di Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia
Ha fatto scalpore la notizia del taglio dei Fondi all’automotive, con tutti i principali attori della filiera stupiti per la, cito testualmente la voce dei sindacati metalmeccanici, Fim, Fiom e Uilm, “…fin qui ottima collaborazione tra la filiera e il governo”. Stiamo parlando dell’80% in meno, da 4,55 a 1,2 miliardi, ricollocando risorse soprattutto nell’area della difesa. È vero che l’automotive ha un disperato bisogno di aiuto, quello che non condivido è che l’aiuto viene chiesto sotto forma di sussidi per “affrontare la sfida della transizione” (cit. Ministro Adolfo Urso), senza mai mettere in discussione la madre del disastro che stiamo affrontando: la stessa transizione ecologica così come impostata dalle regole UE.
Sono quindi contento di questo segnale forte, bene ha fatto il Governo a spostare risorse dove c’è mercato (chiediamoci perché oggi è la difesa), togliendole dove il mercato non risponde (facciamoci la stessa domanda sul bisogno assoluto dell’auto elettrica), dopo aver buttato altre centinaia di milioni di euro in incentivi senza realizzare alcuna crescita, anzi, col rischio di chiudere l’anno con un segno meno. Sono l’impianto normativo e le relative multe a dover essere cancellati, al più presto.
Non mi spiego come mai, ancora, persone di livello, esperienza e competenze si comportino come mendicanti alla corte dei miracoli. Sono scossoni come questo utili a dare una svegliata a tutti quanti, in modo che si capisca che il mondo non sta andando nella direzione dei virtuosismi ecologici europei, ma in quello di guerre economiche e territoriali che rischiano di distruggere i valori che ci hanno portato a creare un benessere invidiato dal resto del mondo.