DR Automobiles: potenziamento del polo di Macchia d’Isernia con 70 milioni e 300 nuovi posti

DR Automobiles: potenziamento del polo di Macchia d'Isernia con 70 milioni e 300 nuovi posti
DR Automobiles, con al vertice Massimo Di Risio, dà il via al progetto di potenziamento industriale che prevede ora un investimento di 70 milioni di euro nel polo di Macchia d’Isernia, in Molise. Intanto, partono i lavori di riconversione del sito di Anagni, ex Saxa Gres, funzionali ad un successivo step di espansione.

Attraverso un investimento di 70 milioni saranno costruiti a Macchia d’Isernia nuovi impianti di produzione. Il progetto, che porterà all’impiego di almeno nuovi 300 addetti, prevede la produzione completa in Molise di nuovi modelli.
L’investimento che riguarda il sito molisano era già stato annunciato lo scorso luglio, in Giappone, durante l’Expo di Osaka. In quell’occasione l’AD di DR aveva parlato di 50 milioni di euro. A distanza di poco più di un mese il gruppo DR ha previsto un upgrade di 20 milioni di euro, resosi necessario per sostenere un ulteriore nuovo ed importante progetto che sarà annunciato a breve.
Intanto sono già partiti i lavori di revamping del sito industriale della Saxa Gres S.p.a. di Anagni (acquisito lo scorso 7 agosto da Jarama, società controllata al 100% da DR Automobiles), che produceva gres porcellanato e che sarà ora destinato ad alcune delle attività che il gruppo DR già svolge presso il proprio quartier generale di Macchia d’Isernia. Ad Anagni saranno impiegati anche 67 lavoratori della Saxa Gres che sono stati assorbiti da DR.

Il sito di Anagni, per la sua collocazione a ridosso della A1 e ben servito da uno scalo ferroviario, riveste un’importanza strategica nei piani di ulteriore espansione di DR. “Siamo davvero felici di aver raggiunto questo obiettivo. È stato un grande lavoro di squadra tra tutti i soggetti coinvolti – ha spiegato l’AD di DR, Antonella Tortola – che speriamo possa rappresentare un’opportunità di sviluppo per il nostro gruppo, ma anche di crescita per un’area industriale storicamente importante, soprattutto per l’automotive, come quella della provincia di Frosinone”.
Attualmente DR Automobiles Group gestisce 7 brand e 28 car-line. Detiene una quota del 2,56% nel mercato italiano (2024) dei privati ed ha chiuso il primo semestre del 2025 con una crescita, in termini di ricavi, del 41% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

I piani di espansione non riguardano solo l’Italia ma anche i mercati esteri. La divisione estero di DR si sta occupando dell’atterraggio in Spagna, Belgio, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania e Grecia attraverso l’apertura di concessionari o la nomina di distributori diretti di tutti i marchi del gruppo.


Foto da ufficio stampa DR

Polizia di Stato e Autorino: protocollo d’intesa contro i crimini informatici

Polizia di Stato e Autorino: protocollo d’intesa contro i crimini informatici

Presso la Questura di Sondrio è stato siglato il Protocollo di collaborazione con la Polizia di Stato per la Prevenzione e il Contrasto dei crimini informatici. L’accordo si colloca nell’ambito delle iniziative tese al costante e continuo potenziamento dell’attività di prevenzione, promosse dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, nei confronti delle minacce cyber alle infrastrutture informatizzate di maggior rilievo per il sistema-Paese. Alla presenza del Questore di Sondrio, Sabato Riccio, il Protocollo è stato siglato da Manuela De Giorgi, Dirigente del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica-Polizia Postale Lombardia e dal Presidente di Autotorino, Plinio Vanini.

Autotorino S.p.A., principale dealer automotive italiano e tra i più importanti 30 europei, conta oltre 3000 collaboratori nelle 70 sedi distribuite tra Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Lazio, a cui, dal gennaio 2025, si aggiunge una filiale a Varsavia.

Il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica – Polizia Postale della Lombardia è presidio territoriale per la protezione delle infrastrutture critiche informatiche e svolge la sua attività in stretta sinergia con il C.N.A.I.P.I.C. del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica di Roma.

Il protocollo mira a sviluppare una sinergia tra la Polizia Postale e Autotorino allo scopo di condividere e analizzare ogni informazione utile a prevenire e contrastare attacchi cibernetici o danneggiamenti alle infrastrutture informatiche del gruppo.

Il tema della protezione delle infrastrutture informatiche, istituzionalmente affidato alla Polizia di Stato, assume un ruolo centrale nell’accordo e viene declinato non solo nell’adozione di standard di sicurezza condivisi, ma anche in un forte investimento nelle competenze. In tale ottica, assume un’importanza strategica l’attività formativa curata dagli specialisti della Polizia Postale attraverso incontri periodici tesi ad aumentare la consapevolezza del rischio cibernetico e finalizzati a creare un know-how strutturato ed aggiornato alle più recenti sfide digitali.

Il Questore di Sondrio, Sabato Riccio, ha sottolineato “con la firma di questo protocollo d’intesa rafforziamo ulteriormente la collaborazione e la cooperazione tra pubblico e privato a tutela dei cittadini nell’attività di prevenzione e contrasto dei crimini informatici. La sicurezza cibernetica rappresenta oggi una priorità assoluta e la sinergia con realtà come Autotorino consente di sviluppare strumenti e iniziative concrete per prevenire e contrastare i rischi connessi all’uso delle tecnologie digitali”.

