Brembo: nuovo logo e nuova “visual identity”

Brembo ha presentato la sua nuova visual identity e il nuovo logo che riflettono la visione strategica dell’azienda “Turning Energy into Inspiration”. Con l’introduzione della nuova visione nell’autunno del 2020, Brembo ha intrapreso un percorso per diventare un solution provider, con l’ambizione di contribuire a plasmare il futuro della mobilità. Questo nuovo corso sta profondamente trasformando l’offerta di Brembo, che da azienda di componentistica si presenta ora sul mercato fornendo soluzioni complete, basate su intelligenza artificiale, meccatronica e uso dei dati.

 

Il lancio di SENSIFY, il pionieristico sistema frenante intelligente di Brembo presentato nel 2021, ha rappresentato un passo avanti cruciale in questo percorso. Ora l’evoluzione continua dell’azienda segna un’ulteriore e importante tappa, con la presentazione della nuova immagine del brand. “La nuova visual identity di Brembo rafforza l’esperienza con il nostro brand e ne allinea l’immagine alla nostra visione strategica –  ha dichiarato Daniele Schillaci, amministratore delegato di Brembo . L’elemento centrale della nuova identità è il restyling del logo, riconosciuto in tutto il mondo e che ha contribuito al successo della nostra azienda. Ora incorpora il concetto di semplicità, grazie a un’anima moderna e digitale che riflette l’approccio lungimirante di Brembo. La nuova visual identity racchiude in sé sia l’eredità sia il percorso di evoluzione dell’azienda e sarà l’ispirazione per il nostro futuro

 

 Il design del nuovo logo è stato rinnovato, pur rimanendo fedele allo stile del brand. Il simbolo circolare distintivo di Brembo è stato ottimizzato per essere coerente con la nuova scritta, più morbida, arrotondata e di facile lettura a qualsiasi dimensione, soprattutto per gli utilizzi digitali. Rimane l’iconico colore rosso, che continuerà a incarnare la passione dell’azienda in forme ora più moderne, che parlano alle generazioni più giovani e native digitali per garantire che Brembo diventi ancora di più un brand senza tempo. Il nuovo logo sarà sempre più diffuso a livello globale su tutti gli asset digitali e fisici dell’azienda e verrà utilizzato anche sulle future soluzioni di Brembo. 

Transizione UE all’elettrico: tanti gli interrogativi

Effetto annunci: ci risiamo

di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto

 

Il mercato auto è al terzo segno positivo consecutivo, espressione soprattutto del noleggio a lungo termine, considerando anche che da oggi sono possibili le prenotazioni degli ecobonus revisionati con il DPCM 4 agosto 2022 per gli acquisti di autovetture fino a 60 g/km di CO2 effettuati dal 4 ottobre scorso, da parte di società di noleggio e persone fisiche con ISEE inferiore a 30.000 euro. In particolare, l’incremento degli importi per i cittadini rappresenta un segnale importante per garantire una maggiore accessibilità economica a veicoli il cui costo resta ancora molto elevato, ma la soglia reddituale appare troppo bassa per spingere quella fascia di clientela a sostituire su larga scala il proprio veicolo con uno elettrico o plug-in.

 

Inoltre, in uno scenario macroeconomico contraddistinto dalla persistente carenza di componenti e materie prime, inflazione da record, difficoltà logistiche e riduzione progressiva del potere di acquisto in termini reali l’instabilità in cui versa il settore automotive, sia sul fronte della domanda che dal lato dell’offerta, deve richiamare l’attenzione del Governo a continuare l’azione di supporto al rinnovo del parco circolante obsoleto attraverso gli incentivi, lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica elettrica, la semplificazione dei processi di ricarica, la riconversione delle aziende a monte e a valle della filiera, in particolare dal punto di vista delle competenze e delle conoscenze del personale, e soprattutto all’apertura di un confronto sulla reale possibilità di aumentare la percentuale di detraibilità dell’Iva e deducibilità dei costi delle auto aziendali a beneficio anche dei clienti privati del mercato dell’usato che avrebbero l’opportunità di godere di veicoli “green” relativamente giovani a costi decisamente più bassi.

 

Infine, il rincaro esorbitante dei costi energetici, che continua a far lievitare in modo spaventoso le bollette elettriche, alimenta pericolosamente i timori sui margini operativi delle imprese e le tasche dei cittadini, mettendo a rischio un sano ed equilibrato sviluppo della mobilità elettrica, una transizione ecologica e sociale sostenibile e la competitività del Paese. In tale contesto, l’accordo europeo che bandisce la vendita di vetture e commerciali leggeri endotermici al 2035 lascia molti interrogativi, nonostante l’apertura verso i carburanti sintetici e la possibilità nel 2026 di verificare gli sviluppi tecnologici ai fini del raggiungimento degli obiettivi di azzeramento delle emissioni di CO2.

