Piccoli trasportatori: in Italia 41mila imprese registrate (-20,6% dal 2018)

Nel 2023 in Italia risultano iscritti nel Registro delle Imprese 41.582 piccoli trasportatori. Rispetto al 2018, quando gli iscritti erano 52.366, il numero di piccoli trasportatori è diminuito del 20,6%. Al calo generale corrispondo diminuzioni anche tra le piccole imprese femminili di trasporto (-14,9% nel 2023 rispetto al 2018), mentre si registra un calo molto più contenuto per gli stranieri attivi in questo settore. I piccoli trasportatori stranieri in Italia, infatti, erano 5.140 nel 2018, mentre nel 2023 sono 4.910, in diminuzione del 4,5%. Questi dati emergono da un’elaborazione dell’Osservatorio sulla Mobilità sostenibile di Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici) sulla base di uno studio di Unioncamere e InfoCamere a partire dai dati del Registro delle Imprese.

Gli anni tra il 2018 e il 2023 sono stati caratterizzati da tre gravi emergenze (pandemia, crisi energetica e guerra in Ucraina), che hanno fortemente condizionato il panorama economico italiano. Alla base del calo del numero di trasportatori vi sono anche le difficoltà che le aziende hanno dovuto attraversare a causa di queste emergenze, problematiche che sono state superate meglio da aziende di dimensioni maggiori e più strutturate e che invece si sono rivelate quasi insormontabili per le imprese di dimensioni minori. L’evoluzione in corso nel settore dei trasporti, e in particolare in quelli su strada, vede una presenza sempre maggiore di aziende di dimensioni medio-grandi, mentre i piccoli operatori, meno attrezzati per affrontare le nuove sfide poste da questo settore. sono in continua diminuzione.

Il settore del trasporto merci italiano, sottolinea Airp, è fondamentale per il corretto svolgimento delle attività economiche del nostro paese. La competitività tra imprese e la loro vocazione alla sostenibilità possono essere stimolate anche attraverso l’adozione di soluzioni idonee per ottimizzare i costi di esercizio e ridurre l’impatto ambientale delle attività di trasporto. Tra queste soluzioni c’è l’impiego di pneumatici ricostruiti, che permette di ottenere risparmi concreti dal punto di vista economico ed ecologico (risparmio di materie prime e taglio di emissioni di CO2), senza rinunciare alla sicurezza. Gli pneumatici ricostruiti devono infatti rispettare requisiti di omologazione analoghi a quelli previsti per gli pneumatici nuovi.

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