Mercato auto Italia: male la raccolta ordini, segnali preoccupanti

i concessionari mostrano cautela

di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor

Mentre si consolidano i segnali di rallentamento del Pil nel secondo trimestre del 2023, il mercato italiano dell’auto in agosto fa registrare una crescita del 12% che si inserisce in una serie ininterrotta di incrementi iniziata in agosto 2022. Nei primi otto mesi di quest’anno le immatricolazioni sono state 1.040.560 con una crescita del 20,3% sullo stesso periodo del 2022. Se si mantenesse questo tasso di incremento fino alla fine dell’anno, il 2023 potrebbe chiudere con 1.583.993 immatricolazioni e quindi con una crescita del 20% sul 2022.

Anche dall’inchiesta congiunturale, condotta a fine agosto dal Centro Studi Promotor, emergono elementi che confortano la tesi del possibile raggiungimento nell’intero 2023 del volume di immatricolazioni di cui si è appena detto, ma va subito precisato che il livello indicato è tutt’altro che soddisfacente in quanto per far fronte all’esigenza di sostituire le autovetture più vecchie e, quindi, più inquinanti e meno sicure occorrerebbe un volume di immatricolazioni non inferiore a 2.000.000 di unità l’anno.

Il mancato raggiungimento di un tale livello sta da tempo costringendo molti automobilisti a mantenere in esercizio autovetture che sarebbero da tempo da rottamare. I dati sulle radiazioni dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA) diffusi dall’ACI sono particolarmente eloquenti sulla questione. Nel 2019 le radiazioni annue furono 1.540.680. Nel 2021 furono ancora 1.491.281, ma nel 2022 sono precipitate a 1.051.834 e nel 2023 stanno scendendo ancora e potrebbero arrivare sotto quota 1.000.000.

Sulle cause di questa situazione, che sta determinando un deterioramento delle condizioni medie di efficienza del parco circolante ed anche un incremento delle emissioni nocive, incide anche la transizione energetica in quanto vi sono forti pressioni per il passaggio all’auto elettrica, ma molti possibili acquirenti non si sentono ancora pronti a fare questa scelta per il prezzo elevato dell’auto elettrica o per riserve sulle idoneità dell’auto elettrica a rispondere pienamente alle loro esigenze.

In attesa di decidere, gli automobilisti in questione rinviano l’acquisto e questa situazione genera un quadro di mercato in cui le Case auto hanno ancora un portafoglio ordini importante di vetture non ancora consegnate per le carenze di microchip e di altri componenti essenziali per la loro costruzione, ma l’acquisizione di nuovi ordini appare insoddisfacente. Dall’inchiesta congiunturale del Centro Studi Promotor emerge infatti che in agosto ben il 72% dei concessionari la giudica bassa.

È del tutto evidente che se questa situazione non si sbloccherà in tempi ragionevolmente brevi, il mercato italiano dell’auto potrebbe trovarsi in nuove difficoltà perché l’esaurirsi delle consegne rinviate per le carenze di microchip (e dintorni) non sarebbe accompagnato dalla ripresa di nuovi ordini.

Ecobonus per auto elettriche: un danno il “price-cap” ridotto

di Michele Crisci, presidente di UNRAE

 

La situazione critica del mercato dell’elettrico, che contribuisce a non far decollare in Italia la transizione ecologica, è generata da uno schema incentivi mal congegnato, che penalizza la clientela a causa di un price-cap ingiustificatamente abbattuto da 50.000 a 35.000 euro, e in pratica esclude  di fatto le imprese limitandone la fruibilità al solo noleggio con bonus dimezzati.

A nome di UNRAE auspico che tra i prossimi Decreti Legislativi di attuazione della Legge Delega Fiscale approvata in Parlamento possano prevedere finalmente la revisione della fiscalità per le auto aziendali in uso promiscuo, parametrandola alle emissioni di CO2. Queste le misure auspicate da UNRAE. Introduzione di aliquote differenziate per la detraibilità IVA basate sulle emissioni di CO2 (100% per la fascia 0-20 g/Km, 80% per la 21-60 g/Km e 50% per quelle > 60 g/km). Aumento del tetto di deducibilità dei costi dei veicoli di nuova immatricolazione  parametrandolo alle fasce di emissione di CO2 sopra citate. Riduzione a 3 anni del periodo di ammortamento.

Ripristino dei termini per il completamento delle prenotazioni ecobonus da 180 a 270 giorni. 

Mercato auto Italia: in agosto tante “km 0”, l’elettrico ringrazia Tesla

di Salvatore Saladino, Country manager di Dataforce Italia

Più della metà delle immatricolazioni di auto in agosto sono state effettuate negli ultimi 3 giorni del mese. Qualche esempio? Lancia ha targato l’81,3% dei suoi volumi nel rush finale, DR il 75,6% (di cui il 72,8% “km 0” e, delle sue “km 0”, finora il 20% radiato per esportazione), Citroen il 71,8%, Fiat e Opel il 67%. Altro spunto interessante è che solo grazie a Tesla e alla sua politica di “democratizzazione” dell’elettrico, per la prima volta le BEV hanno superato il 5% di quota, confermando sempre che è solo il prezzo il fattore determinante per la crescita di questa tipologia di mezzi.

