Foto: Il presidente di Federtrasporti, Claudio Villa
Romina Mura (PD), che nella legislatura che volge al termine ha ricoperto la funzione di presidente della Commissione Lavoro, occupandosi anche della carenza di autisti, e ha manifestato interesse per le problematiche dell’autotrasporto, usando – almeno come punto iniziale di osservazione – gli operatori sardi in agitazione la scorsa primavera.
Luca Squeri (Forza Italia), che nella passata legislatura ha seduto per una stagione all’interno della Commissione Trasporti e poi in quella per le Attività Produttive, occupandosi in particolare di Energia, tematica quanto mai di attualità in questa fase e con cui si è sempre confrontato anche in veste di imprenditore (e in seguito come rappresentante di categoria) della distribuzione carburanti.
Teresa Bellanova (Azione), viceministro alle Infrastrutture e alla Mobilità sostenibili, gestendo anche la delega per l’autotrasporto. È lei ad aver condotto le trattative con le organizzazioni di categoria nei momenti più turbolenti della scorsa primavera, quando si giunse a firmare un protocollo di intesa il cui fulcro, oltre ad alcune misure economiche in corso di attuazione (primo tra tutti, il credito di imposta del 28%) ha fortemente voluto la costituzione di un tavolo delle regole, giudicandolo essenziale per restituire legalità e dignità al settore.
Lo scopo degli incontri è stato di ribadire l’importanza di chi quotidianamente si fa carico di movimentare le merci all’interno del paese. Funzione apprezzata nei momenti più critici della pandemia, ma quasi dimenticata nella fase attuale. Prova ne sia, ha sottolineato il presidente di Federtrasporti, Claudio Villa, in ognuna delle tre interlocuzioni, “che lo sconto di 25 centesimi sulle accise dei carburanti attualmente in vigore (e prorogato fino al 17 ottobre) vale per tutti, per chi trasporta tonnellate di merci al servizio dell’industria e del commercio o si preoccupa di supportare la distribuzione capillare dei beni così come il loro export, come per chi parte per andare in vacanza. L’autotrasportatore o il vacanziere, cioè, sono trattati un po’ alla stessa stregua”.
Proprio per gestire situazioni diverse con modalità coerentemente differenti, Federtrasporti ha fatto proprio il manifesto Unatras per l’autotrasporto, stilato in occasione delle elezioni e finalizzato a mettere sul tavolo le misure e le azioni essenziali di cui il settore necessita. E tra queste compaiono proprio quelle studiate ad hoc per gli operatori dell’autotrasporto allo scopo di contrastare o di compensare i maggiori costi derivanti dall’aumento esorbitante dei costi per i carburanti.
Villa ha anche sottolineato – facendo riferimento all’esperienza concreta avuta negli ultimi giorni con la piattaforma per il bonus autotrasporto – della necessità di digitalizzare le procedure, ma allo scopo di semplificarle e di renderle più facili e più fruibili da ogni tipologia di impresa.
In più ha fatto presente quanto sia importante contemplare, tra gli strumenti con cui fronteggiare la carenza di autisti, “l’inserimento dell’autotrasporto nel decreto flussi e di come sia decisivo investire nell’immagine del settore, partendo già nella fase scolare, lavorando su corsi di studio professionale specifico per il trasporto e la logistica” e abbassando i limiti di età a 19 anni per la guida dei mezzi pesanti. Un’azione concreta da stimolare è stata individuata pure nella realizzazione di aree di sosta adeguate, perché la loro carenza e lo scarso standard di servizi che garantiscono contribuiscono a tenere lontani i giovani da una professione che, almeno in parte, si svolge all’interno di quegli spazi.
Tutte azioni che il presidente ha definite “necessarie”, considerato pure che l’invecchiamento progressivo della popolazione italiana raggiunge nell’autotrasporto percentuali decisamente superiori alle medie nazionali. Infine, Villa ha ribadito la disponibilità di tutte le aziende del Gruppo Federtrasporti “a lavorare per la transizione energetica, a contemplare sempre di più dove possibile le alternative modali alla strada, a rinnovare i veicoli assecondando il ritmo dell’evoluzione tecnologica”. Ma è stato anche fermo rispetto alla necessità di «lavorare in modo progressivo e sulla base di sostegni economici laddove i nuovi veicoli a zero emissioni finiscano per rivoluzionare o per stravolgere l’organizzazione del lavoro e necessitino di infrastrutture da realizzare in modo parallelo”.