Mobilità e ideologia: stop agli ambientalismi estremi

 

di Andrea Taschini, general manager automotive

La Germania, come ho sempre scritto, ha le maggiori responsabilità in tema di emissioni europee e continuerà ad averle nonostante i Verdi stiano nel governo. Come in un implacabile contrappasso dantesco, l’esecutivo di Berlino è costretto a smentire tutte quelle irrealizzabili promesse fatte durante la campagna elettorale del 2021, addirittura incrementando l’utilizzo di lignite grazie anche alla sciagurata dismissione di 3 centrali nucleari.


Lo stesso, succederà all’auto elettrica dove è molto probabile, se non cambiano le decisioni della Commissione UE, si andrà incontro a fare un’incredibile retromarcia una volta accertata la già nota impossibilità (e follia) di riconvertire tutto il parco circolante europeo in veicoli elettrici. La decisione forzata di imporre l’auto elettrica per poi prendere atto dell’impossibilità a procedere, sarebbe un danno gravissimo sia all’industria sia ai cittadini con costi ingenti e inutili.


Quando le ideologie prendono il sopravvento sulla ragione e sui fatti, dobbiamo tutti temere il peggio, ed è per questo che gli ambientalismi estremi vanno fermati immediatamente e senza più alcuna esitazione.

Semestre AsConAuto: +23,2%, valore del progetto confermato

“Oltre 415 milioni di euro il volume d’affari sviluppato nel primo semestre di quest’anno dal sistema AsConAuto con i suoi 13 Consorzi a copertura di tutti i 26 Distretti in cui ha suddiviso la sua presenza sul territorio nazionale”, è il commento ai risultati di metà esercizio di Roberto Scarabel, vicepresidente di AsConAuto”. “La nostra rete associativa  – aggiunge l’imprenditore veneto con soddisfazione – rappresenta ormai più dell’80% dei concessionari italiani ed è in grado di servire, ogni giorno, oltre 23mila autoriparatori, tra officine e carrozzerie. Siamo di fronte a  una crescita a doppia cifra: +23,21% rispetto allo stesso periodo del 2021. È un risultato di grande rilievo,  frutto degli sforzi di tutti  e che ci conferma la validità del progetto. Ormai, il presidio sul territorio  è nazionale, ma mantiene un forte radicamento locale, di tipo  capillare, che si è mostrato una formula  vincente  presso la clientela grazie ai supporti innovativi  e alle strumentazioni tecnologiche, forniti in oltre vent’anni al maggior numero di autoriparatori presenti sull’area geografica di riferimento, garantendo, anche durante gli anni più difficili scanditi dalla pandemia,  ricambi originali e servizi accompagnati da una sicura professionalità”.

 

Il  modello di business unico del progetto a firma AsConAuto, realizzato nel corso degli oltre vent’anni anni di attività e  in costante evoluzione, dimostra di nuovo la capacità di creare valore economico attraverso una rete associativa che garantisce sul territorio un supporto innovativo e tecnologicamente all’avanguardia, fornendo al maggior numero di autoriparatori, ricambi originali – core business di AsConAuto –  e servizi professionali. Anche   nei momenti più difficili della pandemia  le consegne sono proseguite, mettendo  sempre al primo posto la sicurezza.

 

la continuità delle forniture è stata garantita, nonostante si sia dovuto   are fronte talvolta alla mancanza di ricambi. Il sistema  realizza sull’intero territorio nazionale un presidio professionale, capillare e di qualità, apprezzato dalla clientela locale, molto fidelizzata anche per le condizioni di sicurezza realizzate durante le difficili nuove modalità lavorative collegate alle nuove normative provocate dalla pandemia.

 

Una  costante ricerca di ottimizzazione, il  ricorso all’innovazione e l’uso permanente della digitalizzazione hanno portato l’associazione a essere un punto di riferimento sul territorio nazionale. I consorzi AsConAuto hanno distribuito, negli anni, ricambi originali per un controvalore netto di circa 8 miliardi di euro.

GPL: costa poco, non è russo-dipendente, è “green”, piace. Eppure…

Decreto incentivi: bene la conferma dei bonus per i retrofit GPL e metano

di Pierluigi Bonora

Totale indipendenza dal mercato russo, prezzo più competitivo (sotto 0,80 euro il litro) tra i carburanti anche durante la crisi, le immatricolazioni e la quota di mercato tra le altre fonti segnalano un primato tra quelle alternative, (elettrico compreso), la filiera investe per ridurre drasticamente le emissioni di CO2 ma in Europa si pensa a bloccare la vendita delle auto anche a GPL dal 2035. Nel mese di giugno 2022, un’auto su dieci venduta è alimentata a GPL. In Italia, inoltre, Il parco circolante nel 2021 a GPL è di circa 2,8 milioni di veicoli.

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Hyundai: ecosistema di mobilità a idrogeno in Repubblica Ceca

 

Hyundai ha annunciato di aver firmato un memorandum d’intesa multilaterale con  parti pubbliche e private della Corea e della Repubblica Ceca per sostenere la creazione di un  ecosistema di mobilità a idrogeno nel Paese europeo. L’accordo riflette la comune visione delle parti che l’idrogeno giocherà un ruolo fondamentale nel  cambiamento di paradigma verso fonti energetiche ecologiche, affidabili ed economicamente  sostenibili. Nell’ambito dell’accordo multilaterale, Hyundai si impegna a fornire e sostenere lo  sviluppo di sistemi a celle a combustibile, promuovendo lo scambio di informazioni sull’industria  dell’idrogeno, creando un’infrastruttura di distribuzione e ricarica dell’idrogeno e sviluppando e  promuovendo tecnologie di produzione.

