I nodi della transizione: la scarsa offerta di auto compatte fa da freno all’elettrico

Il presidente di AsConAuto, Roberto Scarabel, insieme agli esponenti della filiera automotive italiana ha partecipato, al recente #FORUMAutoMotive, al confronto con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto. Ecco le sue considerazioni finali. 

 

di Roberto Scarabel, presidente di AsConAuto

Stiamo procedendo verso la decarbonizzazione della mobilità, partendo da un parco auto in costante invecchiamento e con un segmento B, notoriamente il più richiesto in Italia, nel quale le Case automobilistiche hanno un’offerta limitata, in quanto più interessate ai segmenti D ed E. Bisogna spingere le aziende a immettere vetture usate di recente produzione nel parco circolante, attraverso leve fiscali per il rinnovo del nuovo.

È evidente che abbiamo bisogno di un aiuto al cambiamento, perché l’incertezza non aiuta e se siamo confusi noi della filiera, va sicuramente peggio a chi ha intenzione di cambiare l’auto. In AsConAuto crediamo che per creare competizione tra diverse soluzioni di mobilità dobbiamo attingere da tutte le tecnologie. La necessità principale dell’automotive in Italia resta svecchiare il parco  circolante, incentivando l’uscita dei veicoli  Euro 0, 1 e 2, cioè un terzo delle auto nel nostro Paese.

E l’auto elettrica dovrà dimostrare di essere l’unica soluzione tecnologica, anche per un problema di costo inaccessibile per la maggioranza dei cittadini. A poco sono finora serviti gli incentivi statali che non hanno funzionato perché, nonostante il contributo all’acquisto, la differenza tra il prezzo di un’auto elettrica e una di pari categoria endotermica rimane ancora troppo elevata. Quindi vediamo  bene  la competizione di mercato, sempre orientata alla riduzione delle emissioni, ma che metta in campo l’evoluzione di tecnologie alternative (e-fuels, metano, GPL, idrogeno, eccetera) adatte al mercato.

 

La città si riempie di rondini

di Francesco Fontana Giusti, Experience Teller

 

Tante nuove emozioni nell’aria

La Primavera è finalmente arrivata portando con sé prati fioriti, cieli tersi, giornate più lunghe e luminose, vita all’aperto. Ma c’è una cosa che rende questa stagione ancora più speciale. L’inconfondibile cinguettio di Rondine Motor, il brand romano di proprietà dei fratelli Nuccitelli, due “rondini” molto particolari, appassionati di moto, hi-tech design e sostenibilità.

Ho conosciuto Filippo esattamente un anno fa. Mi contattò proprio lui dopo aver letto uno dei miei tanti FRAday, chiedendomi di vederci per parlare di un progetto che aveva in testa già da qualche tempo. Essendo anch’io un amante di moto ho preso questo suo invito subito al volo. Ci incontrammo per un aperitivo in un baretto a Piazza Testaccio.

Tre ore volate vie tra spritz e una travolgente presentazione sulla storia di Rondine e sulla sua evoluzione, fatta di uomini, di sfide tecnologiche e di sogni coraggiosi. Un’icona che ha viaggiato sulle ali dell’innovazione e che oggi è pronta ad attraversare le nuove sfide della sostenibilità da protagonista, grazie all’entusiasmo e alla visionaria progettualità della famiglia Nuccitelli.  

Da quel giorno è nata una bella amicizia e la promessa di Filippo di farmi conoscere presto anche suo fratello Marco, l’altra rondine che attualmente vive ad Amsterdam.

 

Nel nido di Rondine Motor

L’occasione di incontrare i due fratelli insieme è arrivata circa un mese fa, quando mi hanno invitato a raggiungerli fuori Roma, nel loro nido operativo. È qui che Filippo e Marco mi hanno raccontato come è iniziata questa incredibile avventura quando nel 2000 hanno deciso di creare Rondine Motor per fare ricerca innovativa in ambito motociclistico.

Ciò che li unisce non è solo lo stesso cognome, ma una fortissima passione che condividono da sempre e per sempre. Questa speciale alchimia che c’è tra loro si può percepire anche da lontano, come il canto delle rondini che annuncia l’inizio di una nuova era.

È stato così con RRV1, il primo prototipo di motocicletta presentato nel 2005, un modello unico sia per il design che per le innovative soluzioni tecnologiche.

La stessa magia si è ripetuta di nuovo con Elettra, il modello full electric venuto alla luce nel 2015 per portare la rivoluzione green di Rondine Motor in giro per il mondo.

 

L’arte di trasformare le pere in fragole

C’è un aneddoto molto divertente che mi ha raccontato Filippo e che fa capire bene il particolare legame che c’è con suo fratello Marco, sia nella vita che nel lavoro:

Anni fa mi è stato chiesto di costruire delle fragole e non sapevo come fare… Quando Marco venne a trovarmi mi chiese: perché hai prodotto queste pere se dovevano essere fragole? Le ha prese in mano e le ha fatte diventare fragole.

