Fondi del PNRR per l’elettrico: misure attuative urgenti

NASO

di Francesco Naso, segretario generale di Motus-E

I fondi PNRR per la mobilità elettrica, pari a oltre 700 milioni di euro, rischiano di diventare inutilizzabili senza un rapido intervento del Governo sulle misure attuative. I criteri e le modalità per l’impiego delle risorse, infatti, risultano per diversi aspetti inapplicabili nella pratica, mettendo a rischio l’obiettivo di installare con i finanziamenti UE oltre 21.000 nuovi punti di ricarica per i veicoli elettrici (di cui almeno 7.500 lungo le strade extraurbane e 13.755 in città).

L’Italia rischia di perdere un’occasione irripetibile. ‘La somma a disposizione contribuirebbe a realizzare nella Penisola una rete di ricarica ad alta potenza tra le più capillari d’Europa, alimentando lo sviluppo di nuove filiere nazionali e la creazione di posti di lavoro. Il tempo a disposizione per intervenire è poco, ma l’esecutivo ha tutti gli strumenti e le competenze per risolvere il problema e garantire un utilizzo efficace delle risorse messe a disposizione dalla Commissione UE.

Un’opportunità simile ha riflessi economici positivi sull’intero Sistema Paese oltre a poter dare un deciso impulso alla mobilità a zero emissioni. Le scadenze indicate per la presentazione dei progetti sono inconciliabili con i tempi necessari per il via libera alle infrastrutture da parte delle amministrazioni locali. Senza una modifica urgente o la creazione di una “fast track” autorizzativa, potrebbe essere letteralmente impossibile usare i fondi a disposizione. Abbiamo già segnalato in passato questo problema e siamo a completa disposizione per ragionare subito su una soluzione insieme ai ministeri e agli enti coinvolti.

Un altro tema su cui porre l’attenzione è quello delle location in cui le colonnine di ricarica dovranno essere posate. La normativa in questo momento premia in modo molto evidente l’installazione nelle aree di servizio carburanti, con un approccio disallineato rispetto alle reali esigenze degli automobilisti. Chi guida un’auto elettrica sa bene che il suo utilizzo presuppone delle routine diverse dal passato, tralasciando quelle domestiche, spesso durante le ricariche si fa altro, sfruttando le colonnine situate nei parcheggi presso gli uffici, le attività commerciali o quelle ludiche.

Rimanere fermi in un benzinaio, generalmente sprovvisto di attività non-oil, non è sicuramente la soluzione migliore e più sicura per gli utenti, specialmente se il distributore si trova in zone isolate’. Oltretutto, a meno che non si prefiguri a tendere una completa riconversione elettrica degli impianti coinvolti, puntare così fortemente su questo tipo di location rischia di allontanare l’obiettivo condiviso da tutti di razionalizzazione della rete carburanti.

Dopo aver a lungo atteso e sollecitato le procedure per l’utilizzo di questi fondi si paventa adesso il rischio paradossale di non poterli mettere a terra, solo un intervento mirato del governo può consentire ora di avviare le gare in modo efficiente e nei tempi prestabiliti, scongiurando una dispersione di risorse che il Paese di certo non può permettersi’.

Noleggio: l’alternativa concreta in continua crescita

Noleggio veicoli: immatricolazioni in “crescita frenata”

di Alberto Viano, presidente di ANIASA

Il noleggio veicoli costituisce oggi un’alternativa concreta ed efficace per la mobilità di cittadini,
turisti e imprese italiane.
Gran parte delle aziende lo hanno già scelto da anni, numerosi privati lo
stanno preferendo alla proprietà
alla luce dei vantaggi insiti nella formula. Un’ulteriore spinta alla
sua diffusione è oggi costituita dagli obiettivi nazionali ed europei di transizione ecologica, per cui il
noleggio rappresenta lo strumento più naturale ed efficiente per avvicinarsi, a costi accessibili, a
nuovi veicoli a ridotte emissioni,
bypassando le incognite relative alla loro gestione e al fine vita.

 

Lo scorso anno, nonostante il continuo stop&go dettato dagli annunci di incentivi e dalle successive
modifiche della normativa, il settore ha raggiunto una quota di mercato significativa nel segmento
delle elettrificate.
Con l’auspicio che nel corso del 2023 si possa equiparare al 100% il sostegno
degli incentivi anche per chi noleggia una vettura elettrica (al pari di chi l’acquista), la nostra quota
è destinata ad aumentare rapidamente e ad accelerare la diffusione di questi veicoli nel parco

circolante nazionale.

