“Tutto elettrico”: la forte scossa italiana mette all’angolo l’UE

Chi la dura la vince. O, almeno, ottiene un importante risultato. E così è stato per l’Italia che , grazie alla linea dura del suo Governo, ha costretto l’UE a rinviare a non si sa quando il voto sul “tutto eletttrico” dal 2035. Un risultato importantissimo che rimette tutto in discussione, anche perché si avvicina la scadenza elettorale europea del 2024.

 

Le posizioni ferme di Italia e Polonia, l’astensione della Bulgaria, e la Germania assalita da mille timori, hanno costretto la presidenza di turno svedese a non rischiare e a evitare una figuraccia clamorosa se la votazione si fosse dovuta svolgere in sede di Consiglio UE, come da agenda, il 7 marzo.

 

Ha ragione il premier Giorgia Meloni quando afferma che “una transizione sostenibile ed equa dev’essere pianificata e condotta con attenzione, per evitare ripercussioni negative sotto l’aspetto produttivo e occupazionale”. “E che è giusto puntare a zero emissioni di CO2 nel minor tempo, ma dev’essere lasciata la libertà agli Stati di percorrere la via che reputano più efficace e sostenibile; quindi, non si chiuda a priori il percorso verso tecnologie pulite diverse dall’elettrico”.

 

 

I giochi, dunque, si riaprono proprio quando sembrava tutto fatto e i “taleban-green” pro Cina, insieme alle lobby ambientaliste, politiche e industriali interessate, stavano già cantando vittoria. Resta da vedere, in attesa dei prossimi sviluppi, cosa ne pensano i costruttori, il cui silenzio assordante ha caratterizzato le accese discussioni di questi giorni.

 

ACEA, l’Associazione europea che li rappresenta, fino a ieri sera è stata zitta. Alla lettera inviata in febbraio, a Bruxelles, dal presidente Luca De Meo, con una serie di pesanti critiche a proposito del modo con cui la transizione energetica è stata condotta dall’UE, non sono seguiti altri interventi.

 

Eppure, i costruttori sono più che mai coinvolti da questa improvvisa svolta, visti gli investimenti miliardari in corso nella tecnologia elettrica (e con grave responsabilità di non aver mosso un dito negli anni passati).

 

A questo punto, come avranno preso il rinvio, con la possibilità di sostanziali modifiche al programma sulle emissioni dei veicoli e l’apertura ai nuovi carburanti “green”? La verità è che la fretta di chiudere i giochi da parte della Commissione UE, senza aver mai ascoltato nei mesi scorsi le perplessità e le preoccupazioni espresse da Paesi, come l’Italia, genererà ora un ulteriore stato di incertezza generale.

Recommended Posts