Se volete vedere l’intervista completa dei due fratelli cliccate qui

Filippo sogna, Marco interpreta.

Filippo è il visionario, Marco il progettista.

Un rapporto forte e inscindibile fatto di ascolto, di collaborazione, di condivisione, ma soprattutto di passione. Perché questo è il vero motore che riesce a mettere in moto le idee e a trasformare un’idea o un’intuizione in un progetto innovativo.

 

Sulle ali del made in Italy con Elettra

La storia di Elettra è quella di un grande sogno che si realizza e che illumina il nuovo percorso intrapreso dal 2010 da Rondine Motor nella direzione della mobilità sostenibile.

Un sogno tutto italiano, alimentato dall’ingegno e dalla perseveranza di due fratelli che di fronte alle difficoltà e alle nuove sfide tecnologiche non si sono mai arresi, andando avanti e proiettando la loro attività nel futuro, per rispondere ai cambiamenti in atto e trovare soluzioni ingegneristiche sempre più ecocompatibili e green.

Presentata per la prima volta a Helsinki nel 2012, Elettra è stata eletta ambasciatrice del Made in Italy, entrando a far parte delle prestigiose opere della Collezione Farnesina Design.

Un riconoscimento molto importante per i fratelli Nuccitelli. Due rondini che non hanno mai smesso di volare sulle ali dei loro sogni.

 

La migrazione dal passato al futuro

Alla domanda “Come vedete il futuro per Rondine Motor?” entrambi i fratelli la pensano nello stesso modo. Filippo mi racconta:

 

Vedo il futuro come una presa di coscienza totalmente diversa, anche ambientale…. Ma vorrei spostare Rondine verso una parte più emozionale e più di sentimento, con un design italiano che rispecchi la nostra cultura e un sistema industriale basato sulla facilità di montaggio.

Cliccando qui vedrete l’intervista integrale di Filippo.

Marco mi sorride e aggiunge:

Noi non lavoriamo, noi viviamo i nostri giorni tra le motociclette, le nostre passioni, i nostri amori, le nostre famiglie, ma non possiamo fare a meno di pensare ad un futuro.

Cliccando qui troverete la sua intervista integrale.

 

Questo weekend spicchiamo il volo insieme

Filippo e Marco mi hanno insegnato che se hai passione non ti ferma nessuno, perché è il mezzo che permette ad ogni uomo di andare avanti e di trasformare i propri sogni in realtà.

Ho avuto la fortuna di vedere i loro progetti futuristici e i tantissimi disegni realizzati dai fratelli nel corso degli anni. Se volete scoprirli li ho messi in condivisione sui miei canali Facebook e Instagram.

 

Godetevi questo anticipo di primavera. 

Oggi è FRAday. 

Ricambi automotive: ok il 2022, ora si investa nel futuro

di Massimo Pellegrino, Coordinatore della Sezione Aftermarket del Gruppo Componenti ANFIA

Grazie a un primo semestre in crescita a doppia cifra (+13,6%) e a un incremento più contenuto nel secondo (+2,4%), su cui hanno sicuramente influito sia la riduzione degli stock di ricambi, con l’approssimarsi della chiusura dell’esercizio 2022, nei magazzini dell’intera filiera IAM, che le dinamiche inflattive, responsabili dell’erosione della capacità di acquisto delle famiglie e di conseguenza della contrazione dei volumi di spesa legati alla manutenzione dell’auto, il fatturato italiano dei ricambi automotive chiude il 2022 a +7,8%, confermando il trend positivo avviato nel 2021, dopo le difficoltà della crisi pandemica.

Trattandosi di un comparto anticiclico, il post-vendita è cresciuto sia per una quota parte legata all’inflazione ma, anche e soprattutto, per effetto della riduzione delle vendite di autovetture nuove e del progressivo invecchiamento del parco auto circolante – che risulta avere un’età mediana di 11 anni e 10 mesi a fine 2021, con il 58,9% delle vetture sopra i 10 anni di anzianità – ed una conseguente maggiore attenzione alla manutenzione e alla riparazione.

In ogni caso, anche l’aftermarket è stato impattato dal protrarsi della crisi dei semiconduttori e dai rincari delle materie prime e dell’energia, che hanno rallentato le produzioni influendo sulla disponibilità di ricambi. In questo contesto, il comparto aftermarket seguita ad affrontare anche il processo di radicale trasformazione che interessa la filiera automotive nel suo insieme, impegnata in un percorso di progressiva decarbonizzazione dei trasporti, secondo un dettato europeo ancora non privo di incertezze, come ben dimostrato dal recente slittamento del voto del Consiglio europeo sullo stop alle vendite di motori endotermici dal 2035.

Oltre ai massicci investimenti nella riconversione produttiva delle imprese, si tratta fin d’ora di investire anche in innovazione tecnologica, digitalizzazione e formazione nei vari anelli della catena distributiva, a beneficio di chi dovrà occuparsi della manutenzione e riparazione dei nuovi componenti dei veicoli ricaricabili, in particolare quelli legati ai sistemi di ricarica elettrica e alle batterie, per poter continuare a garantire un’elevata qualità dei prodotti e dei servizi offerti, in linea non solo con i nuovi paradigmi di mobilità, ma anche e soprattutto con le rinnovate esigenze e abitudini degli automobilisti.