Il Presidente del Gruppo Autotorino, Plinio Vanini, ha dichiarato: “Siamo lieti di avviare questa collaborazione con la Polizia Postale, un’iniziativa strategica che rafforza la sicurezza informatica e tutela la continuità operativa della nostra azienda. Negli ultimi anni abbiamo investito con determinazione nella digitalizzazione dei processi. Siamo ben consapevoli che l’innovazione tecnologica debba poggiare su una solida cultura della sicurezza e sull’adozione di robusti strumenti e processi di cybersecurity. La firma di questo accordo rappresenta un passo concreto e significativo in questa direzione.”

Il Dirigente del COSC-Polizia Postale Lombardia, Manuela De Giorgi: “L ‘accordo siglato è una forma tangibile di cooperazione strutturata tra istituzioni ed enti privati e si prefigge l’obiettivo di rafforzare la capacità di prevenzione degli attacchi cibernetici alle imprese. Il Protocollo, basato sui tre pilastri dello scambio di informazioni, delle best practices condivise e della formazione volta ad incrementare la consapevolezza del rischio cyber costituisce infatti, uno strumento di difesa digitale e di forte contrasto nei confronti di una criminalità informatica sempre più sofisticata e pericolosa“.

 

Foto da ufficio stampa Autotorino

 

 

Gruppo Intergea: premiati tre studenti STEM di Torino

Gruppo Intergea: premiati tre studenti STEM di Torino

Sono state consegnate le borse di studio, finanziate dal Gruppo Intergea, nell’ambito del concorso promosso dall’Unione Industriali Torino “STart STem”. Tre giovani studenti, iscritti al primo anno dei Corsi di Laurea Magistrale STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) del Politecnico e dell’Università degli Studi di Torino, hanno ricevuto un contributo di 3mila euro ciascuno per l’anno accademico 2024/2025.

L’iniziativa, nata con l’obiettivo di promuovere la parità di genere e incentivare la presenza femminile nei settori scientifici e tecnologici, ha riservato due delle tre borse a studentesse meritevoli. Un gesto concreto per supportare il percorso formativo delle giovani donne e contribuire a colmare il divario di competenze tra uomini e donne in queste discipline strategiche per il futuro.

I vincitori delle borse Intergea sono Chiara IorioChiara Maretto e Marco Pavanati, tutti laureati triennali con il massimo dei voti. In un simbolico gesto di restituzione, i tre studenti si impegneranno a svolgere attività di tutoraggio in matematica per studenti delle scuole medie, offrendo il proprio contributo alle nuove generazioni.

“Questa iniziativa nasce dalla consapevolezza dell’importanza della formazione universitaria – ha commentato Alberto Di Tanno, presidente del Gruppo Intergea -. Per noi investire sui giovani significa costruire il futuro e creare un sistema virtuoso che generi opportunità e valore per il territorio. È un approccio che riflette la nostra visione imprenditoriale: puntare sulle persone e sulle loro potenzialità”.

Con il supporto a “STart STem”, il Gruppo Intergea conferma il proprio impegno nel promuovere l’istruzione, l’innovazione e una cultura dell’inclusione: elementi chiave per costruire un futuro più equo e competitivo.

 

Foto da ufficio stampa Intergea

ANIASA e Bain & Company: l’auto è sempre più al centro della mobilità degli italiani

ANIASA e Bain & Company: l'auto è sempre più al centro della mobilità degli italiani

L’auto si conferma centrale per la mobilità degli italiani: 8 su 10 non rinunciano alle quattro ruote per i propri spostamenti, ma i prezzi elevati frenano i nuovi acquisti e spingono i consumatori ad attendere. Resta stabile l’utilizzo del trasporto locale, in calo scooter, monopattino, veicoli in sharing e taxi. Dal 2013 i prezzi medi delle auto sono aumentati del 52% a fronte di aumento del reddito familiare nazionale del 23%. Un gap che rende sempre meno l’auto un bene di massa. Continua l’avanzata delle vetture cinesi.

È quanto emerge dall’indagine annuale sulla mobilità degli italiani condotta da ANIASA e Bain & Company, presentata nel corso di un evento a Roma promosso dall’Associazione in occasione del 60esimo anniversario dalla sua costituzione. L’analisi approfondisce annualmente le principali modalità di spostamento degli italiani e analizza le ragioni dei trend in atto.

 

Auto sempre più utilizzata, ma stop agli acquisti
L’indagine annuale registra un forte salto in avanti dell’auto come mezzo di spostamento ricorrente (dal 72% delle risposte nel 2023 all’80% del 2024, era al 69% delle preferenze nel 2020). Resta stabile il trasporto pubblico locale, utilizzato in maniera ricorrente da quasi un italiano su 2 (48%), mentre segnano un calo le altre forme di mobilità per uso occasionale, come scooter, vehicle sharing, monopattino e taxi.

