Anomalya (Sly Garage Factory): la vedette alla “Rievocazione del GP di Lucca”

 

Il team Sly Garage Factory, creatore della supercar Anomalya, già presente al Grand Hotel Des Anglais durante il Festival di Sanremo 2022, ha organizzato la “Rievocazione del Circuito del Gran Premio di Lucca” in programma il prossimo 14 luglio. Una vera “amarcord” della corsa automobilistica disputata per la prima e unica volta il 29 settembre 1935, con le vetture concorrenti impegnate a sfidarsi nell’attuale circonvallazione di Lucca per poi spostarsi nell’area delle Mura urbane.

 

A 90 anni di distanza, Anomalya  – la numero zero – e altre supercar del calibro di Ferrari, Porsche, Corvette e Mustang, gireranno sullo stesso percorso. La partenza è fissata in piazzale Vittorio Emanuele di fronte al Caffè delle Mura, alle 15. Le  vetture “sfileranno” per due giri completi, quindi si potranno ammirare alle Mura.

 

Due i motivi che hanno portato a organizzare la gara nella città natale di Anomalya. Il primo: dall’inizio del ‘900 a Lucca nessuno si è esibito in una “follia” del genere. Il secondo: il forte impatto mediatico che Anomalya sta riscuotendo a livello nazionale e non solo. Tant’è che durante la gara saranno presenti personaggi di spicco provenienti da tutto il mondo.

 

“A Capannori, nel cuore della Toscana, dalla lunga esperienza di Sly Garage è nata Anomalya. Si tratta della prima supercar made in Italy che percorrerà, proprio in Toscana, a Lucca, il percorso originale della corsa”, racconta Sly Soldano, l’ideatore e costruttore con il suo team del veicolo. “Le supercar di oggi hanno rinunciato al loro carattere particolare ed elitario per deviare verso uno più tenue e facile da gestire. E’ una decisione che ha reso questi bolidi di acciaio talmente evoluti da trasformare, quasi, il driver in una sorta di passeggero.  Anomalya, invece, nasce dall’esigenza di creare una supercar per riscoprire la vera essenza nell’essere e non nell’apparire. È costruita su misura per il gentleman-driver e il suo divertimento”.

 

Veicoli commerciali: si renda l’Ecobonus più accessibile

Decarbonizzazione

di Massimo Artusi, vicepresidente di Federauto con delega a Trucks&Van  

 

La proroga di tre mesi per le consegne dei veicoli commerciali di peso pari o inferiore a 3,5 tonnellate (oltre alle autovetture) incentivate con Ecobonus 2021-2022, inserita dal Governo nel nuovo Decreto Semplificazioni, già in vigore da ieri dopo la pubblicazione in “Gazzetta Ufficiale”, è un segno di sensibilità da parte del ministero dello Sviluppo economico e di tutto il Governo nei confronti delle oggettive difficoltà di produzione e distribuzione dei veicoli nuovi in questa fase di carenza di disponibilità di semiconduttori e materie prime.

 

Si tratta adesso di dimostrare un’analoga attenzione nei confronti della funzionalità dell’Ecobonus per i veicoli commerciali attualmente in vigore, che – come era facilmente prevedibile e come avevamo previsto – non sta incontrando il favore degli operatori. Ci auguriamo perciò che, continuando su questa strada, il MISE intervenga al più presto per sanare questa criticità, introducendo i correttivi necessari a rendere il provvedimento più aderente alle dinamiche del mercato e favorire più efficacemente le PMI attraverso l’apertura a tutte le formule di acquisto/possesso utilizzate dagli operatori già con l’Ecobonus 2021, evitando così che le risorse stanziate per favorire l’immissione di veicoli commerciali elettrici vadano disperse verso altre destinazioni e che l’obiettivo di ridurre l’impronta di carbonio del parco veicoli commerciali venga vanificato.

 

Concessionari: per il cliente sempre punto di riferimento

Adolfo De Stefani Cosentino, Federauto

 

Andare dal concessionario vuol dire ancora trovare fiducia e affidabilità, almeno per un italiano su due. Negli ultimi cinque anni, infatti, più del 50% degli acquisti di nuove auto è avvenuto tramite un concessionario. A evidenziarlo, è la ricerca condotta da Format Research per Federauto, la Federazione Italiana Concessionari d’Auto, che entra nel vivo del dibattito sul futuro della filiera dell’automobile. Nonostante le evoluzioni del mercato e la nascita di piattaforme virtuali per la compravendita, il concessionario resta una figura verso cui gran parte degli italiani ripone fiducia e ne apprezza il supporto in caso di necessità.

 

“Fiducia, assistenza, soluzione dei problemi”

In particolare, le ragioni di chi sceglie un concessionario hanno a che fare con la fiducia (43%), l’assistenza nella gestione delle pratiche, a cominciare dai finanziamenti (29,3%), l’ampia gamma di soluzioni di acquisto (25,2%). L’acquirente chiede di essere seguito dal personale del concessionario in tutte le fasi dell’acquisto e in quelle successive: scelta del modello (43,3%), assistenza post-vendita (32,9%), personalizzazione del finanziamento (30,4%) e gestione del proprio usato (26,3%).