La scelta degli italiani: auto elettriche al palo, ordini boom per quelle tradizionali

di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor

Dopo la chiusura in bellezza di dicembre (+21% su dicembre 2021) parte a razzo il mercato auto italiano nel 2023. In gennaio sono state immatricolate in Italia 128.301 autovetture con una crescita del 18,96% su gennaio 2022. Per collocare questo risultato nella giusta dimensione occorre però dire che rispetto al gennaio 2019, cioè alla situazione ante-pandemia, il dato del gennaio scorso è in calo del 22,4%. Ciò ridimensiona ma non annulla la valenza positiva di questo inizio d’anno per il mercato auto italiano. Tra l’altro, dall’inchiesta congiunturale mensile del Centro Studi Promotor condotta a fine gennaio emerge un deciso miglioramento dell’affluenza di visitatori nelle show room ed anche nell’acquisizione di ordini.

È quindi legittimo attendersi che continui la serie positiva iniziata con la crescita dell’agosto scorso dopo tredici cali consecutivi, ma questo non significa che il mercato automobilistico italiano stia per superare la gravissima crisi apertasi nel 2020 con la pandemia e con tutti gli eventi negativi che l’hanno seguita. La ripresa in atto è dovuta essenzialmente a un allentamento delle difficoltà dell’offerta generate dalla carenza di microchips e di altri componenti essenziali per la produzione di autovetture. Per tornare alla normalità (e quindi ad un volume di immatricolazioni vicino a 2.000.000 di auto all’anno) occorre che vengano superati anche i fattori che hanno inciso negativamente sulla domanda e in particolare occorre che finisca la guerra in Ucraina le cui conseguenze concrete e psicologiche hanno pesantemente influito anche sul mercato dell’auto.

 

Questa prospettiva non pare raggiungibile a breve e il Centro Studi Promotor riconferma quindi la previsione che ha presentato la settimana scorsa nella sua conferenza stampa a Milano, che stima le immatricolazioni nel 2023 in 1.500.000 autovetture con una crescita sul 2022 del 14%, ma con un vuoto da colmare rispetto al 2019 di oltre 400.000 autovetture.

Per la realizzazione della previsione del CSP un contributo significativo potrebbe venire da un nuovo intervento del Governo sugli incentivi prenotabili dal 10 gennaio che stanno mostrando gli stessi difetti di quelli del 2022. In particolare, a oggi lo stanziamento per le auto ad alimentazione tradizionale con emissioni di CO2 da 61 a 135 grammi al chilometro è già stato prenotato per l’83,4% e quindi si esaurirà a brevissimo, mentre lo stanziamento per auto elettriche e dintorni rischia di rimanere in larga misura inutilizzato come è successo nel 2022. Sempre ad oggi, infatti, per le auto con emissioni di CO2 da 0 a 20 grammi per chilometro sono stati prenotati incentivi soltanto per il 3,3% e per le auto con emissioni di CO2 da 21 a 60 grammi per chilometro soltanto per il 2,8%.

Transizione energetica: Fondo sovrano europeo per sostenere le tecnologie “green”

di Veronica Aneris, direttrice di T&E Italia

Già oggi metà delle celle per batterie agli ioni di litio utilizzate nell’Ue è prodotta nel Continente. L’Inflation Reduction Act ha però cambiato le regole del gioco: per questo l’Europa deve garantire maggiori risorse se non vuole rischiare di perdere gli impianti produttivi già previsti e i relativi nuovi posti di lavoro a favore degli Stati Uniti. In questo quadro, per l’Italia è urgente sviluppare un piano atto a collocare la sua industria nazionale in una posizione strategica lungo la nuova catena del valore‘.

L’UE dovrebbe dotarsi di un Fondo Sovrano Europeo per il sostegno alle tecnologie verdi da finanziare attraverso l’emissione comune di debito. In questo modo si garantirebbe una parità di condizioni per tutti gli Stati membri evitando che i Paesi che dispongono di risorse maggiori traggano vantaggio da queste ultime offrendo generosi aiuti pubblici alle loro aziende.