 

Infine, una piccola anticipazione sui dati del noleggio per operatore, la fortissima accelerazione di UnipolRental nel comparto dei veicoli commerciali che ha immatricolato ad agosto più di tutte le altre società, ormai sfiorando sul cumulato la prima e seconda posizione di Leasys e Arval.

Elettriche un problema: anche per Zipse (Bmw) suona la sveglia

di Oliver Zipse, Ceo di Bmw

(da un’intervista a “Handelsblatt”)

 

Ritengo che la decisione politica di eliminare gradualmente le auto a combustione interna sia una negligenza. Mancano materie prime come litio, cobalto e terre rare per la produzione di massa di auto elettriche, rendendo l’Europa dipendente dalle importazioni e suscettibile di ricatti politici.

 

E dove saranno caricate tutte queste auto elettriche?

 

Nel 2035 non ci sarà un’infrastruttura completa per le auto elettriche in Europa. Alla fine, questo potrebbe anche diventare un problema sociale se la mobilità non sarà più accessibile.

 

Un divieto senza un’alternativa valida a lungo termine soffocherebbe la crescita di un’intera industria ad altissimo valore aggiunto.

 

La Cina, invece, ha sviluppato e promosso la sua industria automobilistica lungo l’intera catena del valore con una chiara strategia di politica industriale. Si parte dalle miniere e si prosegue con la raffinazione delle materie prime fino alla cella della batteria.

 

motori termici e l’idrogeno possono avere un ruolo importante nella decarbonizzazione del settore automobilistico, proponendosi come alternativa alle elettriche in diversi ambiti.

L’attacco all’Europa: strategia cinese da 10 e lode

di Andrea Taschini, manager automotive

 

Ciò che impressiona è la perfezione della pianificazione strategica cinese. Il tempismo è stato perfetto in tutte le fasi di attraversamento. 1. Hanno fatto sorgere mediaticamente il problema del global warming facendo sentire colpevole l’Occidente quando i responsabili sono loro. 2. Hanno probabilmente corrotto tutto ciò che era possibile corrompere. 3. Hanno fatto approvare le leggi standosene zitti e in disparte. 4. E a cose fatte sono usciti allo scoperto.
10 e lode!

Sul fatto che nessuno ha chiesto agli automobilisti se volevano la transizione elettrica è assolutamente la verità, ma aggiungo che gli automobilisti sono anche cittadini col diritto di voto e tra 9 mesi faranno la loro parte. In democrazia funziona così. L’importante è non dimenticare e comportarsi di conseguenza.
P.S . Voto all’establishments europeo: zero ovviamente senza lode

Great Wall Motors: obiettivo Europa

di Luca Talotta

La Casa automobilistica cinese Great Wall Motors ha ribadito la sua intenzione di entrare nel mercato europeo presentando, al recente Salone di Parigi, la nuova Ora Cat e la nuovissima Way Coffee 02.

Qui l’intervista con Vittorio d’Arienzo, Director – Europe Product Planning & Strategy in Great Wall Motors per entrambi i marchi, Ora e Wey.

Semiconduttori in Europa: Bosch al lavoro, accordo a tre

Robert Bosch GmbH, Infineon Technologies AG e NXP Semiconductors N.V. hanno annunciato un piano di investimento congiunto nella European Semiconductor Manufacturing Company (ESMC) GmbH, a Dresda, in Germania. L’obiettivo è fornire servizi avanzati di produzione di semiconduttori. ESMC segna un passo significativo verso la realizzazione di una fabbrica da 300 mm che farà fronte alle future esigenze dei settori automobilistico e industriale, in rapida crescita. La decisione finale sull’investimento verrà presa quando sarà confermato il livello di finanziamento pubblico per questo progetto, previsto nell’ambito dell’European Chips Act.

Secondo le previsioni la fabbrica avrà una capacità di produzione mensile di 40.000 wafer da 300 mm, rafforzando ulteriormente la produzione di semiconduttori in Europa con la tecnologia avanzata dei transistor e creando circa 2.000 posti di lavoro ad alta tecnologia. ESMC intende avviare la costruzione della fabbrica nella seconda metà del 2024 con l’obiettivo di avviare la produzione entro la fine del 2027.

La joint venture prevista sarà detenuta al 70% da TSMC, mentre a Bosch, Infineon e NXP spetterà una quota azionaria del 10% ciascuna, soggetta ad approvazioni normative e altre condizioni. Si prevede che gli investimenti totali supereranno i 10 miliardi di euro, tra apporto di capitale, prestiti e forte sostegno da parte dell’Unione Europea e del governo tedesco. La fabbrica sarà gestita da TSMC.