“È una fase delicata per il mondo dei concessionari auto – dice il presidente di Federauto, Adolfo De Stefani Cosentino – È evidente anche da questa ricerca che per i beni di valore e di lunga durata, come l’automobile, l’intermediazione del professionista continua ad offrire affidabilità, riconoscibilità e garanzia di sostegno in ogni fase delle operazioni di selezione ed acquisto. Proprio per questo, crediamo che il nuovo regolamento VBER (Vertical Block Exemption Regulation) peggiora le condizioni di acquisto per i consumatori, oltre a mettere a rischio ben 72.000 posti di lavoro solo nel nostro Paese. Il modello distributivo voluto dalla Commissione Europea – sottolinea De Stefani Cosentino – retrocede i concessionari al ruolo di semplici agenti e rischia di mettere a repentaglio l’1,8% del PIL, con un minor gettito fiscale del 3%”.

 

L’identikit di chi sceglie il concessionario

Ma qual è l’identikit della famiglia italiana che si rivolge al concessionario per una nuova auto? Abita nelle grandi aree metropolitane del centro nord, ha fra i 35 e i 65 anni, ha buona capacità di acquisto e se è giovane sceglie più facilmente di acquistare un’auto per sperimentare le nuove tecnologie. Due acquirenti su tre preferiscono il contatto diretto all’acquisto via web: il 36,6% non ama affatto la compravendita online, il 33,5% usa internet per gli acquisti, ma non per comprare una vettura.

Interessante è capire come ci si informa prima di scegliere un’auto. Il 34,5% ascolta i consigli del rivenditore, il 22% si basa sul passaparola, il 21,8% si affida alla qualità del marchio, il 20,3% consulta i siti online specializzati, il 17,3 % preferisce il sito della casa madre.

 

Consumatori soddisfatti

L’indagine demoscopica di Format Research elabora poi un altro indicatore, utile per scendere più nel dettaglio: è l’INS (Indice Netto di Soddisfazione) che fotografa più da vicino quell’87% di clienti dei concessionari italiani che si sono detti soddisfatti o molto soddisfatti. L’INS assegna 36,6 punti a cortesia e disponibilità del concessionario, 37,7 punti a professionalità e competenza, 34,4 all’assistenza e supporto nella scelta. Non meno importante è l’assistenza nella gestione degli aspetti finanziari: un sostegno che fa guadagnare 32 punti INS.

 

Il mercato dell’auto elettrica

La survey effettuata da Format Research dedica un focus all’auto elettrica, scelta solo dall’1,9% di chi ha acquistato una nuova auto negli ultimi 5 anni. Tra chi non l’ha acquistata, il 27,2% si dice propenso a dotarsene nei prossimi anni, ma solo con agevolazione. Questo tipo di veicolo trova maggiore interesse soprattutto tra i giovani e i residenti nelle grandi aree metropolitane. “A oggi – commenta De Stefani Cosentino – la fotografia restituita dal sondaggio indica chiaramente che si tratta di una nicchia di mercato. Le auto elettriche potranno acquisire in futuro nuovi spazi di mercato, man mano che diverranno più accessibili e il Paese si doterà delle infrastrutture necessarie”. Il presidente di Federauto conclude: “Se è vero che questo tipo di investimenti di lunga durata richiede una figura professionale per guidare l’acquirente nella selezione, allora il concessionario resterà un punto di riferimento, al netto della tecnologia a disposizione”.

Crisi dell’auto: ci vuole un vero piano organico

di Gianluca Benamati, capogruppo PD in commissione Attività produttive della Camera

 

I dati sull’immatricolazione delle automobili del mese di giugno, fotografano la complessità del momento economico che stiamo attraversando. La carenza dell’offerta, dovuta alla scarsità di alcuni componenti così come le conseguenze della guerra unitamente a un peggioramento economico generale per le famiglie, cambiano in peggio le prospettive del mercato dell’auto che erano già critiche.

 

In quest’ottica, l’uso delle risorse stanziate in maniera pluriennale dalla legge 34/2022 e dal PNRR diventa sempre più strategico. E’ richiesta, però, un’attenta analisi di come investirle. Serve non solo sostegno alla domanda, ma anche uno sforzo verso misure che aiutino tutta la filiera nella transizione ecologica e dall’altra supportino le fasce più deboli della popolazione.

 

Alla luce dei nuovi dati non possiamo che continuare a chiedere che si vari davvero un piano organico per il settore dell’automotive che aiuti a invertire questa tendenza negativa.

Honda: elettrificazione e accordo con Sony

di Roberta Pasero

 

Undicesima generazione di Honda Civic, una autentica global car che in 50 anni è stata venduta in oltre 27 milioni di unità in 170 Paesi. Da ottobre tornerà sulle strade in versione full hybrid e a margine del test drive in Spagna, Vincenzo Picardi, direttore comunicazione Honda Auto Italia, spiega l’importanza di questo modello nella strategia di elettrificazione del marchio.

Che prevede non soltanto l’arrivo di nuovi prodotti elettrici e ibridi, ma anche importanti partnership, come quella con Sony, per introdurre sul mercato dell’auto sempre più servizi per la mobilità connessa.