Mobilità a misura di città: Microlino in centro a Milano

Mobilità a misura di città: Microlino in centro a Milano

Non si arresta il progetto di Koelliker per una nuova mobilità sostenibile ed accessibile, che da oggi invade anche il centro città di Milano. Grazie alla partnership strategica con L-Etrik, il Gruppo compie un ulteriore passo, fondamentale, per la realizzazione del progetto di Urban store nei centri delle maggiori città italiane. L-ETRIK STORE è il nuovo concept store di mobilità elettrica su due ruote a Milano: dagli scooter elettrici, fino alle moto elettriche più potenti, che permettono di muoversi in città facendo risparmiare soldi ed energia, migliorando quindi la qualità della vita in modo economico, ecologico e sostenibile.

Con questa sinergia, Microlino – nata per rivoluzionare il modo di vivere e spostarsi in città – vivrà anche all’interno di due esclusivi showroom con l’obiettivo di promuovere soluzioni di trasporto sostenibili, sottolineando l’importanza della micromobilità nelle dinamiche urbane. Sarà possibile, quindi, ammirare e provare su strada la microcar più cool del momento, dotata di un unico sportello frontale, pensata per due passeggeri, dallo stile inconfondibile, facile da parcheggiare e con un generoso bagagliaio di ben 230 litri. Microlino ha una velocità massima di 90 km/h ed è equipaggiata con tre tipi di batterie che consentono un’autonomia di 91, 177 o 230 km.

Sicurezza: è il primo prodotto della sua categoria ad avere un telaio unibody in acciaio e alluminio, proprio come una classica automobile. Questo aspetto la rende più sicura rispetto ai veicoli della stessa categoria che invece sono dotati di telaio tubolare e pannelli in plastica. Performance: l’elevata rigidità torsionale, paragonabile a quella delle autovetture, unita alla leggerezza delle parti in alluminio, consente un’esperienza di guida precisa e dinamica. Durabilità: i materiali di alta qualità e il processo di produzione, controllato secondo le più avanzate tecnologie, consentono di prevedere un lungo ciclo di vita e una performance costante anche dopo un lungo chilometraggio e un elevato valore residuo.

La Microlino, distribuita esclusivamente da Koelliker nelle due versioni Dolce e Competizione, rafforza ulteriormente l’impegno del Gruppo leader nell’importazione nel fornire il proprio contributo alla diffusione della mobilità elettrica attraverso collaborazioni con realtà di respiro internazionale accuratamente selezionate a livello mondiale.

Foto ufficio stampa Koelliker

Assogomma: quando nevica non si può circolare in moto

Assogomma: quando nevica non si può circolare in moto

I motocicli non sono tenuti all’obbligo nel periodo invernale di avere montate gomme invernali né catene al seguito come è invece prescritto per le automobili, ove il gestore della strada lo imponga. Però in caso di neve al suolo i motocicli non possono circolare. Quest’obbligo risponde a una logica di buon senso: su fondo viscido, non è possibile mantenere l’equilibrio e viaggiare sicuri facendo affidamento solo su due ruote.

La Direttiva del 16 gennaio 2013 afferma che nel periodo di vigenza delle Ordinanze invernali i ciclomotori a due ruote e i motocicli, possono circolare solo in assenza di neve o ghiaccio sulla strada e di fenomeni nevosi in atto. Se nevica, invece, non possono circolare, indipendentemente dal fatto che abbiano montate delle gomme marcate M+S.

La marcatura M+S – “Mud & Snow”, tradotto dall’inglese “fango e neve”, è una autocertificazione del costruttore di pneumatici che può essere riportata su diverse tipologie di
pneumatici quali: motoveicoli, vetture, mezzi pesanti. Nel caso dei veicoli a due ruote questa marcatura indica che il pneumatico è idoneo limitatamente alla marcia su fango e più in generale per un uso fuoristradistico, non anche su fondo stradale innevato.