Stefan Hartung, presidente del consiglio di amministrazione di Bosch, ha dichiarato: “I semiconduttori non sono solo un fattore cruciale di successo per Bosch. Poter contare sulla loro disponibilità è anche di grande importanza per il successo dell’industria automobilistica globale. Oltre al costante ampliamento dei nostri impianti di produzione, supportiamo le nostre catene di approvvigionamento come fornitore del settore automotive attraverso una stretta collaborazione con i nostri partner. Con TSMC, siamo lieti di acquisire un leader globale dell’innovazione per rafforzare l’ecosistema dei semiconduttori nelle immediate vicinanze del nostro stabilimento di semiconduttori a Dresda“.

Great Wall Motors: obiettivo Europa

di Luca Talotta

La Casa automobilistica cinese Great Wall Motors ha ribadito la sua intenzione di entrare nel mercato europeo presentando, al recente Salone di Parigi, la nuova Ora Cat e la nuovissima Way Coffee 02.

Qui l’intervista con Vittorio d’Arienzo, Director – Europe Product Planning & Strategy in Great Wall Motors per entrambi i marchi, Ora e Wey.

Ecobonus e colonnine private: il Governo batta un colpo

Effetto annunci: ci risiamo

di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto

La crescita delle immatricolazioni rallentata è in linea con quella degli ultimi due mesi, con i volumi che sono ancora al di sotto di quelli pre-pandemia e, purtroppo, anche il mese di agosto sconta la lunga impasse del Governo sui temi dell’ecobonus e dei contributi per le colonnine private di ricarica elettrica.

 

Senza un cambio di passo sul fronte degli incentivi alla domanda con un confronto aperto con tutti i soggetti pubblici e privati della filiera automotive, di una revisione strutturale del regime fiscale sulle autovetture e dell’effettiva fruizione dei contributi privati per l’installazione delle colonnine di ricarica elettrica (90 milioni per imprese e professionisti, 40 milioni per i cittadini), i fondi ministeriali sono destinati a generare consistenti avanzi di risorse con effetti negativi sul rinnovo del parco auto.

 

Inoltre, in mancanza di un allungamento dei termini per completare le prenotazioni ecobonus, da 180 a 270 giorni, già molti clienti stanno perdendo i bonus accordati ad inizio annoTale situazione, anche alla luce dell’accelerazione degli obiettivi sulle auto elettrificate definiti nella proposta di aggiornamento del PNIEC,, richiede modifiche normative tempestive, dirette a rimodulare efficacemente l’ecobonus e reimpiegare le abbondanti risorse avanzate nel 2022 a causa di un’impostazione limitata.

 

Infine, apprezziamo l’interesse del Governo e il lavoro della stessa Regione Piemonte per evitare, tra due settimane, lo stop alla circolazione dei veicoli Diesel Euro 5, in caso contrario migliaia di automobilisti, si troveranno nell’impossibilità di poter utilizzare il loro veicolo, con un impatto significativo sulla loro mobilità e sui loro risparmi, in uno scenario di tensione inflazionistica che oltretutto alimenta già comportamenti di acquisto ispirati alla prudenza.

 

Occorre un approccio meno frammentato e più solidale per migliorare la qualità dell’aria, varando misure efficaci per la sostituzione dei veicoli di famiglie, imprese e pubbliche amministrazioni.

 

Gruppo Piaggio: Matteo e Michele Colaninno nominati presidente e Ceo

Foto: da sinistra: Matteo, Roberto e Michele Colaninno

Il Consiglio di Amministrazione di Piaggio, riunitosi successivamente alla scomparsa del presidente e amministratore delegato Roberto Colaninno, ha ridefinito – previa valutazione dei competenti Comitati endoconsiliari – la nuova governance societaria. Il consigliere Matteo Colaninno è stato nominato presidente esecutivo, con deleghe in sostanziale continuità con quelle a lui stesso attribuite in precedenza. Il consigliere Michele Colaninno, già Chief executive of global strategy, product, marketing and innovation, è stato nominato amministratore delegato.


Il Consiglio di amministrazione ha proceduto altresì a cooptare, con deliberazione approvata dal Collegio sindacale, Carlo Zanetti quale nuovo membro non esecutivo, mantenendo inalterato il numero dei consiglieri.


Il Consiglio di Amministrazione di Piaggio, formato da 9 componenti – di cui la maggioranza, pari a 5 membri, in possesso dei requisiti di indipendenza richiesti dalla normativa applicabile – risulta
pertanto così composto: Matteo Colaninno (presidente esecutivo), Michele Colaninno (amministratore delegato), Graziano Gianmichele Visentin (consigliere indipendente), Rita Ciccone (consigliere indipendente), Patrizia Albano (consigliere indipendente), Federica Savasi, Micaela Vescia (consigliere indipendente), Andrea Formica (consigliere indipendente) e Carlo Zanetti.