Gli italiani, pur usando di più l’auto, non ne comprano una nuova, preferendo l’usato o il «fine vita» dell’attuale. Secondo lo studio la quota dei consumatori che nel 2024 non ha neanche considerato l’acquisto di un’auto nuova è salita di ben 5 punti percentuali in un solo anno (dal 57% del 2023 al 62% del 2024), a conferma del senso di disorientamento creato dalle normative nazionali ed europee e dall’aumento dei prezzi. Gli effetti diretti e tangibili di queste scelte non possono che tradursi in una contrazione del mercato e nell’aumento dell’età media del parco circolante.

 

Il fattore prezzo conta
L’aumento elevato dei prezzi e la forte instabilità economica legata al contesto globale allontanano il consumatore da un bene costoso come l’auto. La possibilità di avere motori green o sistemi di guida avanzati non può nulla contro la realtà del potere d’acquisto: quasi 2 italiani su 3 hanno annullato o posticipato l’acquisto in attesa di un calo dei prezzi (32% del campione) o per problemi di reddito (33%). Il fattore prezzo è talmente rilevante che rappresenta anche il primo motivo (35%) per cui viene scelta oggi un’auto nuova cinese/asiatica.

Lo studio mostra una sostanziale stabilità nel mix delle marche considerate per l’acquisto di un’auto nuova: il 42% degli italiani continua a preferire un brand europeo, il 23% è pronto ad aprirsi all’offerta cinese. La qualità percepita della vettura non sembra più essere un ostacolo all’acquisto delle auto provenienti da Oriente, che vengono scelte dal 30% per la qualità percepita e dal restante 35% per altri motivi (che includono “perché consigliata”, “perché conosco bene il concessionario”, etc… ).

 

Dal 2013 a oggi i prezzi di acquisto delle auto aumentati del 52%
Un focus innovativo della survey mette in relazione il reddito delle famiglie italiane con il prezzo medio delle autoIl prezzo medio di un’auto in Italia è aumentato del 52% (da 19mila a 30mila euro) dal 2013 (a parità di mix) a oggi, mentre nello stesso lasso temporale i redditi familiari sono cresciuti solo del 29% (da 29mila a 38mila euro). Il disaccoppiamento nel tasso di crescita di questi due valori è iniziato nel 2020, fino a quel momento prezzi e redditi segnavano aumenti molto simili (mediamente del 12%-14%).

“I crescenti costi dell’auto, come testimonia questa ricerca, stanno rendendo questo bene sempre meno accessibile ad ampie fasce di consumatori, che preferiscono tenere la propria vettura in attesa di tempi migliori o di valutare formule alternative, economicamente più sostenibili”, ha commentato il Presidente ANIASA, Alberto Viano a margine della presentazione. “Il noleggio si conferma oggi, anche per i privati, uno strumento di democratizzazione all’auto, che rende possibile attraverso un canone mensile, più accessibile, utilizzare una vettura di ultima generazione, a ridotte emissioni e dotata dei più avanzati sistemi di sicurezza. Oggi sono oltre 170.000 i privati (con e senza P.IVA), che hanno scelto di rinunciare all’acquisto dell’auto per affidarsi al noleggio”.

“I dati di quest’anno confermano che l’auto resta centrale nella mobilità quotidiana degli italiani, ma anche che il mercato si sta trasformando in profondità. L’incremento dei costi e l’incertezza economica stanno ridefinendo le priorità di consumo: non è l’interesse per la mobilità privata a diminuire, ma la possibilità reale di accedere a un’auto nuova. Si rafforza così una nuova normalità fatta di veicoli mantenuti più a lungo, attenzione al prezzo e apertura a soluzioni non tradizionali, come l’usato o il noleggio. È fondamentale che il settore sappia rispondere a queste esigenze in modo flessibile”, conclude Gianluca Di Loreto, Partner e responsabile italiano automotive di Bain & Company.

 

Foto da ufficio stampa ANIASA

 

 

L’usato in Italia: giugno 2025 segna +3,9% e trainano le moto

L’usato in Italia: giugno 2025 segna +3,9% e trainano le moto

Il mese di giugno 2025 ha registrato una crescita significativa per il mercato dell’usato in Italia, con un +3,9% complessivo rispetto allo stesso mese del 2024. Secondo i dati diffusi da ACI attraverso il bollettino “Auto-Trend”, a trainare il settore sono state soprattutto le moto, che hanno segnato un aumento del +13,7%. Le auto hanno mostrato un incremento più contenuto, pari a +1,7%, ma comunque importante se rapportato a un contesto generale in cui la domanda di mobilità sta cambiando rapidamente.

In valori assoluti, i passaggi di proprietà di veicoli usati sono stati 360.700 contro i 347.162 di un anno fa. A conferma di una tendenza consolidata, ogni 100 auto nuove vendute, ne sono state acquistate 192 usate, segnale che l’usato continua a rappresentare la scelta preferita dagli italiani.

 

Il bilancio del primo semestre 2025

L’andamento positivo non si limita a giugno. Nei primi sei mesi del 2025 il mercato dell’usato ha registrato un +1,9% per il totale veicoli, con +1,8% per le auto e +2,7% per le moto. Un risultato che indica una progressiva tenuta del settore, nonostante il rallentamento delle vendite di auto nuove.

Nel complesso, la fotografia del primo semestre conferma la centralità dell’usato per chi cerca un veicolo accessibile e immediatamente disponibile, in particolare a Milano e nelle grandi città dove la domanda è costantemente alimentata da studenti, pendolari e nuove famiglie.

