Dataforce: al via l’osservatorio anche sui quadricicli

Da quest’anno Dataforce Italia ha deciso di integrare nelle forniture che riceve dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti i dati del mercato dei quadricicli, più comunemente conosciuti come “minicar”, che nel Codice della Strada sono classificati nelle categorie “L6” e “L7”. In particolare, la categoria “L6” contiene i ciclomotori a 4 ruote, quadricicli leggeri, con velocità inferiore o uguale a 45 km/h e massa a vuoto sotto i 350 kg, esclusa la massa delle batterie per quelli a propulsione elettrica. I quadricicli L6 a benzina devono avere una cilindrata non superiore a 50 cm3, quelli con diversa alimentazione o elettrici non possono superare la potenza di 4 kW.

 

La categoria “L7” sono i motoveicoli a 4 ruote, quadricicli pesanti, con velocità superiore ai 45 km/h e massa a vuoto inferiore ai 400 kg (550 kg se destinati al trasporto merci) esclusa la massa delle batterie nel caso di veicoli a corrente e con potenza inferiore a 15 kW. È un mercato, quello dei quadricicli leggeri e pesanti, in crescita (+18% rispetto all’anno scorso) che vale oltre 17.000 immatricolazioni nel 2023, in gran parte con intestazione a clienti privati (85% nel 2023, 6 punti in più rispetto al 2022).

 

Le microcar, oltre che adatte ai minorenni come alternativa a 4 ruote al motorino, costituiscono una risposta efficace alla necessità di un mezzo di trasporto di dimensioni minime adatto al traffico cittadino anche per l’utenza adulta, soprattutto nelle città in cui sono in vigore limitazioni al traffico. La diffusione della micromobilità è favorita dalla presenza di incentivi all’acquisto, maggiorati se con rottamazione di un veicolo di categoria “L” di qualsiasi tipo, quindi sia ciclomotori sia moto, ma anche tricicli e quadricicli. Per quest’anno sono disponibili fondi per 50 milioni di euro, fortemente sbilanciati verso i veicoli elettrici (45 milioni, mentre solo 5 sono quelli destinati a coprire i bonus dei veicoli con motore endotermico). L’ecobonus per l’acquisto di un quadriciclo elettrico leggero o pesante può arrivare al 40% del prezzo di listino, fino a un massimo di 4.000 euro + IVA se con rottamazione, e al 30% fino a un massimo di 3.000 euro + IVA senza rottamazione. Nel caso dei quadricicli non ad alimentazione elettrica il contributo statale può essere del 40% del prezzo di listino, ma fino a un massimo di 2.500 euro + IVA; però in questo caso la contestuale rottamazione di un motoveicolo di categoria “L” è una condizione obbligatoria. Con una dinamica molto simile a quella del mercato delle autovetture, i fondi disponibili per il 2024 per i quadricicli a motore endotermico sono stati esauriti fin dal primo giorno di apertura delle prenotazioni e si attende il rifinanziamento dei fondi che dovrebbe arrivare entro aprile.

 

Che questo mercato sia di sempre maggiore interesse per i costruttori è dimostrato dalla discesa in campo di Stellantis, dapprima con la Citroen Ami (che oggi rimane incontrastata leader di mercato) e successivamente del suo clone Fiat, la Topolino, in vendita a partire da quest’anno. Anche Renault, che da tempo presidiava il settore con il modello Twizy, ora uscito di produzione, sta per ritornare in campo, attraverso il brand Mobilize, la divisione del gruppo dedicata ai servizi di mobilità, che sta creando una vera e propria gamma di veicoli dedicati allo spostamento di persone e merci anche e soprattutto in ambito urbano, tutti con alimentazione elettrica (per esempio i modelli Duo e Bento, il primo dedicato alla mobilità cittadina per persone e il secondo per il trasporto merci). Ecco, quindi, che il potenziale di crescita del mercato dei quadricicli, con l’ingresso in campo di un sempre maggiore numero di colossi automobilistici, sembra destinato ad aumentare molto, affiancando i player tradizionali che operano in questo settore da decenni (come Aixam, Ligier e Chatenet), e quelli che si sono affacciati sul mercato da poco come XEV e Micro (l’azienda che produce Microlino, ispirato alla celeberrima Isetta degli anni Cinquanta).

 

Microcar: tutta una questione di prezzi e di buon senso

 

di Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia

 

La cosa che ho subito notato nell’analizzare i dati di questo mercato riguarda la variabile del prezzo: leader delle vendite è la Citroen Ami, un quadriciclo leggero elettrico che, grazie agli incentivi, si riesce ad acquistare a un prezzo all’incirca corrispondente al suo valore (appena sotto i 5.000 euro nella versione base e con rottamazione), valore che io misuro attraverso il servizio che riesce a offrire al suo utilizzatore o utilizzatrice. Credo che per muoversi in città, un mezzo elettrico con un’autonomia anche inferiore a 100km, che si possa ricaricare attraverso una presa di corrente comune, che costi meno di 5.000 euro, sia la soluzione più sensata: semplicità, facilità di uso, economia d’esercizio, prezzo accessibile a tutti

 

Ottima mossa di Stellantis quindi. Che però, con la Topolino, offre un prezzo di partenza di 9.890€ (cui vanno sottratti gli ecobonus). Forse qualche italiano apprezzerà ben 2.000 euro in più l’heritage storico di questo nome e alcuni stilemi della carrozzeria, acquistando una Topolino invece che un’Ami, ma fuori dall’Italia una tale differenza di prezzo non so quanto possa essere compresa.

 

Resta il fatto che Stellantis ha il buon senso di rimanere sotto la soglia dei 10.000 euro di listino, soglia che per quanto mi riguarda dovrebbe essere quella per acquistare una city-car come una Panda, non un quadriciclo leggero come una Topolino, che dovrebbe costare la metà. Quando poi ci affacciamo al resto dei modelli in testa alle classifiche, ecco che la variabile prezzo assume un contorno totalmente slegato da qualsiasi considerazione di buon senso.

 

La Aixam City Diesel parte da 13.499 euro, quella elettrica da 16.499. La Ligier JS50 Diesel parte da 13.990 euro. La XEV YOYO elettrica da 17.490. La Microlino (elettrica L7) ha fissato il prezzo di “attacco” a 21.090 euro. Evidentemente un genitore che acquista una minicar per suo figlio o sua figlia è disposto a pagare questo prezzo pur di non far loro correre i rischi di andare su due ruote, ma deve comunque avere un reddito importante per poter esaudire un tal desiderio. Tutto il resto rientra nell’abilità del marketing di valorizzare così tanto un oggetto che vale molto, molto meno di quel tanto, esattamente come si fa con un capo di moda firmato. Ma se l’obiettivo è la mobilità sostenibile di massa, ci stiamo davvero prendendo in giro. 

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