La sfida di Nissan Ariya: 27mila km dal Polo Nord al Polo Sud

Partirà a marzo la spedizione a emissioni zero dei coniugi Chris e Julie Ramsey. L’obiettivo è quello di percorrere in 10 mesi la distanza che separa i due Poli, attraversando le Americhe. L’auto scelta è l’auto elettrica giapponese, con motore, batterie e trasmissione e-4ORCE di serie, ma dotata di sospensioni rialzate e ruote da 39”. E sarà dotata di un rimorchio che fornirà energia elettrica ricavandola dal vento e dal sole

 

L’alimentazione elettrica continua a suggerire nuove sfide, che vanno ben oltre quelle della mobilità urbana. Arriva a spingere i più temerari a riscrivere la storia delle grandi esplorazioni che aveva caratterizzato l’inizio del secolo scorso, sempre con la curiosità dei pionieri, ma con il supporto della tecnologia evoluta dei nostri giorni. E il progetto congiunto di Nissan e del team “Pole to Pole” rappresenta l’esempio più recente e concreto.

 

Solo spedizioni elettrizzanti

Chris e Julie Ramsey, coniugi nella vita, e capo spedizione e copilota per lavoro e passione, negli ultimi 10 anni hanno scelto di specializzarsi in avventure su quattro ruote, rigorosamente alimentate a batteria. Così, dopo avere coperto i 17.000 km del Mongol Rally a bordo di una Nissan Leaf, a marzo faranno debuttare il loro ultimo progetto. Un viaggio il cui obiettivo è quello di percorrere i 27.000 km che separano il Polo Nord dal Polo Sud, alla guida di una Nissan Ariya e-4ORCE.

 

Un test estremo

Si tratta di un programma avvincente, che in 10 mesi attraverserà le Americhe con l’obiettivo di mostrare le potenzialità dei veicoli a trazione elettrica, ma anche di scoprire le iniziative audaci e creative delle comunità che sfruttano le energie rinnovabili alle varie latitudini. Per farlo hanno scelto un’auto che mantiene motore, batterie e trasmissione di serie, ma ha un allestimento studiato per consentire di superare dai ghiacciai alle dune del deserto, che rappresentano le condizioni più estreme da affrontare, con temperature che potranno variare dai -30°C ai +30°C.

Look avventuroso, meccanica di serie

La preparazione della Ariya è stata affidata alla Arctic Trucks, l’azienda specializzata nella messa a punto per veicoli per spedizioni polari. Restano originali motore, batteria e la trazione integrale e-4ORCE, costituita da due motori elettrici, uno per ogni asse, e da un sistema che regola forza motrice e azione del freno sulle quattro ruote in un decimillesimo di secondo, garantendo prestazioni brillanti e massimo controllo su ogni tracciato e in ogni condizione. La parte esterna è stata invece rinforzata. Sono state anche sviluppate sospensioni per la guida in fuoristrada e i passaruota adattati per ospitare pneumatici BF Goodrich da 39’’. In questo modo è stata rispettata la filosofia dei coniugi Ramsey, che per le loro spedizioni scelgono veicoli di serie, apportano le modifiche strettamente necessarie, e poi le mettono a dura prova. In attesa della partenza, Chris e Julie Ramsey hanno effettuato un primo test a inizio febbraio in Islanda.

 

Una centrale al traino

L’equipaggiamento è completato da un drone, con piattaforma di decollo sul tetto dell’auto, e una macchina da caffè integrata all’interno dell’abitacolo. Il primo per rendere possibili immagini spettacolari, la seconda per garantire in ogni momento la giusta carica di energia. Ma non basta, la preparazione è stata curata nei minimi dettagli anche per quanto riguarda le possibilità di ricarica. A questo proposito è stato ideato e realizzato un innovativo sistema a energia rinnovabile, concepito espressamente per sfruttare al meglio le condizioni climatiche estreme. La Nissan Ariya del team Pole to Pole trainerà il prototipo di una centrale dotata di turbina eolica e pannelli solari, che permetterà di trasformare in energia i forti venti e le lunghe ore di luce delle estati polari, per ricaricare la batteria dell’auto.

