Transizione UE all’elettrico: tanti gli interrogativi

Effetto annunci: ci risiamo

di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto

 

Il mercato auto è al terzo segno positivo consecutivo, espressione soprattutto del noleggio a lungo termine, considerando anche che da oggi sono possibili le prenotazioni degli ecobonus revisionati con il DPCM 4 agosto 2022 per gli acquisti di autovetture fino a 60 g/km di CO2 effettuati dal 4 ottobre scorso, da parte di società di noleggio e persone fisiche con ISEE inferiore a 30.000 euro. In particolare, l’incremento degli importi per i cittadini rappresenta un segnale importante per garantire una maggiore accessibilità economica a veicoli il cui costo resta ancora molto elevato, ma la soglia reddituale appare troppo bassa per spingere quella fascia di clientela a sostituire su larga scala il proprio veicolo con uno elettrico o plug-in.

 

Inoltre, in uno scenario macroeconomico contraddistinto dalla persistente carenza di componenti e materie prime, inflazione da record, difficoltà logistiche e riduzione progressiva del potere di acquisto in termini reali l’instabilità in cui versa il settore automotive, sia sul fronte della domanda che dal lato dell’offerta, deve richiamare l’attenzione del Governo a continuare l’azione di supporto al rinnovo del parco circolante obsoleto attraverso gli incentivi, lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica elettrica, la semplificazione dei processi di ricarica, la riconversione delle aziende a monte e a valle della filiera, in particolare dal punto di vista delle competenze e delle conoscenze del personale, e soprattutto all’apertura di un confronto sulla reale possibilità di aumentare la percentuale di detraibilità dell’Iva e deducibilità dei costi delle auto aziendali a beneficio anche dei clienti privati del mercato dell’usato che avrebbero l’opportunità di godere di veicoli “green” relativamente giovani a costi decisamente più bassi.

 

Infine, il rincaro esorbitante dei costi energetici, che continua a far lievitare in modo spaventoso le bollette elettriche, alimenta pericolosamente i timori sui margini operativi delle imprese e le tasche dei cittadini, mettendo a rischio un sano ed equilibrato sviluppo della mobilità elettrica, una transizione ecologica e sociale sostenibile e la competitività del Paese. In tale contesto, l’accordo europeo che bandisce la vendita di vetture e commerciali leggeri endotermici al 2035 lascia molti interrogativi, nonostante l’apertura verso i carburanti sintetici e la possibilità nel 2026 di verificare gli sviluppi tecnologici ai fini del raggiungimento degli obiettivi di azzeramento delle emissioni di CO2.

 

Dal nostro punto di vista serve una certa elasticità politica, coerente e ragionevole per raggiungere gli obiettivi green europei, che riconsideri il contributo positivo derivante dall’evoluzione delle diverse tecnologie all’abbattimento delle emissioni di CO2 per non affidarsi esclusivamente all’elettrico puro. Le emissioni, infatti, vanno calcolate considerando il ciclo di vita della singola tecnologia e non solo la fase finale dello scarico dell’autoveicolo: un mix di tecnologie senza preclusioni ideologiche.

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