 

Radiazioni in calo: cosa significa

Accanto alla crescita dei passaggi di proprietà, si registra un calo delle radiazioni dei veicoli, ossia delle cancellazioni dal Pubblico Registro Automobilistico. A giugno 2025, le radiazioni complessive sono scese del -5,2%, con una contrazione più marcata per le auto (-8,8%), a fronte però di un +17,2% per i motocicli.

Il tasso unitario di sostituzione si è attestato a 0,67 a giugno (ogni 100 auto nuove ne sono state radiate 67) e a 0,69 nel primo semestre, segnale di un parco circolante che tende a invecchiare e a rigenerarsi più lentamente rispetto al passato.

 

Alimentazioni: crescita di ibride ed elettriche

Il mercato dell’usato rimane dominato dalle alimentazioni tradizionali, diesel e benzina, ma i dati evidenziano l’avanzata delle nuove tecnologie. A giugno 2025, le auto ibride a benzina hanno raggiunto una quota del 9,6%, con un incremento del +26,7% rispetto all’anno precedente. Le elettriche, seppur ancora marginali (1,1% di quota), hanno segnato un +25%.

Nei cosiddetti mini passaggio (i trasferimenti temporanei dei concessionari prima della rivendita al cliente finale) le auto Diesel restano in testa con il 43,4% di quota, in calo rispetto al 48,1% del 2024. Interessante la crescita delle ibride a gasolio (+53%) e la conferma delle ibride a benzina (+34,9%), che superano ormai le auto a GPL.

 

Moto protagoniste del mercato

Le moto si confermano il segmento più dinamico. A giugno, i trasferimenti di proprietà sono passati da 62.460 a 71.031 (+13,7%). Nei primi sei mesi del 2025, il settore motociclistico ha chiuso con un incremento del +2,7%, un dato che riflette la crescente popolarità delle due ruote come alternativa alla mobilità urbana.

A Milano, in particolare, le moto rappresentano una risposta pratica al traffico e alle restrizioni della circolazione, soprattutto nelle aree a basse emissioni. Questo trend è destinato a rafforzarsi con l’espansione delle infrastrutture dedicate, dalle corsie preferenziali ai parcheggi riservati.

 

Milano e il mercato dell’usato: un osservatorio privilegiato

La città di Milano è uno degli epicentri di questo fenomeno. Il capoluogo lombardo, oltre ad avere un parco circolante tra i più vasti d’Italia, è anche una piazza di riferimento per le vendite di veicoli usati grazie alla presenza di grandi concessionari, marketplace digitali e un’alta domanda legata alla mobilità privata.

In un contesto di rigenerazione urbana e politiche ambientali stringenti, l’usato diventa spesso una soluzione ponte: molti cittadini scelgono veicoli usati più recenti e meno inquinanti, senza però affrontare l’investimento richiesto da un’auto nuova, specie se elettrica. Milano si conferma quindi un laboratorio dove leggere in anticipo le tendenze nazionali.

 

Prospettive future

Il mercato dell’usato in Italia e a Milano continuerà a giocare un ruolo fondamentale nei prossimi anni. L’aumento delle ibride e delle elettriche, seppur ancora marginale, mostra una direzione chiara verso la transizione ecologica. Al tempo stesso, la tenuta delle alimentazioni tradizionali evidenzia una domanda ancora fortemente ancorata a fattori economici e di praticità.

Le sfide riguardano la sostenibilità del parco auto circolante, il ricambio generazionale dei veicoli e la capacità di conciliare l’accessibilità economica con le esigenze ambientali. In questo scenario, il mercato dell’usato rimarrà una delle colonne portanti della mobilità urbana e nazionale.

 

Foto da ufficio stampa Autotorino

 

 

ACEA e CLEPA a Ursula: “Obiettivi CO2 irrealizzabili, sì alla neutralità tecnologica”. #FORUMAutoMotive l’allarme lo ha lanciato da anni

ACEA e CLEPA a Ursula: "Obiettivi CO2 irrealizzabili, sì alla neutralità tecnologica".

Foto: Ursula von der Leyen, presidente della Commissione UE

 

In una lettera le associazioni europee dei costruttori e della componentistica, ACEA e CLEPA, mettono in guardia la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, in merito al piano di transizione green al 2035 con l’imposizione del “tutto elettrico” e le relative severe norme anti CO2. La richiesta è di correggere la rotta prima che sia troppo tardi. Una presa di posizione, quella del settore, colpevolmente tardiva e nel pieno del disastro in Europa del sistema automotive. Sono anni che #FORUMAutoMotive si batte contro le visioni ideologiche e ora la nostra battaglia, con la barra tenuta sempre dritta nonostante le critiche, le accuse di anti ambientalismo, eccetera, trova riscontri oggettivi. Ma ecco il testo della lettera inviata a Bruxelles.