Per riassumere

  1. È possibile montare e circolare tutto l’anno con motocicli muniti di pneumatici marcati M+S purché con caratteristiche dimensionali e prestazionali identiche a quelle riportate in carta di
    circolazione, a meno che non vi sia neve al suolo o precipitazioni nevose in atto. In tale caso ne è vietata la circolazione.
  2. È possibile montare e circolare con motocicli muniti di pneumatici marcati M+S con codice di velocità declassato purché per un uso occasionale o temporaneo. In tale caso deve essere apposta una targhetta monitoria che informi il guidatore della velocità massima consentita. Tale equipaggiamento non necessita di aggiornamento della carta di circolazione, né di un nullaosta del costruttore.
  3. Laddove si vogliano impiegare pneumatici di misure e di prestazioni non riportate in carta di circolazione è necessario rivolgersi al costruttore del motoveicolo che fornirà le opportune formali assicurazioni. È solo il costruttore del motoveicolo, non il costruttore o il rivenditore del pneumatico, a poter autorizzare un equipaggiamento alternativo a quello previsto in carta di circolazione.

 

Prima targa a una moto storica: è una Vespa 180 SS iscritta al Registro FMI

Solo elettrico dal 2035: un suicidio economico e industriale

Foto: Matteo Salvini, vicepremier, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

Presso la sede della Motorizzazione Civile di Cremona, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha consegnato al proprietario di una Vespa 180 SS del 1965 iscritta al Registro Storico FMI la prima targa storica con grafica originale assegnata a un veicolo. Si tratta della prima targa in assoluto ottenuta dal proprietario di un mezzo iscritto a uno dei Registri riconosciuti dall’Art. 60 del Codice della strada.

Il ministro Salvini: “Questa è una giornata celebrativa, il culmine di mesi di impegno da parte di tutti gli addetti ai lavori coinvolti. La Targa Storica è un valore aggiunto per i proprietari dei mezzi storici e, soprattutto, il simbolo della passione di mezzo milione di italiani per i veicoli d’epoca. Ringrazio tutte le associazioni del motorismo storico che promuovono un turismo attento, consapevole e che crea valore aggiunto al territorio”.

 

Il ministro si è inoltre soffermato sulla recente approvazione, da parte della Commissione Trasporti alla Camera, dell’inserimento dei motociclisti tra gli utenti vulnerabili della strada: “Stiamo rimettendo mano al Codice della Strada con particolare attenzione alle due ruote, e mi riferisco sia ai ciclisti che ai motociclisti. Relativamente a questi ultimi, stiamo investendo 60 milioni di euro per sostituire i vecchi guardrail con i guardrail salvavita a tre fasce”. 

Giovanni Copioli, presidente FMI: “Ringrazio il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, per aver dimostrato sensibilità al tema del motorismo storico. Un ringraziamento che estendo a tutti i rappresentanti delle Istituzioni e le Autorità che ci supportano nella promozione di questo importante settore. L’evento tenutosi a Cremona rappresenta un momento molto importante: grazie alla collaborazione del ministero dei Trasporti e dell’Istituto Poligrafico dello Stato, è ora possibile mettere in pratica una normativa che la Federazione Motociclistica Italiana ha richiesto a lungo per andare in difesa della storicità dei mezzi e dei loro proprietari, che fino ad ora non avevano la possibilità di apporre una targa che riproducesse l’originalità del mezzo. Siamo particolarmente orgogliosi perché il primo veicolo ad aver ottenuto la targa originale è iscritto al Registro Storico FMI, a testimonianza di quanto la nostra Federazione creda fortemente, insieme ai suoi Moto Club e tesserati, nelle moto d’epoca e nella cultura del motorismo storico”.

Rocco Lopardo, vicepresidente FMI: “Il Registro Storico della Federazione Motociclistica Italiana si impegna quotidianamente per soddisfare le istanze dei proprietari e degli appassionati di moto d’epoca. La conferenza testimonia l’importanza del motociclismo storico, sia da un punto di vista economico che culturale. Grazie alle targhe dalla grafica originale, i mezzi potranno assumere ulteriore valore storico essendo del tutto conformi alle loro prime versioni. Ottenuto questo importante risultato, la FMI continuerà a lavorare per tutelare il patrimonio motociclistico italiano. Oggi voglio ringraziare chi, come migliaia di Tesserati e Moto Club, crede fortemente in questi obiettivi: il nostro Referente Jonathan Bussoleni e il proprietario della Vespa 180 SS, Mirko Spinelli”.