 

 

Codice della strada: entro l’anno il nuovo testo

di Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
(dall’intervista rilasciata a “Quattroruote”)

Alcuni amministratori locali mi hanno fatto delle proposte, però sto ragionando con la Polizia stradale: un’idea innovativa è quella di sanzionare anche con la decurtazione dei punti l’abbandono di rifiuti. L’obiettivo è avere entro il 2023 sia il nuovo Codice degli appalti (che dobbiamo approvare entro il 31 marzo) sia il nuovo Codice della strada.

Poi c’è il tema patente a punti, che va rivista perché sembra aver perso efficacia visto che – nonostante le numerose infrazioni – gli automobilisti con zero punti sono meno di 20mila, lo 0,05%. Ci stiamo coordinando con i ministeri dell’Istruzione e dell’Interno per coltivare la fase di prevenzione così come quella di controllo. Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha proposto di dare crediti scolastici a chi frequenta dei corsi.

“Freedom of Mobility Forum”: Tavares scruta il futuro

Foto: Carlos Tavares, promotore del Forum

In un mondo decarbonizzato, la mobilità sarà libera e accessibile solo a pochi fortunati?. E’ il tema del dibattito digitale che aprirà il prossimo 29 marzo il “Freedom of Mobility Forum”, promosso da Stellantis e gestito da Wavestone in qualità di terza parte indipendente.

Il dibattito, si legge in una nota, indagherà i costi ambientali, sociali e finanziari indispensabili a garantire a tutti una mobilità libera, accessibile, sostenibile e sicura, nonché l’influenza dello status socioeconomico e geografico sull’accesso alla mobilità stessa.

L’iniziativa porta la firma dell’ad di Stellantis, Carlos Tavares, che ha portato il gruppo fuori dalla sfera di ACEA, l’Associazione europea dei costruttori di veicoli, ora guidata da Luca De Meo.

AUSTRALIA/2: aria di libertà

di Francesco Fontana Giusti
Experience teller

La prima cosa che ho avvertito mettendo piede per la prima volta in Australia è stata un’incredibile sensazione di libertà. Ti percorre l’anima durante tutto il viaggio, mentre attraversi in macchina l’Outback. Chilometri e chilometri di nulla cosmico, senza vedere anima viva, se non qualche cartello pubblicitario con il classico invito a vivere il viaggio senza preoccupazione, racchiuso nella loro tipica espressione “No Worries Mate!”.

E tu non ti preoccupi davvero di nulla, perché anche se la strada davanti a te è lunga e non sai a che ora arriverai o chi incontrerai durante il tuo percorso, tu sei finalmente lontano da tutti i tuoi problemi e pensieri quotidiani. Questo è forse il vero senso di libertà che ho avuto il piacere di assaporare in quelle quattro indimenticabili settimane.

Acqua rigeneratrice

Percorrere la Great Ocean Road per raggiungere I Dodici Apostoli è stata un’esperienza indimenticabile. Il panorama è mozzafiato, scandito curva dopo curva da scenari naturalistici suggestivi, baie e scogliere rossastre a picco sull’Oceano. Paesaggi incredibili, avvolti nella nebbia e nel silenzio interrotto solo dal violento infrangersi delle onde sulle rocce. È qui che acqua e vento hanno scolpito una delle più maestose opere naturali ammirate al mondo: I “Dodici Apostoli”. Immense sculture calcaree modellate dalla forza erosiva dell’Oceano (oggi ne sono rimasti sette) che svettano imponenti come dei giganteschi guardiani della Natura. Sono rimasto ad ammirarli per ore, quasi in una sorta di mistica contemplazione. E, forse per la prima volta nella vita, di fronte a tale grandezza mi sono sentito veramente in pace con me stesso. 