Egregio Presidente della Commissione Europea,

In qualità di produttori e fornitori di automobili, ci impegniamo ad aiutare l’UE a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette nel 2050. Insieme, abbiamo lanciato centinaia di nuovi modelli di veicoli elettrici e si è impegnata a investire più di 250 miliardi di euro per transizione verde entro il 2030.
Vogliamo che questa transizione funzioni, ma siamo frustrati dalla mancanza di una visione olistica e piano politico pragmatico per la trasformazione dell’industria automobilistica.
L’UE attualmente regolamenta i produttori sulla fornitura di nuovi veicoli, ma non riesce a fornire le condizioni per consentire la transizione. L’Europa si trova ad affrontare una dipendenza quasi totale da Asia per la catena del valore delle batterie, una distribuzione non uniforme delle infrastrutture di ricarica, costi di produzione più elevati, compresi i prezzi dell’elettricità, e tariffe gravose da partner commerciali chiave, come il dazio del 15% sulle esportazioni di veicoli dell’UE verso gli Stati Uniti. Siamo ci viene chiesto di trasformarci con le mani legate dietro la schiena.
Di conseguenza, la quota di mercato dei veicoli elettrici a batteria è ancora lontana da quella necessaria essere: circa il 15% per le auto, circa il 9% per i furgoni e il 3,5% per i camion. Alcuni mercati dell’UE stanno mostrando segni di progresso, ma una grossa fetta di clienti rimane diffidente nel cambiare ai sistemi di propulsione alternativi.
Per rendere il passaggio a un altro operatore una scelta ovvia per una massa critica di consumatori europei e le aziende, incentivi dal lato della domanda molto più ambiziosi, a lungo termine e coerenti sono necessari, tra cui minori costi energetici per la ricarica, sussidi all’acquisto, tasse riduzioni e un accesso favorevole allo spazio urbano. Molteplici tecnologie di trasmissione, anche accelerare l’accettazione del mercato e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione nel mondo reale sono le condizioni. Altri mercati stanno già utilizzando con successo questo approccio.
Il piano di trasformazione dell’industria automobilistica europea deve andare oltre l’idealismo per riconoscere le attuali realtà industriali e geopolitiche.
Gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per il 2030 e il 2035, nel mondo odierno, semplicemente non sono più realizzabili. Invece, l’attuale percorso di riduzione della CO2 nel trasporto su strada deve essere ricalibrato per garantire che realizza gli obiettivi climatici dell’UE salvaguardando al contempo l’industria europea competitività, coesione sociale e resilienza strategica delle sue catene di fornitura.
Una decarbonizzazione di successo significa andare oltre gli obiettivi dei nuovi veicoli: richiede affrontare le emissioni della flotta esistente (ad esempio accelerando il rinnovo della flotta), ampliare gli incentivi fiscali e di acquisto (anche per auto e furgoni aziendali), e introduzione di misure mirate per camion e autobus per livellare il costo totale di proprietà.
Un’economia di successo significa mantenere i produttori e i fornitori redditizi e competitivi per alimentare gli investimenti futuri e rafforzare l’ecosistema automobilistico.
Si chiede inoltre normative UE più semplici e snelle per ridurre la burocrazia.
Una resilienza di successo significa favorire le condizioni per investire in modo intelligente lungo la batteria, semiconduttori e catene del valore delle materie prime critiche. Significa anche sviluppare soluzioni a lungo termine, partnership strategiche a lungo termine con alleati globali affidabili per ridurre le dipendenze. Se una di queste dimensioni fallisce, l’intera transizione si interrompe.

La prossima revisione degli standard di CO2 per auto e furgoni è un’opportunità per correggere la rotta e ancorare n lla legge la flessibilità tanto necessaria, la prospettiva industriale, e un approccio orientato al mercato. È ormai chiaro che sanzioni e obblighi legali da soli non saranno sufficienti a guidare la transizione.

La neutralità tecnologica dovrebbe essere il principio normativo fondamentale, che salvaguarda tale tutte le tecnologie possono contribuire alla decarbonizzazione. I veicoli elettrici saranno in testa alla carica, ma ci sono deve esserci spazio anche per ibridi (plug-in), estensori di autonomia, motori interni ad alta efficienza veicoli con motore a combustione interna (ICE), idrogeno e carburanti decarbonizzanti.
Sarà possibile sfruttare meglio le tecnologie chiave di transizione, come i veicoli ibridi plug-in, fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, coinvolgendo i consumatori nella trasformazione e servire i mercati di esportazione dove la domanda di questa tecnologia aumenterà. Oltre alle emissioni dallo scarico, i produttori e i fornitori hanno anche apportato notevoli modifiche con investimenti per ridurre le emissioni derivanti dalla produzione di veicoli e componenti. Vale la pena considerare se e come questi sforzi potrebbero essere riconosciuti come parte di un approccio di decarbonizzazione più flessibile.

Incentivare l’innovazione in genere crea contributi più forti e più ampi alla catena del valore, rafforzando l’ecosistema.
Le opzioni potrebbero includere anche soluzioni a lungo termine, come lo stoccaggio e la rimozione del carbonio.

La normativa sulle emissioni di CO2 per i camion pesanti e gli autobus deve essere rivista il prima possibileQuesto segmento distinto del mercato necessita di solidi business case per tutti gli stakeholder del settore del trasporto commerciale su strada allo scopo di avviare la trasformazione. Non si può aspettare fino al 2027.

Infine, la Commissione deve garantire che l’Europa mantenga la sua vitale capacità produttiva e know-how tecnologico. Senza politiche che migliorino la competitività europea per mantenere la produzione, la transizione rischia di svuotare la nostra base industriale, mettendo innovazione, occupazione di qualità e resilienza della catena di approvvigionamento a rischio.