AlixPartners Disruption Index: quali sfide nel 2024 per i CEO

AlixPartners Disruption Index

Foto: Stefano Aversa, EMEA Chairman e Global Vice-Chairman di AlixPartners da ufficio stampa AlixPartners

Il 66% dei CEO delle grandi aziende a livello globale è preoccupato per l’impatto che le elezioni presidenziali americane potrà avere sul proprio business, mentre il 68% sostiene che le tensioni con la Cina li stanno spingendo a modificare la propria strategia. Il 68% dei dirigenti considera le nuove tecnologie, in particolare l’intelligenza artificiale generativa, la più grande opportunità per il prossimo anno, ma allo stesso tempo il 63% degli amministratori delegati afferma che la propria azienda non riesce a tenere il passo con il ritmo del cambiamento tecnologico.

È quanto emerge dalla quinta edizione dell’AlixPartners Disruption Index, un’indagine realizzata annualmente dalla società di consulenza globale, che nel 2023 ha intervistato più di 3.000 CEO e dirigenti senior dei principali Paesi a livello mondiale (Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia, Svizzera, Cina, Giappone, Arabia Saudita ed Emirati Arabi) con l’obiettivo di analizzare l’entità, la complessità e l’impatto della disruption sulle organizzazioni, le forze che muovono aziende, mercati, reti di valore e modelli operativi come risultato di cambiamenti economici, sociali, ambientali, politici, normativi o tecnologici in atto a livello mondiale, il ritmo di accelerazione di queste forze e le strategie messe in campo per affrontarle.

Dall’indagine condotta risulta che i CEO e i C-Level delle aziende guardano al 2024 con incertezza e preoccupazione: dopo aver affrontato per più di tre anni pandemia, instabilità nelle catene di approvvigionamento, carenza di lavoratori e inflazione, ora si intensificano a livello globale eventi che sfuggono al loro controllo, come le guerre in Ucraina e Gaza, le elezioni presidenziali americane e i continui attriti con la Cina. 

“Stiamo entrando in una nuova era di forze disruptive post-pandemiche, più a lungo termine e meno controllabili. Anche se la nostra ricerca mostra che un numero crescente di leader si sente più fiducioso nella propria capacità di gestire la disruption, è altrettanto vero che la maggioranza dei CEO ritiene che la propria azienda non si stia evolvendo abbastanza velocemente da poter affrontare i cambiamenti in atto” ha dichiarato Stefano Aversa, EMEA Chairman e Global Vice-Chairman di AlixPartners. 

L’ansia rimane prevalente tra i CEO, con quasi il 60% che teme di perdere il proprio posto di lavoro a causa della disruption. Quasi tutti gli amministratori delegati prevedono di dover rivedere i propri modelli di business nel 2024 e il 63% dei business leader dichiara che li cambieranno in modo significativo nei prossimi mesi.

Circa un terzo dei CEO intervistati identifica l’intelligenza artificiale come la tematica digitale più importante da attenzionare quest’anno. Sebbene il 59% dei dirigenti stia attualmente investendo nell’intelligenza artificiale generativa, solo il 28% riferisce che l’AI è completamente integrata nelle proprie organizzazioni e nei propri flussi di lavoro.

Sul fronte del cambiamento climatico e della transizione energetica, la maggior parte dei business leaders avverte la pressione da parte dei governi e delle autorità di regolamentazione (68%), degli investitori e consigli di amministrazione (64%), dei clienti (58%) e dei dipendenti (57%) affinché i vertici aziendali prendano posizione sulle questioni ambientali.

Per quanto riguarda il contesto macroeconomico, il 41% dei dirigenti intervistati ritiene che l’instabilità dei tassi di interesse e il contesto inflazionistico rappresentino una minaccia, e un terzo vede ancora all’orizzonte il rischio di una recessione.

 

Italia

I dirigenti delle aziende italiane guardano con più fiducia all’intelligenza artificiale rispetto ai colleghi degli altri Paesi: l’86% si dichiara ottimista riguardo all’impatto che l’AI avrà sulle loro imprese, il valore più alto a livello globale. Il 60% (rispetto al 49% a livello globale) dichiara di essere all’avanguardia o addirittura leader nel proprio settore per quanto riguarda l’utilizzo della Gen AI, mentre il 74% (vs. 59% a livello globale) conferma che le proprie aziende stanno attualmente investendo in piattaforme o applicazioni di intelligenza artificiale generativa.