Foto FFG

Esperienze uniche: in Lamborghini sulla neve

di Luca Talotta

L’edizione 2023 di Lamborghini Esperienza Neve ha segnato un altro passo importante nel percorso dell’azienda di Sant’Agata Bolognese.

In quel di Livigno, punto alto dell’Italia nell’estrema provincia di Sondrio, a due passi dalla Svizzera, si sono ritrovati giornalisti e clienti di Lamborghini per una tre giorni elettrizzante, fatta di drifting, rombi di motore ma, anche, tanta sostenibilità.

Ne abbiamo parlato con Filippo Zadotti, head of instructors di Lamborghini Squadra Corse.

 

 

Politica e auto: rinasce l’Intergruppo parlamentare “Amici dei Motori”

Rinasce l’Intergruppo parlamentare “Amici dei Motori” con l’ambizione di essere “un luogo di condivisione di proposte e iniziative sul ruolo del comparto motoristico e automotive in tutte le sue declinazioni: turistica, economica e industriale, sportiva e culturale, mantenendo forte il legame con i temi della sicurezza stradale, della transizione ecologica e della trasformazione digitale”.

Lo sottolineano scrivono i promotori del costituendo iNtergruppo – che ha il sostegno dell’Associazione ANCI Città dei Motori – nella lettera indirizzata ai colleghi di Camera e Senato per sollecitarne l’adesione. L’Intergruppo aveva operato già nella scorsa legislatura, con la sottoscrizione di oltre cinquanta parlamentari. ”Il ‘Made in Italy’ legato ai motori – sottolineano il senatore Gianni Berrino e i deputati Andrea Dara e Stefano Vaccari – è una storia di eccellenze che si è tradotta nell’industria motoristica italiana”.

I promotori ricordano come “le 36 Città dei Motori costituiscono altrettante destinazioni turistiche attrattive; hanno sviluppato percorsi di valorizzazione e organizzato nel 2021 la prima Conferenza del turismo motoristico. L’obiettivo è quello di mettere a sistema l’offerta italiana in questo specifico settore”.

Per il luglio 2023 – si ricorda – le Città dei Motori stanno sviluppando con il sostegno di attori pubblici e privati la Italian Motor Week, una vetrina di eventi rivolta al mercato interno e internazionale”.

Biometano e bio-GNL: soluzioni “green” che funzionano

di Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica

L’inquinamento da polveri sottili nelle città italiane è un problema complesso a cui finora non si è riusciti, nonostante le molte iniziative progettuali, a dare una soluzione strutturale. Ora le misure finanziate dal PNTT ci danno, assieme alle iniziative da realizzare a cura delle amministrazioni locali, l’occasione di accelerare l’azione di contrasto a questa minaccia ambientale.

Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza abbiamo quasi 2 miliardi destinati alla produzione di biometano, che può sia alimentare gli impianti di riscaldamento sia sostituire il metano per l’automotive con una fonte pulita e rinnovabile. L’obiettivo è incrementare nei prossimi anni in maniera significativa la quota del parco mezzi italiano, sia pubblico che privato, che usa il biometano. E i mezzi pesanti che utilizzano il gas naturale liquefatto potranno viaggiare in maniera ecologica con il bio-GNL.

Con il PNRR stiamo inoltre lavorando alla promozione del trasporto elettrico, con un investimento sulle stazioni di ricarica da 740 milioni, per oltre 21mila colonnine da realizzare in centri urbani e superstrade. Non dimentichiamo poi i quasi 14 miliardi di euro per rafforzare il “superbonus” e il “sismabonus’ per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici. Infine, abbiamo puntato anche alla funzione di depuratore naturale del verde pubblico, con la messa a dimora i 6 milioni e 600 mila alberi nelle 14 città metropolitane.