Il mondo è cambiato drasticamente da quando è stata impostata la direzione attuale. La strategia dell’UE per il settore automobilistico deve cambiare di conseguenza. Dobbiamo andare oltre la ristretta ipotesi che questa transizione dipenda esclusivamente dagli obiettivi di CO2 per i nuovi veicoli.

Ecco perché il prossimo “Dialogo Strategico” sul futuro dell’industria automobilistica, il 12 settembre, segna il momento di cambiare rotta. Questa è l’ultima possibilità per l’UE allo scopo di adattare le sue politiche alle attuali realtà di mercato, geopolitiche ed economiche, o si rischia di mettere a repentaglio uno dei settori più competitivi e di maggior successo a livello mondiale.

Condividiamo una destinazione comune, ma il viaggio richiede più pragmatismo e flessibilità per mantenere in funzione il motore del settore automobilistico europeo.

 

Foto Ursula Von Der Leyen-shutterstock_2198915239

Milano-Cortina 2026: Pirelli partner dei Giochi Olimpici e Paralimpici

Milano-Cortina 2026: Pirelli partner dei Giochi Olimpici e Paralimpici

Foto: da sinistra, Andrea Varnier, CEO della Fondazione Milano Cortina 2026, e Andrea Casaluci, CEO di Pirelli

Pirelli rafforza il proprio legame con gli sport invernali, diventando Partner Olimpico e Paralimpico di Milano-Cortina 2026, in programma tra febbraio e marzo del prossimo anno nei territori di Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige. Lo annunciano Pirelli e Fondazione Milano Cortina 2026, stringendo una partnership che durerà fino alla conclusione dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali e che prevede la fornitura esclusiva di pneumatici invernali Pirelli per la flotta di auto fornite da Abarth, Alfa Romeo, Fiat, Fiat Professional, Lancia e Maserati in qualità di Automotive Premium Partner.

Per garantire inoltre la massima efficienza alla flotta del parco auto, Pirelli metterà a disposizione un servizio di assistenza in caso di foratura o necessità di riparazione in tutti i cluster dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026 e lungo i percorsi per raggiungere le sedi di gara.

“Essere Olympic and Paralympic Partner di Milano Cortina 2026 ci consente di mettere in campo in un contesto di eccellenza i nostri prodotti invernali, segmento dove Pirelli è leader di mercato. Equipaggiamo infatti circa il 50% delle vetture premium e prestige che montano pneumatici invernali dedicati superiori ai 18″. Siamo anche orgogliosi di sostenere un evento dal grande valore sportivo che accende i riflettori di tutto il mondo sul nostro Paese”, ha dichiarato Andrea Casaluci, CEO di Pirelli.

“Siamo orgogliosi di annunciare la partnership con Pirelli, un’eccellenza italiana che si è distinta a livello globale per innovazione, tecnologia e stile. Riconosciamo a Pirelli un ruolo fondamentale nel successo e nella reputazione dell’industria italiana, grazie ai suoi prodotti e al suo storico legame con lo sport ei grandi eventi internazionali, capaci di offrire una visibilità unica. Questa partnership valorizza l’eccellenza dei prodotti Pirelli e il loro contributo fondamentale al buon funzionamento dell’evento. La qualità e l’innovazione che contraddistinguono la loro offerta saranno un elemento chiave per la gestione efficiente e sicura di aspetti cruciali dei Giochi Invernali di Milano Cortina 2026”, così il CEO della Fondazione Milano Cortina 2026 Andrea Varnier.

Pirelli vanta una lunga tradizione di sostegno allo sport, che si estende ben oltre le discipline invernali. Dal calcio alla vela al tennis, fino al motorsport, dove l’azienda compete dal 1907. Nello specifico, nel mondo delle corse automobilistiche, Pirelli è attiva in oltre 350 competizioni. Questa prolungata e significativa partecipazione la configura come un attore primario nel contesto sportivo.

 

Foto da ufficio stampa Pirelli

 

 

RE-BREATH: giù le emissioni da usura dei freni nel trasporto pubblico

RE-BREATH: giù le emissioni da usura dei freni nel trasporto pubblico
A tre anni dall’inizio si avvia alla sua conclusione il progetto RE- BREATH (Reduction of Brake Wear Emissions in the Transport Sector), un’iniziativa finanziata dal programma LIFE della Commissione Europea che ha coinvolto partner d’eccellenza a livello europeo per migliorare la conoscenza delle emissioni di microparticelle non esauste generate dai sistemi di frenatura del sistema di trasporto pubblico locale (TPL); valutare il loro impatto sulla qualità della vita delle persone e sull’ambiente; e, infine, progettare e sviluppare un sistema frenante degli autobus innovativo e più rispettoso dell’ambiente e intervenire con opere di mitigazione verde.

Grazie alla collaborazione tra ricerca, impresa e istituzioni pubbliche, RE-BREATH ha dimostrato che un’innovazione mirata nei sistemi frenanti può contribuire concretamente a rendere il trasporto pubblico più sostenibile.
Test su strada reali condotti per 16 mesi nelle città di Bergamo e Bratislava, identificate dall’Agenzia Europea dell’Ambiente tra i centri urbani con più alte concentrazioni di PM10, hanno riportato risultati che confermano gli obiettivi iniziali di progetto.