“Nell’ambito delle sfide percepite, l’intelligenza artificiale generativa costituisce l’unica vera opportunità di disruption, e quella che le aziende possono proattivamente gestire: guerre ed elezioni americane sono fenomeni esogeni, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa è una scelta aziendale discrezionale: anche in questo caso meglio sarebbe essere disruptors piuttosto che disrupted”, ha osservato Dario Duse, Italy Country Leader di AlixPartners. “Le implicazioni a livello business possono essere molteplici e contemporanee: crescita della produttività, miglioramento della customer experience e del customer service, nuovi vettori di crescita dei ricavi e di creazione del valore, soprattutto per quelle organizzazioni che sapranno riconoscere e sfruttare al meglio le sue potenzialità. Il segnale positivo è che l’Italia risulta essere il paese dove questo risulta più chiaro al top management, che nel 70% dei casi vede proprio l’AI e l’evoluzione tecnologica come la principale opportunità nella nutrita lista di disruptive forces”.

Nonostante una visione generalmente più ottimistica riguardo al futuro, permane comunque anche tra i top manager italiani una sensazione di incertezza: il 75% degli intervistati (15 punti in più della media) sostiene che è sempre più difficile capire a quali forze dirompenti dare priorità, mentre particolare preoccupazione destano i tassi di interesse (40%), la deglobalizzazione e il protezionismo (34%) e l’invecchiamento della popolazione (31%).

 

Fisco e motorizzazione: per ANFIA gettito record fino a 77 miliardi nel 2023

Fisco e motorizzazione: per ANFIA

MOTORIZZAZIONE NEL 2022. PER IL 2023, SI PREVEDE UN INCREMENTO FINO A 77 MILIARDI (+8,5%), VALORE RECORD#

 

Nel 2022 il carico fiscale complessivo gravante sulla motorizzazione italiana si attesta a 71 miliardi di euro, in lieve flessione rispetto al 2021 (-1,4%). Nel 2022, la riduzione della quota percentuale del gettito proveniente dal settore automotive sul totale delle entrate tributarie nazionali – che passa dal 14,4% al 12,9% – è dovuta al forte aumento di queste ultime (+9,9%) rispetto al 2021 – crescono sia le imposte dirette (+10,9%) che quelle indirette (+8,6%), basate sui consumi.

 

La variazione negativa rispetto al 2021 (-1,4%) non va letta come un alleggerimento programmato della pressione fiscale sul comparto. Deriva, invece, da fattori congiunturali come la riduzione delle accise introdotta a partire da marzo, per calmierare l’impennata dei prezzi alla pompa innescata dalla crisi energetica, e come la contrazione del mercato delle auto nuove e usate. La percentuale del gettito fiscale derivante dal comparto sul PIL si attesta al 3,6%, la più alta tra i maggiori Paesi europei, la cui media è attorno al 2,1%2.

 

Dei tre momenti impositivi del ciclo di vita contributivo degli autoveicoli, è ancora una volta quello relativo all’utilizzo a pesare maggiormente sul totale delle entrate tributarie derivanti dal settore, di cui rappresenta il 77,8%, superando i 55 miliardi di euro (-1,4% rispetto al 2021). Concorrono a realizzare una cifra così elevata voci di prelievo fiscale come quelle relative ai carburanti (31,94 miliardi di euro) e all’IVA su manutenzione e riparazione, acquisto ricambi, accessori e pneumatici (12,27 miliardi di euro, in aumento del 19,9%).

 

Calcolate secondo il criterio di cassa 2 In base ai più recenti dati disponibili, si è calcolata l’incidenza media del carico fiscale della filiera automotive sul PIL dei principali Paesi Europei (Francia, Germania, Spagna e Italia). I 4 major markets, infatti, raccolgono quasi il 74,6% del gettito totale del comparto in Europa (stimato da ACEA in circa 387,6 miliardi di euro nell’UE13). L’Italia è al terzo posto dopo la Germania e la Francia nel concorrere a determinare questa quota, con un contributo superiore al 18% del totale.