Ferrari Purosangue: scopriamola insieme

di Pierluigi Bonora

 

Purosangue apre un nuovo capitolo nella appassionante storia della Ferrari. È sì alta da terra, ma è anche in grado di conservare le tipiche caratteristiche delle vetture del Cavallino ad alte prestazioni con il motore centrale posto anteriormente a cui è collegato, al posteriore, il cambio DCT a 8 rapporti a doppia frizione. Tutto ciò permette di avere una perfetta distribuzione del peso.

 

Da qui prestazioni di altissimo livello, assicurato dal motore V1 6.5 da 725 cv, con uno scatto 0-100 km/h in soli 3,3 secondi e una velocità massima superiore ai 310 km/h. Tutte doti che abbiamo potute provare durante un test drive internazionale lungo le strade di montagna delle Dolomiti del Brenta in Trentino.

 

Al termine ecco il punto con Pietro Virgolin, product marketing manager di Ferrari, con alle nostre spalle la protagonista dell’evento (già “sold out” per i prossimi due anni) di cui, alla fine del servizio, ascolterete anche il rombo.

Noleggio a lungo termine: perché può rivelarsi una buona scelta per un’azienda

Il noleggio a lungo termine è una soluzione che permette ai professionisti (ma anche ai privati) di poter disporre di un veicolo previo pagamento di un canone mensile alla compagnia di noleggio, che rimane proprietaria della vettura concessa al noleggiante. Questo tipo di contratto è sempre più gettonato poiché consente di usufruire di molteplici benefici, sia dal punto di vista fiscale che da quello operativo. Inoltre, a differenza di altre soluzioni, non prevede immobilizzazione del capitale, specialmente scegliendo il noleggio lungo termine senza anticipo.

 

Come noleggiare un’auto a lungo termine?

Per il noleggio a lungo termine aziendale è necessario soddisfare alcuni requisiti. Ovviamente, chi stipula il contratto deve essere in possesso di una patente di guida in corso di validità. Inoltre, è necessario essere titolare di un conto corrente intestato all’azienda per l’addebito delle rate, e bisogna presentare alcuni documenti, tra cui il modello unico, oppure il CUD o l’attribuzione della partita IVA. Dopo aver fornito le dovute garanzie reddituali alla compagnia di noleggio, si può stipulare il contratto scegliendo il tipo di vettura, il chilometraggio e i servizi, e stabilendo le diverse condizioni (ad esempio il punto di riconsegna dell’auto, la presenza o meno di un guidatore aggiuntivo, ecc.).

 

I vantaggi fiscali

Il noleggio a lungo termine per partita IVA permette di dedurre i canoni mensili, corrisposti alla compagnia di noleggio, dal calcolo delle imposte dirette.  Nello specifico, è prevista una deduzione pari al 100% dell’importo se il veicolo è utilizzato solo come bene strumentale dell’attività, oppure se impiegato per finalità pubbliche. Altrimenti, se la vettura è assegnata ad un dipendente come fringe benefit, la deduzione è pari al 70% del costo dei canoni e delle spese correlate. Infine, se l’auto non è un bene strumentale e non è assegnato come benefit a un dipendente, la deduzione è pari al 20% fino a 3.615 euro (5.164,57 euro della quota finanziaria per gli agenti o rappresentanti di Commercio). I canoni di noleggio, inoltre, sono considerati “prestazioni di servizi”, pertanto è possibile detrarre l’IVA. Se l’auto è un bene strumentale dell’attività di impresa, è possibile detrarre il 100% dell’IVA. Stessa cosa vale per gli agenti e i rappresentanti di commercio. Negli altri casi, invece, l’IVA è detraibile al 40%.

 

Gli altri vantaggi del noleggio a lungo termine

Oltre ai vantaggi fiscali, scegliere il noleggio a lungo termine permette di avere anche altri benefici. Come prima cosa, bisogna considerare il vantaggio dei costi certi: nel canone mensile, infatti, sono inclusi molteplici servizi correlati all’utilizzo del veicolo, come l’assicurazione (RC auto, polizza kasko e copertura furto e incendio), il tagliando, la manutenzione straordinaria e la tassa di proprietà. Inoltre, è possibile includere anche l’auto sostitutiva in caso di guasti o sinistri stradali, la carta carburante (o ricarica, per i veicoli elettrici), la sostituzione degli pneumatici, ecc. Ciò permette di pianificare il costo mensile dell’auto senza sorprese. Un ulteriore punto a favore del noleggio è la possibilità di evitare perdite di tempo, dato che di tutti gli oneri e le scadenze burocratiche se ne occupa la compagnia di noleggio. Il noleggiante non deve preoccuparsi di gestirne i rinnovi.