Il cuore del progetto è rappresentato da un sistema frenante innovativo sviluppato da Brembo N.V. con dischi freno in una speciale ghisa low wear e pastiglie freno progettate appositamente per lavorare in sinergia con i nuovi dischi. Il disco freno deriva dall’esperienza di Brembo nell’ambito del trasporto privato rispettoso della nuova normativa Euro7. La pastiglia freno, il cui lancio sul mercato è previsto entro la fine del 2025, invece è stata appositamente sviluppata per veicoli pesanti ed è completamente priva di rame (100% copper-free), Il nuovo sistema ha raggiunto l’obiettivo di mantenere elevata l’efficienza di frenata riducendo sensibilmente le emissioni di particolato rispetto ai sistemi convenzionali.

I risultati del progetto RE-BREATH hanno testimoniato: il significativo aumento della durata dei dischi freno durante la dimostrazione su strada, paragonata ai dati storici: +50% rispetto ai sistemi OE (Original Equipment) e +100% rispetto ai sistemi AM (Aftermarket).; la riduzione delle emissioni di PM10: -10% confrontando il sistema OE (Original Equipment) con la soluzione RE-BREATH, utilizzando il fattore di emissione del test al banco e la metodologia EEA (European Environment Agency) per la stima delle emissioni; una diminuzione della concentrazione di PM10 tra il 40% e il 70% presso le fermate degli autobus dotate di barriere verdi, a conferma dell’efficacia degli interventi di mitigazione ambientale.

I dati del progetto sono stati condivisi con la Task Force 5 (gruppo PMP, UNECE) per contribuire allo sviluppo di futuri standard di emissione. I test, infatti, hanno evidenziato la loro potenziale scalabilità in contesti simili, ad alta domanda e i risultati raggiunti aprono la strada a un’adozione più ampia di componenti sostenibili all’interno delle flotte.
Grazie alla collaborazione con Arriva Italia e Arriva Slovakia, il sistema è già in fase di replicazione sulla flotta di veicoli commerciali leggeri in Italia (Bergamo e Roma) e in Slovenia, anticipando la normativa Euro 7, che entrerà in vigore dal 2026.

Il progetto ha visto il contributo attivo anche del Comune di Bergamo, responsabile della comunicazione e degli interventi di mitigazione verde a livello locale, e del Consiglio Nazionale delle Ricerche – con l’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico (CNR-IIA) e l’Istituto per lo Studio dei Materiali Nanostrutturati (CNR-ISMN) – responsabile della misurazione della qualità dell’aria e degli inquinanti emessi dai freni dei mezzi alle fermate degli autobus, oltre che dell’elaborazione del modello di dispersione degli inquinanti.

Guardando al futuro, i partner del progetto credono fermamente che una collaborazione continua tra imprese, ricerca, istituzioni pubbliche e comunità locali sia essenziale per promuovere ulteriori soluzioni di mobilità a basso impatto. Il modello replicabile sviluppato grazie a RE- BREATH costituisce oggi una best practice concreta per costruire città più verdi, vivibili e resilienti, in cui la mobilità urbana risponde alle esigenze dei cittadini e dell’ambiente.
Foto da ufficio stampa Brembo

Fiera Milano e IEG: alleanza strategica sull’auto d’epoca

Fiera Milano e IEG: alleanza strategica sull'auto d'epoca
Una novità per il sistema fieristico nazionale. Fiera Milano e Italian Exhibition Group (IEG) acquisiscono da Andrea Martini, che tramite la società Mosaico Capital ne detiene le partecipazioni, il 70% di EMAC S.r.l., società specializzata nell’organizzazione di eventi fieristici per l’automotive d’epoca. La nuova compagine societaria vedrà, pertanto, Fiera Milano e IEG al 35% ciascuno, mentre il restante 30% resterà in capo ad Andrea Martini, garantendo una gestione sinergica e strategica alle due manifestazioni di settore.

Il debutto avverrà con la quindicesima edizione di Milano AutoClassica (21-23 novembre 2025 a Fiera Milano).
A seguire, in primavera la terza edizione di Vicenza Classic Car Show, alla Fiera di Vicenza dal 28 al 30 marzo 2026. La partnership segna l’inizio della collaborazione tra Fiera Milano e IEG: è convinzione delle due società fieristiche che un percorso di lavoro congiunto fra i principali operatori fieristici del Paese possa creare sinergie concrete, sviluppare progetti condivisi e presentarsi in modo più competitivo anche sui mercati internazionali.
Forme di collaborazione si estenderanno anche al settore congressuale, dove Fiera Milano e IEG vantano poli
di eccellenza internazionale come Allianz MiCo (Milano) e Palacongressi di Rimini. 
A questi si affiancano il Vicenza Convention Centre e il Palazzo dei Congressi di Fiuggi, gestiti da IEG e il MoMeC a Roma, di Fiera Milano. Unendo le forze, Fiera Milano e IEG avranno la possibilità di promuovere, soprattutto all’estero, l’Italia come destinazione congressuale d’eccellenza.
“Questa operazione è perfettamente coerente con il nostro Piano Strategico 2024-2027, che punta a rafforzare il portafoglio di mostre organizzate e ospitate, in Italia e all’estero. EMAC rappresenta un passo concreto nella direzione auspicata da tempo: unire le forze tra i grandi quartieri fieristici italiani”, dichiara l’Amministratore
Delegato e Direttore Generale di Fiera Milano, Francesco Conci
. “Solo attraverso sinergie reali possiamo affrontare con maggior forza i mercati esteri e consolidare il ruolo dell’Italia nel panorama fieristico globale.
Accanto alla dimensione fieristica, EMAC è anche un banco di prova per nuovi modelli di collaborazione tra operatori italiani, in grado di generare economie di scala, attrattività internazionale e sviluppo di filiere verticali di eccellenza. I numeri lo dimostrano: secondo la più recente classifica ICCA 2024, l’Italia è prima in Europa e seconda al mondo con 635 congressi internazionali ospitati nell’ultimo anno, un risultato che evidenzia quanto possiamo ottenere quando lavoriamo insieme”.

