di Carlo Fidanza, europarlamentare
In questi anni abbiamo sofferto una sorta di effetto “sbornia” relativamente al tema dell’elettrico. In merito a ciò, credo che l’iniziativa del Governo italiano sulla questione del motore endotermico abbia dato uno scossone a coloro che si erano seduti e avevano deciso di assecondare questa ebbrezza. Dopo aver assistito a quanto accaduto nell’ultimo anno, con lo scoppio della guerra in Ucraina, le difficoltà di approvvigionamento e il repentino innalzamento dei prezzi dell’energia, è fondamentale non assoggettarsi a nuove dipendenze che non diano garanzia di sicurezza e stabilità.
In questi anni abbiamo pagato a caro prezzo l’aver abbandonato le catene di approvvigionamento sicure, vicine e affidabili, ci siamo infatti ritrovati deboli e abbiamo dovuto differenziare le fonti di approvvigionamento nel più breve tempo possibile. Perseguendo la strada del “tutto elettrico” rischiamo di ricadere nelle stesse dinamiche, diventando dipendenti da un Paese come la Cina, che apre nuove miniere a carbone e non si impegna abbastanza dal punto di vista della riduzione delle emissioni.
Se vogliamo fare dei passi avanti sulla strada della transizione energetica, dobbiamo compiere scelte sostenibili rispetto a tutti gli elementi collegati all’impresa, da quello economico a quello sociale.