Si è svolta la 26a edizione del “World Energy Markets Observatory”, report annuale realizzato da Capgemini in collaborazione con Hogan Lovells, Vaasa ETT ed Enerdata, che analizza i principali trend dei mercati energetici. Lo studio di quest’anno evidenzia temi centrali della transizione energetica, tra cui gli impatti geopolitici, la transizione energetica dal lato della domanda, le batterie, le fonti rinnovabili, gli SMR, l’idrogeno, il teleriscaldamento industriale, la GenAI e l’Inflation Reduction Act (IRA). Di seguito alcuni spunti.
La crisi climatica e gli obiettivi dell’Accordo di Parigi
Le emissioni globali di gas serra (GHG) hanno raggiunto un nuovo record di 37,4 miliardi di tonnellate nel 2023, nonostante i progressi nelle energie rinnovabili. Ciò significa che gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sono ormai irraggiungibili, ma il report evidenzia che con un impegno maggiore è ancora possibile puntare al “net zero” entro il 2050.
Crescita delle rinnovabili, ma a un ritmo insufficiente
La capacità globale di energia rinnovabile è aumentata del 14% nel 2023, trainata principalmente dal solare (+32%) e dall’eolico (+13%). Tuttavia, questo ritmo è ancora lontano dall’essere sufficiente per colmare il divario e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Seppur in crescita, la quota di energie rinnovabili rappresenta solo il 40% del fabbisogno energetico globale, ed è necessario accelerare soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
Energia nucleare e innovazione tecnologica
Per soddisfare la crescente domanda di energia pulita, la capacità nucleare globale dovrà triplicare entro il 2050. Nel 2023, 440 reattori (pari a 390 GW) hanno coperto il 9% dell’elettricità globale, ma lo sviluppo dei nuovi reattori modulari di piccole dimensioni (SMR) procede lentamente, complicato da difficoltà industriali e normative. Il report sottolinea la necessità di mantenere in funzione le centrali esistenti, mentre si lavorano a nuove soluzioni.
L’idrogeno come risorsa strategica
Il numero di progetti di idrogeno verde è quadruplicato negli ultimi due anni, ma permangono sfide significative legate ai costi di produzione e alla concorrenza con altri utilizzi. L’idrogeno resta una soluzione chiave per i settori più difficili da decarbonizzare, come l’industria pesante e la mobilità marittima.
Il ruolo critico della rete elettrica
Il report evidenzia la necessità di potenziare le infrastrutture di rete per integrare al meglio le fonti rinnovabili e garantire la stabilità dell’approvvigionamento energetico. Gli investimenti nella rete sono previsti in crescita, raggiungendo i 400 miliardi di dollari nel 2024, con l’Europa, gli Stati Uniti e la Cina in prima linea.
Geopolitica e protezionismo
Le incertezze geopolitiche, inclusi gli embarghi e le sanzioni, stanno alterando i mercati energetici, riducendo la trasparenza e aumentando i prezzi per i consumatori. Secondo il report, il protezionismo rischia di compromettere un’efficace allocazione del capitale necessario per la transizione energetica.
Misurazione energetica: Il report suggerisce che il concetto di “domanda di energia primaria” è obsoleto e propone un cambio di paradigma verso la misurazione della domanda finale di energia, che permetterebbe di monitorare meglio i progressi nella transizione energetica.
Monia Ferrari, amministratore delegato di Capgemini in Italia, afferma: “Nonostante un picco storico nell’utilizzo delle energie rinnovabili, la velocità del loro sviluppo non è sufficiente a colmare il divario: c’è ancora molto da fare nel prossimo decennio per avvicinarsi all’obiettivo “net zero” entro il 2050 e per completare con successo la transizione energetica, che si tratti di tecnologie a basse emissioni di carbonio, di attività di R&D, di nucleare o di flessibilità della rete e accumulo energetico. Tuttavia vedo ancora sottovalutato il tema della corretta misurazione: focalizzarsi sul solo mix della domanda primaria rischia di essere molto limitante. Per accelerare la transizione dobbiamo verificarne l’effettiva efficacia con una misurazione analitica della domanda e consumo finale, essenziale per valutare i progressi dell’energia pulita al fine di indirizzare strategie e azioni più accurate”.
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