I nodi della transizione: la scarsa offerta di auto compatte fa da freno all’elettrico

Il presidente di AsConAuto, Roberto Scarabel, insieme agli esponenti della filiera automotive italiana ha partecipato, al recente #FORUMAutoMotive, al confronto con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto. Ecco le sue considerazioni finali. 

 

di Roberto Scarabel, presidente di AsConAuto

Stiamo procedendo verso la decarbonizzazione della mobilità, partendo da un parco auto in costante invecchiamento e con un segmento B, notoriamente il più richiesto in Italia, nel quale le Case automobilistiche hanno un’offerta limitata, in quanto più interessate ai segmenti D ed E. Bisogna spingere le aziende a immettere vetture usate di recente produzione nel parco circolante, attraverso leve fiscali per il rinnovo del nuovo.

È evidente che abbiamo bisogno di un aiuto al cambiamento, perché l’incertezza non aiuta e se siamo confusi noi della filiera, va sicuramente peggio a chi ha intenzione di cambiare l’auto. In AsConAuto crediamo che per creare competizione tra diverse soluzioni di mobilità dobbiamo attingere da tutte le tecnologie. La necessità principale dell’automotive in Italia resta svecchiare il parco  circolante, incentivando l’uscita dei veicoli  Euro 0, 1 e 2, cioè un terzo delle auto nel nostro Paese.

E l’auto elettrica dovrà dimostrare di essere l’unica soluzione tecnologica, anche per un problema di costo inaccessibile per la maggioranza dei cittadini. A poco sono finora serviti gli incentivi statali che non hanno funzionato perché, nonostante il contributo all’acquisto, la differenza tra il prezzo di un’auto elettrica e una di pari categoria endotermica rimane ancora troppo elevata. Quindi vediamo  bene  la competizione di mercato, sempre orientata alla riduzione delle emissioni, ma che metta in campo l’evoluzione di tecnologie alternative (e-fuels, metano, GPL, idrogeno, eccetera) adatte al mercato.

 

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