 

Dal nostro punto di vista serve una certa elasticità politica, coerente e ragionevole per raggiungere gli obiettivi green europei, che riconsideri il contributo positivo derivante dall’evoluzione delle diverse tecnologie all’abbattimento delle emissioni di CO2 per non affidarsi esclusivamente all’elettrico puro. Le emissioni, infatti, vanno calcolate considerando il ciclo di vita della singola tecnologia e non solo la fase finale dello scarico dell’autoveicolo: un mix di tecnologie senza preclusioni ideologiche.

COP27: verso i soliti bla, bla, bla. E i grandi inquinatori restano a casa

Ci risiamo con i soliti bla, bla, bla che si preannunciano ancora una volta infruttuosi e viziati dall’ideologia e non da concretezza e pragmatismo. A Sharm el-Sheikh, i partecipanti al COP27, tanto per dare un esempio “virtuoso”, hanno raggiunto la località balneare egiziana su 400 aerei privati, contribuendo così, anche in questo caso, a far crescere la presenza di CO2 nell’aria. Complimenti.

 

Assenti pesantissimi sono i grandi imputati del surriscaldamento terrestre: Cina, in primis, India e Russia, che oltre oltre a essere i Paesi più climalteranti, sono anche quelli più inquinanti del Pianeta. C’è, invece, in forze, l’Europa che, nonostante le ridotte emissioni rispetto anche agli Stati Uniti, sta facendo di tutto per fare harakiri, uccidendo gradualmente la sua industria fiore all’occhiello, quella automotive, e aprendo le porte, invece di porli davanti alle loro responsabilità ambientali, ai cinesi.

 

Un’altra assenza che non passa inosservata è quella di Greta Thunberg. Questo il suo messaggio delirante: “Non è un evento pensato per cambiare tutto il sistema, ma semplicemente per incoraggiare un progresso graduale”, come a dire che si deve tutti tornare all’Età della pietra. Nel frattempo, chi la segue va in giro a imbrattare opere d’arte nei musei e a bloccare il traffico come accade in questi giorni alle porte di Roma. Un modo più che mai “gretino” per protestare contro il cambiamento climatico.

 

Avanzo una proposta agli organizzatori del COP27 che da anni e anni lanciano allarmi su allarmi senza risolvere alcunché: il prossimo vertice lo si faccia a Pechino, il successivo a New Delhi e il successivo ancora, sperando che la guerra contro l’Ucraina sia terminata, a Mosca. Avranno il coraggio i nostri prodi di fare questo passo? Avrà il coraggio la paladina Greta di mandare al diavolo i leader di quei Paesi in casa propria? Avranno il coraggio gli scriteriati imbrattatori di tele di fare altrettanto al Mausoleo di Mao e al Museo Hermitage di San Pietroburgo? Un esempio per tutti: la Cina emette oltre un terzo delle emissioni globali di CO2.

 

Insomma, prepariamoci a nuovi annunci e buoni propositi che finiranno ancora una volta per ricadere sulle spalle della popolazione europea, ma lasciando i veri colpevoli dell’allarme sul clima di continuare a fare i loro comodi, per di più stendendo – come accade in Europa nei confronti della Cina – un pericolosissimo tappeto (guarda caso) rosso.

 

 

 

 

“Tutti in elettrico”: i nodi (tanti) ora vengono al pettine

di Pierluigi Bonora

Con Pier Luigi del Viscovo, direttore del Centro studi Fleet & Mobility, e Andrea Taschini, manager automotive, entrambi opinionisti sui media, affrontiamo con pragmatismo cosa sta dietro la corsa folle all’auto elettrica che l’UE impone ai cittadini europei.

 

Gli interessi tedeschi con la Cina palesati dalla missione del cancelliere Olaf Scholz a Pechino dal presidente Xi Jinping (della delegazione faceva parte, guarda caso,  anche il Ceo di Volkswagen) e l’eccessivo sbilanciamento, che non piace agli USA, della stessa Commissione UE verso il Paese asiatico. Quindi, le ripercussioni occupazionali e il forte rischio di delocalizzazione sempre verso la Cina.

 

E ancora: il nuovo tonfo delle vendite di auto elettriche in Italia, cosa accadrà nel 2024 quando ci saranno le elezioni per il rinnovo dell’Europarlamento, la colpevole arrendevolezza dell’industria automobilistica europea al diktat di Bruxelles. E, soprattutto, il fatto che i temi “green”, pur riconoscendo l’urgenza di adottare provvedimenti a beneficio dell’ambiente, così come vengono proposti, risultano chiaramente sempre più un affare di business e consenso politico. Questi gli argomenti della nostra riflessione.