Il Fondo dovrebbe offrire un supporto esclusivamente ai comparti produttivi verdi interessati dall’IRA (Inflaction Reduction Act) statunitense, come i veicoli elettrici, le batterie e le energie rinnovabili. A differenza dei finanziamenti previsti dal Next Generation EU, tuttavia, queste nuove risorse dovrebbero essere erogate direttamente alle imprese, velocizzando il processo di assorbimento dei fondi, risultato particolarmente lento nell’esecuzione del Recovery and Resilience Facility (Rrf) europeo.

Un Fondo Sovrano Europeo sarebbe in grado di sostenere una strategia industriale comune per tutti i Paesi del Continente, non solo i più ricchi. L’Esf (European Social Fund), però, non dovrà essere per l’Italia un’occasione persa in materia di mobilità elettrica come lo è stato il PNRR. I fondi dovranno essere indirizzati a quei settori strategici realmente capaci di salvaguardare il futuro dei posti di lavoro e la competitività industriale nazionale: veicoli elettrici, batterie ed energie rinnovabili. La nostra analisi dimostra che c’è ancora molto potenziale da catturare nella costruzione della nuova filiera automotive europea.

L’auto in Italia: è ora di guardare seriamente alla fiscalità

di Michele Crisci, presidente di UNRAE

I decreti del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica vanno sicuramente nella direzione giusta per la transizione verso una mobilità sostenibile, che però ha bisogno di provvedimenti mirati anche alla ripresa del mercato, cominciando dall’inclusione tra i beneficiari di tutte le persone giuridiche senza alcuna esclusione e con bonus interi anziché dimezzati e dall’eliminazione delle soglie del price cap per le auto elettriche o, al massimo, prevedendo una soglia unica a 50mila euro.

 

È ancora necessario un provvedimento che allunghi i termini per il completamento delle prenotazioni ecobonus da 180 a 360 giorni e, in tema di infrastrutture di ricarica, è quanto mai urgente una spinta per accelerare l’iter dei recenti decreti sul finanziamento per l’acquisto e l’installazione di colonnine di ricarica da parte di privati e condomini che, ad oggi, prevedono tempi di attuazione molto lunghi.

 

Il Governo, inoltre, che ha davanti un’intera legislatura, ha l’opportunità di non perdere l’occasione per una revisione strutturale della fiscalità del settore, modulando detraibilità IVA e deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2 per le auto aziendali.

ANCMA e il boom delle 2 ruote elettriche: +59% nel 2022

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Nel 2022 boom di vendite in Italia per ciclomotori, scooter, moto e quadricicli a impatto zero. Nell’anno da poco terminato le immatricolazioni sono salite del 59% a oltre 23mila unità rispetto al 2021. Nel 2018 il mercato di questi mezzi faceva segnare poco più di 4.200 unità. Senza dimenticare la spinta favorevole degli incentivi all’acquisto e dell’avanzata delle opportunità di sharing, il 2022 registra un segno positivo in tutti i segmenti e conferma anche la predilezione dei privati all’utilizzo dei veicoli elettrici in città.

Crescono infatti i ciclomotori (+53,3% con 5.904 mezzi messi su strada) e gli scooter (+56,9% e 9.896 veicoli immatricolati). Più contenuto, invece, l’incremento del segmento moto, che immatricola 540 pezzi e chiude a +7,5%. Infine, con 7.043 veicoli e una crescita del 74,1%, i quadricicli elettrici si rendono protagonisti di un vero e proprio exploit, confermandosi come una delle tendenze più nuove e interessanti dell’anno. È quando rileva uno studio di Confindustria ANCMA(Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori).

Per quanto riguarda la distribuzione geografica, Roma, Milano e Trento risultano rispettivamente le tre città con la più alta densità di veicoli elettrici, mentre sono Catania e Palermo le province dove il mercato è cresciuto maggiormente in termini percentuali negli ultimi due anni. Sud Italia che si conferma protagonista anche nell’incremento – sempre tra il 2020 e il 2022 – del mercato dei quadricicli con Palermo, Catania e Napoli, che salgono sul podio dei territori con le migliori performance.

Torino è invece la città dove si è assistito alla maggiore crescita percentuale nel mercato moto, seguita da Firenze e Palermo, mentre Catania, Bergamo e Trento si prendono le prime tre posizioni per il segmento dei ciclomotori.