L’analisi del “Terzetto”: dalla lettera di De Meo a chi sente solo “scosse”

Torna il “Terzetto” (Pierluigi Bonora, promotore di #FORUMAutoMotive; Pier Luigi del Viscovo, opinionista e direttore del Centro studi Fleet & Mobility; Andrea Taschini, opinionista e manager automotive) con la sua analisi periodica sullo stato dell’arte del settore automotive.

 

I temi affrontati in questa occasione: i due volti dei top manager automotive (Luca De Meo, come Ceo di Groupe Renault e dopo la recente rimodulazione dell’Alleanza con Nissan, continua a investire nell’elettrico; nel ruolo di presidente di ACEA, invia a Bruxelles una lettera piena di preoccupazioni e allarmi per come la transizione energetica è stata impostata); le posizioni e atteggiamenti differenti di Motus-E e UNEM.

 

I primi vedono solo l’auto elettrica e plaudono allo stop ai motori endotermici dal 2035, i secondi puntano sulla neutralità tecnologica. Di mezzo ci sono i “talebani” che influenzano la Commissione UE, le potenti lobby ambientaliste ed energetiche, con il risultato che a impostare il destino di tutti è la pericolosissima ideologia. Ma nel 2024 ci saranno le elezioni per il rinnovo degli organismi UE… Buon ascolto…

Addio cara Pinuccia: non mi sembra vero…

Pinuccia, l’irrefrenabile Pinuccia Susani, non c’è più: la “Susi” come da anni la chiamavo affettuosamente. Se ne è andata all’improvviso, in pochi giorni, di fretta come sua abitudine. Una vita di corsa, anche quando non era il caso. Ma bisogna essere sempre presenti, sulla notizia. Quando stamane i colleghi Andrea e Marco di Aci mi hanno scritto per darmi la nefasta notizia non ci volevo credere.
 
“Pierluiiiiigiiiiiiiii… ciao!!!!, come staiiiii? Quando ci vediamo per un boccone dalle tua partiiii?” Ogni telefonata iniziava così, l’ultima (mai l’avrei immaginato) una settimana fa, ero sul treno, e la “Susi” voleva commentare con me la svolta dei Saloni dell’auto: lei, grandissima organizzatrice per l’Italia di quello di Ginevra, capace di riempire all’inverosimile le sale convegni di grandi alberghi come il Four Season e il Gallia di Milano per la presentazione dell’evento.
 
 
Pinuccia, una Istituzione per il mondo dell’auto, per anni e anni portavoce del gruppo Bosch in Italia, e proprio grazie a questo suo ruolo è nata un’amicizia (erano gli anni ’90) che si è consolidata nel tempo. Sempre di corsa, un “razzo” vivente, una parlantina da stordirti. E per questo unica, precisa, rigorosissima sul lavoro. Spesso dormiva in ufficio nell’elegantissimo palazzo di piazza Liberty, a due passi dal Duomo.
 
 
Un esempio di abnegazione e professionalità, sempre presente agli eventi, una grande PR in tutti i sensi. Anche dal punto di vista dell’amicizia e del volersi bene. Ultimamente la sentivo piuttosto delusa, ma sempre con il suo piglio vivace, per le vicende legate al “suo” Salone di Ginevra e al fatto che l’organizzazione aveva cambiato strategia anche come comunicazione. Sempre sorridente, un fiume in piena, le sue fantasie, la voglia di fare anche se non c’era niente da fare. Il parrucchiere di fiducia a Cannes, la griffe Chanel nel cuore, gli amati gatti, la mitica Bmw Serie 3 nera, l’incarico di comprarle quella particolare tinta per i capelli che solo a Tokio vendono, le cene di Natale dal suo amico chef al Four Season, i mille racconti, ma anche le delusioni e i rimpianti.
 