 

Al secondo posto si posiziona il gettito derivante dall’acquisto (versamento IVA e IPT), il 12,1% del totale, per un ammontare di 8,56 miliardi di euro, in diminuzione del 5,8% rispetto al 2021, complice il calo del 9,7% delle immatricolazioni di auto nuove – più un ribasso della quota delle vendite ai privati dal 61% al 56,7% – e del 10,1% delle auto usate nell’anno 2022. Il gettito derivante dal possesso, infine, vale il 10,1% del totale, ovvero 7,17 miliardi (+4,4% rispetto al 2021), pari al totale dei versamenti del bollo auto. Guardando al 2023, secondo le stime ANFIA – che prevedono gli incrementi maggiori nelle voci di prelievo relative all’acquisto e all’utilizzo del veicolo – è possibile che il carico fiscale sulla motorizzazione stabilisca un nuovo record, raggiungendo i 77 miliardi di euro (+8,5%).

Fisco e motorizzazione: per ANFIA -Foto di charlesdeluvio su Unsplash

 

Mobilità e ambiente: tutti i benefici del GPL

Decreto incentivi: bene la conferma dei bonus per i retrofit GPL e metano

Il settore del GPL autotrazione in Italia – composto da aziende di grandi e medie dimensioni – presenta numeri di tutto rilievo in relazione all’impatto positivo sul tessuto produttivo nazionale: oltre 5.500 posti di lavoro, oltre 100 milioni versati allo Stato e oltre 400 milioni di valore aggiunto. Parallelamente a quello dell’autotrazione, il comparto della componentistica contribuisce con oltre 1.400 posti di lavoro, circa 25 milioni versati allo Stato e oltre 91 milioni di valore aggiunto. A questi numeri però deve aggiungersi  tutto l’indotto, composto ad esempio dalle numerosissime officine di trasformazione distribuite su tutto il territorio nazionale.

 

Rete e veicoli

Numero distributori circa 4.600. Parco auto circolante a GPL al 31 dicembre 2023 di oltre  3 milioni di auto, forte delle 143.889 nuove immatricolazioni registrate nell’anno. Sono 36.327 conversioni nel 2023 in calo di 11.000 unità rispetto al 2022 e di 52.736 (-59,2%) rispetto al 2019. In generale dal 2013 ad oggi si è passati da 126.813 a 36.327 conversioni (-71,3%). Anche i consumi GPL per autotrazione sono in calo nonostante la crescita del mercato auto, proprio a causa del drastico calo delle conversioni. Nel 2023 sono state consumato 1.513.000 tonnellate di GPL in calo dell’1,4% rispetto al 2022 e del 9,1% rispetto al 2019.

 

Vantaggi ambientali

NOx: -70% rispetto alle auto Diesel e -61,2% rispetto ai modelli benzina; PM_exhaust: -92,4% rispetto alle auto Diesel e -82,6% rispetto ai modelli benzina; CO2: -23% rispetto alle auto a benzina e -2% nei confronti del Diesel

 

Vantaggi economici

Eccoli: -35% in media in meno rispetto al gasolio; -45% in media in meno rispetto alla benzina.

 

Dati 2023 e gennaio 2024

Nel 2023 il mercato delle auto alimentate a GPL è per la prima volta superiore rispetto al 2019 (dato prec-Covid) in cui il valore è stato di 136.804 (+5,12%). Nel gennaio 2024 le immatricolazioni sono state 15.587 per un +16,7% rispetto a gennaio 2022 e una quota di mercato mensile del 10,8%. Nel 2023 la quota complessiva di mercato è stata dell’8,9% con un incremento del 21,1% rispetto al 2022. Modelli in vendita: 35 modelli alimentati in 131 differenti allestimenti.

 

La proposta avanzata per incentivare la conversione a gas

In occasione della presentazione del piano Automotive 2024, il MMIT ha annunciato che sono allo studio misure di  di incentivo per le conversioni (retrofit) a GPL e gas naturale delle auto già circolanti. Assogasliquidi, infatti, da tempo ha sottoposto alle Istituzioni la richiesta di  di introduzione di apposite misure di sostegno al  retrofit a gas (GPL e metano)  di veicoli di categoria non inferiore ad euro 4 alimentati con carburanti tradizionali per gli importanti risvolti ambientali, sociali ed industriali della misura. Interessate potenzialmente oltre 10,7 milioni di auto. Benefici ambientali: riduzione annua di 24.000 tonnellate di CO2, 13 tonnellate di NOx, 97 tonnellate di monossido di carbonio (CO), 1,6 tonnellate di polveri sottili (in termini di PM2.5, PM10 e di PM_exhaust).