“Il nostro è il settore che cresce di più nell’ambito della mobilità elettrica, siamo di fronte a numeri significativi, che dicono molto anche della capacità delle aziende che rappresentiamo di produrre veicoli sempre più innovativi e fruibili. E che confermano l’importanza di continuare a sostenere questo ambito per fargli raggiungere quella maturità che merita non solo in termini percentuali. È un momento molto interessante per le due ruote: oggi l’elettrico è arrivato a rappresentare poco più dell’8% dell’intero mercato e affianca un’offerta termica complessiva sostenibile ed avanzata, che fa del nostro Paese il leader nella vendita e nella produzione in Europa,” ha commentato il presidente di ANCMA, Paolo Magri.

Gennaio 2023 in recupero per l’auto: elettriche ancora ko

Paolo Scudieri, Anfia

di Paolo Scudieri, presidente di ANFIA

 

Apertura positiva del 2023 per il mercato dell’auto (+19%) – che fa seguito ai  rialzi a doppia cifra registrati negli ultimi tre mesi del 2022 – anche grazie a un giorno lavorativo in più rispetto a gennaio 2022 (21 giorni lavorativi contro 20) e al confronto  con un primo mese del 2022 in pesante ribasso (-19,7%).

 

Sul fronte delle alimentazioni, le immatricolazioni di autovetture ricaricabili  aumentano dell’1,1% nel mese, dopo il -16,6% registrato a dicembre 2022 e il -17,1%  dell’intero 2022, e rappresentano il 7,3% del mercato (8,9% nel 2022). Tra queste, le  auto elettriche continuano tuttavia a presentare un segno negativo, in linea con il trend  del 2022 (-26,9%) e chiudono il mese di gennaio 2023 a -11,2%, con una quota del 2,5%.

 

Le ibride plug-in, invece, crescono del 9,2% e rappresentano il 4,8% delle  immatricolazioni di gennaio. Gli incentivi attualmente in vigore rappresentano una risorsa importante che speriamo,  nei prossimi mesi, possa risollevare almeno in parte le vendite di vetture a zero e a  basse emissioni. Come previsto, la fascia di incentivazione delle auto con emissioni di  CO2 tra 61 e 135 g/km è quella che conta il maggior numero di prenotazioni e risulta già  in esaurimento (con un residuo minore del 25% del fondo).

 

Sarebbe utile per favorire il  rinnovo del circolante in ottica green, a nostro avviso, reinvestire le risorse avanzate  dalla campagna di incentivazione 2022 in quest’ultima fascia e nella fascia 0-20 g/km di  CO2 degli incentivi 2023. Ricordiamo, infine, che da gennaio 2023 si registra un aumento dei pedaggi del 2% su circa il 50% della rete autostradale nazionale, con un ulteriore rincaro programmato a  partire dal 1° luglio. Un elemento che va ad aggiungersi agli altri fattori.

Guidare elettrico: promossa l’auto, ma il resto è una vera odissea

Vengo astiosamente dipinto come nemico delle auto elettriche, alla pari di vero “hater” di questa tecnologia solo perché esprimo, e mi onoro di essere stato tra i primissimi a farlo, le mie non poche perplessità sull’efficacia della volontà dell’attuale Commissione UE (finalmente agli sgoccioli del mandato) di farci comprare solo auto elettriche dal 2035.

 

Nel ribadire le mie riserve – e mi fa piacere che via via sono sempre più numerosi a pensarla allo stesso modo – confermo il fatto di essere a favore del principio meglio noto come “neutralità tecnologica” in direzione della decarbonizzazione e dell’abbattimento delle sostanze inquinanti.

 

Quindi, bene l’elettrico, ma altrettanto bene le altre soluzioni disponibili e, magari, anche meglio capaci di far raggiungere gli obiettivi “green” prefissati. In questo ambito, però, il consumatore deve essere lasciato libero di fare la sua scelta. Sarà anche vero che entro il 2035 il sistema delle colonnine di ricarica potrà essere via via migliorato, ma guardando all’oggi, la situazione resta disarmante.

 

A dimostrazione che non sono allergico alle auto elettriche, ne sto guidando una in questi giorni (e non è la prima volta): si tratta della Nissan Ariya, crossover coupé della Casa giapponese accreditato di oltre 500 chilometri autonomia (nel depliant si parla di soli 30 minuti per arrivare ad almeno 300 km disponibili in un punto di rifornimento rapido).