 
E poi la bellissima festa per i 100 anni della sua amata mamma, sempre al Four Season di Milano, allietata da un gruppo dialettale con le canzoni meneghine che hanno fatto la storia. Il suo papà era stato direttore d’orchestra, e quando la sua mamma – che sta rivedendo ora – è volata in Paradiso, per il funerale ha voluto un mini concerto di musica classica ad accompagnare la cerimonia. Che donna sei stata, Pinuccia, portavoce di amicizia e di affetto. Ti piango insieme alla mia famiglia a cui eri molto affezionata. Addio, cara Pinuccia. Hai accompagnato, con i tuoi suggerimenti preziosi, anche i tanti (allora) giovani giornalisti, io incluso, che piano piano si avvicinavano al mondo dei motori. Grazie per quello che mi e ci hai dato.

Auto e decarbonizzazione: l’ideologia mette in gioco economia e lavoro

di Giuseppe Ricci, presidente di Confindustria Energia

L’Europa e l’Italia hanno bisogno della loro industria e di energia per crescere. Non possiamo condividere scelte ideologiche che non siano supportate da valutazioni oggettive e complete su tutta la catena del valore, che rispettino il principio della neutralità tecnologica. Azzerare le emissioni del settore trasporti resta l’obiettivo da traguardare, ma politiche ideologiche non supportate da piani industriali concreti e da analisi di sostenibilità degli investimenti rischiano solamente di minare la competitività del settore dell’automotive e, a seguire, quello dell’energia con conseguente deindustrializzazione

Il solo effetto è di aumentare la dipendenza dell’Unione europea da mercati internazionali con effetti devastanti sull’economia e sull’occupazione. L’attuale crisi energetica è maturata ben prima dell’aggressione dell’Ucraina a causa dello sbilanciamento tra domanda e offerta di gas provocato dal calo degli investimenti nella produzione fossile, dal passaggio da carbone a gas della Cina e dalla ripresa dei consumi post Covid-19.

Questa è stata la ragione dell’incremento dei prezzi, poi la guerra ha messo in discussione anche l’approvvigionamento stesso del gas, dimostrando come sia rischioso puntare prevalentemente su un unico fornitore. Lo stesso vale per il modello energetico futuro, dove è molto rischioso puntare su un’unica soluzione e lo stesso vale per il settore automotive che già oggi è in crisi e che rappresenta una parte significativa del Pil europeo.

L’approccio ”mono soluzione” di puntare esclusivamente sulla mobilità elettrica, su cui si sta orientando la Commissione europea, oltre a essere più rischioso e tecnologicamente immaturo sui settori dei trasporti cosiddetti HTA (Hard To Tbate), non considera la sostenibilità sociale ed economica della transizione, rischiando solamente di alimentare una crisi del sistema industriale ed energetico europeo, mettendo a repentaglio gli stessi obiettivi di decarbonizzazione.

La strategia europea da adottare deve, invece, far leva su un approccio olistico che preveda, in linea con il principio di neutralità tecnologica, l’adozione di tutte le soluzioni rinnovabili e low carbon, in sinergia e complementarietà tra di loro, valutando gli interventi sulla base dell’intero ciclo di vita, assicurando in questo modo il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione nel modo più efficiente ed efficace possibile.

In Italia, abbiamo sviluppato tecnologie ed eccellenze per la produzione di prodotti energetici sostenibili, quali i biocarburanti e altri low carbon fuels valorizzando le competenze e know-how nel campo dell’economia circolare. I nostri sforzi sono poi diretti a potenziare l’impiego del gas, nelle sue forme bio e rinnovabili, sia per il trasporto su strada che per quello marittimo, oltre che a decarbonizzare quella parte di industria che non può utilizzare solo l’energia elettrica.

Tutto ciò utilizzando le infrastrutture esistenti. Appare doveroso salvaguardare la competitività delle filiere tecnologiche italiane, a partire dal settore energetico e quello automotive, valorizzandone il know-how e il contributo in termini ambientali, di ottimizzazione delle risorse e di sicurezza energetica.