Il memorandum d’intesa punta a contribuire ad accelerare la creazione di un ecosistema  dell’idrogeno nel Paese, avviando una collaborazione sull’intero processo e sulla catena del valore dell’industria dell’idrogeno. Anche il “proof of concept” (PoC) dei veicoli commerciali a celle a  combustibile a idrogeno nella Repubblica Ceca dovrebbe aiutare a dare indicazioni sulla domanda  e sulla fattibilità delle attività di mobilità a idrogeno nel Paese.

Hyundai contribuirà inoltre a creare l’infrastruttura per espandere la fornitura di energia e la mobilità  a idrogeno nella Repubblica Ceca. L’azienda condividerà la propria esperienza e le conoscenze  acquisite con la costruzione e la gestione di stazioni di rifornimento di idrogeno in Corea e supporterà  lo sviluppo delle tecnologie relative alle stazioni in collaborazione con H2KOREA. 

Le associazioni e le aziende che hanno sottoscritto il memorandum hanno concordato di condurre  studi di fattibilità congiunti per lo sviluppo di tecnologie e progetti dimostrativi per la produzione di idrogeno utilizzando fonti energetiche a basse emissioni di carbonio. Hyundai Glovis supporterà la logistica, compresa la distribuzione di idrogeno tra i fornitori e le  stazioni di rifornimento e il trasporto di parti di veicoli commerciali a idrogeno e di attrezzature per  l’assemblaggio.

La Repubblica Ceca sta accelerando la transizione verso una mobilità ecocompatibile, poiché  l’industria automobilistica è un core business nazionale. Il Paese ha introdotto il Piano d’azione  nazionale per la mobilità pulita nel 2020. Attraverso questa iniziativa, la Repubblica Ceca mira a introdurre ben 50.000 veicoli a celle a combustibile entro il 2030, come parte del piano del governo  per promuovere l’industria dell’idrogeno all’interno di una tabella di marcia a lungo termine, che arriva fino al 2050.

Crisi dell’auto: spazio alla politica con P maiuscola

di Rocco Palombella, segretario generale UILM

 

La crisi di Governo si abbatte anche sulle crisi del settore metalmeccanico, in particolare sull’automotive, pilastro dell’economia e dell’industria italiane, investita dal cambiamento epocale della transizione ecologica. Dopo aver chiesto per mesi, nel silenzio assordante del Governo, anche congiuntamente con le parti datoriali come Federmeccanica, un intervento urgente e strutturale ai ministri competenti per evitare conseguenze occupazionali, sociali e produttive disastrose, con oltre 70mila esuberi e un’intera filiera messa a rischio, nelle ultime settimane abbiamo notato un cambiamento di approccio governativo, più indirizzato verso una discussione concreta e fattiva per recuperare il ritardo già accumulato.

Non possiamo omettere le scelte contraddittorie del nostro Esecutivo, prima a favore della decisione dell’UE sullo stop ai motori endotermici entro il 2035, poi critica sulle conseguenze di una transizione ecologica senza un indirizzo politico chiaro e concreto a livello nazionale ed europeo, con conseguenti misure straordinarie.

A ogni modo la sfida della transizione ecologica, per tradursi in reale opportunità di sviluppo e modernizzazione del nostro Paese, ha bisogno di un Governo solido, nel pieno dei suoi poteri, per accelerare il percorso intrapreso, giungendo nel più breve tempo possibile a misure strutturali, che ridisegnino l’intera filiera della componentistica salvaguardando l’occupazione e il patrimonio industriale, mettendo l’Italia nelle condizioni di vincere e non subire le sfide future.

Parliamo di importanti realtà industriale dalla Bosch di Bari, dove sono occupati 1.700 lavoratori e le attività sono incentrate all’80% sul Diesel, a rilevanti progetti come quello della Gigafactory a Termoli o quello legato ai fondi del PNRR di Iveco nella produzione di autobus elettrici e a idrogeno, che ha bisogno di una regia governativa in grado di portarlo a termine, consentendo la difesa occupazionale e la continuità produttiva di un’importante pezzo del settore automotive.

Senza dimenticare che solo l’effetto annuncio della transizione ecologica, e scelte scellerate da parte di fondi internazionali, ha portato alla chiusura, un anno fa, di Gianetti Ruote e di Gkn, con il licenziamento tramite mail di circa 600 lavoratori complessivi.

Sono necessarie misure strutturali e immediate che si inseriscano nell’intero ciclo della nuova motorizzazione elettrica, non solo nella produzione delle batterie e delle autovetture o negli incentivi, ma la predisposizione di una rete infrastrutturale capillare in tutto il territorio nazionale e un’agenzia degli approvvigionamenti, per evitare gli ormai sempre più frequenti fermi produttivi a causa della carenza di microchip e semiconduttori e diminuire la dipendenza dall’Asia.

È il momento di recuperare il tempo perso, è il momento delle scelte responsabili, urgenti e strutturali per il bene dei cittadini e del futuro industriale del Paese. È il momento della politica, quella con la P maiuscola.