 

Che dire? Sinceramente una gran macchina: bella fuori e dentro, abitacolo avveniristico, spazio, comfort, connettività perfetta, prestazioni notevoli. Insomma, in generale promossa a pieni voti. Mi è stata consegnata con poco meno di 400 chilometri di autonomia e ho potuto viaggiare avanti e indietro per e da Milano tre/quattro volte (percorrenza complessiva giornaliera di una novantina di chilometri). Tutto bene, dunque.

 

Premetto che risiedo in una cittadina di 10mila abitanti scarsi, a meno di 50 chilometri da Milano, dove esistono solo tre colonnine di ricarica elettrica: una di Enel X a ridosso di un importante complesso ricreativo e due nel parcheggio di un supermercato. Stop. Premetto anche che non dispongo di “wall box” nel mio garage e non penso proprio di installarne una in quanto una vettura elettrica, visto dove abito e viste le mie esigenze, non mi serve. E lo stesso vale una vettura ibrida plug-in (confesso che quando mi capita di utilizzarne una non ho mai fatto ricorso all’opzione “full electric”).

 

Ma veniamo al dunque: i problemi arrivano quando ti accorgi che che sei arrivato al 20% di autonomia disponibile, in pratica una novantina di chilometri prima di rimanere a piedi. Urge provvedere alla ricarica. Mi reco alla colonnina Enel X con tanto di tesserino, ma niente da fare. Morta. Opto, quindi, per le due colonnine nel piazzale del supermercato (nelle ore di chiusura vengono disattivate).

 

Allaccio il cavo, mi accerto che la ricarica sia in atto e mi propongo di tornare a ritirare la macchina qualche ora dopo. E così faccio: torno dopo quattro ore e mi accorgo che la ricarica effettuata è di meno del 10%. L’autonomia è salita a 110 chilometri. Mi girano i santissimi e il sistema della Nissan mi avverte che sono disponibili altre infrastrutture in paesi vicini, a 5 chilometri e oltre. E, ovviamente, nella città più facilmente raggiungibile, a una ventina di chilometri.

 

Quindi, sarei dovuto andare nel paese più vicino e magari constatare che si tratta dello stesso tipo di infrastruttura “lumaca” o che la colonnina sia fuori uso. E intanto l’autonomia scende. Quindi, l’alternativa è dirigersi in città (con il rischio di esaurire l’energia), lasciare la macchina in ricarica e passare qualche ora a zonzo come se ciascuno di noi avesse tempo da perdere.

 

Insomma, bella macchina, promossa a pieni voti, ma il resto è un disastro, almeno per chi non risieda in una metropoli o disponga di una ricarica domestica, ma anche qui (i condomini) non è poi tutto così semplice. La scocciatura resta sempre, almeno fino a quando non ci saranno sistemi di ricarica a sufficienza, facili da utilizzare e in grado di fare il pieno di energia nello stesso tempo del rifornimento di carburante. Ecco perché, come auto personale, ho scelto un’auto ibrida rigorosamente senza la spina.

 

Aftermarket Truck e Bus: 2022 ok, ora scenario sfidante

di Alessio Sitran, Responsabile Area Truck & Bus di ANFIA Aftermarket

I dati complessivi elaborati dal Barometro Aftermarket Truck confermano come il 2022 abbia potuto concludersi in maniera positiva nonostante la contrazione che ha caratterizzato l’ultimo mese. Questo risultato è notevole alla luce delle incertezze e delle difficoltà che hanno contraddistinto l’anno appena trascorso, innanzitutto per la crisi dei componenti e la difficoltà di reperibilità di prodotto.

Soprattutto lascia ben sperare, anche per il 2023, il trend complessivo di crescita costante che, nuovamente e per il terzo anno consecutivo, si colloca su un terreno positivo, riportando il comparto ai livelli pre-pandemia. Lascia intravedere uno spiraglio positivo anche la ripresa della
macro-famiglia “Sopra Telaio” che, nonostante soffra più di altre le attuali criticità, ha chiuso l’ultimo trimestre in lieve ripresa.

Pur in presenza di un quadro complessivo soddisfacente, lo scenario rimane tuttavia sfidante. In particolare, in questo contesto, diventa ancora più necessario promuovere una sostenibilità competitiva del comparto aftermarket dei veicoli pesanti sul medio e lungo periodo.

