Emilia-Romagna: la negligenza è la vera responsabile della tragedia

“Il presente è stato gravemente tralasciato”, ho rimarcato in chiusura di una recente mia intervista. E non è la prima volta che lo evidenzio. Da tempo si continua a parlare di “Next generation EU” (e va bene guardare alle prossime generazioni, ma a quelle di adesso ci vogliamo pensare?), di nuove regole sulla mobilità dal 2035 (e va bene, ma solo se non si parteggia ideologicamente e in modo chiaramente interessato per un’unica tecnologica) e di 2050 per centrare l’obiettivo della decarbonizzazione (e va bene, perché così si saranno evitati tanti guai alla nostra Terra, ma di questa tormentata fase della nostra vita ne vogliamo parlare?).

 

Intanto, però, ci si è dimenticati di sistemare e rafforzare gli argini dei fiumi; si sono lasciati riempire i letti dei corsi d’acqua di ogni cosa con le conseguenze immaginabili e drammaticamente tangibili proprio in questi giorni; ci si è dimenticati di costruire protezioni anti-frane; ci si è dimenticati di evitare le speculazioni edilizie, chiudendo entrambi gli occhi sulle dimore che sorgono abusivamente in zone ad altissimo rischio; ci si continua a dimenticare di studiare un sistema che impedisca l’aprirsi di buche lungo le strade; ci si è dimenticati di mettere in sicurezza un sacco di cose. Più facile applaudire e inchinarsi al cospetto della Greta Thunberg di turno.

 

E c’è il silenzio assoluto, per restare in argomento, sull’immane inquinamento con relativa climalterazione e la strage di animali causati dalla guerra in Ucraina, per non parlare del recente allarme radioattività sull’Europa centrale, anche se prontamente smentito (ma bisogna credere alle smentite che arrivano da Mosca?). Mai un accenno a tutto questo. E’ più facile prendersela con il traffico delle auto. Mentre chi decanta la lotta alla CO2 continua a fornire armamenti che, oltre a uccidere, non fanno altro che far crescere in modo esponenziale i danni all’ambiente. Si parli concretamente di pace, piuttosto.

 

E così, con il paravento facilissimo del cambiamento climatico (il problema c’è, ma con i blablablablabla e gli spray contro i monumenti non si combina nulla), le colpe della tragedia che ha colpito l’Emilia-Romagna, con la disastrosa alluvione – che ha causato vittime, senzatetto e danni incalcolabili – ricadono per lo più sul fatto di essere stati negligenti con la natura. E’ pur vero, però, che alluvioni e terremoti, ahinoi, ci sono sempre stati anche nel nostro Paese e in tempi non sospetti, quando di CO2 si parlava solo sui libri di scuola.

 

La verità cruda è che non si è fatto nulla in tutti questi anni per prevenire danni e disastri come quelli che hanno colpito l’Emilia-Romagna. Sotto accusa, dunque, è l’intero sistema Paese, distratto da sterili polemiche politiche, ripicche, scontri ideologici, creazione di problemi per far dispetto al “nemico”. Sentire parlare di “bisogna”, “si deve”, ci sono “i fondi del PNRR da impiegare per la ricostruzione delle zone devastate dall’acqua e dal fango”, fa solo salire la pressione e suona come una presa in giro continua.

 

Qualcuno commenterà: “Ma questo che scrive è un maledetto negazionista dei problemi causati dalla CO2”. La mia risposta: “No, guardo solo la realtà dei fatti e soprattutto voglio denunciare, una volta per tutte, quello che non è stato fatto”.

 

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