Auto elettrica: neppure gli incentivi spingono gli acquisti

di Cristiano Donelli, Policy Advisor del Parlamento UE

Anche nell’ultima tornata di sussidi per le automobili si verifica lo stesso fenomeno accaduto negli anni scorsi: la tranche di incentivi per le più efficienti automobili con motore endotermico viene spazzata via in un baleno dai cittadini desiderosi di cambiare auto, mentre quelli per le pile viaggianti rimangono là a marcire e a mostrare le evidenze a chi, dei decisori politici, vuole vedere nero su bianco le cose come sono.

Ne sono stati usati l’8% solamente dei fondi previsti per quelle autovetture da attaccare alla spina della corrente e il blocco non è in questo caso perché è difficile avere i denari dallo Stato, ma semplicemente perché è talmente poco appetibile per i costi complessivi che comporta l’acquisto e per la scomodità d’utilizzo di tutti i giorni che non ci sono supporti finanziari che tengano.


Forse potrebbero provare a metterla nell’uovo di Pasqua come sorpresa per vedere se anche a fronte di costi nulli qualcuno possa considerare di tenerla con piacere ma, a parte le burle necessarie contro tali stramberie, di fronte ai dati che tanto piacciono agli asceti “data-driven” forse la prossima volta sarebbe meglio, per essere più efficienti ed efficaci nella gestione delle finanze pubbliche, veicolare più fondi alle endotermiche più moderne e meno alle elettriche, magari addirittura invertendo il rapporto odierno che ha visto nel 2023 destinare 150 milioni di euro per le prime e 425 milioni per le seconde.

Non dimentichiamoci quale dovrebbe essere l’obiettivo per chi si occupa a livello politico di gestione della mobilità: permettere alle persone di spostarsi al meglio, spendendo poco e se possibile rispettando l’ambiente. Se invece si segue la cieca e bieca strategia delle istituzioni dell’UE otteniamo che, per il vaneggiamento ingiustificato e inconcepibile del “tutto elettrico”, le persone faticano a possedere un proprio mezzo di trasporto e, quindi, tenderanno a viaggiare meno, mantenendo un parco auto molto datato e che dà per assurdo un impatto ambientale sempre peggiore.

La realtà concreta delle cose, se non ci riuscirà la politica italiana che nelle sue parti rimaste ancora sagge sta lottando con costanza e dedizione, spazzerà via i masochistici dettami di Bruxelles e si dovranno adeguare al tramonto delle loro costrizioni, magari facendo finta che nel 2050 o nel duemilamai davvero, fidatevi, tutte le vetture circolanti saranno di litio, cobalto e attacco alla presa.


Su questo tema chissà quante volte ancora ne parleremo e a ogni passo vedrete che le linee tra norme e realtà saranno sempre più divergenti, oltre al mio sorriso che sarà sempre più ampio per poter pensare per l’ennesima volta: anche stavolta avete toppato e dovete ripiegare sulle nostre posizioni di buonsenso.

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