti e spunti utili come gestire al meglio una squadra di lavoro.

Altroconsumo: sì al modello “Città 30”

Con il via libera del Consiglio dei ministri di lunedì 18 settembre, il disegno di legge sulla sicurezza stradale e la delega per la riforma del codice della strada comincia ora il suo iter parlamentare. Le novità riguarderanno in particolar modo la guida in stato di ebbrezza e dopo l’assunzione di stupefacenti, con un inasprimento delle pene per i recidivi e si prevede una stretta anche su neopatentati, autovelox e monopattini elettrici (che necessiteranno di targa e assicurazione).

In vista di questi aggiornamenti occorre fare una riflessione più ampia, riguardante la tutela di tutti gli utenti stradali (automobilisti, pedoni e ciclisti) ed in generale di tutti gli abitanti della città. Istat registra nel 2022 che su 166mila incidenti contati nel corso dell’anno, ben il 73%, è avvenuto su strade urbane. Le città del nostro Paese risultano infatti a misura di auto e non di persone, con un rischio altissimo per gli utenti vulnerabili, ovvero i pedoni e coloro che si spostano in bici, monopattino o altri mezzi di mobilità leggera.


I principali fattori di rischio, che aumentano la gravità e frequenza delle collisioni con autoveicoli, sono il peso dell’autoveicolo e la velocità. Il numero di autoveicoli in circolazione, inoltre, aumenta le probabilità di collisione. Per tutti questi motivi, molte città europee stanno guardando avanti già da tempo, convertendosi al modello “Città 30” (30 sta per limite di velocità di 30 km/h diffuso in tutta la città). Si tratta di un’idea di città che vuole invertire drasticamente le priorità: tutte le strade dovrebbero avere limiti di velocità a 30 km/h (in particolare quelle interne ai quartieri) e solo alcune (solitamente quelle di circonvallazione che permettono di spostarsi tra i quartieri) a 50 km/h.

Nelle città europee in cui tale modello è stato già adottato, si è rilevata una diminuzione di gravità e numero di incidenti, decessi e di emissioni inquinanti, con una conseguente riduzione del rumore e del traffico. In Danimarca, per esempio, la riduzione di incidenti in tre anni nelle Zone 30 è stata del 77% e dei feriti addirittura dell’88%. A Londra il calo di incidenti è stato del 40% e dei feriti del 70%.

“Notiamo con rammarico che nel testo del Nuovo Codice della Strada approvato in Consiglio dei ministri non sono presenti misure che vadano verso il modello di “Città 30”  – commenta Federico Cavallo, Responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo -. “Questo modello di città, riducendo con interventi urbanistici la velocità e contemporaneamente incentivando il trasporto pubblico (riducendo i costi del biglietto ed aumentandone la capillarità), assicura una maggiore sicurezza per gli utenti più vulnerabili, portando al contempo ad una minor necessità di ricorrere ad automobili private e numerosi altri benefici. L’aumento delle sanzioni, infatti, non basta per aumentare la sicurezza in strada. La prevenzione si fa a livello culturale e di pianificazione urbanistica, ad esempio implementando il modello di “Città 30″. E’ importante”.