Una sostenibilità competitiva che sappia affrontare con efficacia la complessità attuale, dove alle dinamiche inflattive di mercato si aggiungono le
problematiche relative alla struttura corrente del mercato del lavoro
nonché le tendenze evolutive (su tutte la digitalizzazione e la transizione energetica) che, seppure in modo non sempre lineare, stanno cambiando prodotti, processi e meccanismi di governance degli operatori, rendendo il valore dei prodotti non più tanto legato ai caratteri attributivi degli stessi, bensì alle opportunità di integrazione in ecosistemi tra loro connessi.

Gli NCC fanno squadra: 30mila autisti cercasi

di Fabrizio Boschi

 

Il mondo degli NCC si è riunito a Bologna. I più importanti imprenditori d’Italia di noleggio con conducente hanno tenuto a Villa Orsi,, grazie all’organizzazione di Antonio D’Aqua, NCC di Bologna, il loro primo congresso annuale da quando si sono riuniti nella SuperRete, il network nazionale nato nel settembre 2019 a Firenze da una precedente esperienza negativa e che accorpa oggi oltre 300 aziende sparse su tutto il territorio nazionale, per un volume d’affari di oltre 200 milioni di euro.

La SuperRete NCC è sorta da un’idea di Mario Molinaro, fiorentino, ex bancario, ex taxista, oggi NCC prossimo alla pensione, nonché presidente onorario della stessa SuperRete, che mette insieme i più importanti noleggiatori d’Italia in un gruppo whatsapp e sito internet, www.superrete.com, he collaborano e fanno impresa insieme senza alcun vincolo.

Se non uno: il rispetto. Non esistono quote da pagare (come invece accade per altri gruppi), si entra su presentazione e si partecipa alla vita del network in piena libertà e democrazia assoluta, tutto alla luce del sole. È, in buona sostanza, una rete d’imprese, priva di vincoli statutari e regolamentari, che consente liberamente la creazione di contatti professionali tra gli aderenti, dove l’unico “contratto” è la parola data, seguita da una mail o da un messaggio whatsapp.

“Voi siete il meglio che si possa trovare oggi in Italia in questa professione – ha ribadito Molinaro, in apertura del convegno, al quale è seguito poi il pranzo ufficiale e la benedizione di Padre Luca -. Perché siete persone perbene, aziende serie e qualificate che abbiamo selezionato con grande cura. Nulla è avvenuto per caso”. E la cosa più bella è che si sono seduti allo stesso tavolo imprenditori titolari di micro aziende con uno o due mezzi NCC che magari non arrivano a 100mila euro l’anno di fatturato e grandi imprese con flotte dai 100 ai 150 mezzi per un fatturato oltre i 7milioni. Tutte con un unico obiettivo condiviso, portarsi rispetto l’un l’altro e collaborare per svolgere al meglio  questo mestiere, accontentando il più possibile i propri esigentissimi clienti. Perché come in qualsiasi associazione, le correnti esistono, ma a differenza degli altri qui coesistono e si portano rispetto nella maniera più democratica e liberale che esista. Senza alcun onere da pagare. Molti i temi stesi sul tavolo della discussione.

Il presidente di CNA NCC, titolare di un’azienda con flotta ad Ancona, aderente al network della SuperRete, Simone Magellano, ha innanzitutto spostato l’attenzione sul nodo della legge attuale per un autista che deve essere assunto di avere necessariamente sia la patente KB sia l’iscrizione a ruolo della provincia di riferimento. “Ma se, in emergenza, agli imprenditori venisse data la possibilità di assumere senza l’obbligatorietà attuale per il dipendente dell’iscrizione a ruolo, solo con il KB, i numeri parlerebbero di un potenziale di 30mila dipendenti assunti – dice Magellano -. L’argomento è discutibile, ma caldo nell’interesse di chi vorrebbe assumere e non può farlo per i tempi lunghi del ruolo. Da diversi colleghi con dipendenti ci sarebbe voglia di risolvere questa emergenza perché è sicuro che questa stagione sarà più pesante di quella passata”.