 

Benefici economici: extra gettito in favore dell’Erario che porterebbe  a compensare in larga parte il costo della misura. Benefici industriali. Sostegno e rilancio dell’industria della componentistica automotive, filiera tutta nazionale  legata all’impiantistica per sistemi di propulsione a gas, insieme ad effettivi positivi su tutta la filiera della distribuzione dei carburanti gassosi, eccellenza italiana. Benefici sociali per tutti i soggetti e le famiglie che non possono permettersi l’acquisto di nuove auto

 

Sviluppo bio e rinnovabili del GPL

Il settore del GPL è fortemente impegnato nello sviluppo delle componenti bio (bioGPL) e rinnovabili (ad esempio il Dimetiletere rinnovabile) da miscelare al prodotto fossile per ridurre l’impronta carbonica. L’obiettivo è quello di arrivare al 2030 all’immissione in consumo di una miscela formata per almeno il 40% da prodotto bio e rinnovabile (bioGPL e rDME), per il raggiungimento del quale si prevede che il settore stanzi degli investimenti pari a circa 4 miliardi. Le misure di sostegno al retrofit avrebbero quindi l’ulteriore effetto positivo di sostenere ed abilitare gli investimenti sulle nuove molecole bio e rinnovabili da utilizzare in purezza o in miscela con il GPL tradizionale, consentendo così anche di poter incidere in maniera considerevole in termini di riduzione delle emissioni di CO2 del parco auto circolante.

Ritrovo di auto storiche: “C’erano a Cerano” riporta in vita gli anni ’80

Ritrovo di auto storiche

Domenica 14 aprile 2024, il comune di Cerano (NO) diventerà teatro di un evento unico nel suo genere: un ritrovo di auto storiche che celebra il decennio degli anni ’80. L’evento, denominato “C’erano a Cerano”, promette di essere un viaggio nostalgico per gli appassionati di automobili d’epoca e per chiunque abbia un debole per l’estetica e la cultura di quel periodo.

 

L’Innovazione incontra la tradizione

L’evento è frutto dell’ingegno di William Jonathan, noto Car Influencer e organizzatore di successo di raduni automobilistici. Con un approccio creativo e originale, Jonathan punta a rivoluzionare il concetto di raduno con “C’erano a Cerano”, trasformandolo in un meetup autogenerativo sperimentale. Questa iniziativa si propone di fondere l’interazione umana con l’amore per le auto d’epoca, creando una space-performance inedita che riflette lo spirito e l’energia degli anni ’80.


Un evento da non perdere

Le aspettative sono alte, e l’entusiasmo della comunità automobilistica è palpabile. I partecipanti, che dovranno presentarsi con veicoli immatricolati negli anni ’80 e indossare un abbigliamento rosso, sono invitati a immergersi completamente nello spirito dell’epoca. Le sfide lanciate sui social network precederanno l’evento, offrendo ai partecipanti l’opportunità di guadagnare privilegi e riconoscimenti prima del grande giorno.


Partecipazione e organizzazione

L’evento si avvale del patrocinio del Comune di Cerano e vede la collaborazione di diversi club e associazioni, tra cui il 500landia Club di Vigevano e il Fiat Ritmo Club Italia. Le iscrizioni, limitate per garantire l’esclusività del raduno, saranno aperte fino al 31 marzo 2024. I dettagli su quota d’iscrizione, orario e luogo esatto dell’evento sono disponibili sul gruppo Facebook “C’erano a Cerano – I love 80s” e attraverso altri canali dedicati. “C’erano a Cerano” si preannuncia come un evento imperdibile per gli appassionati degli anni ’80 e per chiunque desideri rivivere, seppur per un giorno, l’atmosfera e l’entusiasmo di quel decennio. Con la promessa di un’esperienza innovativa e coinvolgente, questo ritrovo di auto storiche sta già accendendo l’interesse di partecipanti da tutta Europa, pronti a condividere la loro passione in un contesto unico e memorabile.

Foto fornite dal car influencer William Jonathan

 

Senza limiti: nuovo capitolo per il centauro Malagoli

Senza limiti: nuovo capitolo per il centauro Malagoli

Ebbene sì, la notizia è ufficiale: Emiliano Malagoli fa un altro audace passo avanti nella sua straordinaria carriera sportiva. Notoriamente appassionato di moto, Malagoli ha deciso di spingersi ancora più in là, abbracciando la sfida del paratriathlon. La determinazione di Emiliano a superare i propri limiti è ben nota, ma questa volta decide di accelerare ulteriormente, dimostrando che la voglia di mettersi alla prova non conosce ostacoli.

