No al “tutto elettrico”: peccato essersi svegliati tardi

La posizione contraria dell’Italia, grazie al nuovo Governo, alla messa al bando dei motori endotermici dal 2035 ha dato la “scossa” ad altri Paesi. Tra questi, c’è anche la potente Germania, quindi la Polonia e la Bulgaria. Insomma, a prevalere sono i timori di pesanti ripercussioni sull’economia e l’occupazione con la contestuale perdita di competitività nei confronti di una Cina pronta a far dell’Europa un solo boccone. Tante, dunque, le pressioni e tanti i dubbi che cominciano a diffondersi a Bruxelles.

 

Comunque vada a finire e in attesa delle elezioni europee del 2024, la verità è il vento è girato, grazie anche al lavoro incisivo (e sottotraccia) svolto dall’Alleanza delle regioni europee contrarie al bando dei motori endotermici, un gruppo al quale hanno aderito 28 territori altamente industrializzati e preoccupati da questa svolta dal sapore fortemente ideologico. Ne fanno parte, dal novembre 2022, per l’Italia, Lombardia, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto, Abruzzo e Molise; quindi, le regioni tedesche Sassonia, Baden-Württemberg, Baviera, Sassonia-Anhalt e Saarland; quelle spagnole di Valencia, Navarra, Andalusia e Castiglia e León; e le francesi Grand Est e Borgogna-Francia-Coté. “La transizione è un processo che dobbiamo guidare, non subire”, recita, in proposito, il manifesto dell’Alleanza tra regioni.

“A Bruxelles c’è tensione nell’aria perché ci si rende ora conto degli obiettivi utopistici e irraggiungibili nei tempi previsti”, rivela una fonte vicina all’Europarlamento. Non resta che attendere gli sviluppi, insieme a una doverosa considerazione: perché queste posizioni anti-ideologiche sono emerse solo adesso? E’ vero che la campagna elettorale per il rinnovo degli organismi Ue è alle porte, ma ciò non giustifica il gravissimo ritardo.

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