di Mario Verna, manager automotive
Fare i sognatori con il portafoglio altrui è sempre entusiasmante. Ma se a pagare sei tu, beh due conti te li fai. Il paradosso automotive in cui si è incastrata l’Europa della folle corsa alla “modernità” è davvero stretto e con poche possibilità di uscita.
Ripercorriamolo: l’Europa è il continente che ha ridotto di più le emissioni negli decenni; le emissioni del parco auto non pesano pressoché nulla sotto il cielo mondiale; l’Europa non ha materie prime tali da consentire un qualche vantaggio competitivo nella corsa alla transizione energetica; l’Europa non ha alcun know-how nella produzione di componentisticache alimenti la transizione energetica;
l’Europa ha (aveva) un know-how da leader mondiale per la produzione di motori a combustione interna che, nel corso degli anni, hanno ridotto drasticamente le emissioni.
E ancora: l’Europa non ha indipendenza energetica, meno che mai a impatto zero; i principali Paesi europei hanno una significativa porzione di PIL e di occupazione che dipende dall’automotive e dalla sua filiera; e si potrebbero aggiungere ancora elementi di geopolitica, opportunità e competitività.
Stante tutto questo l’Europa è l’unico Continente mondiale a stabilire una data a partire dalla quale si potranno vendere SOLO auto elettriche.