 

Una passione inarrestabile

Anche quest’anno, Malagoli non si limita al mondo delle due ruote. Oltre a competere nell’OCTO CUP italiana e nell’EUROPEAN HANDY BRIDGESTONE CUP, dove ha già ottenuto eccellenti risultati nel 2023, Emiliano si lancerà nelle competizioni di paratriathlon. Questa scelta riflette il suo desiderio di migliorare in maniera olistica, potenziando le sue capacità fisiche per eccellere anche nel motociclismo.


Oltre ogni limite

Conosciuto per la sua resilienza e forza d’animo, Emiliano Malagoli vede nelle sfide un’opportunità di crescita personale: “Per raggiungere grandi obiettivi, bisogna superare i propri limiti,” afferma, sottolineando l’importanza di sfidarsi costantemente. Malagoli, che ha già dimostrato le sue capacità correndo maratone, sa che deve lavorare ancora sulla sua performance in nuoto e ciclismo, ma è più che pronto ad affrontare queste nuove sfide.

 

Un mantra di vita

La determinazione di Emiliano non è solo un fattore chiave nelle sue imprese sportive, ma anche nel suo ruolo di life coach, dove ispira professionisti e atleti in tutta Italia con il suo messaggio di perseveranza e motivazione.


Prospettive future

Quest’anno, Emiliano gareggerà nuovamente con la sua fidata BMW S 1000 RR, sperando di replicare i successi degli anni precedenti, specialmente a Le Mans, circuito a lui caro. Il suo calendario include anche partecipazioni emozionanti a Rijeka e al Mugello, oltre agli attesi appuntamenti nel paratriathlon a Civitanova Marche e Bracciano.

 

Una novità eccitante

Ma c’è di più: quest’anno Emiliano affronterà una nuova sfida alla Spa-Francorchamps, partecipando a una gara di 6 ore insieme a un team di piloti disabili. Questa nuova avventura promette di aggiungere un capitolo entusiasmante alla sua già incredibile carriera. La stagione 2024 si annuncia ricca di impegni e soddisfazioni per Emiliano Malagoli, un atleta che continua a stupire e a ispirare, dimostrando che i limiti sono solo da superare.

 

CLEPA: punto su accessibilità all’elettrico e nodo batterie

CLEPA: punto su accessibilità all'elettrico

CLEPA (Associazione europea dei fornitori) prevede che le materie prime e quelle attive costituiranno oltre il 50% dei costi totali delle batterie, introducendo incertezza e volatilità dovute a potenziali colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento e alla forte dipendenza dell’Europa dalle importazioni cinesi.

Nonostante queste sfide, gli analisti di mercato prevedono una diminuzione dei prezzi delle batterie del 10-20% nel 2024 rispetto al 2023. Un recente studio di PwC Strategy& e Fraunhofer evidenzia come l’introduzione delle batterie al sodio emerga come un potenziale punto di svolta, offrendo la prospettiva di produrre veicoli elettrici più economici. Le innovazioni nella tecnologia delle batterie al sodio mirano ad affrontare le preoccupazioni legate alla minore densità energetica, rendendole un’opzione praticabile per le auto urbane più piccole e i viaggi a breve distanza.

 

La catena di approvvigionamento dell’UE soffre

Gli investimenti nella catena di fornitura intermedia delle batterie dell’UE, secondo una nota di CLEPA, continuano a deludere, mentre è probabile che Cina e Stati Uniti continuino a dominare la produzione di materiali attivi per tutto questo decennio.

Si prevede che l’UE importerà circa il 40% dei suoi materiali attivi fino al 2030, secondo le recenti previsioni della società di consulenza Ernst & Young. È probabile che le dipendenze geografiche rimangano un rischio, con la Cina che controlla oltre il 75% della catena di approvvigionamento della grafite, una materia prima cruciale per la produzione di anodi.