“Abbiamo sempre pensato che il sistema fieristico nazionale potesse e dovesse ambire alla creazione di sinergie su singole verticali industriali e scenari internazionali”, spiega l’Amministratore Delegato di IEG, Corrado Peraboni. “Con Fiera Milano abbiamo trovato un partner che, per standing e postura, ha reso possibile questo primo e significativo passo. Collaborazioni di questo tipo consentiranno di creare valore per i territori e per gli azionisti delle società, oltre che la creazione di maggiori opportunità per le aziende che ospitiamo nelle nostre manifestazioni. Ove se ne presenti la possibilità, coglieremo future possibili operazioni di sistema Paese come un importante tassello, a fianco della crescita organica e per linee esterne, della strategia di espansione del nostro Gruppo”.

“Accolgo con entusiasmo l’ingresso di Fiera Milano e Italian Exhibition Group nella compagine societaria di Emac”, dichiara Andrea Martini. “Milano AutoClassica e Vicenza Classic Car Show sono manifestazioni con caratteristiche distintive, ma fortemente complementari, ciascuna con propri punti di forza che ne hanno decretato il successo. Sotto una regia unificata e con il supporto di due soci del calibro di Fiera Milano e IEG potranno generare importanti sinergie e aprire nuove prospettive di crescita. Inoltre, la loro collocazione in due momenti strategici dell’anno, autunno e primavera, consentirà di presidiare l’intero arco della stagione fieristica, garantendo una presenza costante sul mercato e favorendo la fidelizzazione di espositori e pubblico”.
Attraverso l’operazione, Fiera Milano e IEG dimostrano che la partnership è la leva più efficace per consolidare
la leadership fieristica, e congressuale, dell’Italia
e portarla con ancora più forza sui mercati internazionali.
EMAC gestirà due appuntamenti chiave per l’automotive heritage“.

Milano AutoClassica. Nato nel 2012, il salone dedicato al mondo delle auto classiche e sportive è ospitato negli spazi di Fiera Milano. Si contraddistingue per l’alto standard qualitativo dell’offerta espositiva.
Nell’edizione 2024 ha registrato oltre 82.000 visitatori, 600 media accreditati, 4.500 vetture esposte e 1.000
auto iscritte ai raduni. La quindicesima edizione si terrà a Fiera Milano dal 21 al 23 novembre 2025.

Vicenza Classic Car Show. Nato nel 2024
, il salone si è affermato come appuntamento di primavera per gli appassionati di motorismo storico, colmando il vuoto di eventi del settore nella prima parte dell’anno.L’edizione
2025 ha registrato 35.000 visitatori (con un aumento del 38% rispetto al 2024), 240 media accreditati, 2.300
vetture esposte e 310 auto iscritte ai raduni
. La prossima edizione è in programma a Fiera Vicenza dal 28 al
30 marzo 2026. 
Foto da ufficio stampa Fiera Milano

Asta record a Monterey: 26 milioni (in beneficenza) per la Ferrari Daytona SP3

Asta record a Monterey: 26 milioni (in beneficenza) per la Ferrari Daytona SP3

Foto: Enrico Galliera, direttore commerciale e marketing della Ferrari (a destra) con il tycoon che si è aggiudicato l’asta dell’esemplare unico di Maranello

Ferrari, in collaborazione con RM Sotheby’s a Monterey, in California, ha stabilito un nuovo record mondiale. È stato venduto ieri per il valore di 26 milioni di dollari un esemplare unico di Ferrari Daytona SP3 Tailor Made del 2025, che è diventata la Ferrari di nuova produzione più costosa mai venduta a un’asta.

 

Commissionata come ulteriore esemplare oltre alla produzione originale in serie limitata di 599 unità, la vettura presenta una suggestiva livrea in fibra di carbonio a vista e Giallo Modena con il primo logo Ferrari a figura intera applicato sulla carrozzeria. Gli interni sono rifiniti in Q-Cycle, un tessuto sostenibile ricavato da pneumatici riciclati, e includono cinture di sicurezza gialle e motivi ricamati del Cavallino Rampante.

 

L’intero ricavato della vendita record andrà a beneficio della Ferrari Foundation, un ente di beneficenza pubblico dedicato alla promozione di programmi educativi e progetti comunitari in tutto il mondo.

 

Foto da ufficio stampa Ferrari