AVL Italia: in cattedra per formare gli ingegneri di domani

Foto: Dino Brancale, amministratore delegato di AVL Italia

 

Lo scorso 28 ottobre ha preso il via la quarta edizione di TACC – Training for Automotive Company Creation, un progetto nato dalla collaborazione tra AVL Italia, azienda specializzata nello sviluppo, simulazione e testing di sistemi powertrain per ogni tipo di veicolo, e l’Università di Modena e Reggio Emilia. Si tratta di un percorso accademico della durata di un anno, che coinvolge circa 40 studenti provenienti da diverse facoltà, con l’obiettivo di sviluppare le competenze imprenditoriali e tecnologiche necessarie per avviare un’impresa o un’idea d’impresa nel settore automotive.

 

Alla giornata inaugurale ha partecipato Dino Brancaleamministratore delegato di AVL Italia: “La rivoluzione che sta investendo il settore dell’automotive necessita di figure professionali sempre più qualificate in grado di gestire la crescente complessità legata allo sviluppo della mobilità del futuro. La collaborazione e il supporto al progetto TACC si inseriscono nella più ampia mission aziendale di AVL Italia, che mira alla creazione di competenze strategiche e alla formazione dell’ingegnere di domani”.

 

Main partner di TACC fin dalla prima edizione, AVL Italia guida gli studenti nel percorso di sviluppo e prototipazione delle idee di business grazie al contributo del team Creators Expedition, un dipartimento dell’azienda che si occupa di individuare startup particolarmente innovative che possano realizzare progetti inediti insieme ai dipartimenti tecnici interni di AVL. Il programma di TACC, infatti, si contraddistingue per la sua forte componente pratica-applicativa, finalizzata alla validazione delle idee imprenditoriali degli studenti, che avranno l’opportunità di confrontarsi con le più importanti società del settore automotive.

 

Nel corso dell’anno accademico, AVL Italia sarà impegnata con sessioni di mentorship e seminari dedicati a tematiche specifiche: “Cos’è una startup & Creazione di un modello di business”, “L’approccio Lean nel mondo delle startup”, “Business Model & Business Plan”, “Cooperazione, vendita e negoziazione”. L’attività didattica prevede per gli studenti anche due visite aziendali: presso il centro tecnico di Cavriago (Reggio Emilia) e a Graz, in Austria, dove si trova la sede della casa madre.

 

La bontà di questo percorso trova conferma negli importanti riconoscimenti ottenuti a livello nazionale e internazionale da alcuni progetti protagonisti delle passate edizioni, come NOVAC, impegnata nello sviluppo di nuovi supercapacitori per l’accumulo di energia, la prima start up universitaria annoverata tra le top four al Premio Nazionale Innovazione 2019, e il team Remodule, per il riciclo dei pacchi batterie dismesse, citato da “Forbes” tra i 100 under 30 più influenti d’Italia.

 

TACC è parte integrante dell’International Academy for Advanced Technologies in High-Performance Vehicles and Engines di UNIMORE, che si inserisce nel più ampio contesto dell’Automotive Innovation Hub di Modena, un polo innovativo che dal 2017 promuove e sviluppa i nuovi trend legati alla guida autonoma, all’elettrificazione, alla connettività e alle forme di mobilità alternativa.

Urgenza: incentivare le infrastrutture private e nei condomini

di Gianmarco Giorda, direttore di ANFIA

 

Dopo il recupero di agosto (+9,9%) e di settembre (+5,4%), a ottobre il mercato auto italiano si conferma positivo per il terzo mese consecutivo, registrando una  crescita a doppia cifra (+14,6%).  Come per i mesi precedenti, il rialzo risulta condizionato dal confronto con un ottobre  2021 che aveva chiuso a -35,7%, il peggior risultato dello scorso anno, già inficiato dalla  pesante crisi dei semiconduttori. 

Senza dubbio, la recente rimodulazione degli incentivi e, soprattutto, l’estensione  dell’ecobonus anche alle società di noleggio stimoleranno la ripresa del mercato sino  alla fine dell’anno. Ora auspichiamo che venga attuata in tempi rapidi anche la misura  di incentivazione per le infrastrutture private e nei condomini, passo necessario per la diffusione della mobilità elettrificata e per il conseguente rinnovo del parco circolante  verso una completa decarbonizzazione. 

A seguito dell’accordo raggiunto dalle Istituzioni europee relativamente ai nuovi target di riduzione della COal 2035, sarà infatti fondamentale che il nostro Paese adotti velocemente tutte le misure necessarie per incentivare gli investimenti di  imprese e cittadini, per affrontare al meglio la transizione energetica”.