Sistema auto italiano: potenziale inespresso, deve recuperare terreno

Sistema auto italiano: potenziale inespresso, deve recuperare terreno

di Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze

I target della elettrificazione a 2035 non stanno avendo effetti risolutivi né su domanda né sull’offerta di veicoli elettrici, con il rischio di rallentare gli investimenti del settore nel suo complesso. Senza aspettare due anni, l’Automotive deve entrare tra i pilastri della politica per competitività europea da finanziare con nuovi strumenti di capacità fiscale europea oltre la fine del PNRR.

Serve costruire opportunità provando a collocare l’industria nazionale sulla frontiera tecnologica come quella dei software, dove il nostro sistema produttivo ha un potenziale inespresso e la necessità di recuperare terreno. Nella tecnologia esiste una chiave per l’evoluzione dei nostri marchi soprattutto di alta gamma che distinguono le produzioni italiane e sono meno aggredibili nelle politiche di prezzo sul basso costo.

Per il rinnovo del parco circolante abbiamo avuto un approccio pragmatico: se vogliamo ridurre l’impronta emissiva dobbiamo togliere dalla strada i veicoli più inquinanti e sostituirli con quelli più performanti dal punto di vista ambientale. Per riuscire in questo intento serve una pluralità di interventi e per stimolare gli acquisti di veicoli ecologici serve quindi una rosa di strumenti complementari e funzionali. Il nuovo disegno per gli incentivi per l’automotive risponde a questa logica con il raddoppio degli incentivi unitari all’incremento del contribuito alla rottamazione all’inclusione tra i beneficiari delle persone giuridiche

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