Stellantis: sì al “pooling” anti-sanzioni

Pronto il piano Europa di Stellantis: sì al "pooling" anti-sanzioni
di Jean-Philippe Imparato, responsabile di Stellantis per l’Europa Allargata
(dalla conferenza stampa al “Brussels Motor Show”)
 
 
Qualunque sia la modifica, in termini di governance, la nostra intenzione strategica rimane la stessa: dobbiamo costruire un gruppo sostenibile e redditizio, che fornisca il giusto livello di qualità ai nostri clienti. La prossima settimana presenterò il piano per i prossimi tre anni per la produzione e gli stabilimenti europeo dopo averne discusso con il presidente John Elkann. Stellantis avvia una fase di ricongiungimento, con i clienti, con i concessionari, per un’impronta industriale unica, basata sulle persone.
 
Abbiamo deciso di unirci ad ACEA per allineare la posizione con loro, perchè consideriamo che il livello di rischio fosse troppo alto e troppo veloce rispetto al modo in cui potevamo gestire la materia. Quindi abbiamo detto uniamoci alla squadra e combattiamo in linea per il bene dei nostri dipendenti in Europa. E finiti gli incentivi, ho deciso per il pooling per semplificare la vita dei miei ragazzi. Quindi se passi dal 12 al 21% di mix di auto elettriche, è una sfida. Quando sei supportato dal prodotto, e noi ce l’abbiamo, è più facile. Ma se sei sostenuto dagli incentivi, è meglio. E quello non ce l’abbiamo.
 
E il ricongiungimento riguarda anche le relazioni con i Governi. È chiaramente una parte della strategia. Quando vedi che tutti gli incentivi che avevi in tutti i Paesi stanno scomparendo. L’effetto in termini di costo del gap (nel mix di elettrico sulla produzione totale) diventa troppo pesante. Quindi devi concentrare le tue energie su come mettersi in regola, come raggiungere l’obiettivo. Non posso perdere tempo a combattere contro il mondo.
 
La priorità per il 2025 sarà quella di aumentare il numero di versioni ibride sui modelli di tutti i suoi marchi, come Opel, Citroen e Fiat. La seconda priorità è l’elettrificazione delle vendite di veicoli commerciali, che sono in ritardo rispetto agli obiettivi europei. Stellantis prevede di incrementare le vendite nella prima metà dell’anno con una “batteria” di modelli elettrici più accessibili, tra i 20 mila e i 35 mila euro, dalla Citroen C3 alla Fiat Grande Panda e all’Alfa Romeo Junior. Allo stesso tempo, la crescita dei volumi dovrebbe consentire al gruppo di continuare a vendere modelli a benzina con gli altri suoi marchi senza incorrere in sanzioni europee.
 
Il 2035 non è un problema per noi, il problema riguarda i prossimi tre o cinque anni, la rampa di salita è più importante del risultato finale e il risultato finale è chiaro. Ciò che è in gioco è il ritmo, il passo, la velocità, sono in gioco le condizioni, i metodi che usiamo per arrivarci: la buona notizia è che vedo tante delle nostre autorità, delle parti interessate, che scoprono la portata della questione, si rendono conto della portata delle conseguenze del salto che stiamo affrontando.
 
La Commissione UE dovrebbe aprire il tavolo del confronto con le parti interessate entro questo mese. Per quanto riguarda la decisione di Stellantis di ricorrere al cosiddetto “pooling” per evitare le multe per mancato rispetto dei nuovi limiti di emissioni di CO2, ciò dipende dalla valutazione che è nell’interesse di tutti, non è una decisione solo dettata da considerazioni di tipo finanziario. E cioè che non si vuole mettere le persone di fronte a un muro e il solo modo secondo me di dare aria fresca era questo.
 
I costruttori di auto hanno inviato alla Commissione europea delle dichiarazioni di intenti per creare gruppi di aziende secondo il meccanismo del “pooling” che permette di unire le flotte auto per rispettare i requisiti sulle emissioni evitando di conseguenza le multe. Occorre trovare clienti che le acquistino. Se si vuole raggiungere il 20% di auto elettriche ci sono due soluzioni: offrire prodotti elettrici o tagliare la produzione di  auto con motore a combustione. Quest’ultima è l’ultima decisione che prenderò, anche se è nel catalogo delle decisioni che possiamo prendere. È una cosa che non voglio seguire perché sarebbe un dramma per l’industria, per la nostra gente, per le nostre fabbriche. Di qui la scelta del “pooling”.
 
La questione principale nella visione dei consumatori riguarda il dispiegamento delle stazioni di ricarica delle auto elettriche più che l’autonomia della batteria, i consumatori vogliono la colonnina presso casa, sulle autostrade, vogliono caricare in venti minuti al massimo non in due ore. Quindi, per ciò che riguarda il messaggio da dare alle autorità, non ci sono che due scelte: o si sostiene la domanda con incentivi o ci aiutate a sviluppare una rete di ricarica.
 
Per questo non possiamo aspettare, perchè in Italia domani non si moltiplicherà per quattro l’infrastruttura di ricarica e quindi il mercato non sta seguendo. Non è un problema quello delle infrastrutture di ricarica che si risolverà velocemente, persisterà nei prossimi cinque anni. Ecco perché abbiamo bisogno di un supporto crescente da parte delle autorità e della regolamentazione per proteggere i nostri clienti e la nostra gente in termini di attività. 
 
 

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