Foto di CHUTTERSNAP su Unsplash

Auto: in oltre 10,5 milioni non rispettano i limiti di velocità

Auto: in oltre 10,5 milioni non rispettano i limiti di velocità

Tra città a 30 km/h e le azioni contro gli autovelox del cosiddetto Fleximan, i limiti di velocità e la sicurezza stradale sono tornati al centro del dibattito pubblico. L’argomento è caldo anche perché, come confermato da una recente indagine che Facile.it e Assicurazione.it hanno commissionato agli istituti mUp Research e Norstat*, gli italiani hanno spesso il brutto vizio di schiacciare troppo il piede sull’acceleratore, tanto è vero che più di 10 milioni e mezzo di automobilisti intervistati (pari al 27,1% del campione) hanno candidamente ammesso di non rispettare i limiti di velocità.

Una cattiva abitudine diffusa, purtroppo, in modo particolare tra i giovani, con una percentuale che arriva al 31% tra chi ha un’età compresa tra i 18 e i 24 anni e al 37,3% tra chi ha 25-34 anni. Gli uomini si confermano più spericolati delle donne in termini di velocità (35,3% rispetto a 18,8%); a livello territoriale, invece, la percentuale di chi ha dichiarato di non rispettare i limiti arriva a sfiorare il 40% nelle regioni del Nord Est (proprio quelle dove agisce Fleximan).

 

Italiani poco attenti al Codice della strada

Il non rispetto dei limiti di velocità, purtroppo, è solo una delle cattive abitudini degli italiani al volante. L’indagine commissionata da Facile.it ha innanzitutto messo in luce come si presti ancora troppa poca attenzione quando si è alla guida, tanto è vero che più di un rispondente su due (52,3%), vale a dire oltre 20,5 milioni di automobilisti, ha ammesso, in generale, di non attenersi alla lettera al Codice della Strada.

I meno attenti alle regole sono risultati essere gli uomini, tra i quali addirittura il 57,1% dichiara di commettere infrazioni al volante, mentre la percentuale cala al 47,2% tra le donne. Dal punto di vista anagrafico, invece, emerge che ad essere più spericolati sono gli automobilisti con età compresa tra i 35 e i 44 anni, fascia nella quale oltre il 65% ha dichiarato di non rispettare appieno il Codice della Strada. Il buon senso sembra aumentare dopo i 44 anni; superata questa soglia la percentuale degli automobilisti poco ligi scende gradualmente, toccando il valore più basso tra gli over 65, tra i quali “appena” uno su tre ha detto di non rispettare sempre le regole stradali.

Comportamenti scorretti che troppe volte si trasformano in vere e proprie tragedie, e i numeri ufficiali parlano chiaro; nel solo primo semestre dello scorso anno ci sono stati, ogni giorno, 437 incidenti stradali, con 7,6 morti e 588 feriti.

 

Le cattive abitudini più diffuse

Ma quali sono i comportamenti pericolosi più comuni al volante? Dopo l’eccesso di velocità, al secondo posto c’è l’uso del cellulare alla guida, cattiva abitudine indicata da quasi 9,5 milioni di italiani (24,1%); in questo caso non ci sono differenze significative tra uomini e donne, mentre a livello anagrafico la percentuale arriva al 33,9% tra i guidatori con età compresa fra i 35 e i 44 anni.

Sono ancora tanti, più di 5,5 milioni, coloro che ancora non si allacciano le cinture di sicurezza in auto e, ancora una volta, i più indisciplinati sono risultati essere gli automobilisti di 35-44 anni (20,3%), mentre a livello territoriale il malcostume è diffuso maggiormente al Sud e nelle Isole, dove la percentuale di chi non utilizza i sistemi di sicurezza arriva a sfiorare il 23%.

Altra cattiva abitudine, magari meno pericolosa di altre ma comunque deprecabile, è quella del parcheggio selvaggio; oltre 4 milioni di automobilisti (10,6%) hanno dichiarato di parcheggiare in aree dove è vietato farlo, atteggiamento adottato soprattutto dagli uomini (12,4%) e diffuso, in particolare, nelle aree del Nord Est (13.8%).

Preoccupa moltissimo, infine, vedere come più di 1,6 milioni di individui (4,1% del campione) abbia dichiarato di mettersi al volante dopo aver assunto alcolici, percentuale che arriva addirittura al 6,7% tra i giovani con età compresa tra i 24 e i 34 anni.

Foto di Denny Müller su Unsplash