L’auto in Europa: sempre in deficit se guardiamo al pre-pandemia

Paolo Scudieri, Anfia
di Paolo Scudieri, presidente di ANFIA
 
Anche ad aprile 2023 il mercato auto europeo si mantiene in rialzo a doppia cifra (+16,1%), beneficiando ancora una volta del confronto con il forte ribasso di aprile 2022 (-20,2%), che si scontrava con il prosieguo delle difficoltà nella gestione delle supply chain. Nonostante il miglioramento registrato su base annua, sia nel mese che nel primo quadrimestre, non dimentichiamo  che i volumi raggiunti complessivamente dal mercato europeo a gennaio-aprile 2023 risultano ancora lontani da quelli pre-pandemia, con circa 1,3 milioni di unità immatricolate in meno. 
 
Tutti e cinque i major market (incluso UK) si mantengono in crescita ad aprile: +29,2% Italia e +21,9% Francia, che registrano i risultati più significativi, seguiti da Germania  (+12,6%), Regno Unito (+11,6%) e Spagna (+8,2%). Sempre nel mese, prosegue il trend positivo sia per le vetture elettriche (BEV) che per  le ibride tradizionali (HEV): +49,2% per le prime, con una quota di mercato del 13,1%, e  +19,5% per le seconde (25,5% di quota); in calo, invece, le immatricolazioni delle ibride  plug-in (PHEV) a -2,4% e 7,3% di quota. 
 

Guardando all’Italia, le BEV crescono del 31,4% – con una quota del 3,2%, la più bassa tra  i cinque major market – mentre le HEV crescono del 28,3% (34,8% di quota) con 43.744 unità immatricolate e le PHEV si fermano al 4,7% di quota (+10,8%). Per spingere una più ampia diffusione delle vetture green e, soprattutto, delle auto  elettriche, si rende più che mai necessario accelerare la transizione energetica e lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica su tutto il territorio europeo.

Per l’Italia, si  tratta di recuperare il gap rispetto agli altri principali Paesi, incrementando il sostegno  agli investimenti produttivi e alle attività di R&D nelle nuove tecnologie della mobilità – tra cui il rafforzamento di competenze sulla value chain delle batterie – anche attuando  una politica nazionale di attrazione degli investimenti esteri. Sul fronte specifico della domanda, nel nostro Paese serve al più presto una revisione delle politiche di  incentivazione all’acquisto e fiscali, sia per i privati che per le flotte. 

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