Il presidente Magellano ha annunciato un colloquio che avrà con il ministero dei Trasporti, nella direzione di ottenere una deroga temporanea. Gli autisti dipendenti potrebbero così essere utilizzati, sia pure con contratto a tempo determinato per la pesante imminente stagione, sia per carenza di autisti che rischia di essere una brutta vetrina per l’Italia, oltre che danneggiare migliaia di aziende NCC per incapacità oggettiva di avere personale.

Un altro tema affrontato è quello del caro carburante. Sempre Magellano ha proposto che il Governo venga incontro agli NCC per raggiungere un accordo su un carburante professionale così come esiste per gli agricoli e i marittimi e che costerebbe 1,30 centesimi al litro. Tra tutti quelli che potrebbero beneficiare di questo gasolio speciale si conterebbero tra NCC e taxi oltre 100mila mezzi.

Stessa cosa per una targa professionale che permetterebbe agli NCC di non chiedere ogni anno, con inutile dispendio di tempo, i permessi ZTLdi ogni Comune e che eviterebbe multe ai mezzi derivanti dai vari regolamenti che ogni Comune del Paese ha. Una targa che venisse riconosciuta dalle telecamere automaticamente e che permettesse ai professionisti di entrare in qualsiasi città egli debbano recarsi per lavoro.

Poi c’è il nodo del foglio di servizio, inutile quanto ormai sorpassato, che potrebbe essere benissimo se non abolito del tutto, almeno sostituito da quello elettronico. Insomma, come per ogni settore e come promesso da questo governo, un po’ meno di burocrazia per snellire il lavoro e renderlo più adeguato ai tempi. Il commendatore Andrea Vinchesi di Carrara, Medaglia d’Oro dello Stato italiano, ha invece illustrato a tutti l’opportunità ricevuta dallo Stato del Vietnam di utilizzare la SuperRete per i loro cittadini in visita in Italia. Ha, infatti, proposto alle massime autorità vietnamite con le quali è in contatto, una convenzione per servizi in Italia auto/van/bus a loro dedicati. Lo Stato del Vietnam, in tutto l’Oriente, sta diventando il più economicamente importante e lo resterà in proiezione per i prossimi 10 anni. Ha preso la parola anche l’avvocato Marco Cerioni che da tempo aiuta gli NCC nei loro piccoli e grandi problemi legali uno tra tutti i ricorsi che spesso riguardano contravvenzioni inique dalle quali spesso i loro mezzi sono colpiti in ogni città e in particolare a Firenze, città con il più alto tasso di multe in tutta Italia.

Infine, Gianni Pierobon della Cash di Venezia, tra i fondatori della SuperRete, ha speso parole di stima e grande soddisfazione per il lavoro svolto e ringraziato tutti gli imprenditori della rete per essere così professionali e onesti l’un l’altro: “Un grande lavoro di squadra che raccoglie il meglio che questa professione conosce in Italia”. Pierobon ha anche presentato una sua idea, una applicazione chiamata “Vuoto/Pieno” che permetterà agli NCC di segnalare quando si recano o tornano da una località vuoti così da sfruttare al meglio i chilometri effettuati.

Tra i presenti anche Giorgio Lunedei di Riccione, Tonino Tulliani di Pescara, Flavio Sibio di Bergamo, Simone Caravello dell’Autonoleggio Puccini di Firenze, il Cavalier Luciano Cirulli di Roma, Francesco Piro presidente del Consorzio Malpensa di Milano, Mimmo Soldano di Reggio Calabria, GianDomenico Marziano di Milano, Sandomenico Pasquale di Napoli, Marzio Maionchi di Firenze, Biagiotti Paolo & Mirko Buoni di Chianciano Terme, Vincenzo Lombardi di Milano, Salvatore Reina di Milano e Palermo, Matteo Ferron di Verona e altri membri influenti sul territorio per il servizio ncc auto e bus. 

Un plauso particolare è andato a Mario Molinaro, applaudito da tutti per il grande lavoro svolto: “Ora c’è una grande diffusa soddisfazione! Colleghi che collaborano da anni via telefono finalmente si sono conosciuti, unitamente al convegno che ha messo a nudo problemi importanti che riguardano la categoria, insieme a tante novità lavorative: da nuove applicazioni, come quella di Locatelli di Milano fino a nuovi importanti accordi col Vietnam fino alla presenza col nostro logo al Bit prossimo di Milano per generoso intervento del Consorzio Malpensa. Grazie a tutti voi e al network NCC più eclettico e importante d’Italia”.